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Sotto la roccia, niente

Doveva essere una missione semplice: atterrare, piazzare le cariche nucleari sul meteorite e poi tutti a casa. Invece, non siamo mai stati così lontani da casa come adesso.

RECENSIONE di Andrea Rubbini   —   22/07/2009

Forse "niente" non è la parola giusta. Certo, il meteorite è cavo, ma solo perché non è un meteorite: è un'astronave aliena. Oltretutto, anche se non è più in rotta di collisione con la Terra, si dirige verso un pianeta sconosciuto. E noi con lui. Tutto iniziò con un allarme divulgato dalla NASA, che aveva intercettato un corpo celeste diretto verso il nostro pianeta, con una probabilità di collisione del 99%. Fu quindi allestita una squadra che piazzasse delle cariche nucleari sul meteorite per deviarne la traiettoria. Il destino di quel gruppo è ora incerto. A capo della spedizione c'è Boston Low, un militare, affiancato dal geologo Ludger Brink, dalla giornalista Maggie Robbins e da una coppia di astronauti, Ken Borden e Cora Miles.

Sotto la roccia, niente

Ma chi ha voluto tutto questo? Il regista occulto della spedizione è Steven Spielberg, che voleva fare di questa storia un film, ma che di fronte alle difficoltà economiche, ha chiesto alla LucasArts di realizzarne un videogioco. Correva l'anno 1993, e a capo del progetto fu messo Brian Moriarty, lo stesso di Loom. Brian era l'autore, tra le altre cose, di tre avventure testuali targate Infocom, tra le quali Beyond Zork: The Coconut of Quendor, e rimase una figura centrale di quei primi anni di sviluppo delle avventure. Il suo stile dettò una direzione precisa al progetto, che inizialmente ebbe una sceneggiatura a tinte fosche, ricca di scene cruente. Questo al principio però, perché in seguito Brian lasciò il team, forse per incomprensioni interne. Prese il suo posto l'altrettanto capace Sean Clark, che smussò le punte ruvide di Moriarty, modificò in parte la trama, e accompagnò The Dig alla sua uscita nei negozi, avvenuta due anni dopo nel 1995.

Curiosità

LucasArts ha deciso di rendere disponibili su Steam le sue glorie del passate, dando a tutti la possibilità di giocare ancora, o per la prima volta, diversi videogiochi che hanno fatto la storia. Multiplayer.it ha scelto per voi i migliori, e vi presenta ora The Dig.

Non è un pianeta per vecchi

Uscendo anni più tardi, The Dig poteva sembrare superato dal punto di vista grafico, ma sottostimarlo, per chi lo fece, fu un errore, perché si rivelò una delle migliori avventure degli anni '90. Rispetto alle produzioni precedenti della Lucas, introduce inoltre alcune novità. L'interfaccia SCUUM è ora priva di verbi, e gli oggetti raccolti si possono solo combinare tra loro o con gli elementi dei fondali. Questa impostazione ha resistito fino ai nostri giorni, semplificata e rifinita, ma identica nella sostanza. Gli enigmi restano impegnativi, soprattutto nella seconda metà del gioco, e se non avete mai dovuto dare la caccia ai pixel sensibili sullo schermo, preparatevi a dover sondare i fondali con precisione certosina.

Sotto la roccia, niente

Non per voler difendere le vecchie avventure a tutti i costi, ma l'emozione provata nel rinvenire un nuovo elemento dopo ore disperate di ricerche, ripaga degli sforzi fatti. Per quanto riguarda l'atmosfera invece, The Dig si allontana dalla goliardia di Monkey Island e dalle battute irriverenti di Indiana Jones: c'è un'aria pesante nel gioco, che comincia con l'apertura dello shuttle in prossimità del meteorite e si diffonde per tutta la durata dell'esplorazione sul pianeta alieno. Le battute dure dei protagonisti e la tensione opprimente di alcuni passaggi ne fanno un gioco insolito per gli standard della Lucas (quasi quanto Loom), che si accompagna bene con le musiche di Michael Land, qui alle prese perfino con Wagner. Se vi ricordate, questo compositore è anche autore della colonna sonora di The secret of Monkey Island, divenuta poi leggendaria tra i giocatori. The Dig è un rimescolio di inquietudini, sia sul fronte della realizzazione che su quello della narrazione. E forse le due cose sono andate di pari passo. In sostanza, si tratta di un capitolo imperdibile della storia del videogioco, un'avventura dai toni seri che non sfigura con il passare degli anni. L'unico problema è rappresentato dal fatto che la versione disponibile su Steam è interamente in inglese. Ma se questo non vi spaventa, perché siete ancora lì a leggere?

Conclusioni

Multiplayer.it
9.0
Lettori (55)
9.4
Il tuo voto

Eccoci al commento, il momento delle lodi. Sono scontate? Certo, perché LucasArts, in questo mese di luglio, ha giocato il suo poker d'assi: il meglio della propria produzione degli anni '90. In realtà, ci sarebbero ancora alcune perle da ripescare nel decennio precedente, ma per il momento teniamole da parte. Facciamo invece tutta la strada a ritroso fino al 1995, nel corso del quale incontriamo The Dig. Quest'avventura, tanto voluta da Steven Spielberg, ci proietta nello spazio nero, sia per l'assenza di luce che per i toni seri e foschi che tingono la narrazione. Ogni tanto si fanno delle battute, ma solo per sopportare la tensione, che raggiunge picchi insoliti per un'avventura della Lucas. Sebbene la sua genesi travagliata l'abbia fatta passare in sordina rispetto alle altre produzioni, The Dig rimane uno dei titoli migliori della software house, e una delle avventure preferite da molti utenti.

PRO

  • Sceneggiatura impeccabile e adulta
  • Tutto congiura per metterci tensione

CONTRO

  • Interamente in inglese

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
  • RAM: 2 GB
  • Scheda video: GeForce 8800 GT
  • Sistema operativo: Windows Vista

Requisiti minimi

  • Sistema Operativo: Windows XP / Vista
  • Processore: Qualunque PC del 2002 o superiore
  • RAM: 32 MB
  • Scheda video: Scheda Grafica PCI 2 MB
  • DirectX: Versione 9.0c o superiore
  • Scheda audio: 16 bit