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L'isola risorta

Torna sui nostri schermi Dead Island, tirato a lucido

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   31/05/2016

Forse anche per tamponare l'attesa prolungata per Dead Island 2, che tra l'altro non sembra passarsela bene viste le nuove voci di una presunta cancellazione, Deep Silver si è lanciata nell'ormai consueta operazione remaster anche per la sua serie horror tropicale, sfornando questo Dead Island: Definitive Edition per PlayStation 4 e Xbox One. Si tratta di una raccolta contenente il primo Dead Island, il seguito Dead Island: Riptide e un gioco aggiuntivo bonus intitolato Dead Island: Retro Revenge che presenta un concept completamente diverso essendo una sorta di endless runner a tema, unico elemento fresco e innovativo dell'intero pacchetto.

L'isola risorta

L'operazione di rielaborazione effettuata sui due titoli è lodevole, sebbene coinvolga quasi esclusivamente l'aspetto tecnico del motore grafico Chrome, facendo probabilmente anche da "palestra" per preparare la strada alla costruzione del vero e proprio nuovo capitolo, ma nonostante il remaster sia ormai una consuetudine è difficile ancora accettare passivamente la riproposizione degli stessi titoli della scorsa generazione a tre anni dal lancio delle nuove console e per giunta alle porte di una possibile evoluzione hardware ulteriore che potrebbe essere rivelata già nei prossimi mesi. Da un punto di vista concettuale avremmo sicuramente preferito, a questo punto, trovarci di fronte a Dead Island 2, il nuovo capitolo annunciato all'E3 del 2014 e disperso successivamente in un'odissea di problemi e passaggi di mano, che l'hanno portato infine sulle scrivanie di Sumo Digital dopo che Yager è stata "sollevata dall'incarico". La situazione avrà spinto Deep Silver a pensare di riempire l'attesa con un remaster, al che qualcuno potrebbe obiettare maliziosamente che nessun dottore ha prescritto necessariamente una dose di Dead Island obbligatoria ogni tot anni, ma la qualità dei titoli è innegabile e se non altro il pacchetto si presenta con un prezzo abbordabile, ancora di più se si acquista un solo titolo dei due, in digitale.

Overdose di tropici

I due giochi sono strutturalmente identici alle versioni originali, pertanto vi rimandiamo alla recensione di Dead Island e alla recensione di Dead Island: Riptide per tutte le informazioni specifiche e le valutazioni singole, che restano sostanzialmente valide anche oggi, sebbene il contesto tecnologico sia ben diverso, così come il panorama videoludico, con la concorrenza rappresentata da altre interpretazioni del survival horror in soggettiva a mondo aperto.

L'isola risorta

Ironia del destino, il rivale principale arriva proprio dall'interno, con i Techland che hanno in effetti superato diversi limiti della loro ex-serie con il nuovo Dying Light, in particolare nella versione comprensiva dell'espansione The Following. C'è una premessa particolare da fare: già all'epoca dell'uscita originale di Dead Island: Riptide era sorta una certa questione identitaria sul gioco, che appariva come una versione evoluta e potenziata dell'originale, ma non talmente distinta da sembrare un vero e proprio capitolo secondo, anche se la quantità di contenuti ha sempre giustificato ampiamente la sua uscita come titolo a sé stante. Questa impressione risulta ancora più evidente se ci si trova davanti a un pacchetto che comprende entrambi i capitoli insieme: di fatto, l'esperienza di gioco risulta ancora molto simile tra i due titoli e considerando anche che la trama non rappresenta proprio un elemento cardine del tutto verrebbe da consigliare ai neofiti il semplice acquisto del solo Dead Island: Riptide in digitale per 19,90€ come ampiamente sufficiente per sperimentare il particolare incubo tropicale di Techland nel migliore dei modi. È una considerazione che ci sentiamo di fare perché come titolo può tranquillamente stare in piedi da solo e il prezzo in questo caso risulta anche adeguato, cosa che forse non si può dire del pacchetto intero da 39,99 euro che anche dal punto di vista concettuale (la volontà di riproporre Dead Island al nuovo pubblico) comincia un po' a scricchiolare, con un secondo capitolo che ormai dovrebbe essere prossimo.

Si torna con rinnovato orrore nei vecchi paradisi tropicali perduti di Dead Island

Ristrutturazione estetica

L'isola risorta
L'isola risorta

La rielaborazione effettuata da Techland (non vengono menzionati altri team responsabili del remaster, a quanto pare) riguarda qui esclusivamente il comparto tecnico di entrambi i giochi, avendo aggiornato l'impianto grafico grazie all'ultima versione dell'engine Chrome. Gli effetti di questo svecchiamento sono ben visibili tra aumento di risoluzione delle texture e applicazione del nuovo sistema di illuminazione e shading basato sulla fisica, oltre all'implementazione di HBAO e motion blur. L'impatto maggiore si ottiene sugli esterni, già affascinanti all'epoca ma ancora più suggestivi in questa rielaborazione con i nuovi effetti di luce, soprattutto in Riptide che parte già da una base originariamente superiore. Si vede piuttosto bene che tutta l'infrastruttura è basata su giochi che hanno ormai varie primavere sulle spalle, in particolare per quanto riguarda il primo Dead Island, ma considerando che già all'epoca entrambi i titoli rappresentavano dei notevoli risultati, con le loro ampie scenografie esplorabili liberamente, questa attualizzazione rende una certa giustizia agli originali e i paradisi tropicali sono ora ancora più affascinanti. Il miglioramento delle texture appare piuttosto evidente negli interni e nella riproduzione dei personaggi anche se l'annunciata modifica dei modelli poligonali per questi ultimi non sembra aver prodotto modifiche consistenti nel loro aspetto. Ci saremmo magari aspettati un tentativo di portare tutto a 60 frame al secondo, cosa che avrebbe rappresentato una notevole variazione nell'esperienza di gioco e che invece non è avvenuta, con entrambi i titoli che girano ancora a circa 30 frame al secondo, se non altro con un frame rate piuttosto stabile. Si rileva un certo tearing soprattutto nelle sezioni al chiuso, ma il problema potrebbe essere risolto con patch successive. In linea di massima, i due Dead Island riescono a fare una dignitosa figura in mezzo ai titoli propriamente di nuova generazione ma le loro origini "antiche" appaiono abbastanza chiare, soprattutto per quanto riguarda il primo capitolo anche se su su di esso è stato effettuato forse un lavoro ancora maggiore per cercare di parificare il livello grafico generale a quello di Riptide.

Obiettivi Xbox One

Anche gli obiettivi sbloccabili sono rimasti praticamente gli stessi dei capitoli originali, senza dunque rappresentare alcun elemento di novità al di là di una ricollocazione generale dei punti per includere anche i DLC dei singoli capitoli nel computo totale di 1000 punti per ogni titolo presente. In linea di massima, gli achievement richiedono un certo impegno e sono legati a performance cumulative più che alla progressione della storia, in base ai risultati raggiunti sul medio-lungo termine nell'esplorazione delle ambientazioni, cosa in linea con lo spirito dei giochi.

Abiti nuovi, sostanza vecchia

Non si può dire insomma che questo remaster non sia stato preso con un certo impegno dal punto di vista tecnico, il problema casomai è il fatto che non presenti alcuna variazione in tutti gli altri ambiti, con il gameplay e i contenuti che sono rimasti esattamente gli stessi, tranne l'introduzione della mod "Power Fists Power-up" attivabile dall'inizio e l'introduzione del titolo inedito Dead Island: Retro Revenge. Per questo motivo non c'è veramente nulla da aggiungere ai commenti effettuati all'epoca su Dead Island e Riptide, perché l'esperienza proposta è esattamente la stessa, con i suoi punti di forza e le sue debolezze, elementi peraltro che già erano rimasti fin troppo invariati nel passaggio tra il primo e il secondo capitolo. È notevole come l'ambientazione aperta stimoli ancora l'esplorazione libera degli ambienti, con la minaccia costante di quel meraviglioso e letale sandbox tropicale a tenere sempre sulle spine ma a spingerci anche sempre più avanti nella scoperta degli scenari, il tutto coadiuvato da un buon sistema di progressione dei personaggi, dal bottino e dal crafting e dalla gestione delle armi, oltre che da un ottimo multiplayer cooperativo che amplifica ulteriormente l'esperienza di gioco.

L'isola risorta

D'altra parte permangono i difetti storici come le carenze narrative, la scarsa varietà e profondità delle quest e un certo caos che domina negli scontri in mischia in soggettiva. Nulla di nuovo, appunto, essendo questi i punti di forza e di debolezza dei titoli originali già esaminati nelle recensioni originali, così come le singole valutazioni di entrambi i giochi possono ancora essere valide, visto che l'aspetto tecnico è compensato dal lavoro di adattamento effettuato per questi remaster. La nuova introduzione in termini di contenuti è dunque rappresentata da Dead Island: Retro Revenge, ma è ben poca cosa. Si tratta di un simpatico arcade in 2D, rappresentato con stile grafico fortemente retrò, che mischia gli elementi classici del picchiaduro a scorrimento con quelli dell'endless runner. Nei panni di un metallaro alla ricerca del proprio gattino rapito, ci troviamo a correre continuamente (con lo scorrimento forzato dello schermo) lungo tre corsie predefinite ed eliminare le varie aberrazioni zombie che ci si parano di fronte con attacchi vari e combo devastanti, cercando di raggiungere la fine di ogni livello. Simpatico e divertente, Retro Revenge rappresenta giusto un extra in grado di offrire una bizzarra variazione sul tema ma di per sé non ha un peso significativo come valore aggiunto per la Collection.

Conclusioni

Versione testata Xbox One
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
6.5
Lettori (20)
7.7
Il tuo voto

Schiacciato da una parte da produzioni moderne come Dying Light che ne hanno ormai evoluto la struttura e dall'altra dall'arrivo (si spera) del secondo capitolo pienamente "next gen", si fatica un po' a trovare il senso di questa Dead Island: Definitive Collection. La qualità dei due titoli - sebbene dibattuta già in origine - non è stata scalfita dagli anni passati, anche per l'intatta originalità della formula ideata da Techland, ma la sostanza è rimasta identica, oltretutto per due giochi già in origine troppo simili tra loro come struttura e ambientazione. Per chi non ha mai provato la serie questa può essere un'ottima occasione, ma ha probabilmente più senso scaricare in digitale un titolo solo dei due, magari Riptide essendo quello complessivamente più evoluto, in attesa di Dead Island 2.

PRO

  • Il miglioramento grafico è pervasivo, soprattutto negli esterni
  • Gli elementi positivi dei due Dead Island sono al loro posto
  • La formula ha ancora una sua originalità

CONTRO

  • Nessun cambiamento in termini di struttura e contenuti
  • Anche gli elementi originariamente negativi sono ancora lì
  • Framerate stabilizzato ma invariato, presenza di tearing