È trascorso esattamente un anno e mezzo da quando Milestone, la più grande e produttiva software house italiana, ha pubblicato il primo capitolo della nuova serie RIDE, un'opera controversa che, al netto delle buone basi sotto il profilo della giocabilità e della varietà, non è comunque riuscita a imporsi nel cuore di tutti i centauri virtuali, a causa di un comparto tecnico complessivamente datato, alcuni bug e problematiche emerse soprattutto nelle versioni console, come i famigerati e biblici tempi di caricamento. Nonostante gli innegabili errori di gioventù - si trattava del resto della prima, nuova proprietà intellettuale per la casa milanese dopo ben quindici anni - abbiamo comunque apprezzato il coraggio espresso dagli sviluppatori e la volontà di andare a colmare una lacuna importante nell'ambito dei racing game, piazzando un (divertente) titolo motociclistico in grado di strizzare l'occhiolino alle alchimie di Gran Turismo, grazie a una vasta selezione di moto, personalizzazioni e una modalità carriera longeva e stratificata. A un paio di settimane dalla pubblicazione dello spin-off Ducati - 90th Anniversary, è arrivato da Milestone l'atteso annuncio relativo allo sviluppo di RIDE 2, col chiaro obiettivo di perfezionare e ampliare la ricetta dell'opera originale, rimpolpandola con nuove categorie di moto, tracciati e modalità. Ma non solo. Lanciato lo scorso 7 ottobre su tutte le principali piattaforme attuali (Wii U escluso), lo abbiamo testato a fondo in versione PC, e possiamo già anticiparvi che i passi avanti sono stati diversi e tangibili.
Le due ruote di Milestone tornano a sfrecciare in RIDE 2, capitolo più maturo e completo dell'originale
Una marcia in più
Se non avete apprezzato affatto il primo capitolo, il rischio di restare scottati anche dal suo "grosso e grasso" seguito potrebbe essere non del tutto escluso, tuttavia sarebbe un grave errore sottovalutare il certosino lavoro svolto da Milestone per migliorare la varietà e la solidità dell'offerta, che si presenta ben più matura sin dall'accesso ai menù. La schermata di avvio, infatti, esordisce col primo piano del cockpit di una moto che si accende alla pressione del tasto start: il risultato è decisamente elegante, anche grazie al campionamento cristallino del propulsore e dei vari effetti sonori. Apprezzata la primissima novità, siamo rimasti piacevolmente colpiti anche dall'organizzazione rinnovata dei menù, più fluida e pulita rispetto all'opera originale, pur mantenendone intatte diverse caratteristiche strutturali.
Le pagine dedicate alle concessionarie e al negozio dei potenziamenti sono ora del tutto assimilabili a quelle delle serie Forza, con la possibilità di scorrere rapidamente le silhouette dei bolidi, verificarne le prestazioni (dal punteggio PP) ed entrare al volo nello showroom, nel quale ammirare i dettagli dei bellissimi modelli poligonali. Abbiamo inoltre notato che i caricamenti risultano decisamente più snelli, perlomeno su PC. Dal secondo capitolo di una saga racing ci si aspettano solitamente numeri importanti, e da questo punto di vista RIDE 2 non delude: le moto sono quasi raddoppiate, e grazie alle nuove categorie, ovvero due tempi (come la mitica Cagiva Mito), café racer e supermotard, si sfiora la soglia di circa duecento bolidi. Si tratta di un valore aggiunto importante che arricchisce il gameplay e che coinvolge anche le classi già apprezzate in precedenza, come naked, superbike e supersportive. Tra i nuovi marchi introdotti, oltre alla già citata Cagiva, troviamo Magni, Mr Martini, Husqvarna, TM con la cattiva SMX Supermotard Competizione e Horex, che si accompagnano ad altri produttori di nicchia e alle flotte ben più corpose di Aprilia, BMW, Yamaha, Honda, Suzuki, Ducati, MV Agusta e Bimota. Insomma, se siete appassionati di due ruote, nel listone messo a punto da Milestone molto probabilmente troverete la moto dei vostri sogni, o magari quella che coccolate nel garage di casa. Se duecento mezzi non dovessero bastarvi, assieme al gioco è possibile acquistare un season pass che includerà tutti i bolidi DLC da qui sino a luglio 2017, senza dimenticare il programma mensile di contenuti gratuiti annunciato dalla software house di via Fara.
Il garage ci ha dunque ampiamente soddisfatti, e possiamo dire la stessa cosa anche del numero di circuiti, raddoppiato rispetto all'offerta originale: da quindici ambientazioni si è infatti passati a circa trenta, con l'introduzione di nuove - e richiestissime - tipologie di piste come le Road Race Track, ovvero le chilometriche Northwest 200 e Ulster GP, oltre al famigerato "Inferno Verde" Nurburgring Nordschleife. Con l'approdo delle supermotard non potevano mancare all'appello i circuiti ad hoc, e in RIDE 2 troviamo all'uopo il motodromo di Castelletto di Branduzzo (Pavia), la pista "South Milano" di Ottobiano e il Franciacorta "Daniel Bonara" a Bargnana Castrezzato, tutti percorsi divertenti, tecnici e italianissimi. Il gameplay relativo a questa specialità, com'era lecito attendersi, è "contaminato" dai validi ingredienti già apprezzati in Valentino Rossi: The Game, e si presenta dunque gradevole e ben differenziato dal resto dell'offerta. I percorsi country, tra i più amati di RIDE, si arricchiscono con Torri Elleniche (Grecia), Valle dei Vichinghi (Norvegia) e Montagne d'Oriente (Indonesia), tutti disponibili in più varianti e con condizioni meteo diverse, mentre tra i circuiti veri e propri esordiscono Monza, Vallelunga e il Nurburgring GP. Chiudono l'ampia offerta delle piste il tracciato cittadino di Macau, che accompagna i vecchi Milano e Miami, e tre "Drag Strips" dedicate alle gare di accelerazione. Sempre sul fronte dei contenuti, tra le caratteristiche più interessanti del primo RIDE vi era la personalizzazione di pilota e motociclette, una feature ulteriormente approfondita con centinaia di nuovi pezzi; per quanto concerne i bolidi si è passati da 800 a 1200 componenti (moltissimi dei quali su licenza), mentre l'abbigliamento è passato da 400 a oltre 800 capi, con la possibilità di impostare sino a sei preset distinti. Altra novità sfiziosa è la cosiddetta "elaborazione da gara" per sedici modelli specifici (dieci superbike e sei supersport), che permette la trasformazione delle moto in mostri da sguinzagliare nelle gare Pro Racing.
Vita da centauro
Analogamente al capitolo precedente, il cuore pulsante dell'esperienza single player risiede nel corposo World Tour, nel quale il giocatore è impegnato a scalare una classifica mondiale partendo dalla trecentesima posizione. Gli eventi, oltre che in classi introdotte da cutscene, sono suddivisi in gruppi di difficoltà crescente, inoltre al termine di ciascuna stagione si sbloccano gare speciali (a invito) dove poter conquistare i bolidi più esclusivi. Il numero di modalità di gioco è salito da dieci a quindici, e oltre a campionati, gare veloci, endurance e sfide contro il tempo, ve ne sono altre più originali. In trackday, ad esempio, si devono superare un tot di "piloti della domenica" entro lo scadere del tempo; in testa a testa si gareggia contro un altro abile centauro in mezzo ai novellini, mentre in Drag Race ci si lancia in brucianti gare di accelerazione con cambio manuale obbligatorio.
Tra le novità di RIDE 2 troviamo la "Traiettoria perfetta", dove è necessario affrontare un percorso tra i coni, e Squadra VS Squadra, con due team da quattro piloti che si sfidano per agguantare il miglior punteggio. Nelle Sfide, gare giornaliere e settimanali con obiettivi specifici, è inoltre possibile conquistare i cosiddetti "Token" da investire nella sezione Bonus RIDE, che permette di sbloccare sconti, crediti extra e migliorare il livello di abilità dei propri compagni di squadra, da ingaggiare in un apposito menù. Per quanto concerne il multigiocatore, oltre all'apprezzabile split screen, è possibile affrontare gare e campionati online sino a un massimo di dodici giocatori e con un buon sistema di filtri. A tal proposito, nei nostri test il netcode è risultato complessivamente solido, ma non è mancato qualche fenomeno di lag. Sotto il profilo del gameplay, pur essendoci sottili differenze e migliorie nel modello fisico, soprattutto per ciò che concerne la guida sul bagnato, è possibile far riferimento a quanto scritto per il primo episodio. Siamo dunque innanzi alle tre classiche soluzioni per il modello fisico-dinamico (standard, semi-pro, e pro), che permettono di passare dall'arcade puro a un sistema con alcune sfumature tendenti al realismo, ma senza mai abbracciare la simulazione propriamente detta. La giocabilità, impreziosita anche dalle caratteristiche introdotte in Valentino Rossi: The Game grazie alla collaborazione con la VR46 Riders Academy, risulta sempre divertente e appagante, spingendo il giocatore a migliorare costantemente le proprie performance su pista. Le differenze fra le varie classi di moto sono sensibili, e naturalmente una supermotard, una naked da 700 cc e una potentissima superbike hanno tempi di reazione e comportamenti del tutto differenti, soprattutto quando si sperimenta la fisica pro, che richiede una sapiente gestione di gas e freni se non si vuol finire costantemente a terra. A tal proposito, è stato reso più permissivo il sistema di riavvolgimento, mentre tra gli aiuti alla guida ne è stato aggiunto uno che facilita la gestione della moto quando si finisce fuori pista. RIDE 2 risulta avvincente anche ai livelli di difficoltà intermedi, tuttavia l'intelligenza artificiale, che si avvale ancora una volta dei cosiddetti Virtua Riders analoghi ai Drivatars di Forza Motorsport, talvolta appare sin troppo irruenta, travolgendo il giocatore impegnato a pennellare le traiettorie. Grazie al sistema dei punti prestazione e ai potenziamenti è stato infine migliorato l'equilibrio fra le diverse motociclette, sebbene in alcune classi permangano mezzi ancora troppo competitivi o troppo scarsi.
Uno sguardo al futuro
Tra gli aspetti più discussi di RIDE vi era sicuramente il comparto tecnico, da molti ritenuto arretrato sotto diversi punti di vista, pur lasciandosi apprezzare per le moto e alcuni tracciati. Legato ancora al vecchio motore grafico di Milestone, RIDE 2 non può purtroppo far miracoli, ma sono innegabili diversi e sostanziali passi in avanti, sia sotto il profilo dell'ottimizzazione che nella qualità dell'impatto visivo. Con la nostra configurazione di prova, che trovate indicata nel box sottostante, siamo riusciti a giocarlo in 4K e 60 fotogrammi al secondo con tutti i dettagli al massimo, ad eccezione del filtro antialiasing che pesa soprattutto in Indonesia. A regalare le migliori soddisfazioni sono soprattutto le ambientazioni country, sia vecchie che nuove, ma anche i tracciati cittadini non sono stati trascurati.
Basti osservare la nuova Macau, che pur non essendo paragonabile alla Surfers Paradise di Forza Horizon 3, presenta numerosi dettagli e una discreta complessità poligonale. Molto buoni anche il Nurburgring Nordschleife e alcuni tratti delle lunghissime Northwest 200 e Ulster GP, benché presentino alcune aree un po' troppo povere e asettiche allontanandosi dai complessi urbani. Tra gli aspetti migliori di RIDE 2 vi è sicuramente l'illuminazione, capace di regalare un discreto effetto realismo in determinate piste, anche grazie alla cura dedicata a shader e parte delle texture. Sono state inoltre migliorate la resa degli specchietti, la visuale dal casco, l'effetto pioggia e le animazioni, pur presentando ancora qualche sbavatura negli incidenti. Buoni anche i rombi dei motori, ben diversificati fra loro e con un timbro sicuramente più realistico: certo, non mancano propulsori poco raffinati, in particolar modo tra le classi più veloci, ma nel complesso è stato fatto un lavoro apprezzabile anche sotto il profilo della tridimensionalità. Tornando alle opzioni grafiche, tra quelle avanzate troviamo il dettaglio dei riflessi, la qualità dei modelli delle moto, gli AFX, le texture in alta risoluzione e quelle del tracciato, che possono impegnare sino a 4GB di memoria video. Nel complesso non sono molte ma permettono una discreta scalabilità, anche alla luce della migliore ottimizzazione. Con la nostra configurazione la fluidità è ancorata ai 60 fotogrammi al secondo in 1080p e 2K con tutti i dettagli al massimo, mentre in 4K può singhiozzare mentre vengono caricati i modelli poligonali delle moto prima di una gara e in altri rari casi: purtroppo dobbiamo sottolineare la presenza di un pizzico di stuttering, che compare di tanto in tanto senza tuttavia infastidire la godibilità del prodotto. La speranza è che venga totalmente eliminato con una patch o con driver dedicati.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10 64 bit
- Processore: Intel Core i7-4790 3.60 GHz
- Memoria: 16 GB RAM
- Scheda Video: GigaByte GTX 1070 G1 Gaming
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7 SP1 / Windows 8 / Windows 8.1 / Windows 10
- Processore: Intel i5 2500K 3.3GHz / AMD Phenom II X4 850
- Memoria: 4 GB di RAM
- Scheda video: GeForce GT 640 / Radeon HD 6670 1GB
Requisiti consigliati
- Sistema operativo: Windows 7 SP1 64-Bit / Windows 8 64-Bit / Windows 8.1 64-Bit / Windows 10
- Processore: Intel Core i5 4670K 3.4 GHz / AMD FX-9590 4.7 GHz
- Memoria: 8 GB di RAM
- Scheda video: GeForce GTX 970 / AMD Radeon R9 390 4GB
Conclusioni
Se col primo RIDE, pur con i suoi difetti, Milestone era riuscita a colmare una lacuna importante nell'ambito dei racing game, col secondo capitolo ha fatto un sostanziale balzo in avanti sotto tutti i punti di vista, avvicinandosi all'ambizioso traguardo che probabilmente verrà tagliato integrando il nuovo e atteso motore grafico. Nonostante permangano alcune perplessità sotto il profilo tecnico e sull'intelligenza artificiale, il titolo su PC risulta complessivamente più bello da vedere, completo e rifinito dell'episodio originale, non lesinando qualche chicca anche sul fronte dell'ottimizzazione, dei contenuti e del gameplay. Insomma, davvero un buon lavoro cui potete dare tranquillamente una chance se amate racing e due ruote.
PRO
- Ricco di contenuti, longevo e soprattutto divertente
- Meglio ottimizzato e più rifinito del primo capitolo, in ogni comparto
- Se amate le moto può essere il vostro Gran Turismo
- I modelli delle moto
CONTRO
- Qualche fenomeno di stuttering
- Intelligenza artificiale talvolta troppo irruenta