A un anno dal debutto di Temple of Spikes su Android, i ragazzi di Tigrido hanno pensato che quel concept fosse meritevole di essere rivisitato attraverso un sostanziale arricchimento, sia sul fronte del gameplay che della struttura. Ecco dunque approdare su iOS e Steam una nuova versione del gioco (accompagnata dal sottotitolo "The Legend" su App Store per differenziarla dall'originale), con una base narrativa a condire una formula che rimane immancabilmente votata all'hardcore, caratterizzata da una sequenza di sfide man mano più complesse da affrontare nell'ottica di una campagna composta da trenta livelli. Protagonista dell'avventura è un giovane cacciatore di tesori, che un giorno scopre l'esistenza di antiche e misteriose rovine nel mezzo di un'intricata giungla e decide di indagare.
All'interno del tempio sono nascosti incredibili tesori, ma conquistarli e uscirne vivi non sarà affatto facile, visto l'approccio che gli sviluppatori hanno scelto per questa esperienza. Sì, ci sono alcuni "aiuti" da non sottovalutare, in primo luogo la possibilità di spendere poche delle monete d'oro raccolte per salvare la propria posizione a un checkpoint, evitando così di dover ripetere l'intero livello da capo al game over, ma in linea di massima Temple of Spikes si pone come un titolo davvero ostico, in cui tempismo e precisione sono fondamentali. C'è un unico problema: i controlli touch, per quanto personalizzabili, non riescono a garantire l'affidabilità necessaria in più di un'occasione, "inceppandosi" nell'istante sbagliato e provocando dunque tantissime, frustranti morti ingiuste. La salvezza arriva dal supporto per i controller MFi, ma quanti utenti ne possiedono uno?
Fra trappole e spuntoni
La connotazione dei livelli di Temple of Spikes va di pari passo con l'esigenza di un'esperienza mobile, da tirare fuori in qualsiasi occasione quando si ha un minuto libero, magari per provare ancora una volta quella missione che proprio non riusciamo a completare. Generalmente la prima fase è di semplice esplorazione, dopodiché si accede a una delle porte del santuario e si finisce prima a raccogliere monete d'oro, poi a risolvere veri e propri puzzle nella forma di trappole di vario genere. Quelle che si presentano più spesso, in diverse varianti, rappresentavano l'ossatura della versione originale del gioco: pezzi di pavimento o di pareti che si staccano e cominciano a muoversi rapidamente verso la direzione opposta, minacciando di schiacciarci o di ferirci con eventuali spuntoni.
Di fronte a queste situazioni bisogna muoversi molto rapidamente, ma allo stesso tempo avere la prontezza di individuare di volta in volta il mattone giusto su cui atterrare, così da non perdere uno dei cuoricini che rappresentano la nostra barra della salute. In caso di errore è possibile sfruttare alcune possibilità di riavvolgere il tempo o di rallentarlo, pratica quest'ultima indispensabile in presenza di minacce mobili, che si palesano nella forma di letali blocchi acuminati. In molte occasioni si è costretti a spiccare balzi di prima intenzione, "scalare" determinate superfici (sempre grazie alla pressione del salto) e affidarsi immancabilmente alla fortuna perché le nostre azioni sfocino in un epilogo felice.
Come detto, però, giocando con i controlli touch è davvero difficile che ciò accada: i maniaci delle grandi sfide potrebbero esaltarsi di fronte all'esperienza proposta da Temple of Spikes, ma i videogiocatori più saggi e ugualmente affascinati dal titolo di Tigrido opteranno per i controlli fisici o ripiegheranno direttamente per la versione Steam, che costa qualcosina in più (9,99 euro contro i 6,99 dell'edizione iOS) ma offre senz'altro un'interfaccia più affidabile, meno incline a farci gridare improperi verso lo schermo a ogni tentativo fallito. La natura così controversa del gioco, che in effetti sceglie di caratterizzarsi in maniera forte proprio attraverso questo approccio hardcore spietato, viene accompagnata da un comparto tecnico molto gradevole, in stile retrò, che richiama "fintamente" le produzioni dell'epoca 8 bit ma allo stesso tempo attinge in modo importante a un'effettistica e a una palette di colori avanzate.
Conclusioni
Temple of Spikes: The Legend è un platform dall'approccio spietatamente hardcore, caratterizzato da una struttura fatta di livelli brevi ma intensi, che propongono di volta in volta sfide differenti. Troveremo ad aspettarci pavimenti mobili, spuntoni, trappole di vario genere e altri tipi di insidie, da superare affidandoci a un tempismo e a una precisione che purtroppo i controlli touch, per quanto regolabili, difficilmente saranno in grado di garantire. Il supporto ai controller MFi diventa dunque un tratto fondamentale della produzione targata Tigrido, sebbene tale aspetto finisca per trasformare il gioco in un'esperienza un po' di nicchia, pensata per chi non si arrende facilmente ed è anche disposto a pagare un prezzo un po' al di sopra della media.
PRO
- Una sfida senz'altro affascinante
- Bella grafica in stile retrò
- Campagna discretamente lunga...
CONTRO
- ...ma davvero, davvero difficile
- Controlli touch inaffidabili
- Il prezzo è forse un po' alto