Con le visual novel non ci sono mezze misure. O si amano, o si odiano. Inevitabile diremmo, per come questo tipo di videogiochi sono caratterizzati da storie coinvolgenti, ma spesso dotate di un ritmo lento oltre che da meccaniche che presentano un'assenza di gameplay quasi totale, lasciando così molto poco spazio all'interazione da parte di quello che si può definire un giocatore-spettatore.
Nonostante esistano titoli che hanno provato a fondere gli elementi prettamente narrativi delle visual novel con quelli di altri generi videoludici, come RPG e adventure, nei giochi che rientrano all'interno dell'accezione più pura di questo genere ci si ritrova a interagire solo per far avanzare dialoghi e animazioni, potendo annotare come unico elemento lasciato alla volontà del giocatore poche scelte ben mirate, attraverso le quali influenzare gli eventi. Dopo aver collezionato un curriculum di tutto rispetto in questo ambito con le proprie fatiche passate, il team Dischan Media sparso in giro per il mondo ha realizzato il primo episodio di Dysfunctional Systems, con cui spera ora di bissare definitivamente il successo di Juniper's Knot. In barba a quelli secondo cui le visual novel non sarebbero adatte al grande pubblico. Ne è testimone l'arrivo su Steam tramite Greenlight, avvenuto a fine settembre, grazie al quale questo gioco ha ottenuto una rinnovata visibilità all'interno del panorama videoludico.
Viva le visual novel, viva Dysfunctional Systems: Learning to Manage Chaos!
È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo
Nel primo episodio di Dysfunctional Systems, intitolato Learning to Manage Chaos, facciamo la conoscenza con la protagonista Winter Harrison. Si tratta di una giovane studentessa proveniente da una versione utopica del pianeta Terra, impegnata a imparare un mestiere tutto particolare, quello del mediatore.
Grazie alla fortuna di vivere in un mondo quasi perfetto, la popolazione di questo mondo ha infatti sviluppato un sistema che permette ad alcune persone di teletrasportarsi verso altri corpi celesti meno fortunati, afflitti da problemi di vario tipo che mettono in pericolo la loro stessa sopravvivenza. I soggetti inviati in missione, chiamati per l'appunto mediatori, tentano di mettere in pratica le conoscenze acquisite attraverso gli studi e la loro abilità persuasiva, per riportare le cose sulla giusta carreggiata, ristabilendo così l'equilibrio sul pianeta visitato. Dopo un primo incarico d'apprendimento, precedente ai fatti narrati in Dysfunctional Systems, Winter viene inviata in una missione di affiancamento al suo mentore, Cyrus Addington; la loro destinazione sarà il pianeta Sule, dove Winter dovrà imparare il suo futuro mestiere visitando la nazione di Brighton, assoggettata da decenni alla vicina Gabrea. Neanche il tempo di arrivare sul posto e fare qualche domanda per capire che aria tira che le cose inizieranno a precipitare, costringendo così Winter e Cyrus a prendere decisioni impensabili, pur di scongiurare il peggio.
La buona novella
Lungi da noi il rivelarvi altro sulla trama, che naturalmente costituisce il punto di forza di Dysfunctional Systems. Pur offrendo al giocatore relativamente poco tempo da passare insieme ai suoi due protagonisti, il gioco è abile nello sviluppare il rapporto contrastato che esiste tra loro, visto dagli occhi e dalla mente della riflessiva Winter, il cui unico difetto è forse quello di perdersi a volte un po' troppo nelle chiacchiere tra sé e sé.
Il risultato è una storia che si fa bere tutta d'un fiato anche in un'unica sessione di gioco, grazie alla durata non eccessiva di circa 4 ore, ripercorribile qualora lo si voglia per vedere il secondo finale studiato dagli sviluppatori. Il raggiungimento dell'uno o dell'altro epilogo dipende dalla scelta effettuata in un momento ben preciso della storia dal giocatore, che ha dunque la possibilità di dire la sua sullo svolgersi degli eventi, anche se solo dopo aver accumulato un discreto minutaggio nell'avventura passato a fare lo spettatore. A tal proposito, Dischan Media ha già annunciato che gli episodi successivi ricorderanno le nostre scelte precedenti, creando così una serie di situazioni a catena da rivivere anche dopo aver completato tutti i capitoli di Dysfunctional Systems. Dal punto di vista tecnico, lo stile conserva quello visto in Juniper's Knot, richiamando con i suoi disegni molto da vicino il mondo dei manga. Visto l'elevato livello qualitativo dei disegni per ambientazioni e personaggi, il design sarà apprezzato anche da chi non mangia pane e fumetti giapponesi. Il doppiaggio è completamente assente, rendendo dunque necessaria la lettura dei lunghi dialoghi, per apprezzare i quali è probabilmente meglio avere una conoscenza dell'inglese un po' superiore alla media. Il comparto audio offre alcuni effetti ambientali, ma soprattutto una colonna sonora di notevole spessore, creata appositamente per l'occasione e che non faticherà a entrare nella testa del giocatore grazie al suo tema principale.
Conclusioni
Col primo episodio Learning to Manage Chaos, Dysfunctional System si candida a essere il fratello maggiore di Juniper's Knot che i fan di quest'ultimo si aspettavano, attirando allo stesso tempo altro pubblico verso le visual novel. Una storia matura e coinvolgente ci fa appassionare al destino dei suoi protagonisti, lasciandoci attendere dunque che arrivino gli episodi futuri. Non ci resta che aspettare l'appuntamento col secondo capitolo, che dovrebbe vedere la luce a inizio 2014. Per il momento Dysfunctional System si può dire promosso.
PRO
- Storia appassionante
- Ottimo design dei personaggi
- Tecnicamente ispirato
CONTRO
- Influenza del giocatore ridotta
- Dialoghi a volte eccessivi
- Partenza lenta