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La recensione dell'ACER Predator Orion 9000

L'Orion 9000 è un imponente desktop da gioco che combina il design Predator con raffreddamento a liquido, potenza e dettagli di lusso

RECENSIONE di Mattia Armani   —   09/03/2018

Pieno di luci e caratterizzato dall'inconfondibile design della serie Predator, l'Orion 9000 è il nuovo desktop di fascia estrema ACER, un PC destinato a fare anche da pezzo arredamento che ci è arrivato accompagnato da un altrettanto impressionante Predator X34 ultra-wide curvo. Un pacchetto niente male per un PC davvero massiccio, un vistoso bolide tanto pesante da essere dotato di due grosse maniglie nella parte superiore e di una una ruota posteriore che ci permette di spostarlo come un carrello. Ma come si comporta alla prova dei fatti?

La recensione dell'ACER Predator Orion 9000

Un desktop gaming imponente

L'ACER Predator Orion 9000 è un desktop aggressivo fatto di linee spezzate, forme spigolose e dimensioni generose, funzionali alla ventilazione interna e alla comodità di espansione di un sistema che, per appena 7000 dollari in più rispetto alla configurazione base da 2000 dollari, può arrivare a combinare un processore Intel Core i9-7980XE con quattro AMD Radeon RX Vega 64. Una vera bestia anche se non è niente male nemmeno la configurazione che ci è arrivata e che al suo interno sfoggia un Core i9-7900X raffreddato a liquido e una potente GeForce GTX 1080 Ti, entrambi accessibili in pochi attimi grazie alle due paratie che si sganciano comodamente applicando una leggera pressione alla relativa maniglia. Tra l'altro i due pannelli, uno delle quali è dotato di finestra e permette di ammirare la scheda video e l'illuminazione della scheda madre, sono corredate da griglie interne e sono in metallo, a differenza del resto dell'involucro che è in plastica ruvida di ottima qualità, in buona parte nera ma con alcuni dettagli grigi che richiamano stile e colore del logo Predator. Una volta messo il naso dentro, o meglio la testa visti i 702mm x 300mm x 643mm di spazio occupato, tutte le componenti principali sono comodamente a portata di mano, incluse le due porte M.2, i due banchi da 16GB di memoria da 2666MHz e il blocco sistema di raffreddamento a liquido che tiene a bada la temperatura della CPU. I tubi invece spariscono nella parte superiore del case che sfocia in un'ampia grata che permette al dissipatore di disperdere l'aria calda. Nel bel mezzo, invece, troneggia la massiccia GeForce GTX 1080 Ti e nella parte bassa spicca una copertura in plastica nera, marchiata Predator, che nasconde l'alimentatore, garantendo che lo spettacolo dell'hardware, visibile dalla paratia dotata di finestra potenziato dall'illuminazione massiccia, sia privo di sgradevoli distrazioni. Persino il lettore ottico è nascosto dietro a un pannello basculante mentre le porte frontali sono quasi invisibili per un sistema che punta parecchio sull'estetica. Ciononostante non ci fa mancare Wi-Fi integrata con standard 802.11ac, Bluetooh, ben 10 porte USB 3.1 di cui due di seconda generazione e, cosa decisamente rilevante, potenza in quantità. Al centro del sistema c'è già citato il potente Core i9-7900X, una CPU di fascia estrema equipaggiata con dieci core e venti thread, con 32GB di memoria che possono essere portati fino a 128. Fin troppo, almeno per la configurazione che ci è arrivata, escludendo la GPU che è necessaria per sfruttare a pieno un monitor come il Predator X34. Ma di questo parleremo in seguito.

La recensione dell'ACER Predator Orion 9000

Un contorno di tutto rispetto

Prima di passare ai benchmark spendiamo qualche parola sul Predator 34X, un sontuoso pannello 34 pollici IPS curvo da oltre mille euro che permette di giocare in modalità panoramica con una risoluzione di 3440x1440 pixel. Tra i pregi del lussuoso monitor ACER ci sono il supporto per NVIDIA G-Sync, la capacità di arrivare in overclock a 120Hz e l'immagine fedele fino a quasi tutto l'angolo visuale promesso, tutto arricchito dalla curvatura generosa che, per qualcuno, è un'aggiunta superflua, ma per qualcun altro un fattore determinante per aumentare il grado di coinvolgimento. Universale invece l'importanza del contrasto, che è ottimo, e dei colori, che con il 100% di copertura dello spazio di colore RGB completano un quadro decisamente positivo, corredato da un tempo i di risposta medio di 4ms, ottimo in relazione alla tipologia, e da una qualità costruttiva eccellente. Qualità evidente nel supporto tutto in metallo, dotato anche di maniglia per il trasporto veloce, che include un meccanismo grazie al quale possiamo regolare altezza e angolazione del pannello con una facilità e una fluidità stupefacenti. Senza dubbio abbastanza da consentirci di passare sopra a un menù decisamente scomodo e alle mancanze della connettività di un monitor che in quanto a ingressi video si accontenta di una DisplayPort e di un ingresso HDMI. Non ci fa invece mancare quattro porte USB 3.0 e, a completare il quadro, due altoparlanti stereo da 7 watt, piuttosto deboli ma discretamente fedeli. Va però detto che con un sistema del genere è il caso di prendere in considerazione l'acquisto di satelliti in grado di sfruttarne il chipset Sound BlasterX Pro Gaming, anche se l'utente PC è piuttosto affezionato alle sue cuffie.

La recensione dell'ACER Predator Orion 9000

Ed ecco che il case mette a disposizione un appendicuffie a scomparsa integrato nel case, ulteriore extra che si aggiunge a mouse e tastiera Predator, entrambi dotati di illuminazione LED ma tutti in plastica piuttosto semplici, esclusa la personalizzazione estetica. Parliamo di appena tre tasti extra per il primo e di tasti non meccanici per una tastiera destinata a risultare poco appetibile per gran parte dei giocatori. La dotazione, comunque, è onnicomprensiva e include uno spettacolo di luci e colori di grande impatto. Il gran numero di LED, tutti capaci di brillare di 16.7 milioni di diversi colori, copre buona parte della scheda madre mentre il massiccio case gode di illuminazione dedicata per ognuna delle tre ventole, due delle quali anteriori, oltre a strisce di LED che sottolineano i dettagli frontali del case con serpentine luminose ad alto impatto visivo. Tutto regolabile con il software PredatorSense che ben conosciamo e che permette di overcloccare ulteriormente CPU e GPU in modo intuitivo. Ma la dotazione dell'ORION 9000 include anche un vistoso pulsante, piazzato sulla fronte del massiccio case, che consente di passare alla modalità Turbo con un click che tra l'altro illumina la scritta, aggiungendo un ulteriore vezzo al già vistoso corredo visivo del massiccio desktop ACER. Talvolta il sistema fa qualche capriccio, segnalandoci con ripetuti lampeggiamenti che qualcosa non va, ma dopo qualche tentativo le cose sono sempre andate a posto.

La recensione dell'ACER Predator Orion 9000

La resa dei conti

A questo punto è il momento di parlare di benchmark e lo facciamo partendo dalla CPU che totalizza 5430 punti in CPU-Z grazie ai 10 core 20 thread spinti a un massimo di 4.3GHz. Abbastanza per chiarire che ci troviamo di fronte a una CPU superiore rispetto a quelle comunemente installate nei PC da gioco. Ma un processore di questo tipo, pensato più che altro per l'ambito professionale, ha anche qualche limite. Non a caso, passando al test Cinebench R15, il Core i9-7900K mostra il fianco nel calcolo single-thread che con un picco di 180 punti si pone su un gradino inferiore rispetto a CPU come il Core i7-8700K. Risulta però superiore a quello delle CPU Ryzen e si avvicina ai valori espressi dal Core i7-6700K totalizzando 183 punti in modalità Turbo. Inoltre la potente CPU Intel si prende la rivincita nel calcolo multi-thread con 2186 punti, che lo pongono anche al di sopra delle medie registrate per il processore in questione, toccando quota 2247 punti in modalità Turbo. Non male, anche se sappiamo bene che un Core i9-7900X spinto al massimo può superare abbondantemente quota 2500, ma la potenza di calcolo non manca a prescindere e la si vede anche in Time Spy con 9471 punti che non sono niente male considerando che parliamo di frequenze stock. La modalità Turbo permette alla CPU di spingersi fino a quota 9520 punti, ma per ottenere risultati sensibilmente superiori è necessario spingere le frequenze dell'intero sistema, a partire dalla GPU. E non è detto che ne abbia la necessità considerando che l'Orion 9000 è capace di far girare The Witcher 3: Wild Hunt a circa 90fps in risoluzione 3440x1440, con la tecnologia Haiworks attiva e potenziata dal relativo antialiasing dedicato.

La recensione dell'ACER Predator Orion 9000

Lo spettacolo, manco a dirlo, è sontuoso e lo stesso si può dire per quanto riguarda DOOM che viaggia a circa 120fps di media nel bel mezzo dell'azione, ovviamente in modalità ultra, esaltando i pregi della configurazione hardware e del pannello che la accompagna. Tra l'altro non abbiamo rilevato sussulti da parte delle ventole anche se queste si fanno sentire costantemente e diventano rumorose quando la CPU si scalda. Ma questo, per fortuna, non capita molto spesso. La temperatura in idle è di appena 23 gradi e non supera i 58 sotto stress sottolineando, vista la tendenza del Core i9-7900X a produrre abbastanza calore, un ottimo funzionamento del dissipatore a liquido. E giocando a The Witcher il processore, che può essere senza dubbio spinto verso frequenze decisamente superiori, gira intorno ai 36 gradi, mentre a scaldarsi è la GPU che tocca quota 80 gradi, anche nel caso di DOOM. Siamo entro i limiti di guardia, ma visto il gran flusso d'aria del case ci saremmo aspettati qualcosa in meno, soprattutto considerando che parliamo di un PC pensato per poter ospitare quattro schede video di fascia estrema. Ed è con queste che avrebbe senso l'utilizzo di una CPU di fascia estrema che, pur garantendo longevità e un'esperienza di gioco eccellente in risoluzione 3440x1440, risulta al contempo sproporzionata e limitante con una sola GTX 1080 Ti. Per sfruttare a pieno quest'ultima sono sufficienti processori meno costosi, tra l'altro capaci di esprimere framerate superiori in diverse situazioni. Per questo consigliamo l'Orion 9000 solo a chi pensa di scegliere un'opzione con più GPU o deve rispondere a necessità specifiche in termini di potenza di calcolo, magari in funzione di programmi grafici e multitasking. Tutto questo tenendo conto che la spinta all'acquisto, magari di una configurazione meno esosa, potrebbe derivare anche dall'impellente necessità di possedere un PC che si fa senza dubbio notare grazie all'aspetto estetico, alle innegabili comodità che offre e allo spettacolo di luci che lo accompagna.

Conclusioni

L'ACER Predator Orion 9000 è una vera bestia pensata per chi vuole combinare potenza, espandibilità e un look a dir poco vistoso. Ed è solo puntando a tutti questi elementi che può avere senso acquistare un sistema che rischia di risultare piuttosto costoso, benché corredato da un case spettacolare per accessibilità e illuminazione.

PRO

  • Potente e costruito per essere espandibile
  • Spazioso, accessibile e robusto
  • Uno spettacolo di luci e colori

CONTRO

  • Pesante e adatto solo a chi ha specifiche necessità
  • Per sfruttare al massimo una singola GTX 1080 Ti bastano CPU meno costose
  • Il prezzo rischia di essere troppo elevato, soprattutto nell'ottica di un PC da gioco