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Non mi chiamo Zelda!

Accolto in maniera controversa su mobile, l'avventura in stile Zelda di Cornfox & Bros. arriva anche su PC

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   26/03/2015

Sono passati più di tre anni dall'annuncio di Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas, salutato con entusiasmo da tutti i possessori di dispositivi iOS in cerca di un'avventura che fosse capace di replicare le atmosfere e i meccanismi di un franchise celebre come The Legend of Zelda.

Non mi chiamo Zelda!

Le aspettative degli appassionati sono state in parte deluse a causa di una serie di limiti più o meno marcati, che sottolineavano in modo chiaro la differenza fra il prodotto Nintendo e il pur ambizioso progetto del team finlandese Cornfox & Bros. Poco più di un anno dopo, eccoci a parlare della versione PC del gioco, che debutta su Steam ponendosi lo stesso obiettivo: offrire agli utenti un'esperienza simile a quella di Zelda. Il ragazzino protagonista dell'avventura scopre che suo padre è partito per una missione senza ritorno, eliminare un mostro che minaccia il mondo, e decide di scoprire cosa gli sia successo. Recuperati alcuni oggetti, fra cui spada e scudo d'ordinanza, salpa a bordo della sua barca verso isole sempre nuove, e lì dovrà affrontare l'invasione di un misterioso esercito di mostri, esplorare dungeon pieni di trappole ed entrare infine in possesso di tre antichi sigilli che hanno il potere di scacciare il male dal mondo.

Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas tenta di clonare l'esperienza di Zelda, riuscendovi solo in parte

Fra un'isola e l'altra

Come detto, i riferimenti a The Legend of Zelda (in particolare a The Wind Waker) sono numerosi, a partire dallo stile grafico e dalla presenza di vasi, ciuffi d'erba da tagliare con la spada, forzieri da aprire, la stessa combinazione di spada e scudo, l'interazione con l'ambiente e gli NPC, e non ultime le sessioni di navigazione da un'isola all'altra.

Non mi chiamo Zelda!

Queste rappresentano purtroppo la parte più noiosa dell'esperienza, visto che non è possibile saltarle (come capita invece nella versione remastered di The Wind Waker - anche in casa Nintendo si erano accorti del problema!) e non sono neppure interattive, introducendo al massimo un banale minigame di tiro al bersaglio con bombe, barili e mostri marini. Ogni location nasconde qualche segreto e ci sono personaggi con cui interagire per ottenere utili informazioni; ad esempio la scoperta di un'isola, che da quel punto in avanti compare sulla mappa e può essere raggiunta via mare. Il fatto che il protagonista non possa saltare porta il gameplay a esplorare concetti sulla carta molto interessanti, come ad esempio enigmi ambientali in cui bisogna capire come raggiungere un determinato punto dello scenario per aprire un forziere o attivare un interruttore, girando su rampe e scale finché non si arriva nei pressi di un punto che si può "scavalcare". Ci sono in giro dei nemici da combattere, nella maggior parte dei casi piuttosto innocui (ma dal design riuscito, a nostro avviso), e il sistema di combattimento riflette la semplicità di un approccio che, non a caso, era stato pensato per i dispositivi mobile. Alcune situazioni rimangono comunque valide, in particolare gli scontri con i boss (a parte forse l'ultimo, un po' tirato via), che richiedono approcci differenti e un minimo di strategia perché si possa ottenere una vittoria e andare avanti.

Torna indietro

Per completare Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas servono più o meno dieci ore, ma l'elemento del backtracking viene gestito in maniera controversa. Laddove una determinata zona non sia accessibile a causa della mancanza di un oggetto o di una specifica abilità (vedi ad esempio le bombe, in grado di aprire una breccia se poste accanto ad alcuni tipi di mura), tale meccanismo funziona abbastanza bene, nel senso che si continua a girare ed eventualmente si entra in possesso di ciò che serve per poter tornare indietro e fare ulteriori progressi.

Non mi chiamo Zelda!

Il problema è quando l'espediente del viaggio a ritroso viene sfruttato per aumentare artificiosamente la durata dell'esperienza, di concerto con una cronica mancanza di indicazioni e suggerimenti. Un contrasto non da poco: da un lato il grado di sfida del gioco è basso e non impensierisce, dall'altro si pretende un entusiasmo in stile hardcore che giustifichi lunghi viaggi alla ricerca di quella particolare chiave o di quel particolare potere che si è rivelato necessario per poter andare avanti. In quest'ottica non aiuta il level design dei dungeon, che si somigliano un po' tutti e mettono in campo enigmi che si basano sul medesimo concetto dei blocchi da spostare nel modo giusto o delle leve da attivare per aprire grate o barriere. Limiti che si sommano a quelli di una direzione talvolta frettolosa e di un'animazione di mediocre qualità, che rivela le proprie mancanze soprattutto durante le cutscene.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: AMD FX 8320
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 970 Jetstream
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 8.1

Requisiti minimi

  • Processore: dual core da 1,7 GHz
  • Scheda video: compatibile DirectX 10 con 256 MB di RAM
  • Memoria: 1 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 7

Requisiti consigliati

  • Processore: dual core da 2,2 GHz
  • Scheda video: compatibile DirectX 10 con 512 MB di RAM
  • Memoria: 2 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 8

Da mobile a PC

Il passaggio da iOS a PC non ha portato a Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas quel boost che sarebbe stato lecito attendersi. Gli sviluppatori hanno infatti lasciato inalterate le texture a bassa definizione e aggiunto a quanto già visto su iPhone e iPad giusto qualche filtro per "abbellire" il quadro generale, inserendo opzioni per aumentare la risoluzione (fino a 4K, va detto) e operare sulla qualità degli oggetti e sulla sincronia verticale.

Non mi chiamo Zelda!

Utilizzando la configurazione di prova abbiamo ottenuto prestazioni eccellenti, con sessanta frame al secondo stabili a 1080p, senza riscontrare le incertezze lamentate, invece, da alcuni utenti su Steam. L'uso del controller per Xbox 360, perfettamente supportato, aggiunge senza dubbio concretezza a un'esperienza che su touch screen soffriva talvolta di qualche svarione, in particolare laddove servisse un minimo di precisione per non cadere in un sotterraneo e dover rifare la strada da capo fino alla scala per tornare in superficie. Sul fronte dell'atmosfera, invece, nulla da dire: quando il gioco non mostra i propri limiti, cioè durante le sequenze di intermezzo, lo spettacolo offerto è gradevolissimo e la splendida colonna sonora firmata da Nobuo Uematsu (Final Fantasy) e Kenji Ito (Secret of Mana) si rivela capace di donare al prodotto quel qualcosa in più. Sognanti promesse che, alla fine dei conti, vengono però mantenute solo in parte.

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 14,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (8)
8.1
Il tuo voto

Nel suo tentativo di imitare The Legend of Zelda, Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas mostra senza dubbio un grande coraggio, ma non può che capitolare. Il divario fra la produzione del team finlandese e la qualità universalmente riconosciuta a Nintendo appare infatti evidente fin da subito, seppure il risultato finale si ponga come un discreto surrogato per chi non ha mai avuto la possibilità di vestire i panni di Link ed esplorare qualche dungeon alla ricerca di chiavi e tesori. Quando le cose funzionano bene, l'esperienza è infatti piacevole pur nella sua linearità, e può vantare una grande atmosfera, grazie soprattutto all'eccellente accompagnamento musicale. Il problema è quando si rimane incastrati in un backtracking noioso e ripetitivo, per nulla aiutato dalle mancanze piuttosto evidenti del level design.

PRO

  • L'atmosfera c'è, complici le musiche
  • Piacevole nella sua semplicità, in particolare i boss fight
  • Dalla distanza, la grafica offre un bello spettacolo...

CONTRO

  • ...ma le animazioni lasciano molto a desiderare
  • Backtracking artificioso e gestito male
  • Level design piuttosto ripetitivo e senza acuti