Dopo aver inaugurato, nello scorso mese di luglio - qui la nostra prova - la serie gaming station con il fortunato GT660, il produttore taiwanese MSI ha deciso di aggiornare il proprio modello di punta con le nuove soluzioni di Intel e Nvidia. Come redazione di Multiplayer.it abbiamo avuto in anteprima la possibilità di mettere le mani su un sample del prossimo MSI GT680, in cui dovrebbero essere confermate le stesse caratteristiche tecniche ad eccezione del pannello: quello con cui era equipaggiato il modello in nostro possesso era limitato alla risoluzione di 1360x768, mentre fonti ufficiali ci hanno fatto sapere che la versione retail sarà dotata di un FullHD. Questo tuttavia ci permette di fare dei confronti diretti con il predecessore, per vedere quanto siano aumentate le prestazioni di CPU e GPU.
Finalmente Sandy Bridge
Non è davvero possibile iniziare a parlare del notebook di MSI se non partendo dall'attesissima nuova architettura di Intel, Huron River, che sostituisce la precedente piattaforma Calpella. Oltre all'adozione dei processori Sandy Bridge, l'ecosistema prevede un innalzamento delle frequenze delle memorie RAM (il supporto arriva sino alle DDR3 a 1600 Mhz) e l'adeguamento alla revisione 1.4 dell'uscita HDMI.
La vera star è comunque la CPU Core: è importante notare come la nomenclatura commerciale dei prodotti della società di Santa Clara non sia stata cambiata, pertanto i modelli di punta continueranno ad appartenere alla famiglia i7, seguiti dagli i5 - destinati alla fascia mainstream - e dall'unico (al momento, nell'ambito mobile) i3, dedicato ad un'utenza attenta al budget. Con questa nuova generazione di processori Intel passa alla fase tock di sviluppo della tecnologia, ossia all'adozione di una nuova microarchitettura dopo aver effettuato la fase tick, che consiste nella riduzione del processo produttivo, all'inizio dello scorso anno con le CPU appartenenti alle famiglie Gulftown/Clarkdale/Arrandale. Un ulteriore step evolutivo è previsto per la fine del 2011 con l'arrivo di Ivy Bridge, i futuri chip a 22 nanometri. Le novità introdotte da Intel con Sandy Bridge sono veramente tante, e vale sicuramente la pena di approfondire quelle principali, che caratterizzano sia i processori desktop che le controparti mobile.
Una grafica realmente integrata
La più importante è la vera "fusione" della CPU con la GPU: se già con Westmere avevamo visto un primo tentativo di perseguire questa strada, con la presenza però di due die sullo stesso package, Sandy Bridge unifica in un tutt'uno CPU e GPU, con la conseguenza che anche quest'ultima ha accesso diretto alla cache di terzo livello. Ci sono due versioni del chip grafico: l'HD 3000 che viene presentato solo sui modelli desktop "di punta" (quelli con il suffisso K, ossia con il moltiplicatore sbloccato) e su tutti i modelli mobile, l'HD 2000 invece è destinato ai rimanenti 12 esemplari per postazioni fisse; entrambe supportano la versione 10.1 delle API DirectX.
Le differenze risiedono, oltre che nelle frequenze operative, nella quantità di EU (codice con cui Intel indica gli stream processor): 12 per la 3000, la metà per la sorella minore. Si tratta ovviamente di soluzioni ancora del tutto inadeguate per l'utilizzo ludico: sia sufficiente dare una scorsa ai benchmark di Tom's Hardware per capire come anche un'umile Radeon 5500 riesca a segnare un frame rate doppio (a basso livello grafico) a World Of WarCraft, ma è altrettanto interessante notare, nei test di Guru3D, come questa nuova versione dell'IGP ottenga in 3DMark 06 un punteggio addirittura quadruplo rispetto a quello equipaggiato sul Core i5 660. Intel quindi si sta muovendo verso la giusta direzione, e la nuova grafica integrata sembra essere davvero interessante soprattutto in un ambito HTPC, visto che se la cava benissimo con la riproduzioni di flussi video ad alta definizione; resta perciò da biasimare la decisione della società californiana di dotare (nell'ambito desktop) solamente i processori destinati agli amanti dell'overclock della GPU più potente, dal momento in cui questa tipologia di utenza si servirà, nella maggioranza dei casi, di soluzioni dedicate.
Turbo Boost 2.0, AVX e Quick Sync Technolgy
Anche il Turbo Boost, introdotto con Nehalem, è stato oggetto di ottimizzazione. L'idea che ne sta alla base è che non tutti gli applicativi sfruttino contemporaneamente tutti i core del processore: pertanto, avendo a disposizione ad esempio un TDP di 95W per un'unità con quattro core, ma utilizzandone realmente solo uno, la CPU può aumentare il clock di quel singolo core fino a toccare il limite del TDP. Il Turbo Boost 2.0 non permette di abbattere questa soglia, fa "semplicemente" un uso migliore dei sensori di temperatura. Nella generazione precedente si presumeva che al raggiungimento del limite di consumo si toccassero anche le massime temperature per i core, cosa che nella realtà non accade: pertanto adesso i core possono superare la soglia di consumo energetico per mantenere più a lungo una maggiore frequenza.
Bisogna comunque fidarsi delle parole di Intel, che indica un incremento medio delle frequenze del 20%, visto che non ci sono dei test che permettano di verificare la bontà di questa soluzione, mentre è doveroso evidenziare che tale tecnologia viene applicata anche al sottosistema grafico, che può quindi a sua volta essere oggetto di overclock controllato. Sandy Bridge è inoltre la prima CPU (sarà seguita da Bulldozer di AMD) ad essere equipaggiata con il set di istruzioni Advanced Vector eXtension che consentono, grazie all'introduzione di vettori a 256 bit, di migliorare i calcoli in virgola mobile. I più diretti beneficiari delle AVX sono soprattutto gli applicativi di progettazione e calcolo finanziario, anche se Intel sta spingendo affinché vengano estesi ad altri campi. Altra novità portata in dote dalla nuova architettura è il Quick Sync Video, un'ulteriore feature che permette di accelerare il processo di codifica video. La bontà di tale tecnologia viene subito alla luce utilizzando la suite Cyberlink Media Show Espresso (una delle poche attualmente in grado di supportarla), in cui Sandy Bridge si rivela non solo infinitamente più veloce dei suoi predecessori presi "singolarmente", ma persino delle soluzioni che fanno affidamento sull'aiuto della GPU esterna. I test condotti da Tom's Hardware e Anandtech lasciano letteralmente esterrefatti: per convertire quattro minuti dal formato sorgente 1080p alla risoluzione di 1024x768 (utilizzata negli schermi degli iPad) al Core i7 2600K di casa Intel sono stati sufficienti appena 22 secondi, mentre la GeForce GTX 570 ne ha richiesti addirittura il quadruplo! I risultati ottenuti da Anandtech non sono così eclatanti, ma comunque significativi: chi desidera convertire un blu-ray disc alla risoluzione nativa dell'iPhone 4 impiegherà comunque la metà del tempo utilizzando la CPU 2500K rispetto a chi si affiderà alla GeForce GTX 460. Un dettaglio molto importante da sottolineare è che questa feature è utilizzabile solo abilitando la grafica integrata.
Core i7 Mobile
Il cuore pulsante dell'MSI GT680 è il Core i7 2630QM, caratterizzato dalla presenza di quattro core fisici (che raddoppiano grazie alla tecnologia proprietaria Hyper-Threading) e da una frequenza di base settata a 2 Ghz, con la possibilità di raggiungere i 2,9 Ghz nella modalità Turbo Boost. Il TDP, così come per Clarksfield, è di 45 Watt, e sono rimaste identiche la quantità di cache di primo, secondo e terzo livello (32 Kbyte per core per i primi due, 6 Mbyte condivisa per il terzo). Il chipset è l'HM67, e non presenta novità di rilievo rispetto a quello già esaminato la scorsa estate (il PM55). Ricordiamo che con Sandy Bridge Intel ha deciso di non supportare nativamente le porte USB 3.0 (quelle presenti sul GT680 sono governate da un controller di terze parti) e che l'adozione dello standard HDMI 1.4 consente la visualizzazione di contenuti stereoscopici (è però necessario collegare il portatile ad un monitor esterno che supporti questa funzionalità). Davvero generosa la dotazione di memoria: l'esemplare in prova era dotato di ben 16 Gbyte di DDR3 a 1333 Mhz (ma saranno 8 nella versione definitiva), mentre per le memorie di massa MSI ha deciso di confermare la configurazione Raid0 già elogiata nel precedente GT660, in cui l'array è composto da due dischi da 500 Gbyte con un regime di rotazione di 7200 rpm.
Nvidia alla grafica
Il sistema grafico è affidato alla GPU GeForce GTX 460M, equipaggiata con la versione 106 del chip Fermi.
Con la serie 400 Nvidia ha finalmente abbandonato la veneranda architettura G92b, culminata con la GeForce GTX 285M presente sul GT660, per adottare la nuova tecnologia Fermi: il processo produttivo è passato dai 55 a 40nm, e questo ha permesso agli ingegneri californiani di aumentare le frequenze di GPU (675 Mhz) e memorie (1250 Mhz) di rispettivamente 100 e 200 Mhz rispetto al top di gamma precedente; l'ampiezza del bus è diminuita da 256 a 192 bit, ma la riduzione è stata compensata dall'utilizzo della veloce GDDR-5, sul cui quantitativo MSI non ha lesinato, visto che ci sono addirittura 1,5 Gbyte di memoria video dedicata. Aumentato del 50% sia il numero di shader (da 128 a 192) che di ROPs (ora sono 24). Pur non trattandosi dell'offerta di Nvdia più potente in assoluto (il primato spetta alla GeForce GTX 480M), riteniamo adeguata la scelta del produttore taiwanese che mantiene bilanciato il notebook, garantendo comunque prestazioni di prima fascia anche nella resa grafica, visto che questa soluzione permette all'azienda verde di rivaleggiare direttamente con l'ammiraglia di casa AMD, la Mobility Radeon HD5870, con la quale si alterna in termini velocistici, a seconda dell'applicazione utilizzata.
Il notebook
Ad occhio nudo è quasi impossibile cogliere delle differenze tra l'MSI GT680 e il predecessore 660: MSI propone un notebook esteticamente in tutto e per tutto identico al capostipite della serie gaming. È possibile avvertire invece le migliorie apportate sul neonato già al primo contatto: facendo tesoro delle osservazioni mosse dai critici su alcune finiture, si denotano una maggiore robustezza e solidità costruttiva. In particolare alcune parti del notebook risultavano flessibili in caso di pressione da parte dell'utilizzatore: la cosa, benché non creasse alcun problema alla macchina, risultava poco piacevole, soprattutto in considerazione della fascia d'utenza a cui era rivolto il prodotto.
Nel GT680 le parti incriminate, la zona sopra la tastiera con i tasti a sfioro, e la parte bassa del monitor, sono state irrobustite e corrette eliminando completamente il problema senza però variare minimamente l'estetica finale. Del tutto invariati anche peso e dimensioni (3,5 kg con la batteria da 9 celle per una larghezza di 395,6 mm, una lunghezza di 267,3 mm e una profondità di 55,2 mm da chiuso), come pure la colorazione dove prevale il nero lucido per far risaltare maggiormente i led rossi presenti ai lati. Il monitor da 15 pollici è protetto da un coperchio sagomato dove risalta il logo dell'azienda di Taiwan illuminato dalle lampade a led dello schermo. Sotto, la tastiera mantiene la struttura precedente ad isola con i tasti WASD evidenziati in rosso. Anche in questo caso si rileva il lavoro dei tecnici MSI, intervenuti per renderla ancora più salda e reattiva. Il touchpad è stato "upgradato" con la tecnologia multi-touch, che consente ora di rilevare più punti di pressione, anche se il suo utilizzo è limitato alle semplici sessioni di lavoro home/office e alla navigazione online. Rimangono invariate la disposizione delle 3 porte USB sul lato sinistro, di cui due di tipo USB 3.0, e del card-reader, così come il posizionamento nella parte posteriore dell'uscita VGA, della porta e-Sata, di quella ethernet e del connettore HDMI. Anche il lato destro è rimasto identico, mantenendo la posizione dell'unità ottica alla quale seguono poi un'altra porta USB di tipo 2.0 e i quattro jack. L'eccellenza raggiunta nel comparto audio con gli speaker Dynaudio equipaggiati sul GT660, è stata ulteriormente impreziosita dalle prestigiose certificazioni DTS e THX. L'esperienza multimediale viene completata dalla presenza del lettore blu-ray che permette di godere appieno del pannello FullHD retroilluminato a led; l'unità ottica è ovviamente in grado di masterizzare CD e DVD di tutti i formati. Presenti naturalmente le tecnologie proprietarie MSI, a partire dall'Eco Engine, che permette di selezionare diversi profili di utilizzo della batteria per preservarne l'autonomia, passando per il Cooler Booster, che aumenta la velocità di rotazione per diminuire le temperature del sistema (fortunatamente non si sente mai il bisogno di attivarlo). Il Turbo Drive Engine, che esegue l'overclock in simultanea su CPU, GPU e RAM si trova a meraviglia con la tecnologia Sandy Bridge, tanto da permettere un incremento medio dei risultati di circa il 10%.
Banco di prova
Naturalmente le aspettative createsi attorno a questo prodotto erano davvero molto elevate. Abbiamo deciso di utilizzare gli stessi software della recensione del precedente modello, per meglio comprendere l'incremento prestazionale offerto dal nuovo hardware di Intel e Nvidia, aiutati in questo, come scritto all'inizio, anche dalla stessa risoluzione del pannello.
Batman: Arkham Asylum
Il titolo di Rocksteady, che utilizza la terza versione del motore di Unreal, era tra i più leggeri della prova, ciononostante ha restituito dei valori significativi: mentre il GT660 aveva raggiunto, con il massimo livello di dettaglio e PhysX attivato, ma senza l'abilitazione dei filtri, un frame rate medio poco superiore ai 50 fotogrammi per secondo, il modello in esame ha toccato stabilmente i 70 fps, registrando un aumento vicino al 40%, e dimostrandosi pertanto adeguato all'alta risoluzione della versione retail, con tanto di filtri attivi.
Battlefield: Bad Company 2
Già il modello preso in esame nel luglio scorso aveva sfoggiato un buon frame rate con il campione d'incassi di DICE, mantenendosi attorno ai 35 punti con tutti i dettagli al massimo (AA 2X compreso). La nuova accoppiata Intel/Nvidia permette al GT680 di essere più rapido di circa il 30% rispetto al predecessore, confermando di non temere risoluzioni più elevate.
Just Cause 2
Il motore Avalanche 2.0 che muove il sand-box di Eidos si era dimostrato poco gradito al GT660, che aveva fatto registrare dei frame rate sufficienti solo a patto di scendere a compromessi col dettaglio grafico. Questo non succede con il GT680, il cui aumento medio, in termini di performance, viene ribadito anche in questa circostanza.
Crysis
Non poteva mancare la pietra miliare per ogni hardware, lo sparatutto in prima persona di Crytek che ha da poco festeggiato le tre primavere. Buone notizie anche su questo fronte: il frame rate medio è di 45 fps (con filtri anisotropico e anti-aliasing disattivati), quindi il notebook risulta sufficientemente agile da supportarlo anche in alta definizione.
Considerazioni finali
Con questo notebook MSI continua a convincere: il GT680 infatti, oltre ad offrire il meglio delle nuove tecnologie Intel e Nvidia, è corredato da una serie di feature proprietarie, tra cui spiccano soprattutto l'impianto audio e l'ottimo TDE+, che ne rappresentano un valore aggiunto importante. Confrontando poi il portatile con il modello precedente, il GT660, è evidente come vi sia un forte aumento delle performance, facendone un prodotto interessante anche per chi possiede sistemi non eccessivamente datati. L'MSI GT680 sarà disponibile a partire dalla fine di gennaio, e sarà equipaggiato con Windows 7 Home Premium; in bundle ci saranno zaino, mouse laser e il gioco Assassin's Creed 2. Il prezzo sarà reso noto solo al momento del lancio, ma dovrebbe ricalcare quello del predecessore, attestandosi poco sotto i 2.000 euro iva inclusa.