Nonostante l'avvento delle nuove console, Konami, come del resto le altre compagnie, non dimentica l'ancora florido mercato della generazione passata, che può vantare milioni di utenti in tutto il globo, e porta anche lì il suo Pro Evolution Soccer 2016. Un gioco che, lo diciamo subito, non presenta chissà quali mirabilie o innovazioni, e che anzi potremmo definire tranquillamente una sorta di upgrade del predecessore, però capace ugualmente di regalare al pubblico una bella esperienza di gioco. Certo, di lavoro da fare per tornare a sfornare gioiellini come Winning Eleven 2000 U-23 Olympic su PlayStation, e Pro Evolution Soccer 2 su PlayStation 2, Konami ne dovrà ancora fare tanto, ma come abbiamo scritto in altre occasioni, la strada intrapresa dall'azienda giapponese è quella giusta, almeno su Xbox 360 e PlayStation 3. Vediamo insieme perché senza dimenticare di segnalarvi la nostra recensione delle versioni PC, Xbox One e PlayStation 4.
Anche su old-gen PES 2016 sa regalare grandi soddisfazioni, pur non convincendo mai completamente
Curiosità
Konami ha acquisito la licenza di Euro 2016, cosa che garantirà in futuro all'azienda di sfruttare marchi, nomi e loghi ufficiali della competizione e delle ventiquattro nazionali partecipanti. Il torneo però, non è contenuto all'interno di PES 2016, ma potrebbe arrivare in futuro sottoforma di DLC o in un gioco a sé stante.
La stagione ha inizio
Prima di cominciare a spulciare nel dettaglio modalità e gameplay, parliamo di licenze ufficiali. Pro Evolution Soccer 2016 può vantare in tal senso l'esclusiva assoluta di quelle relative alla UEFA Champions League, all'Europa League, alla AFC, alla Copa Libertadores, alla Copa Sudamericana, fino ad arrivare alla Super Coppa europea e al Mondiale per club. A queste si aggiungono quelle integrali per i campionati spagnolo, olandese e francese, quelle delle serie A italiana (tranne il Sassuolo) e brasiliana per le sole squadre (a entrambi i tornei mancano i nomi ufficiali e i loghi Lega Calcio e Brasileirão), e così via. Il torneo inglese è ancora fuori dai giochi: sebbene i nomi dei giocatori siano tutti riportati fedelmente, l'unica squadra a comparire con nome, bandiere e divise ufficiali è il Manchester United.
Situazione quasi uguale per la lega portoghese (tre club licenziati) e la Bundesliga, dove abbiamo solo Bayern Monaco, Wolfsburg e Borussia Mönchengladbach come club coperti da licenza ufficiale. Stesso discorso per i tornei sudamericani e le varie serie B. Ad ogni modo, squadre (rose non aggiornate, con Di Maria ancora allo United e Pirlo e Tevez alla Juve) e manifestazioni sono disponibili nella varie modalità di gioco selezionabili attraverso l'ormai classica interfaccia a mosaico. Oltre alle tradizionali partite di esibizione e alle competizioni disponibili in tutte le salse, ci sono gli allenamenti liberi e quelli specifici dove imparare al meglio tutte le novità del gameplay attraverso un completo tutorial. Poi abbiamo la Modalità Campionato, arricchita dalla presenza delle seconde leghe di Inghilterra, Spagna, Italia e Francia, e all'interno di Mondo Calciatore la classica Master League, che presenta una struttura simile rispetto allo scorso anno, ma con l'aggiunta di alcune opzioni e di un restyling dei menu resi più chiari e accessibili. Allo stesso modo Diventa un Mito è sostanzialmente simile al passato, tranne che per alcune migliorie qua e là nelle opzioni. Per il gioco online c'è il myPes con il suo mix di gestione manageriale e gioco sul campo, poi le partite classificate, i tornei e la comunità, ma con un maggior numero di opzioni per personalizzare le partite contro altri giocatori, le lobby e quant'altro. Così come per il fratello maggiore, anche in questo caso non abbiamo purtroppo potuto testare a fondo le modalità online, ragion per cui vi rimandiamo al futuro speciale, dove cercheremo di valutare a dovere netcode, bilanciamento e struttura di gioco delle singole offerte.
Gioco di squadra
Chiusa l'ampia parentesi dedicata alle modalità, vediamo ora di scoprire cosa ci riserva il gameplay. La giocabilità, lo diciamo subito, non presenta in realtà particolari stravolgimenti rispetto all'edizione 2015, ma solo dei ritocchi qua e là. Tuttavia proprio questi aggiustamenti rendono il gioco decisamente più appagante dal punto di vista simulativo. La sensazione che si ha dopo le prime partite è quella di avere un buon controllo sui calciatori virtuali, più reattivi agli "ordini" ricevuti, e su quanto avviene sul manto erboso, almeno utilizzando i settaggi manuali (con quelli assistiti diventa altrimenti semplificato e un po' meno appagante). Tiri, giocate, passaggi, tutto diventa così più divertente, soprattutto perché poi ci sono compagni in grado di "leggere" e supportare decentemente l'azione grazie a una buona intelligenza artificiale, cosa che garantisce quindi una maggiore varietà nella manovra.
A livello di gioco collettivo, infatti, le squadre agiscono così in funzione di quanto avviene durante il match: in fase d'attacco è possibile per esempio assistere a scatti, smarcamenti e sovrapposizioni funzionali allo schema e alle strategie adottate dall'utente o dall'allenatore avversario. Allo stesso modo nelle fasi di copertura sia il singolo calciatore che il gruppo, inteso come pacchetto difensivo, reagisce in maniera più convincente alle situazioni di pericolo, chiudendo bene i varchi od occupando lo spazio fra il pallone e la possibile traiettoria di un eventuale passaggio. Certo, qualche sbavatura ogni tanto si registra, specie al centro, così come tra i pali. Da questo punto di vista i portieri danno tendenzialmente maggiori garanzie rispetto al recente passato, ma tendono ancora a commettere qualche ingenuità nelle uscite o durante certi tentativi disperati di recuperare la sfera una volta scavalcati. In tal senso ci è capitato durante le nostre prove di assistere impotenti a Buffon che nel tentativo estremo di calciare via la palla che lentamente rotolava in rete alle sue spalle, l'ha scaraventata lui stesso in porta maldestramente. E poi ci sono i campioni. Perché se è vero che in Pro Evolution Soccer 16, come del resto nel calcio vero, l'organizzazione tattica e il gioco di squadra sono elementi fondamentali per concedere ai fuoriclasse la possibilità di esprimersi al meglio, è anche vero che questi possono fare la differenza in ogni momento, inventando una giocata capace di risolvere il match.
Per far si che ciò possa avvenire anche nel videogioco c'è il Player ID, la tecnologia che permette di avere riprodotti digitalmente gli atleti più importanti del calcio internazionale, con il loro aspetto, modo di pensare e agire in base a dei parametri che rispecchiano, o dovrebbero farlo, quelli delle controparti reali. Ecco quindi che le accelerazioni improvvise di Cristiano Ronaldo, le punizioni dal limite di Messi o le fucilate da fuori area di Pogba possono verificarsi anche sul campo virtuale, e diventare delle soluzioni utili in momenti particolari della partita. Ma senza esagerazioni, visto che le sgroppate palla al piede a tutta velocità sono solo un ricordo già da PES 2015, figuriamoci qui dove l'azione viene resa più difficile sia dall'attenzione degli avversari, come detto prima meglio disposti in campo, che dalla nuova fisica, che rende complicato sfuggire a una marcatura anche col dribbling di precisione. Anzi, a volerla dire tutta, quando ci si trova di fronte a gente come Chiellini o Benatia, cioè atleti dotati di una certa forza fisica, diventa davvero durissima passare. A meno di non chiamarsi Ibrahimovic o Benzema, e dunque di avere un fisico capace di reggere all'urto di due "bestioni" come i difensori citati prima. Questo perché PES 2016, pur vantando un ottimo sistema di collisioni, sembra troppo sbilanciato in favore dei giocatori "massicci", almeno a livello di difficoltà più alto. E considerando che gli arbitri sembrano molte volte distratti e non fischiano, la cosa può risultare frustrante se si utilizzano squadre che prediligono la tecnica e hanno in organico calciatori più minuti.
Obiettivi Xbox 360
Sono in totale 40 gli obiettivi disponibili nel gioco, per un punteggio complessivo di 1.000 gamerscore. Per sbloccarli occorre soddisfare alcune richieste, come per esempio vincere la Champions League, diventare il miglior giocatore nella modalità Diventa un Mito o scalare le diverse divisioni di myClub.
Lo spettacolo in TV
Tutto quanto vi abbiamo descritto fin'ora viene riproposto con una regia degna di una produzione televisiva. L'esultanza dei calciatori dopo un gol, gestibili pure direttamente con il pad (due che si possono alternare in tempo reale controllando il giocatore), i replay, la cornice di pubblico, tutto è pensato come sempre per esaltare la componente estetica del gioco e restituire al meglio l'atmosfera tipica di un evento calcistico trasmesso in TV. Dal punto di vista grafico non abbiamo cambiamenti eclatanti rispetto allo scorso anno, è vero, né il dettaglio della controparte su next-gen, ma quanto ci viene offerto da Pro Evolution Soccer 2016 a 720p resta comunque un bello spettacolo. Soprattutto per la riproduzione dei volti dei calciatori più famosi e delle divise da gioco, almeno quelle coperte da licenza ufficiale. Buono il lavoro svolto da Konami anche sulle animazioni degli atleti, con plauso particolare per quelle dei campioni più acclamati. Tuttavia non ci si può lamentare nemmeno per quelle dei giocatori meno celebri, che nonostante non facciano gridare al miracolo risultano comunque più varie e naturali rispetto al recente passato. I portieri, come lo scorso anno, sembrano invece lasciare a desiderare nei tuffi a mezza altezza e nei colpi di reni, dove sembrano andare giù lentamente.
Per quanto riguarda il meteo, carino l'effetto pioggia che influisce davvero sulla fisica della palla rendendola un po' più difficile da controllare nelle traiettorie che assume, e la riproduzione di buona parte degli stadi: come da tradizione per la serie sono pochi, e ce ne sono alcuni che spiccano sugli altri per bellezza e fedeltà alle controparti reali, come per esempio l'Old Trafford di Manchester, l'Allianz Arena di Monaco o lo Juventus Stadium di Torino, mentre altri sono più anonimi, e non ci riferiamo solo a quelli generici. Peccato per l'assenza di quelli spagnoli. Particolarmente azzeccate le coreografie create in curva dai tifosi, i quali interagiscono con quanto avviene sul campo pure con gesti e cori. In tal senso il titolo offre un set di suoni abbastanza completo e variegato, tali certamente da riprodurre fedelmente i rumori tipici di una partita di calcio. Ci sono quindi cori che non saltano fuori a casaccio ma sempre al momento giusto, per accompagnare con tanto di applausi di incoraggiamento la squadra di casa durante le fasi calde di una gara, magari mentre tenta l'assedio della porta avversaria per cercare di sbloccare la sfida o, viceversa, per sottolineare la manovra avversaria con pesanti "ululati" di dissenso e paura. Dulcis in fundo, la telecronaca firmata da Fabio Caressa e Luca Marchegiani, che continua la sua evoluzione introducendo nuove frasi ed esclamazioni, rendendo ulteriormente piacevole l'esperienza di gioco nonostante alcuni errori nel commento e un ritmo non sempre costante. Nota conclusiva dedicata alla colonna sonora, davvero azzeccata con la rediviva e motivante We Will Rock You dei Queen, che i fan storici della saga ricorderanno essere stata nel filmato introduttivo di Pro Evolution Soccer 2, o con le hit Clean Bandit di Rather Be ft. Jess Glynne e After the Disco dei Broken Bells, giusto per citarne un paio.
Conclusioni
Pro Evolution Soccer 2016 non si discosta molto dal suo predecessore: si conferma un titolo valido, ma al contempo imperfetto e migliorabile sotto alcuni punti di vista. Del gioco ci hanno convinto in generale la fluidità e la reattività dei controlli, il buon sistema di collisione e l'intelligenza artificiale degli atleti, capaci di prendere singole decisioni efficaci sia per le giocate solitarie, che per quelle di squadra. Meno soddisfacenti i contrasti col corpo, ma solo perché tendono troppo a favorire i giocatori più pesanti, e taluni aspetti della sopra citata intelligenza artificiale, specie per quanto riguarda alcune decisioni dei portieri, non sempre improntate sulla logica, e degli arbitri, troppo propensi a lasciar correre anche di fronte a interventi duri. Nel complesso, al netto dei pregi e dei difetti, PES 2016 resta comunque un titolo meritevole della considerazione degli appassionati di calcio e dei fan storici della saga.
PRO
- Il controllo su quanto avviene in campo è maggiore e avviene in maniera fluida
- Buona l'intelligenza artificiale dei singoli atleti e del collettivo
- Bello il comparto audio, anche se la telecronaca può ancora essere migliorata
CONTRO
- I portieri e le difese ogni tanto sembrano addormentarsi
- Le rose non sono aggiornate all'ultimo giorno di mercato
- Gli arbitri fischiano pochissimo