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Colt Mettipace

Datemi un'arma e sconfiggerò migliaia di nemici, o forse no

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   12/05/2017

A una visione superficiale verrebbe da pensare che gli sparatutto in 2D possano essere giochi semplici per chi ha gusti non troppo raffinati, ma questo potrebbe essere vero solo in alcuni casi. Gli shooter classici erano ben lontani dalla semplicità di fondo che alcune reinterpretazioni del genere vogliono suggerire al giorno d'oggi: basti pensare a titoli come ThunderForce, Super Aleste o R-Type per capire come dietro a una premessa elementare ci potesse stare tattica, prontezza di riflessi, resistenza, stile e senso di sfida costante.

Colt Mettipace

In un parola, l'intero videogioco in senso lato è sotteso a questo archetipo videoludico, pertanto le riduzioni ai minimi termini delle sue caratteristiche possono essere pertinenti, ma sempre tenendo presente il grande rispetto che merita lo shoot'em up anche nell'epoca attuale. Guns of Mercy da una parte si presenta come una sorta di parodia caotica dello sparatutto, concentrandosi essenzialmente solo sullo sparare in giro a tutto quello che si muove, tuttavia omaggia anche la grande tradizione del genere attraverso il suo stile grafico retrò, che riprende alcuni elementi classici tra sprite e animazioni, e introducendo anche delle caratteristiche più profonde nel gameplay, che non disdegna lo studio di pattern di attacco e un certo approccio tattico, nelle situazioni più difficoltose. Ovviamente manca del tutto il level design, trattandosi di una schermata sostanzialmente fissa nella quale il protagonista viene costantemente assalito dai nemici senza potersi muovere granché. Non è una mancanza da poco, ma proprio per questo Guns of Mercy va considerato come un esperienza a parte rispetto ai canoni dello sparatutto e forse qualcosa di più vicino a un "shooting gallery", sullo stile di Cabal o Nam 75, in un certo senso.

Scaldate le dita perché si smette mai di sparare in Guns of Mercy

Un ranger, molti nemici

Il protagonista è un ranger armato fino ai denti, costretto a sparare in continuazione a ondate di nemici che affollano lo schermo fino al raggiungimento della quantità prefissata di uccisioni in modo da "pacificare" i vari livelli. La schermata è fissa e i controlli consentono esclusivamente di spostarsi a destra e sinistra sull'asse orizzontale e ruotare di 180 gradi l'arma in modo da poter colpire i nemici da diverse angolature.

Colt Mettipace

Non c'è energia e basta un colpo per uccidere il nostro eroe, che può contare tuttavia su un'ampia potenza di fuoco, sul supporto di occasionali esoscheletri da combattimento e sull'utilizzo di scudi temporanei per cercare di mantenersi in vita fino alla conclusione degli stage, fortunatamente abbastanza brevi da bilanciare la minaccia costante di eliminazione. I bonus conquistati in battaglia possono essere investiti nell'acquisto e potenziamento di armi e caratteristiche del soldato, la cui gestione emerge nelle fasi d'intermezzo tra un livello e l'altro, che si svolgono all'interno di un ascensore. Guns of Mercy è un free-to-play e sappiamo bene cosa questo comporti: vari acquisti in-app consentono di velocizzare i potenziamenti o far rivivere il proprio personaggio proseguendo così dal livello in cui siamo arrivati, invece di dover ripartire sempre dal primo sullo stile dei roguelike, ma in generale la meccanica non risulta troppo sbilanciata verso gli acquisti. Il gioco è rappresentato con una grafica 2D dai grossi pixel ben in vista che richiama i classici del genere, e i suoi grandi sprite e animazioni contribuiscono ad esaltare l'azione contribuendo a rendere particolarmente piacevole il buon vecchio atto di "blastare" tutto quello che si muove sullo schermo.

Conclusioni

Versione testata iPad 1.6.3
Digital Delivery App Store, Google Play
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
7.8
Lettori
ND
Il tuo voto

Il concetto di base è molto semplice ma l'insieme dei suoi elementi riesce comunque a renderlo stimolante, anche al di là della ripetitività di fondo. La buona risposta ai controlli, la vivacità della grafica e la progressione del personaggio concorrono a farci tornare volentieri nell'ascensore e liberare livelli su livelli dai nemici infiniti, anche ripartendo da zero. Certo è fisiologico che a lungo termine una struttura del genere risulti monotona a possa stancare, ma se assunto a piccole dosi, Guns of Mercy risulta un piacevole passatempo col sapore dello shooter classico.

PRO

  • Buona caratterizzazione classicheggiante
  • Risposta ai controlli reattiva
  • Progressione del personaggio

CONTRO

  • Si fa sempre la stessa cosa
  • Alcune microtransazioni diventano anche troppo invitanti