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Centurioni in 4k

La versione PC del titolo Crytek non ha deluso le aspettative, sia in positivo sia in negativo

RECENSIONE di Mattia Comba   —   09/10/2014
Ryse: Son of Rome
Ryse: Son of Rome
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Il dibattito che si è scatenato dopo l'arrivo nei negozi di Ryse: Son of Rome è stato uno dei più accesi tra quelli che hanno accompagnato il lancio di Xbox One, vuoi per le enormi speranze riposte in questo progetto per via del suo magnifico comparto tecnico, vuoi per la più generale fibrillazione di mettere finalmente in salotto le nuove console next-gen. Il risultato è stato un titolo altalenante che non è riuscito a coniugare la magnificenza visiva con un gameplay e una struttura di gioco all'altezza, necessari a coinvolgere il giocatore prendendolo per mano nel vorticoso susseguirsi di combattimenti che lo avrebbero portato a contatto con ambientazioni a scorci mozzafiato. Dopo averlo visto per la prima volta a Colonia alla scorsa GamesCom, è arrivato finalmente il momento di esprimerci in maniera definitiva sulla versione PC dell'action sviluppato da Crytek, da anni maestra indiscussa quando si parla di pura estetica digitale. Tuttavia non siamo così sicuri che una versione di Ryse: Son of Rome comprensiva di tutti i quattro DLC fin qui pubblicati e di una serie di implementazioni tecniche volte a migliorarne il già notevole impatto visivo valgano il prezzo del biglietto. Dopo averlo spolpato a fondo mettendo alla frusta la nostra fidata postazione PC ne siamo usciti con l'occhio appagato, ma non possiamo negare che diversi aspetti della produzione ci abbiano lasciato molto perplessi.

Il tempo e le ottimizzazioni su PC avranno giovato a Ryse dopo il tiepido debutto su Xbox One?

Storia di vendetta

La Roma di Nerone in cui è ambientato Ryse è tenuta sotto scacco da orde di barbari inferociti che non bramano altro se non la distruzione dell'Impero dispotico ed oppressore, che da troppi anni mette a ferro e fuoco i popoli limitrofi per espandere i propri confini. Una volta invase le vie della capitale, tocca a Marius Titus, giovane generale dell'esercito, occuparsi della salvaguardia dell'Imperatore nel tentativo di tener fede alla sua promessa di non far capitolare Roma a nessun prezzo, neanche a quello della sua stessa vita.

Centurioni in 4k

Quella di Marius è infatti una storia di vendetta, segnata dal massacro della sua famiglia ad opera dei alcuni mercenari e dal giuramento di rivendicarne la morte a qualsiasi costo, stanando i carnefici anche in capo al mondo, se necessario. Questo escamotage permette agli sviluppatori di variare ambientazioni, dalla Roma imperiale a coste tempestose e foreste lussureggianti e avvizzite, collegando il tutto con una serie di filmati piuttosto banali che fanno da debole collante alle missioni della campagna. Ci sono intrighi, amicizia, tradimenti e un pizzico di soprannaturale nella narrativa di Ryse, sebbene manchino dei colpi di scena degni di questo nome così come una maggiore caratterizzazione dei personaggi, da ricordare più per la loro realizzazione tecnica piuttosto che per l'effettivo contributo narrativo. I comprimari sono anonimi nei ruoli e nei dialoghi, ma sono espressioni e animazioni a innalzarli dal ruolo di semplici comparse, facendone trasparire rabbia, odio, paura e sofferenza, dando spessore ad antagonisti che con i loro modi lascivi e sprezzanti si fanno odiare più per come appaiono che per quello che esprimono. I combattimenti sono brutali, squartamenti e mutilazioni si sprecano, così come scene epiche di assedi e naufragi impreziosite da un motore di gioco che dona una maestosità, una profondità di campo e un dettaglio talmente coinvolgenti da suscitare costante meraviglia negli occhi del giocatore. È proprio su questo dualismo che si gioca la partita di Ryse: Son of Rome: un motore talmente evoluto e stupefacente da stimolare l'interesse del giocatore a procedere nella campagna principale, contrapposto ad una narrazione e a una struttura di gioco anonimi nonché facilmente dimenticabili.

Il gladio degli dei

Una volta impugnato il pad, il titolo mostra il fianco a tutta una serie di magagne che spingono in direzione opposta ai pregi tecnici di cui sopra. Il combat system di Ryse si dimostra lacunoso sotto molteplici punti di vista, primo tra tutti una ripetitività di fondo che ne mina in toto la profondità. Tentando di imitare altri esponenti del genere, Crytek propone un sistema di combattimento fluido e privo di soluzioni di continuità, con il nostro centurione che si muove agile tra i nemici alternando fendenti, schivate e parate di scudo. La pressione dei tasti di attacco rimane compassata e mai troppo frenetica, maggiormente incentrata sul tempismo piuttosto che sulla capacità del giocatore di inanellare combo complesse, restituendo l'ottimo senso di pesantezza dato dalle ingombranti armature romane.

Centurioni in 4k
Centurioni in 4k
Centurioni in 4k

Una volta messo a segno un certo numero di colpi vengono sbloccate le esecuzioni, che faranno partire un breve quick time event in seguito al quale Marius godrà di un incremento più o meno sostanzioso di danno, esperienza, furia o salute, in base al perk selezionato utilizzando i tasti direzionali. Migliore è il tempismo con cui pigiamo i tasti corretti, maggiore sarà il bonus ricevuto, con l'unico grande problema che questo viene assegnato anche nel caso in cui non ne imbrocchiamo neanche uno giusto. Una volta partita l'esecuzione, il risultato sarà sempre lo stesso: nemico morto e bonus ricevuto, con il risultato di facilitare eccessivamente le battaglie assicurando che non si resti quasi mai in riserva di energia. Il lavoro di mappatura dei comandi fatto sulla tastiera è ottimo, ma confermiamo quanto scritto in fase di preview: abbandonarla per un pad a nostro modo di vedere rimane l'opzione preferibile. Ad alternare i combattimenti corpo a corpo, ci sono dei brevi frangenti nei quali Marius è a capo di un manipolo di soldati per farsi largo in specifiche sezioni dei livelli, sfruttando la formazione a testuggine per ripararsi dalla pioggia di frecce incendiarie nemiche e lanciando giavellotti insieme ai suoi commilitoni verso gli ostili appostati sulle alture. Anche in questo caso il tutto si rivela tremendamente banale e poco coinvolgente, soprattutto per l'assenza di qualsivoglia velleità strategica figlia di ambientazioni anguste e lineari dove il plotone si muove saldamente su binari. A variare la formula in maniera quasi del tutto inaspettata ci pensa il multiplayer con la modalità Gladiatore, ambientata all'interno del Colosseo in un susseguirsi di scenari che si modificano ondata dopo ondata. Prima di scendere nell'Arena è necessario chiedere il favore a una delle quattro divinità disponibili, che in cambio donano uno solo dei quattro perk utilizzati nella campagna, costringendoci a una scelta che andrà inevitabilmente a influenzare il nostro stile di combattimento. Possiamo essere più aggressivi e puntare sui danni oppure maggiormente conservativi scegliendo la rigenerazione vitale, fatto sta che la situazione è destinata a farsi complicata nel giro di poco tempo, sia che siate da soli oppure accompagnati online da un amico. Analogamente al single player bisognerà guadagnare punti esperienza e crediti per far salire di livello il proprio personaggio e comprare armi, equipaggiamenti e pozioni curative con cui potenziarsi per sopravvivere nelle dieci ambientazioni disponibili. Con cinque skin addizionali e più di dieci nuove mappe, è proprio il multiplayer a godere maggiormente di questa nuova edizione di Ryse: Son of Rome, che si presenta analoga alla versione Xbox One sul fronte del single player, ma decisamente più ricca nella sua declinazione multigiocatore grazie alla presenza di tutti e quattro i DLC legati alla produzione Crytek. Nonostante i nuovi contenuti, però, i difetti di un sistema di combattimento poco profondo e coinvolgente riemergono piuttosto in fretta, accompagnati dalla ridotta varietà dei nemici che in poco tempo stancano il giocatore costringendolo ad abbandonare il pad dopo essersi rifatto gli occhi davanti a cotanta bellezza visiva.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel i7-4770K
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda Video: NVIDIA GeForce GTX 670

Requisiti minimi

  • Processore: Dual core con HyperThreading o quad core: almeno Intel Core i3 a 2.8 Ghz o AMD Phenom II X4 a 3.2 GHz
  • Memoria: 4 GB di RAM
  • Scheda video: Compatibile con le DirectX 11 e 1 GB di RAM: almeno NVIDIA GeForce GTX 560 o AMD Radeon HD 7770
  • Sistema operativo: Windows a 64 bit (Vista, 7, 8)

Requisiti consigliati

  • Processore: Quad core o Six core: almeno Intel Core i5 a 3.3 GhZ o AMD FX-6350 a 4.9 GHz
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Scheda video: Compatibile con le DirectX 11 e 2 GB di RAM: almeno NVIDIA GeForce GTX 660Ti o AMD Radeon 260x/7850

Una marcia in più

In ultima analisi, non ci rimane che rimarcare quello che tutti sicuramente già sapete: Crytek ha tirato a lucido il suo gioiellino nello splendore del 4K che, a patto di avere una componentistica adeguata a disposizione, darà luogo a uno spettacolo visivo davvero straordinario. Sfruttando il talento dei suoi sviluppatori e la naturale inclinazione verso l'ambiente PC, la software house teutonica è riuscita a mettere nelle mani del giocatore un CryEngine estremamente complesso e performante, ma non per questo meno ottimizzato.

Centurioni in 4k

Sebbene gli asset grafici siano gli stessi, il maggiore dettaglio offerto rispetto alla versione Xbox One è palpabile fin dalla prime battute, con un'immagine più pulita accompagnata da effetti di luce e volumetrici che donano maggiore coinvolgimento e realismo alle scene di gioco. La pioggia durante la tempesta, il fuoco che divampa, il lens flare di un tramonto sulla Capitale sono una vera gioia per gli occhi. Con la nostra configurazione di prova non abbiamo avuto problemi a goderci Ryse al massimo del dettaglio: con filtro anisotropico a 16x e tralasciando il Supersampling, abbiamo giocato tranquillamente in Full HD senza riscontrare cali di sorta da parte del motore grafico, sempre granitico sopra i 30 frame al secondo. Da sottolineare che tra le impostazioni figurano due opzioni separate per la gestione della risoluzione, una dedicata al rendering, e una invece al numero di pixel veri e propri mandati su schermo. In questo modo, mantenendo fissa la risoluzione dello monitor, possiamo chiedere al motore grafico di renderizzare il titolo a una risoluzione inferiore per poi upscalare l'immagine finale, in modo da guadagnare prezioso margine di manovra per recuperare qualche frame rendendo l'esperienza di gioco più fluida e stabile. Se si vuol puntare all'UltraHD è invece necessario andare su hardware di fascia alta, con Crytek che raccomanda addirittura un processore Intel Core i7 2700K o AMD FX-8350 accompagnato da scheda video NVIDIA GeForce GTX 780 o Titan in alternativa all'AMD Radeon 290X. Non male, per mettere alla frusta anche il nostro portafogli.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.8
Lettori (134)
7.5
Il tuo voto

La versione di PC di Ryse: Son of Rome non ha tradito le aspettative, in positivo così come in negativo. Giocandolo abbiamo avuto conferma dell'assoluta bontà del lavoro di conversione e ottimizzazione fatto da Crytek, così come della presenza di quegli atavici problemi che ci fecero storcere il naso in occasione del lancio su Xbox One quasi un anno addietro. Il combat system si conferma scialbo e poco coinvolgente, così come una narrazione appena abbozzata che si regge in piedi solamente grazie alla maestosità di scenari epici e combattimenti brutali realizzati magistralmente con il portentoso CryEngine. Se non avete mai giocato Ryse il prezzo di lancio ridotto e la presenza di tutti i DLC sono un ottimo motivo per farci un pensierino. Analogamente se avete i mezzi per potervelo godere in 4K fatelo vostro senza troppi ripensamenti: in fondo, l'occhio vuole sempre la sua parte.

PRO

  • CryEngine maestoso e ottimizzato alla perfezione
  • Supporto nativo del 4K
  • Ottime ambientazioni e combattimenti spettacolari

CONTRO

  • Combat system poco avvincente
  • Campagna ripetitiva e lineare
  • Poca varietà nei nemici
  • Narrativa piuttosto banale