Il titolo richiama subito i versi di Cat Stevens, ma il rapporto padre/figlio illustrato in Father and Son è qualcosa di diverso dall'elenco di consigli e considerazioni paterne messa in musica dalla celebre canzone. Qui c'è la storia di una relazione difficile che si intreccia con varie altre storie il cui nesso è costituito, curiosamente, dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che è poi anche l'ente che ha promosso lo sviluppo del gioco in questione.
Si tratta di un'avventura grafica rappresentata su un piano bidimensionale e composta da splendide schermate che riproducono scorci di Napoli e del Museo, viaggiando nel tempo e nello spazio per comporre una storia breve e strana, ma in grado comunque di lasciare qualcosa come solo i racconti più sentiti sanno fare. Il protagonista è Michael, un ragazzo che ha da poco perso il padre da cui è stato a lungo separato proprio a causa dell'impegno di quest'ultimo nella gestione del MANN. La voglia di scoprire i segreti di un lavoro che per tanto tempo ha assorbito ogni aspetto della vita del padre, di fatto privandolo della sua figura, spinge il ragazzo a visitare Napoli e il Museo, scoprendo segreti inattesi in quello che diventa un viaggio d'indagine sui rapporti parentali, sull'amore, la morte, la storia e l'arte, spaziando anche per varie epoche storiche che vanno dall'antico Egitto, passando per la Pompei in procinto di essere distrutta e il Regno Borbonico fino all'epoca contemporanea. In tutto questo si alternano momenti di indagine ed esplorazione a fasi contemplative, in un equilibrio bilanciato tra la volontà di raccontare una storia intima ma dai valori universali e gli slanci educativi di quello che è a tutti gli effetti il primo videogioco creato ufficialmente da un Museo. Più che un'avventura grafica in senso stretto si tratta dunque di una forma di narrativa digitale, ma al giocatore è comunque richiesta una parte attiva importante nella storia.
Dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli arriva un'affascinante avventura su sentimenti, storia e arte
Scelte nella storia
L'interazione è molto semplice e richiede di spostarsi a destra o sinistra sul piano bidimensionale, con la possibilità di interagire con elementi dello scenario o dialogare con alcuni personaggi. Il gioco si sviluppa dunque tutto sulla narrazione, sulla volontà di esplorare le varie aree e scoprire gli oggetti con cui interagire che spesso consentono di ottenere interessanti informazioni storiche legate a opere d'arte e scoperte archeologiche. Father and Son tradisce a volte una natura da software educativo, cosa giusta e comprensibile considerando che si tratta di un videogioco sostanzialmente incentrato sul Museo Archeologico Nazionale di Napoli e fatto per promuovere questa istituzione in maniera innovativa e originale.
Tuttavia, intorno a questa idea è stata costruita una storia veramente interessante e un'avventura grafica che, sebbene elementare nella sua struttura, non è priva di spessore. Gli elementi più distintivi di questa esperienza sono rappresentati dai viaggi temporali che consentono di dare ampio respiro al mondo di gioco, e dalla possibilità di effettuare scelte - soprattutto per quanto riguarda le risposte nei dialoghi - che possono influire sul prosieguo della storia e portare a finali differenti, cosa che spinge a giocare più volte l'avventura, bilanciando in questo modo anche la sua brevità (si conclude in un'ora di gioco circa). Il grande fascino di Father and Son deriva anche dalla sua ottima estetica, tutta basata su una colonna sonora classica originale e disegni effettuati a mano con un bell'effetto pennellatura che si basa su contrasti anche forti colori netti che presentano una riproduzione di Napoli e del Museo a metà tra il realismo nella disposizione degli oggetti e nelle loro caratteristiche principali e il trasognato, uno stile appropriato alla visione della città e del grande edificio da parte del protagonista, sospeso in una sorta di viaggio onirico e riflessivo.
Conclusioni
Father and Son è un esperimento interessante e importante, lo diciamo al di là del campanilismo per un'iniziativa che ha caratteri innovativi ed è completamente italiana. Rappresenta il tentativo, riuscito, di superare i classici limiti del software educativo totalmente autoreferenziale, costruendo a tutti gli effetti un vero videogioco basato su un museo. Il MANN diventa luogo metaforico d'incontro tra diverse civiltà e crocevia di storie che riguardano i sentimenti più basilari e importanti dell'essere umano sintetizzati nell'arte, tra la ricerca di un padre, della famiglia e dell'amore, il tutto supportato da una certa documentazione storica. Alla luce di questa strana ma riuscita sintesi poco importa se come avventura grafica Father and Son presenti delle lacune, perché questo esperimento dovrebbe essere comunque provato da tutti, essendo anche gratuito.
PRO
- Bella commistione tra software educativo e avventura
- Affascinante realizzazione estetica
- Il sistema di scelte e storie parallele è interessante
CONTRO
- Decisamente breve, anche se rigiocabile
- La struttura ludica è piuttosto limitata