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A caccia di pixel

Dal Messico arriva su Wii U un'avventura piuttosto corposa e decisa a distinguersi tra i metroidvania a due dimensioni. Con successo?

RECENSIONE di Marco Perri   —   24/04/2015

Non c'è da stupirsi di come la recente apertura mentale e tecnologica adottata da Nintendo stia convincendo sempre più sviluppatori indipendenti a saltare sul carro. Il supporto di Wii U allo standard HTML5 garantisce una certa completezza di catalogo e facilità di porting ed Elliot Quest ne è buon rappresentante. È nel lontano Messico che Ansimuz Games ha preparato e a fine 2014 rilasciato su Steam una scintillante avventura bitmap ammiccante ai platform 2D di inizio anni '90: costruito con l'ausilio dell'Impact Engine, l'architettura JavaScript si sposa benissimo con lo stile 8-bit adottato e il risultato era già al tempo molto piacevole. Ci permettiamo ancora una volta di mettere in vetrina la scelta di un team di rilasciare il proprio prodotto su PC, Wii U e Ouya; siamo infatti andati a curiosare nella pagina kickstarter dell'opera e non si scorgono aggiornamenti per eventuali port su altre piattaforme, conferma di come anche nel mare magnum indie, da sempre sinonimo di multipiattaforma smodato, qualcosa stia cambiando. Elliot Quest è un prodotto apparentemente semplice il quale, nonostante i pixel ben in vista, riesce a comunicare una certa voglia del team di spingere all'avventura e alla scoperta, ispirandosi senza timidezza all'impianto di nintendiana memoria ereditato da The Legend of Zelda II: The Adventure of Link. Che viaggio ci aspetta?

Un'avventura 8-bit con dungeon e boss: Elliot Quest sarebbe una vera perla se solo si spiegasse meglio!

Maledetto

Questa è la storia di un giovane che, dopo aver perso le tracce della moglie e aver tentato il suicidio, scopre di essere immortale, colpito da una maledizione demoniaca che lo sta trasformando in entità maligna. Una sinossi semplice ma efficace per dare un senso al nostro errare selvaggio in cerca di una Guardiana che dovrà liberarci di un peso che in termini ludici si traduce nel più banale dei presupposti: si muore e si torna all'ultimo checkpoint con un po' di esperienza in meno.

A caccia di pixel

L'approccio di Elliot Quest pesca da una mentalità di piattaforme vecchio stampo in cui saltare, sconfiggere i nemici e utilizzare l'equipaggiamento incrementale per abbattere gli ostacoli e superare i puzzle ambientali proposti. In Elliott Quest, il senso di progressione è tutto: differentemente dai mostri sacri cui si ispira, il prodotto Ansimuz non da indicazioni sull'avanzamento, garantendo piacevoli sensazioni di sperimentazione e scoperta a un innegabile senso di frustrazione che talvolta prende il sopravvento. L'assenza del più basilare degli indicatori aumenta il senso di smarrimento e se questo per alcuni può essere considerato certamente un bene, non neghiamo che varie sono state le occasioni in cui l'avanzamento in un dungeon è stato bruscamente interrotto da un enigma non superabile in quello stato, frustrando e costringendoci a segnare tutto nella speranza di avere in futuro la voglia di tornarci e completarlo. Elliott Quest fa del backtracking il proprio fondamento ma il livello di stile e qualità dei classici più blasonati mostrano subito tutta la distanza dal prodotto dei messicani: il level design costringe a passare per le stesse zone più e più volte, anche in maniera totalmente gratuita, magari solo nella speranza che il nuovo oggetto preso serva realmente a superare un punto.

GamePad

La marcia in più della versione Wii U rispetto a quella PC di Elliot Quest è sicuramente il buon supporto al GamePad: mappa, inventario, progressione, scelta dell'arma e della magia da utilizzare garantiscono una maggior velocità di effettuazione delle azioni più frequenti. Abbiamo fatto la prova utilizzando anche il Pro Controller e il GamePad vince a mani basse.

Link's Quest?

La bontà dell'offerta ludica di Elliott Quest è chiaramente soggettiva e dipende molto da quanto si sia armati di pazienza nel tentare, ritentare e sperare di essere fortunati nel beccare subito i luoghi corretti dove arricchirsi dell'inventario necessario per avanzare. Se dovessimo pesare l'esperienza non abbiamo timore nel dire come l'odissea nel mondo di Urele ripaghi in pieno il prezzo speso per i download: cinque dungeon maggiori, sedici boss e altro da fare e scoprire per completare al meglio.

A caccia di pixel

Se poi aggiungete il tempo speso per tornare nei luoghi visitati e compiere gesta opzionali, il contatore sale considerevolmente. La componentistica da gioco di ruolo aiuta sicuramente: ogni livello regalerà un punto da spendere per crescere in uno dei cinque valori che influenzeranno la strategia di attacco, per quanto non aspettatevi grossa profondità nei pattern. Poiché in fondo pur sempre di port si tratta, è ora di iniziare a parlare di tecnicismi partendo da quello fondamentale: per aumentarne il fascino, il team ha scelto di modificare alcune sezioni, differenziandole quindi dalla versione PC. Un bel tentativo per tingere di unicità il figliolo giapponese, se non fosse però che un maggior sforzo di ottimizzazione sarebbe stato altrettanto gradito: in alcuni frangenti, il motore di gioco perde fotogrammi anche in quantità consistente, il che stride con l'effettivo carico poligonale a schermo. Buono invece il lavoro acustico presentato: la scelta di strumentazione ed effettistica ricalca con maestria quel feeling dei tempi andati, anche grazie a tracce ispirate che si sposano bene con il mondo fiabesco presentato. Una bella amalgama, arricchita da un fattore difficoltà che mantiene alta l'asticella dell'attenzione, per quanto i boss in senso stretto non siano nulla di eclatante.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Wii U, PC Windows
Digital Delivery Steam, Nintendo eShop
Prezzo 12.90 € / 9.90 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori
ND
Il tuo voto

Elliot Quest è una lettera d'affetto a chiunque sia in cerca di un'avventura a due dimensioni vecchio stile, inclusi tutti quei particolari che il nostro cervello è ormai troppo pigro per non dipingere come difetti. Il gioco di Ansimuz Games non indirizza in alcun modo sull'avanzamento, lasciando il giocatore perso nel mondo senza una direzione, costringendo a un backtracking che sarebbe anche piacevole se non fosse talvolta così forzato da frustrare anche la più grande della pazienza videoludica. Elliot Quest è un tributo al retrogame più puro e senza compromessi, colorato da buone idee e un impianto di gameplay non profondo ma comunque solido e corretto nel feedback. Dobbiamo purtroppo mostrare un pollice verso sull'ottimizzazione: i cali di frame rate ci sono e sono oggettivamente indifendibili a fronte di un aspetto tecnico minimale.

PRO

  • Colonna sonora ispirata
  • L'ispirazione a The Legend of Zelda II è vincente
  • Longevo...

CONTRO

  • ...specialmente se non sapete dove andare
  • Perde fotogrammi
  • Level design non sempre all'altezza