Escape Goat 2, recensione

Se l'attenzione mediatica di stampa e fan è focalizzata su Goat Simulator, il titolo assurdo che promette al pubblico di impersonare la propria capra videoludica personale, un proprio spazio in questo periodo primaverile se l'è ritagliato anche il seguito di Escape Goat. Double Fine aveva promesso, nel comunicato del suo poliedrico fondatore Tim Schafer, che si sarebbe occupata di aiutare alcuni sviluppatori indipendenti ad uscire dal nido e a spiccare il volo del successo.

In questo caso è capitato a MagicalTimeBean, uno sviluppatore indie che aveva portato alla luce, nel lontano 2012, il suo puzzle game, ed ora ci riprova con un seguito di tutto rispetto. Le capre, d'altra parte, sono animali particolarmente cocciuti, di quelli che impiegano la testa per uscire dai guai. Mai animale fu più degno di rappresentare un simpaticissimo action platform in cui l'obiettivo è quello di risolvere, stanza dopo stanza, i vari puzzle che si presentano davanti alla nostra simpatica amica. La grafica, questa volta in HD, si sposa perfettamente con tutte le configurazioni e si potrà installare su ogni sistema operativo che ospita nativamente Steam: Linux, Mac e PC. Gli effetti di luce dinamica riescono a calare il giocatore nelle diverse atmosfere che richiamano differenti ambienti come foreste, grotte montane, costruzioni steampunk, antiche tombe custodite da pericolosi guardiani e via dicendo. Le tinte pastello che dipingono tutto ciò che si muove a video, rigorosamente colorato a mano, sembrano uscire dalla mente di un bambino, ma ogni elemento è stato collocato con crudele lucidità dallo sviluppatore, per farci spremere le meningi ad ogni passo.

Dopo Goat Simulator, anche Escape Goat 2 dimostra che il 2014 è davvero l'anno delle capre

Un belato ci seppellirà

Il mondo di gioco è formato da una mappa composta da tasselli ciascuno dei quali rappresenta una delle stanze che dobbiamo sbloccare lungo il cammino. In ogni schema dovremo cimentarci nel trovare una chiave per sbloccare la porta che ci permetterà di passare allo stage successivo.

Oltre a poter sfruttare il doppio salto verso l'alto, lo scatto in avanti e una bella incornata per interagire con oggetti dello scenario (distruggere casse, spostare rocce e via dicendo), potremo contare sulla compagnia e l'estro di un simpatico topolino, richiamabile a comando con un tasto, che ricercherà i pulsanti nell'ambiente circostante o si posizionerà diligentemente sulla sommità dei meccanismi, lasciando che noi possiamo scivolare velocemente al passaggio successivo. Lungo tutti gli oltre cento puzzle conoscerete amici e nemici (alcuni davvero tosti) mentre fuggire o superare alcune trappole richiederà non solo la materia grigia, ma spesso anche una prontezza di riflessi adeguata ad affrontare l'immediato pericolo. Che sia per aver calcolato male un salto, o per esservi accorti che un fulmine può friggervi e il fuoco ustionarvi, la morte sopraggiungerà più spesso di quanto immaginiate. In alcuni casi, ad esempio se avete posizionato in modo errato alcune piattaforme di gioco o mosso alcuni elementi che non possono ritornare nella posizione originale, potreste essere voi ad invocarla, direttamente dal menù di gioco, ricaricando lo schema corrente. Ogni volta avrete uno spirito rinnovato e più fiducioso nel tornare sui vostri passi. La durata complessiva dell'intera esperienza può variare da una ad un massimo di tre ore, considerando che ci sono zone e bivi secondari che potrebbero richiedere la vostra attenzione più di altre.