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Di draghi e tante avventure

Sarà riuscita la comunità a indirizzare a dovere lo sviluppo di questo hack'n'slash indie?

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   18/12/2014

Fight the Dragon è un hack'n'slash simpatico, con la grafica stile Minecraft e una struttura aperta pensata per favorire l'afflusso di contenuti della comunità.

Di draghi e tante avventure

Anzi, diciamo meglio, Fight the Dragon è incentrato interamente sulla sua comunità: gli sviluppatori si sono fatti seguire passo passo nel processo di realizzazione, hanno dato ascolto ai giocatori su praticamente tutti gli aspetti della produzione, infine gli hanno dato un editor facile e versatile e gli hanno lasciato l'onere di generare loro le avventure, oltre che i vari elementi decorativi dei personaggi (volti, capigliatura e corpo). Tutto questo va a comporre una grossa fetta del gioco. Anzi, diciamo meglio: la maggior parte di Fight the Dragon, visto che non c'è una vera e propria campagna single player e ci si limita di volta in volta a selezionare un'avventura da piazzare su una mappa, che andrà a comporre la nostra storia personale. In realtà un mezzo obiettivo principale c'è: ammazzare un potentissimo drago rinchiuso in un'arena. Badate bene che è impossibile farcela con un solo tentativo e con un personaggio di basso livello, ma bisognerà affrontarlo più volte drenandogli piano piano tutta l'energia (il drago non si ricarica dopo che ci ha uccisi). Avventure e drago da abbattere hanno un solo grande obiettivo: la raccolta di equipaggiamento sempre più potente.

All'avventura!

Diciamo che in buona sostanza vi abbiamo già raccontato la filosofia di Fight the Dragon, ma ci sono altri elementi più pratici che vanno considerati. L'azione viene inquadrata a volo d'uccello, con la telecamera che ci segue e si muove alla bisogna, secondo dove ci troviamo. Volendo possiamo anche ruotarla, magari per vedere cosa c'è dietro a un muro coperto o spiare in una nicchia, oppure semplicemente per capire meglio cosa sta succedendo. Le dinamiche di gioco sono davvero molto semplici: creato un personaggio, definibile per classe e aspetto, si parte armi in pugno alla conquista del bottino, combattendo come in un qualsiasi gioco di ruolo d'azione (si possono usare indistintamente bene mouse e tastiera o un joypad per giocare).

Di draghi e tante avventure

Gli eroi dispongono di un attacco base, di un attacco più potente e di alcuni attacchi speciali che si sbloccano salendo di livello. Ci sono le classiche barre della salute e della stamina, quattro caratteristiche da gestire salendo di livello, un inventario sempre troppo poco capiente per trasportare la spazzatura che si trova in giro per le mappe, le pozioni della salute e della stamina e così via. Quando l'inventario è pieno si possono abbandonare gli oggetti in eccesso per strada, oppure li si può cedere a un altare per ottenere punti da spendere con oggetti più potenti o miglioramenti delle caratteristiche. I nemici sono tratti dal catalogo del perfetto gioco fantasy e vanno dai classici scheletri ai classici zombi, passando per i classici troll, i classici demoni e così via. Non mancano i classici negromanti e i classici stregoni. Normalmente nel corso delle avventure si picchia e basta, ma in alcuni casi sarà richiesto di risolvere dei semplicissimi puzzle, come ad esempio piazzare barili su piastre collegate a meccanismi o trovare una chiave colorata per aprire una porta sbarrata. C'è anche la possibilità di saltare tra piattaforme vicine, tanto per regalare un tocco da Super Mario al gioco. Le avventure sono affrontabili da soli o in compagnia, con la seconda possibilità che aumenta la difficoltà delle mappe.

Fight the Dragon combatte pigramente la sua battaglia. Scopriamo perché.

The tears of the Dragon

Purtroppo Fight the Dragon ha i suoi bei difetti. Il più evidente è che la sua strutturazione stessa ne determina alcuni grossi limiti. Le singole avventure perdono velocemente senso, slegate come sono da una campagna organica, e diventano solo scenari per andare in giro a caccia di oggetti. Bastano poche ore perché il gameplay inizi a incartarsi su se stesso, vittima della ripetitività di fondo che lo caratterizza.

Di draghi e tante avventure
Di draghi e tante avventure

Certo, c'è sempre il movente dell'uccisione del drago a spingere a tornare in gioco per potenziarsi e salire di livello, così da toglierli sempre più punti vita e magari vederlo morto, ma come capirete si tratta di un richiamo di media intensità, che diventa sempre più flebile sulla lunga distanza. Alcuni creatori di mappe hanno provato a realizzare scenari più complessi e interessanti, ma le meccaniche di gioco non permettono di andare troppo oltre la formula base. Ad esempio abbiamo provato alcune mappe piene di piattaforme sospese nel vuoto e di trabocchetti. A una prima occhiata ci sono sembrate belle, ma presto hanno fatto emergere tutti i limiti del sistema, perché i salti non sono precisissimi, con i personaggi che spiccano il volo appena toccano il bordo di una piattaforma, e ci siamo spesso ritrovati morti senza un vero perché. Va anche detto che un gioco basato quasi interamente su mappe disegnate dalla comunità alla lunga mostra dei problemi qualitativi evidenti. A volte ci sono capitati delle belle avventure, progettate con grande cura, ma spesso ci siamo imbattuti in realizzazioni mediocri che non vedevamo l'ora di concludere per passare ad altro. Insomma, in generale si sente molto la mancanza di contenuti di qualità realizzati dagli sviluppatori, che si sono limitati a esaudire i desideri della comunità mettendoci poco di loro. Altro problema, non risolto dalla versione Accesso Anticipato, è che alcuni mostri si incastrano negli oggetti dello scenario. I più colpiti da questa sindrome, fortunatamente saltuaria, sembrano essere i boss. Gli capita soprattutto quando l'incauto autore della mappa ha deciso di piazzarlo in un ambiente stretto e con qualche oggetto di troppo a rendergli la vita impossibile. Capita così di ritrovarsi con nemici immobili che tentano di attraversare pareti o altari o tavoli o qualsiasi altra cosa. Francamente non è un grosso problema, visto che l'obiettivo è solo quello di ammazzarli il prima possibile per vedere se hanno addosso qualche oggetto, ma è giusto segnalarlo.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP+
  • Processore: Intel i3+ o equivalente
  • RAM: 1 GB
  • Scheda video: Nvidia 8000, Radeon HD3000, Intel HD 4000+
  • Spazio su disco: 500 MB

Requisiti consigliati

  • Sistema operativo: Windows 7+
  • Processore: Intel i5+ o equivalente
  • RAM: 2 GB
  • Scheda video: NVidia 560+ o equivalente
  • Spazio su disco: 1 GB

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 11,99 €
Multiplayer.it
6.0
Lettori
ND
Il tuo voto

Fight the Dragon è un gioco democratico fino al midollo e come tale ha tutto ciò che gli serve per far divertire, ma contemporaneamente è un'esperienza trascurabile senza rimpianti. È un distillato delle caratteristiche più modaiole, ma non eccelle in nulla. Mette in mano al giocatore gli strumenti per farsi le sue avventure e personalizzare completamente i suoi personaggi, ma gli nega ogni forma di racconto limitandosi a chiedergli di dedicarsi alla solita ricerca compulsiva e un po' autistica di oggetti sempre più potenti per ammazzare un drago. Insomma, fa tutto quello che deve fare, costa poco, è anche molto simpatico, ma lo si dimentica nell'istante stesso in cui si spegne il PC, magari tornandoci di tanto in tanto per salire di livello e disimpegnarsi dal mondo. È il classico prodotto votato a maggioranza che non scontenta nessuno, di cui tutti sono fieri perché sentono che viene anche da loro, ma che contemporaneamente sanno essere soltanto un monumento buonista alla partecipazione, l'apoteosi epica del nazional popolare indipendente videoludico.

PRO

  • Editor per crearsi le avventure molto pratico
  • Grande supporto della comunità
  • Prezzo

CONTRO

  • Ripetitivo
  • L'unico movente che spinge a continuare a giocare è la ricerca degli oggetti
  • Facilmente dimenticabile