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Un Gears of War europeo!

Dalla Polonia dei People Can Fly, un nuovo, buon episodio di Gears of War. Pronti per il processo a Baird e Cole?

RECENSIONE di Antonio Jodice   —   19/03/2013

Sera è uno dei pianeti più famosi di questa generazione di console, teatro, com'è stato, della trilogia di Gears of War, una delle esclusive più forti di Xbox 360 e capace di lanciare Cliff Bleszinsky nell'olimpo dei game designer più importanti. Dopo tre capitoli e nella necessità di dare alla console Microsoft un'esclusiva in attesa delle novità di fine anno, dopo che Cliffy B ha lasciato la casa madre,

Un Gears of War europeo!

ecco che Epic rafforza la collaborazione con gli sviluppatori polacchi People Can Fly che già avevano partorito lo spettacolare Bulletstorm, FPS sempre mosso dall'Unreal Engine. Gears of War: Judgment nasce con l'obiettivo di rendere il gameplay di Gears più frenetico, difficile e rigiocabile, magari aggiungendo quel piglio arcade e cinematografico del precedente gioco di People Can Fly. A campagna finita, è indubbio che alcuni degli obiettivi siano stati centrati, ma è altrettanto vero che qualcuno sia stato mancato, lasciando il gioco a metà tra il vecchio e il nuovo.

Un prequel diverso

L'impostazione narrativa di GOW è sempre stata classica con vicende serrate, raccontate in maniera piuttosto lineare e con le personalità dei protagonisti affidate agli scambi di battute che riuscivano a farsi strada tra i migliaia di smembramenti e le sparatorie. L'epicità, comunque, non è mai stata in discussione. People Can Fly per Gears of War: Judgment immagina la città di Halvo Bay, località marittima sede dell'accademia che forgia un gruppo Elite di soldati, gli Onyx, e teatro dello sviluppo delle armi belliche basate sull'imulsion: Judgment, per la prima volta nella serie, è ambientato interamente in questa locazione.

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Baird e Cole sono due pischelli, col secondo che ha appena smesso di godersi la vita da star del Trashball, ovvero la versione di Epic del football americano, ed entrambi fanno parte della Kilo Squad, insieme a due new entry per la serie, ovvero Sofia, cadetto delle guardie Onyx, e Paduk, militare sopravvissuto all'ultima guerra civile terrestre che ha portato all'unione degli eserciti combattenti sotto l'egida dei COG. Siamo trenta giorni dopo l'Emergency day, l'invasione delle locuste, e Halvo Bay viene devastata dalle armate guidate da Karn, un elite che sembra inarrestabile. Disperati, i nostri eroi decidono di ricorrere ad un'arma ancora in fase prototipale, ideata dallo stesso inventore del martello dell'alba, e lo fanno contravvenendo agli ordini COG, sottoponendosi al giudizio di una corte marziale spietata.

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Gears of War: Judgment è la storia di questo processo sommario, raccontato attraverso le deposizioni dei quattro protagonisti che portano il giocatore verso l'epilogo, un po' scontato e che mal si intona con uno degli eventi centrali della trama stessa. Dall'inizio alla fine, comunque, tra l'ottima realizzazione tecnica e le novità al gameplay di cui parleremo tra poco, di certo ci si diverte per tutte le sette ore (circa) della campagna, se giocata a livello normale, che porta poi a sbloccare un'altra ora aggiuntiva con Aftermath, una storia parallela, che riprende di peso le meccaniche di Gears of War 3, narrando eventi contemporanei all'ultimo capitolo della trilogia. I toni seppia e cupi di GOW si piegano alla brillantezza delle scenografie tanto amate dai People Can Fly con tramonti ammalianti e colori pastello pieni di dettagli. Rispetto, però, agli altri capitoli, mancano locazioni che lascino il segno attraverso i capitoli del gioco, non bilanciati dalla spettacolarità che caratterizzava Bulletstorm. Insomma, il level design di Gears of War: Judgment non è dello stesso livello a cui ci ha abituato Epic per le sue meccaniche e questa mancanza non è completamente riequilibrata dall'adrenalina caciarona che il team aveva messo in pista nel suo precedente titolo. Resta il fatto che GOW funziona sempre e che il codice è di una pulizia disarmante.

Novità?

Gears of War: Judgment prende il gameplay di GOW e gli dà la sveglia, lo scuote e lo fa andare a un ritmo più sostenuto, ponendo orde di nemici, una dietro l'altra, davanti al giocatore che necessariamente si diverte. Il sistema di spawn dinamico, che cambia le locuste che si affrontano in un livello (se si muore o se ci si rigioca), a seconda delle tattiche del giocatore, funziona quando serve, lasciando un senso di incertezza in chi gioca, soprattutto se si decide di affrontare almeno il terzo dei quattro livelli di difficoltà disponibili (cosa che vi consigliamo caldamente). People Can Fly prende il sistema di level up di Gears of War 3, trasformandolo in uno a stelle, tre per ogni sezione di livello, che vanno dal bronzo al platino, a seconda della difficoltà, e che si accumulano facendo esecuzioni, non facendosi uccidere e, soprattutto, attivando le missioni chiamate Declassify, la novità più riuscita del gioco.

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In ogni sezione di livello, si trova un teschio rosso che, se osservato, porta il testimone di turno a raccontare una versione segreta e più tosta di come si sono svolte le vicende che si stanno giocando, facendo aumentare la valutazione che si consegue al termine dello stesso. Non si tratta solo di nemici più difficili, ma di carenza di munizioni, di energia che non si ricarica o di condizioni climatiche estreme che limitano visibilità e sicurezza nei movimenti, fino ad arrivare a situazioni in cui bisogna superare una fase entro un tempo limite che, a livelli di difficoltà più alti del base, si fa asfissiante, aumentando di molto il grado di sfida e di soddisfazione. Da qui, la grande rigiocabilità di Gears of War: Judgment che spinge a cercare amici e strategia per ottenere fino all'ultima stella così da sbloccare le decine di oggetti con cui personalizzare il proprio personaggio nel multiplayer. Oltre a quanto scritto, si possono portare solo due armi per volta, i personaggi si muovono più velocemente e le munizioni lasciate dai corpi delle locuste si raccolgono semplicemente passandoci sopra, rendendo il tutto ancora più frenetico. Insomma, People Can Fly, a conti fatti, di novità ne ha introdotte un buon numero, solo che la sensazione è che non ci sia discostati più di tanto dalla struttura centrale del gameplay classico della serie, arrivando sì a un buon risultato, ma creando un titolo che difficilmente riuscirà a far cambiare idea a chi da GOW ha già ricevuto quel che si aspettava. Chi invece apprezza la serie e vuole ancora azione, realizzata ottimamente, qui troverà pane per i suoi denti.

Obiettivi Xbox 360

Gears of War: Judgment non è un gioco molto generoso in termini di obiettivi, considerando che finire la campagna, senza perdersi a cercare tutte le mostrine, a livello normale porta a ottenere meno di 200 punti. Per arrivare a mille, la strada è lunga e tortuosa e passa attraverso molte ore spese in multiplayer, anche nelle nuove modalità, oltre che, ovviamente, al finire la campagna a tutti i livelli di difficoltà. Insomma, i cacciatori dei 1000 punti sappiano che si dovranno dar da fare, ma i fan di GOW ci sono abituati da un pezzo...

C'è anche il multiplayer

Come ogni capitolo della saga, Gears of War: Judgment porta con sé un bel carico di multiplayer, oltre alla consueta possibilità di giocare tutta la campagna in quattro giocatori via Xbox Live. Diverse le novità introdotte, alcune molto interessanti, che, però, fanno registrare la prematura dipartita di Orda e Beast, tra le cose migliori degli ultimi GOW, in favore di OverRun e Survival. La prima (lungamente descritta nell'articolo che potete leggere a questo indirizzo) mette di fronte due squadre di cinque COG e Locuste, nel tentativo, rispettivamente, di difendere e distruggere tre obiettivi su una mappa che si apre via via che le Locuste riescono a conquistare gli avamposti terrestri. Il bello è che, a differenza del single player, ognuno dei personaggi dei COG ha accesso a un set di abilità, raccolti in una classe tra medico (che cura i compagni), ingegnere (che ripara le difese e le torrette), soldato (che può distribuire casse di munizioni per tutti) e scout (che può arrampicarsi in certe aree dei livelli e può segnalare la presenza dei nemici con apposite granate/radar).

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Dal canto loro le Locuste hanno le stesse skill che nella campagna e, accumulando punti come in Beast, diventano sempre più grosse e devastanti. Un bel mix di azione e strategia anche se ci si rende conto che, alla lunga, è quasi impossibile resistere all'avanzata delle locuste, nei due round da disputare a tempo, e che a vincere è la squadra che, nei panni dei COG, riesce a resistere più a lungo all'avanzata del team che veste i panni dei mostri. Survival riprende la stessa distinzione in classi per i COG che devono affrontare 10 ondate di nemici mosse dalla CPU, in quella che potrebbe sembrare un'evoluzione dell'Orda, ma che lascia per strada la strategia della versione 2.0 che chiedeva di comprare difese e armi più potenti da ridistribuire ai compagni di gioco. Altra novità da segnalare è l'introduzione del tutti contro tutti, in cui sino a 10 COG possono affrontarsi senza esclusione di colpi nel più classico dei deathmatch individuali. Il tutto funziona, ma le modalità classiche restano su un altro pianeta.

Belli su Sera

Gears of War: Judgment nasce, in parte, tra le mura di Epic e si vede. People Can Fly ha avuto evidentemente accesso all'ultima evoluzione dell'Unreal Engine (stiamo parlando di quella in grado di girare su Xbox 360, ovviamente), realizzando un titolo colorato, con texture definite e ricco di dettagli, per certi versi anche superiore a Gears of War 3. Il team polacco si prende anche la briga di spingere ancora di più sugli effetti atmosferici

Un Gears of War europeo!

e le nebbie e fumi volumetrici, realizzando situazioni in cui non si vede a un palmo dal naso e l'incertezza la fa da padrona. Si sarebbe potuto fare di più, soprattutto ricordando certe sequenze epiche di Bulletstorm (con oggetti immensi e distruzioni di massa), ma qui si è puntato sul numero di nemici e sulla volontà di non far sentire troppo spaesati gli amanti di Gears. Il risultato è buono, ma non indimenticabile, soprattutto per la mancanza di quel paio di locazioni in più che avrebbero fatto gridare al miracolo, lasciando un segno indelebile. Il frame rate e solido e l'esperienza di gioco inappuntabile, lasciando la sensazione che non sarà l'ultima tra le collaborazioni tra Epic e questo talentuoso team di sviluppo europeo. Sul versante del commento sonoro e degli effetti audio, ci si muove sui livelli tipici della saga con un'ottima produzione, sempre all'altezza delle diverse situazioni. Del doppiaggio, che dovrebbe essere tutto in italiano, non sappiamo molto, visto che la promo inviataci per la recensione era completamente in inglese, sia nel parlato che nei sottotitoli.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.6
Lettori (349)
7.9
Il tuo voto

Nell'anno della dipartita di Cliffy B, i People Can Fly, riescono nel tentativo di realizzare un buon nuovo episodio della saga di Gears of War, una delle più amate dai possessori di Xbox 360. Gears of War: Judgment è un po' un ibrido tra quanto fatto dal team in passato e quanto prodotto internamente da Epic, un ibrido che non si fa forza fino in fondo delle novità su cui punta e che, forse, si ferma a metà del guado, laddove avrebbe potuto rappresentare una vera e propria novità in grado di far riavvicinare anche chi della formula della saga si era un po' stancato. E' però un titolo divertente, di una pulizia inattaccabile e realizzato con solidità e cura. Chi ama Xbox Live e, soprattutto, spulciare un gioco fino sbloccare ogni singolo oggetto, qui si divertirà per settimane alla caccia del perfect score, mentre chi ha intenzione di affrontare solo la campagna per divertirsi un po' con Gears, sappia che qui dopo circa otto ore la musica finisce e gli amici... se ne vanno.

PRO

  • Ottima cura e realizzazione tecnica
  • La struttura a flashback del processo funziona
  • Interessanti le novità introdotte

CONTRO

  • I non fanatici del perfect score potrebbero mollarlo presto
  • L'ibrido tra nuove meccaniche e quelle classiche funziona, ma ci si poteva spingere di più