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Di papere e conigli

Sangue, mostri e tante citazioni nell'action game "infernale" di Arkedo Studios

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   17/10/2012

Che succede quando un coniglio scheletrico, peraltro re degli inferi, viene fotografato di nascosto mentre si trastulla in modo tutt'altro che lecito con la sua fida papera gonfiabile, e le immagini finiscono sulla rete internet infernale? Semplice: il coniglio in questione decide di uccidere chiunque abbia visto le foto, in questo caso cento mostri brutti, grossi e cattivi all'interno di dieci livelli in cui si alternano scenari danteschi e aree di ispirazione "futuristica", in un mix che in più di un'occasione riporta alla mente gli stage di Sonic the Hedgehog. Si tratta però solo di una delle tante citazioni che i ragazzi di Arkedo Studios hanno voluto inserire in Hell Yeah! Wrath of the Dead Rabbit e che spesso è possibile riconoscere durante le "fatality" che Ash, il coniglio di cui sopra, esegue per dare il colpo di grazia ai propri avversari una volta che la loro barra dell'energia è al minimo. A quel punto compare infatti sullo schermo un rapidissimo minigame in stile WarioWare, il cui meccanismo va afferrato al volo per una risoluzione positiva e una dolorosissima fine per il malcapitato di turno; in caso contrario, bisognerà ripetere la procedura dopo aver subito un piccolo elettroshock. Questi minigame ci chiedono talvolta di premere la giusta sequenza di pulsanti sul pad (il controller per Xbox 360 viene perfettamente supportato, a proposito), di individuare un bersaglio fra quelli proposti e "sparare", o ancora di infilare il dito in un alveare senza che un'ape si accorga che lo stiamo facendo. Se la sequenza si conclude bene, assisteremo a svariate scenette in cui Ash massacra il nemico, magari vestito da luchador messicano in un ring che compare dal nulla, proiettandolo in aria per citare la scena del Batwing nel primo "Batman" di Tim Burton, e infine schiantarlo al suolo fra poderosi schizzi di sangue.

Mi chiamo Ash. Reparto ferramenta

Il gameplay di Hell Yeah! Wrath of the Dead Rabbit è quello tipico degli action platform, ma con qualche variazione sul tema. Il nostro coniglio infernale parte infatti "a piedi", completamente inoffensivo, ma ben presto viene raggiunto dal suo fido consigliere (un polipo-zombie), che gli fornisce un bizzarro jet pack circolare, dotato di una lama rotante alle estremità e di numerose armi da fuoco che è possibile sbloccare e potenziare tramite i negozi sparsi per i livelli.

Di papere e conigli

Una volta a bordo del veicolo, il sistema di controllo e il "feedback" del personaggio cambiano un bel po': il pulsante A continua ad attivare il salto, che però diventa molto più ampio grazie ai sistemi di propulsione, mentre il grilletto destro aziona la sega e ci permette di "agganciarci" e perforare pareti di roccia per raccogliere denaro e diamanti. Il grilletto sinistro, tenuto premuto, dà vita a un poderoso scatto che distrugge qualsiasi cosa si trovi fra noi e la nostra destinazione finale, mentre i tasti dorsali sinistro e destro vengono utilizzati rispettivamente per cambiare l'arma da fuoco equipaggiata ed effettuare uno zoom-out sulla mappa (accessibile in versione completa premendo il tasto Back sul controller). Infine, gli stick analogici servono per muovere Ash (sinistro) e gestire il puntamento dell'arma (destro), che apre il fuoco agendo sul grilletto sinistro. Eliminare i nemici richiede una combinazione di tutte queste manovre, anche se determinate soluzioni adottate dagli sviluppatori non ci hanno fatto impazzire, ad esempio il fatto che un avversario non venga colpito dalle nostre armi quando si trova fuori dalla visuale di gioco, mentre il contrario accade eccome. La gestione del jet pack è inoltre "scivolosa" per via dell'inerzia, e ciò in più di un'occasione dà vita a episodi di frustrazione, perché magari alla fine di un salto perfettamente eseguito finiamo su degli spuntoni elettrificati ed è game over. Per fortuna i checkpoint sono numerosi e raramente bisogna rifare grosse porzioni di gioco; sempre che non si consideri allo stesso modo l'imperante backtracking, che però è un elemento caratterizzante del filone "Metroidvania" a cui il titolo di Arkedo Studios senza dubbio appartiene.

Tanti colori, soprattutto il rosso sangue

I livelli di Hell Yeah! Wrath of the Dead Rabbit sono un alternarsi di piattaforme e cunicoli che si fanno man mano più complessi, arrivando a integrare finanche sezioni puzzle che servono per andare avanti nell'avventura. In un determinato momento, ad esempio, ci viene chiesto di spingere un blocco di pietra in una sorta di labirinto, cercando il percorso corretto per farlo finire addosso a un nemico altrimenti inavvicinabile.

Di papere e conigli

Allo stesso modo, in uno stage bisogna intrufolarsi all'interno di "corsie d'accelerazione" (anche qui in stile Sonic) per riuscire a piombare a terra da una certa altezza e provocare, dunque, una serie di eventi che portano alla distruzione di un altro avversario. Insomma, gli espedienti per cercare di rendere l'azione più varia non mancano, ma nonostante ciò l'entusiasmo iniziale viene presto sostituito da una fastidiosa sensazione di "già visto", tale da privare l'esperienza di qualsiasi mordente già a partire dal terzo scenario. Gli sviluppatori non hanno colpe particolari, semplicemente il genere degli action platform è talmente inflazionato che ormai bisogna davvero fare qualcosa di straordinario per riuscire a spiccare; vedi ad esempio il lavoro svolto da Ubisoft Montpellier con Rayman Origins, titolo con cui Hell Yeah! condivide per certi versi lo stile grafico, cartoonesco e molto colorato, seppure in alcuni frangenti si noti forse la mancanza di "maturità" nel tratto. Le già citate "fatality" costituiscono senza dubbio un divertente extra ma a un certo punto, comprensibilmente, anche quelle cominceranno a ripetersi e rimarrà dunque poco a tenere viva la nostra attenzione. L'unico extra presente, l'isola, a cui però si può accedere solo fra una partita e l'altra, non rappresenta inoltre un passatempo di grande valore, visto che l'unica cosa che consente di fare è assegnare ai mostri sconfitti dei "lavori" che si traducono nella produzione di bonus da raccogliere successivamente.

Conclusioni

Versione testata: PC
Digital Delivery: Steam
Prezzo: 12,99€
Multiplayer.it
7.0
Lettori (10)
8.0
Il tuo voto

Hell Yeah! Wrath of the Dead Rabbit è un action platform sicuramente carino e ben fatto, capace sulle prime di entusiasmare grazie alle divertenti "fatality" e alla novità del jet pack "rotante", che con le sue lame e le armi da fuoco si pone come un veicolo d'assalto di straordinaria efficacia. Purtroppo questi elementi positivi, a cui bisogna aggiungere senz'altro lo stile grafico, lasciano presto spazio a una ripetitività di fondo che taglia le gambe all'esperienza, impedendole di spingersi oltre la media di un genere che ormai ha dato praticamente tutto e in cui, dunque, risulta oltremodo difficile spiccare. Va bene l'approccio in stile "Metroidvania" per i livelli, insomma, ma ogni tanto bisognava introdurre qualche sezione alternativa per non "addormentare" il gameplay e tenere alto il coinvolgimento. Da comprare solo se siete davvero appassionati del genere, in definitiva.

PRO

  • Stile grafico accattivante
  • Gameplay discretamente solido
  • Ottimo impatto iniziale...

CONTRO

  • ...ma l'entusiasmo scema rapidamente
  • Poche variazioni sul tema
  • A tratti monotono e frustrante

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i3 350M
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video ATI Mobility Radeon HD 5650
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Processore Intel Core 2 Duo da 2,4 GHz, AMD Athlon 64 X2 4200+
  • 1 GB di RAM (Windows XP), 2 GB di RAM (Windows Vista, Windows 7)
  • Scheda video compatibile DirectX 10 con almeno 512 MB di RAM
  • 2 GB di spazio libero su hard disk
  • Sistema operativo Windows XP, Windows Vista, Windows 7