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L'orrore venuto dal mare

Mobage propone uno sparatutto ad ambientazione horror con una nuova interpretazione del sistema di controllo per gli FPS su piattaforma mobile. Una vera rivoluzione?

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   08/08/2013

Si spara agli zombie come succede in un sacco di altri videogiochi, ma The Drowning non passa inosservato nella marea di titoli usciti nelle ultime settimane su iOS e piattaforme mobile concorrenti per almeno un paio di motivi. Il primo è dato dalla particolare ambientazione horror realizzata con una notevole cura per il comparto grafico, che risulta in scelte artistiche non banali per quanto riguarda gli scenari e l'atmosfera generale, sebbene si registrino alti e bassi evidenti. Un'invasione di figure aberranti (o zombie) non è proprio il massimo dell'originalità, ma il taglio con cui è raccontata, soprattutto nelle prime fasi e l'idea della misteriosa marea nera che ingoia uomini e restituisce mostri dona un tocco piuttosto originale al canovaccio altrimenti scontato, lasciando anche intravedere possibili interpretazioni ecologiste della storia.

L'orrore venuto dal mare

Il secondo motivo di interesse, probabilmente più incisivo, è dato dal sistema di controllo adottato dagli sviluppatori, che ha fatto parlare di questo gioco come di una sorta di "rivoluzione" degli FPS in ambito mobile, una cosa non da poco, se si considera la popolarità del genere, l'espansione del mercato mobile e il fatto che lo sparatutto in soggettiva non sia mai riuscito a trovare una perfetta sintonia con i dispositivi portatili. L'esperimento è riuscito fino a un certo punto: i controlli sono effettivamente validi ma non corrispondono esattamente ad una completa trasposizione delle dinamiche dell'FPS in forma mobile, e la frammentata struttura del gioco non riesce a comporre un quadro convincente, specialmente se paragonata alla profondità di un titolo standard su PC o console, a cui The Drowning avrebbe le velleità di aspirare. Il problema principale è dato dallo spezzettamento dell'esperienza in tanti livelli affrontabili in frazioni di tempo alquanto brevi e basate sul principio del grinding, con la necessità di ripeterli più volte per poter trovare oggetti, armi e componenti necessarie a sbloccare ulteriori aree da esplorare, anch'esse organizzate secondo questa logica. E' chiaramente una struttura che deriva dall'impostazione di tipo freemium, essendo farcita di attese, limitazioni e riduzioni che possono essere evitate, eliminate o ampliate con la spesa di varie somme di denaro attraverso le micro-transazioni. Una soluzione a cui ci siamo abituati, ma inserita all'interno di un gioco che promette una linea narrativa di un certo livello causa un po' di smarrimento, poiché la tradizionale progressione di livello in livello è completamente sgretolata in una serie di fugaci puntate ripetute all'interno di medesime ambientazioni solo per mettere da parte un po' di punti e sbloccare qualche oggetto che ci consenta di proseguire.

Buoni spunti sui controlli e sull'atmosfera non riescono a far emergere The Drowning

Cerca e spara, spara e trova

Parliamo dunque di questo sistema di controllo alternativo, che si dimostra probabilmente l'elemento di maggior rilievo della produzione. Invece di presentare la classica impostazione con gli stick virtuali (comunque selezionabile ma decisamente poco consigliata), gli sviluppatori hanno pensato bene di creare un sistema nel quale, semplicemente, si tocca sullo schermo il punto di arrivo per uno spostamento e si spara toccando lo schermo con due dita, con il proiettile che colpisce la zona compresa tra i due punti di contatto. Il sistema è intuitivo e piacevole da usare ma comporta almeno un paio di conseguenze negative: la prima è la copertura degli elementi sullo schermo data dalla necessità di premere con due dita, cosa che su un iPhone si dimostra molto fastidiosa. Di fatto, già su un iPad la posizione delle mani diventa alquanto invasiva, ma con uno schermo più piccolo copre praticamente buona parte del campo visivo.

L'orrore venuto dal mare

La seconda conseguenza è l'impossibilità di muoversi mentre si spara. E' presente un tasto che consente il capovolgimento di fronte a 180 gradi, ma al di là di questo non è possibile spostarsi mentre si spara (stranamente, è possibile farlo selezionando il sistema di controllo tradizionale) al di là del voltare lo sguardo, cosa che si traduce in una sorta di sparatutto su binario mobile, con la necessità di spostarsi verso un punto dello scenario, fermarsi, sparare all'ondata di nemici in arrivo (che si limitano, nella maggior parte dei casi, a correrci incontro senza alcuna strategia di attacco), spostarci verso un altro punto, sparare ad un'altra ondata e così via. Un'impostazione del genere si associa bene ad un level design alquanto piatto, che richiede alternativamente di "attaccare" o "difendere" una zona ma essenzialmente ci pone davanti a queste sparatorie "su binario" all'interno di un limite di tempo alquanto ristretto, al termine del quale si conquistano punti che ci portano a sbloccare automaticamente oggetti, componenti ed armi. Il senso di progressione è quindi legato unicamente alla raccolta punti per la conquista degli oggetti, che paiono alquanto scollegati dall'azione di gioco, mentre quest'ultima si rivela essere un continuo ribattere agli assalti dei mostri inframmezzato da frequenti corse da un punto ad un altro delle mappe. E' un peccato anche perché le ambientazioni sono realizzate con grande cura grazie ad un comparto grafico di alto profilo e l'atmosfera generale, con questa particolare interpretazione dell'apocalisse zombie venuta dal mare, poteva offrire maggiori spunti alla storia e alla struttura dei livelli, dando magari un senso più compiuto all'esplorazione degli scenari e alla stessa struttura del gioco.

Conclusioni

Versione testata: iOS (1.11)
Terminale utilizzato: iPad 2
Prezzo: Gratis
Multiplayer.it
6.0
Lettori (1)
5.5
Il tuo voto

Nomen omen, The Drowning fatica a tirare su la testa in maniera netta in mezzo all'oceano di titoli free-to-play con micro-transazioni e adattamenti poco convincenti della formula FPS in ambito mobile. Peccato perché le premesse erano ottime: buona atmosfera horror non banale e un sistema di controllo che alla prova dei fatti funziona bene, anche se può essere difficilmente associato alla meccanica standard di uno sparatutto in soggettiva, riducendo l'azione ad una sorta di sparatutto su binari con posizionamento libero. La mancanza di varietà nelle situazioni e nelle modalità di attacco dei nemici e la necessità di ripetere i livelli in una meccanica di livellamento ossessivo, tipicamente legata alla struttura free-to-play affossano quella che poteva essere un'interessante interpretazione dell'FPS mobile.

PRO

  • Buona atmosfera e ottimo comparto grafico
  • Interessante sistema di controllo
  • Si entra in gioco senza spendere un euro

CONTRO

  • La struttura f2p frammenta l'esperienza di gioco
  • Level design alquanto piatto
  • Combattimenti e situazioni ripetitive