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Mugen Souls, recensione

Dopo Hyperdimension Neptunia Mk2, Compile Heart e NIS tornano su PlayStation 3 con un jRPG particolare e pieno di personalità. Sette, per la precisione

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   11/09/2012

Che Mugen Souls sia un gioco di stampo estremamente giapponese lo si nota fin dai primi secondi, quando un filmato introduttivo vede le due giovani protagoniste ballare la para para in compagnia di piccoli animaletti, mentre la telecamera, prevedibilmente, si sofferma più volte su primi piani ammiccanti e viziosi.

Mugen Souls, recensione

A dire il vero in molti sono rimasti sorpresi che questo nuovo jRPG sviluppato da Compile Heart e pubblicato da Nippon Ichi sia uscito dal mercato nipponico, poiché sebbene abbia diversi elementi in comune con Disgaea e Hyperdimension Neptunia Mk2, calca molto di più la mano sui temi "ecchi" e i contenuti sensuali che caratterizzano un cast di personaggi composto perlopiù da prosperose ragazze e piccole loli. Pur non sfociando mai nell'hentai è quindi evidente come il target di riferimento del titolo sia una nicchia di otaku sfegatati, ma dietro a una cascata di fanservice e situazioni seducenti si nasconde inaspettatamente un RPG pieno di idee interessanti e originali.

Che caratterino!

Particolare e fuori di testa come ci si aspetterebbe da un gioco targato Nippon Ichi, Mugen Souls vede protagonista la giovane Chou Chou, una ragazzina dai capelli rosa che un bel giorno si sveglia nel mezzo della Galassia e decide di trovarsi un nuovo hobby: conquistare i sette pianeti che compongono l'Underworld. L'improvvisato piano prevede di schiavizzare tutti gli abitanti più potenti dei sette mondi trasformandoli in creaturine chiamate Shanpuru e sfruttando l'abilità della protagonista di cambiare aspetto e ammaliare chi oppone resistenza. Chou Chou parte così a bordo di un enorme vascello spaziale in compagnia dei suoi compagni Ryuto e Altis, viaggiando di pianeta in pianeta in cerca degli eroi e dei signori demoniaci che abitano ciascun mondo. Ricca di gag e di dialoghi tutto sommato divertenti, la trama non riesce quasi mai a proporre grossi colpi di scena, risultando assai prevedibile a causa di un semplice dettaglio estetico: soltanto i personaggi chiave hanno dei propri artwork all'interno dei dialoghi, e così diventa semplicissimo riconoscere eroi e signori demoniaci una volta incontrati nel rispettivo mondo.

Mugen Souls, recensione

Come già accennato, le situazioni osé e sensuali saranno innumerevoli e si baseranno spesso sulla capacità di Chou Chou di cambiare aspetto e comportamento, andando a coprire l'intero spettro delle personalità femminili tipiche degli anime e dei manga. Le sette versioni della protagonista spaziano dall'iperattiva all'egocentrica, dalla sadica a quella introversa, ognuna con un design a sé stante. Eppure, a differenza di numerosi jRPG in cui temi ecchi e personaggi sensuali servono solo ad alzare la lancetta della libido tra una battaglia e l'altra, in Mugen Souls hanno un legame fortissimo con le meccaniche di gioco e il sistema di combattimento. Chi ha giocato Hyperdimension Neptunia MK2 si troverà davanti una struttura di base abbastanza simile, con ogni personaggio che nel proprio turno può spostarsi liberamente in un'area delimitata e attaccare uno o più nemici all'interno del raggio d'azione. Anche diversi elementi dell'interfaccia sono rassomiglianti, ma il nuovo titolo di Compile Heart ha molto più spessore e mette in gioco tante più variabili da tenere in considerazione, tra cui la possibilità di amplificare i danni facendo schiantare il nemico contro oggetti dello scenario o altri avversari. Ovviamente non mancano abilità speciali, oggetti utilizzabili in battaglia e attacchi combinati tra i vari personaggi, ma la novità più caratteristica del sistema di combattimento è rappresentata dalla meccanica Moe Kill, tecnica che permette di rimuovere un mostro dalla battaglia e trasformarlo in un servo Shanpuru. Affinché vada a buon fine è però fondamentale tenere d'occhio la personalità e l'umore del nemico, scegliere la giusta trasformazione di Chou Chou e selezionare tre comportamenti (ad esempio insulta, sorridi, piagnucola...): il tutto allo scopo di guadagnarsi le simpatie dell'avversario, ma nel caso la Moe Kill dovesse fallire i nemici si arrabbieranno e diventeranno più forti e difficili da eliminare. Considerando che una stessa azione può avere effetti opposti a seconda che il mostro sia felice o triste, egocentrico o iperattivo, si tratta sicuramente di una meccanica difficile da padroneggiare e spesso frustrante, ma ottenere un gran numero di servi porta a diversi benefici durante l'avventura, oltre a potenziare esponenzialmente un attacco speciale utilissimo contro i boss.

Trofei PlayStation 3

Mugen Souls offre una cinquantina di Trofei, molti dei quali vanno sbloccati semplicemente proseguendo nell'avventura principale e arrivando alla fine della storia. Non ne mancano alcuni più impegnativi, come quelli che richiedono la collezione di decine di shampuru differenti o l'esecuzione di una combo da 10 milioni di punti.

Seduzione senza balsamo

In maniera molto simile a Hyperdimension Neptunia Mk2, in Mugen Souls non ci sono incontri casuali, ma è possibile vedere ed evitare eventuali mostri mentre si esplora lo scenario; i nemici cominceranno a inseguire il giocatore nel caso dovesse avvicinarsi troppo, ma un colpo assestato col giusto tempismo dà un discreto vantaggio all'inizio del combattimento. Le sette versioni di Chou Chou entrano in gioco anche durante l'esplorazione, e in certi momenti bisogna conquistare parti del pianeta utilizzando la stessa meccanica alla base del sistema Moe Kill. In questo caso vengono dati degli indizi su quale sia la personalità più adatta, ma è proprio qui che Mugen Souls si dimostra un titolo poco accessibile a un pubblico molto giovane: un palese esempio è il suggerimento "porta con te frusta, catene e cera bollente", un ovvio riferimento al sadismo che tuttavia dovrebbe sfuggire ai più giovani. Il continuo alternarsi di esplorazione e combattimenti viene di tanto in tanto spezzato da battaglie spaziali a bordo del vascello, le quali si basano sull'intuire la mossa dell'avversario e neutralizzarla attraverso un tipico sistema sasso-carta-forbice.

Mugen Souls, recensione

Tuttavia, oltre ad essere al centro di monotoni scontri tra le stelle, il vascello di Chou Chou funge anche da hub centrale dove acquistare oggetti, personalizzare l'equipaggiamento del proprio party e prendere parte ad alcuni passatempi. Nella versione giapponese era presente anche un minigioco estremamente ammiccante e sul filo dell'hentai, in cui utilizzare oggetti da bagno per lavare e stuzzicare le protagoniste in pose seducenti, tra mille gridolini e rimproveri. Prevedibilmente Nippon Ichi ha rimosso la modalità in questione per evitare la classificazione 18+ in occidente, ma considerando il gusto discutibile e la mancanza di ripercussioni sul gameplay o sulla trama, siamo sicuri che in pochi ne sentiranno la mancanza. Purtroppo Mugen Souls soffre pesantemente dal lato estetico, poiché affianca le splendide illustrazioni e il fantastico character design a cura di Takehito Harada a una grafica poligonale spoglia e obsoleta, mentre la colonna sonora è composta da brani j-pop spesso sottotono; sempre per quanto riguara la componente sonora, dalle opzioni è possibile liberamente scegliere tra il doppiaggio statunitense o quello nipponico, laddove i sottotitoli sono unicamente in inglese.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.0
Lettori (13)
7.1
Il tuo voto

Pur proponendo un character design più tradizionale rispetto a quello di Hyperdimension Neptunia, Mugen Souls riesce ad evolverne il sistema di combattimento arricchendolo con una serie di idee originali e (almeno in parte) riuscite. Sfortunatamente non riesce a scollarsi di dosso una realizzazione grafica scialba e scenari vuoti e poco interessanti, ma resta comunque un jRPG fuori dagli schemi e che farà sicuramente impazzire gli otaku a cui non dispiacciono storie piene di scene ecchi, gag demenziali e loli ammiccanti.

PRO

  • Sistema di personalità molto originale
  • Ottime illustrazioni
  • Personaggi buffi e gag divertenti

CONTRO

  • Battaglie spaziali monotone
  • Tecnicamente obsoleto