Gli appassionati di Magic The Gathering e Yu-Gi-Oh! lo sanno bene: prima ancora di universi, trame e personaggi di contorno, tutto quello di cui ha bisogno un buon Gioco di Carte Collezionabili è un sistema di combattimento profondo, strategico e divertente. Eppure, se con Assassin's Creed Recollection Ubisoft ha dimostrato di averlo capito e saputo mettere in pratica, decisamente fallimentare è stato il tentativo di Square-Enix di proporre un card game i cui punti di forza fossero le splendide illustrazioni e la fama che alcune creature dell'universo di Final Fantasy si portano dietro. Guardian Cross non è altro che un gioco di carte per iPad e iPhone in cui i mostri da combattere e collezionare includono nomi come Siren, Ifrit, i Moggle, Cerberus, e altri ben noti agli appassionati di JRPG, mentre una struttura ruolistica sorregge un sistema di raccolta e potenziamento dei vari personaggi attraverso una campagna fatta di quest e missioni secondarie. Peccato che il colosso nipponico abbia lasciato a casa un ingrediente molto importante: la sostanza.
Acchiappali tutti! E poi?
A Square-Enix bisogna riconoscere lo sforzo di aver allestito un minimo canovaccio narrativo che, per quanto banalotto e pieno di incoerenze, fa da collante tra una battaglia e l'altra. Le lande del Northern Cross sono state invase dai Guardiani, potenti spiriti riapparsi dopo aver riposato per migliaia di anni, e l'imperatrice del regno decide di inviare il giocatore, nei panni di un talentuoso Guardian Master, a indagare su alcuni misteriosi avvenimenti che stanno portando tumulti nel popolo.
Come in Pokémon lo scopo del giocatore è quindi quello di usare le sue abilità uniche per catturare i Guardiani e utilizzarli in combattimento. Nulla in contrario, non fosse per le numerose contraddizioni e inconsistenze della storia, come il fatto che anche il più insignificante dei briganti sfiderà il giocatore con una squadra di spiriti. Altro che abilità uniche. Tralasciando le scene d'intermezzo dialogate, Guardian Cross si divide sostanzialmente in due parti principali. Nella prima, quella di cattura, è possibile recarsi presso un'area speciale abitata da spiriti selvatici, e attraverso una visuale dall'alto e un mirino bisogna abbatterli con un fucile di precisione: il tempo è limitato, così come è limitato il numero di volte che si possono cacciare Guardiani nell'arco di una giornata, ma tutte le creature eliminate in quest'arco di tempo vengono aggiunte al proprio mazzo di carte. Ce ne sono di più o meno rare, più potenti o di tipi particolari, e la bellezza delle illustrazioni è forse l'unica calamita che spinge a collezionarle tutte chiudendo un occhio su un sistema di cattura estremamente anonimo. Curiosamente, i mostri collezionabili sono anche cannibali, e possono potenziarsi e salire di livello se il giocatore li "sfama" sacrificando altre carte. L'aumento delle statistiche diventa un elemento importante nel momento in cui si passa alla parte del combattimento e si confrontano le proprie carte con quelle dell'avversario, ma sfortunatamente è proprio qui che Guardian Cross inciampa, capitombola e si schianta rovinosamente contro il muro della superficialità.
Il gioco non ha nessun sistema di combattimento attivo, e una volta cominciata la partita vengono risolti a cascata tutti gli scontri tra i propri Guardians e quelli dell'avversario, finché uno dei due avversari non resta senza più carte. Tra continui attacchi a turni, i confronti tra le carte si basano su un classico sistema di attacco, difesa e altre caratteristiche, ma l'impossibilità di selezionare il prossimo Guardians o eseguire una qualsiasi azione fa in modo che non ci sia alcuna strategia nelle varie partite. Levatevi dalla testa l'idea che un mazzo più debole può avere la meglio se nelle mani di un giocatore esperto: nel caso in cui si dovesse avviare un match con un team di Guardiani più debole dell'avversario, la sconfitta è pressoché certa. È un sistema che per semplicità e inconsistenza strategica ricorda Rage of Bahamut ma che, a differenza della hit di Cygames, ha la sfortuna di dover sorreggere un gioco con aspettative diverse realizzato da una compagnia ben più nota. Gli sviluppatori ci hanno anche messo del loro, con qualche modalità secondaria e una sorta di torneo PvP in cui affrontare altri giocatori e vincere premi rari, mentre la possibilità di scambiare carte e interagire con altri utenti mette in evidenza la componente più sociale dell'applicazione.
Conclusioni
Come fin troppo spesso capita con i giochi freemium, anche in Guardian Cross parte del tempo la si passa a ripetere le stesse azioni o ad attendere che l'indicatore delle azioni effettuabili si ricarichi (a meno di non pagare con moneta reale, ovviamente). Eppure i veri problemi del Gioco di Carte Collezionabili di Square-Enix sono da ricercare altrove, in una fase di combattimento completamente passiva e per niente divertente, così come in un sistema di caccia anonimo e poco coinvolgente. Ed è un vero peccato, perché personaggi riconoscibili e oltre 180 carte meravigliosamente illustrate avrebbero meritato di comparire in un card game con più personalità e profondità.
PRO
- Fantastiche illustrazioni
- Oltre 180 creature da collezionare
CONTRO
- Sistema di combattimento inesistente
- Fase di cattura banale
- Giocabile solo se si è connessi online