A distanza di quasi due anni dalla presentazione avvenuta in occasione dell'E3 2013, per The Mighty Quest For Epic Loot è arrivato da pochi giorni il momento di uscire dalla Open Beta, con la quale Ubisoft ha decretato la fine della fase con modifiche più radicali apportate sul progetto originale del suo free-to-play.
Un progetto portato avanti ascoltando la comunità di giocatori, lieta di partecipare coi propri consigli alla realizzazione della versione finale, alla quale comunque Ubisoft continuerà a lavorare, come promesso, per aggiungere altri dettagli. La nuova fatica del team con base a Montreal può essere scaricata da Steam, senza l'obbligo di tirare fuori un centesimo: ne abbiamo approfittato anche noi, per tornare finalmente in quel di Opulencia, al fine di scoprire che cosa ne è stato di quanto avevamo avuto modo di vedere ormai diverso tempo fa. Prima di procedere con la nostra analisi, ricordiamo a beneficio di chi dovesse essersi collegato soltanto ora il concetto alla base di The Mighty Quest For Epic Loot: i protagonisti sono un manipolo di eroi che, stancatisi di stare sulla Terra, sono emigrati letteralmente in cielo per fondare il regno di Opulencia. Da queste parti sono tutti quanti ricchi sfondati, ma nonostante ciò l'avidità spinge ognuno ad attaccare i propri vicini, per continuare ad accumulare gloria e ricchezze da spendere per avere il castello più bello e fortificato tra quelli in circolazione.
Più hack and slash per tutti, con l'arrivo di The Mighty Quest For Epic Loot!
Ma che bel castello
The Mighty Quest For Epic Loot è diviso sostanzialmente in due parti, individuate coi nomi di Attacco e Difesa: entrambe sono legate alla modalità multigiocatore asincrona, che è il cuore di questo gioco. Nella fase offensiva, il giocatore deve attaccare nei panni del proprio eroe i vari castelli presenti in Opulencia, creati per la maggior parte dagli altri esseri umani e solo in piccola parte dai game designer di Ubisoft. L'obiettivo della fase difensiva è quello di costruire a propria volta il castello del proprio eroe, popolandolo con le creature che dovranno difendere le ricchezze ivi presenti. La modalità d'attacco è in tutto e per tutto simile a quella che ci si può aspettare da un hack and slash senza troppe pretese, all'interno del quale il personaggio può fare affidamento su di un set di abilità legate a classe e livello, per sconfiggere i mostri che trova davanti al suo cammino. Ogni castello sconfitto ci permette di guadagnare ricchezze, punti gloria e punti esperienza, grazie ai quali rendere il nostro personaggio più forte e la sua dimora un luogo più difficile da espugnare.
Avendo appena accennato alle classi, ricordiamo la presenza delle tre già viste in occasione del nostro provato di qualche tempo fa. Prelevate dai classici di questo genere, non hanno sicuramente bisogno di particolari presentazioni: si tratta infatti di Mago, Guerriero e Arciere, alle quali nel corso dei mesi si è unita la classe Runaway, una sorta di bardo punk-rock che predilige il combattimento a distanza ravvicinata. Come altri contenuti, la classe Runaway può essere acquistata separatamente. Tornando alla fase difensiva, in questo caso il giocatore non è coinvolto direttamente nella battaglia, dove a entrare in scena è il suo castello e il modo in cui egli l'ha costruito per renderlo imbattibile; un aspetto particolarmente importante, visto che è così che si può impedire all'avversario di turno di fare sua una parte del bottino che abbiamo conquistato con fatica. La gestione del castello può essere effettuata visualizzando una mappa dello stesso, rappresentante un editor di livelli, all'interno della quale posizionare mostri e trappole. Non mancano oggetti e strutture varie, per ottenere bonus e nuove creature da affiancare a quelle già presenti. Una volta completata la disposizione, è necessario "collaudare" il dungeon prima di pubblicarlo online, effettuando un raid al suo interno col proprio personaggio: un obbligo un po' noioso, che rende impossibile cambiare qualcosa al volo. In caso di sconfitta è possibile invece assistere al replay della prestazione di chi è riuscito a espugnarci, individuando così eventuali buchi all'interno della sicurezza del castello.
Paga e vinci?
Il timore di ogni giocatore di titoli free-to-play è che, prima o poi, sia necessario pagare per riuscire a ottenere delle soddisfazioni all'interno del gioco: nonostante Ubisoft abbiamo fatto qualcosa per evitare questo tipo di situazione all'interno di The Mighty Quest For Epic Loot, non possiamo dire che questa minaccia sia completamente scongiurata visto che si è deciso di concedere abbastanza a chi è disposto a investire soldi nel gioco per ottenere bonus di vario tipo. I vari pacchetti a disposizione dei giocatori permettono infatti di accedere a boost riguardanti i punti esperienza o le risorse raccolte durante i raid, così come si può decidere di acquistare più spazio nel proprio inventario versando qualche moneta reale. Anche la creazione di eventuali personaggi successivi al primo deve essere sbloccata attraverso pagamento. In generale, non esistono progressi che non siano ottenibili con un po' di pazienza in più all'interno del gioco, ma è innegabile il vantaggio in termini di tempo ottenuto da chi paga rispetto a chi non lo fa, compresi bonus alquanto comodi come quello che aumenta le possibilità di ottenere drop importanti nella fase d'attacco, o danno modo di accedere prima ad alcuni boss da piazzare nel proprio castello.
Al di là di questo, il vero problema del progetto è costituito proprio da quello che dovrebbe essere il suo punto di forza: i contenuti creati dai giocatori. Inizialmente, infatti, ci si ritrova ad attaccare principalmente i castelli disegnati dal team di Ubisoft, per poi passare a quelli creati da terzi: in questo caso, ben presto purtroppo si finisce per notare quella che è la tattica comune, cioè infarcire una stanza di tutti i mostri a propria disposizione, o realizzare volontariamente strettoie piene di creature e trappole. Visto uno, praticamente, visti tutti: esiste un solo cap di punti difesa da raggiungere con la collocazione dei mostri nel castello, ma a differenza di qualche tempo fa, Ubisoft ha rimosso lo stesso tipo di cap che regolava il posizionamento degli scagnozzi all'interno di una singola stanza. L'impressione è che gli sviluppatori avrebbero dovuto concedere un po' meno libertà nel design dei livelli, studiando modi differenti per difendere il castello efficacemente. Lascia un po' perplessi anche la possibilità di associare solo quattro abilità ai tasti rapidi presenti su schermo, a fronte di quello che è un numero più ampio di skill a disposizione del proprio personaggio, la cui crescita avviene in modo troppo lineare. Lo stile di The Mighty Quest For Epic Loot è dai toni inconfondibilmente scherzosi, come mostrato sin dal primo trailer pubblicato da Ubisoft. Dal punto di vista grafico, il gioco affida il suo impatto visivo a uno stile da cartone animato, con una buona cura e varietà dei personaggi e dei mostri presenti, dando modo di rimanere soddisfatto anche a chi decide di pagare qualcosina per personalizzare l'aspetto del proprio castello. Il risultato visivo non fa gridare al miracolo ma svolge pienamente il suo dovere, anche con animazioni ed effetti. Tecnicamente il problema è costituito dal sistema di controllo, a volte impreciso e approssimativo nella gestione dei movimenti del proprio personaggio.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore: Intel Core i7 860 a 2.8 GHz
- Memoria: 8 GB di RAM
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 670
- Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit
Requisiti minimi
- Sistema Operativo: Windows XP SP3
- Processore: Pentium IV 3.0 GHz o superiore
- Memoria: 2 GB
- Scheda video: 256 MB compatibile DirectX 9.0
- Hard Disk: 600 MB di spazio
Conclusioni
The Mighty Quest For Epic Loot mantiene indubbiamente una parte delle qualità che abbiamo avuto modo di apprezzare in precedenza, divertendo soprattutto nel breve periodo: collegarsi per un raid in un castello è infatti un valido intrattenimento. A patto però di trovare quello giusto, visto che è impossibile non notare alcuni limiti progettuali, che vanno a impattare la qualità dell'esperienza sul lungo termine: la già citata ripetitività delle difese create dagli utenti finisce infatti presto o tardi per tediare il videogiocatore, costretto anche a fasi di grinding un po' indigeste. Considerando la natura free-to-play del gioco e le parole degli sviluppatori, confidiamo nella possibilità di vedere ulteriori aggiornamenti futuri da parte di Ubisoft, sia in termini di ottimizzazione dell'esperienza complessiva di gioco, sia dal punto di vista di un miglior bilanciamento nei confronti del pay to win. Per il momento siamo sotto la sufficienza.
PRO
- Stile molto carino
- Divertente nel breve termine
CONTRO
- Regole di design dei dungeon da rivedere
- Controlli poco precisi
- Grinding eccessivo dopo i primi livelli