Dopo anni a strimpellare ad ogni occasione buona, dopo aver assistito all'evoluzione del genere, prima sotto forma di progetti dai cataloghi sempre più ampi, poi con l'implementazione di sempre più strumenti, il genere dei rhythm game è stato quasi completamente fagocitato dall'oblio. Qualcosa di simile è accaduto ai Toys to Life: non esisteva bambino senza almeno una statuetta degli Skylanders, non esisteva publisher che non volesse investire in questo settore e poi, dall'oggi al domani, quasi si fossero messi tutti d'accordo, non se ne è più parlato e i negozi sono rimasti con quintali di plastica invenduta. Certi amori, tuttavia, difficilmente appassiscono completamente. O vengono eradicati da un'intera generazione a cui la voglia di esibirsi in una schitarrata a caccia del punteggio perfetto, un po' per nostalgia, un po' per inclinazione personale, non gli è mai passata del tutto.
Eppure, si sa, il tempo è spietato. L'ultima chitarra comprata in bundle con un Guitar Hero o un Rock Band, che ha come minimo dieci anni, scricchiola alla minima sollecitazione e sembra sul punto di cedere totalmente. Il mercato del retrogaming è ormai una bolla speculativa, pronta ad assorbire centinaia di euro per una periferica originale. Come fare, dunque, per continuare ad alimentare la passione per un genere che continua a vivere sottotraccia?
PDP, azienda di periferiche attiva dall'ormai lontano 1990, oltre a proporre un ricco catalogo fatto di pad e cuffie, ha introdotto da più di un anno la RIFFMASTER. Disponibile in due versioni, una compatibile con PlayStation 4 e PlayStation 5, l'altra con Xbox Series, Xbox One e PC, questa chitarra è stata concepita per essere utilizzata in Rock Band 4 e Fortnite Festival. Non senza qualche accortezza, cioè smanettando un po', è possibile anche sfruttarla per giocare a CloneHero, ma non ci sono altri software con cui potrete utilizzarla ad accezione di questo terzetto. Vale dunque la pena sborsare la bellezza di 150€ circa per una periferica di per sé anacronistica, compatibile ufficialmente solo con due giochi, di cui uno tra l'altro, ovvero Rock Band 4, è stato pubblicato nell'ormai lontanissimo 2015?
Accessoriata, solida, dall'ottima autonomia
Nella scatola in cui è contenuta la periferica, oltre alla chitarra troverete la tracolla, per consentirvi di suonare senza il rischio di farla cadere a terra, un cavo USB-C, per la ricarica della batteria, e il dongle che consente il collegamento wireless con console e PC. Dotazione minima e standard, che tuttavia include tutto il necessario per iniziare ad utilizzare immediatamente la Riffmaster.
A questo proposito, qualunque sia la piattaforma di riferimento, l'individuazione della periferica è fulminea. È sufficiente collegare il dongle ad una presa USB, attivare la periferica tramite il pulsante dedicato e il gioco è fatto. Nessun software esterno, nessuna difficoltà, nessun inceppo, grazie anche alla connessione a 2,4GHz che consente al dispositivo di inviare input al software con precisione e la tempestività richiesta durante assoli più complessi.
Le sensazioni positive iniziano a palesarsi non appena si estrae la Riffmaster dalla scatola. Si apprezza, immediatamente, il manico capace di ripiegarsi sul corpo della chitarra che riduce enormemente l'ingombro del dispositivo, che da 85 centimetri di lunghezza si ridimensiona ad appena 42 centimetri, rendendone più semplice il trasporto. Il meccanismo di blocco e sblocco, posto sulla parte posteriore alla base del manico, evita il movimento involontario, senza alcuna ricaduta sulla globale sensazione di solidità espressa dalla periferica. Nonostante l'intero chassis sia interamente in plastica, il che conferisce tra l'altro un peso davvero contenuto, appena sopra il chilo, al tatto non si percepisce alcuna deformazione, né si avvertono scricchiolii di alcuna natura, se non nella zona intorno alla mascherina del corpo centrale.
Esteticamente la RIFFMASTER non compete per stile con la Jaguar, altro prodotto di PDP, ma la sua forma è sufficientemente ispirata oltre che ergonomica, mentre la superficie liscia e lucida, dona un certo stile all'oggetto. Di contro, tuttavia, va annotato che il materiale scelto è un autentico magnete per lo sporco. Appoggiando le dita sulla superficie del corpo del dispositivo si lasciano inevitabilmente delle impronte e sono bastati pochi utilizzi per individuare i primi graffi sulla superficie. I maniaci della pulizia, insomma, faticheranno e non poco ad entrare in sintonia con la periferica da questo punto di vista.
Una chicca interessante la si scopre non appena si individuano le cerniere per rimuovere la mascherina centrale di colore grigio scuro. I più creativi, una volta smontata, potranno eventualmente personalizzarla verniciandola del colore o con la fantasia che più preferiscono. Tutti gli altri, invece, scopriranno una comoda cavità in cui inserire il dongle, così da non correre mai il rischio di perderlo da qualche parte.
Sempre relativamente al form factor, il layout scelto da PDP per la tastiera non poteva che essere quello di Rock Band. I tasti sono incassati nel manico stesso, a tutto vantaggio dell'estrema silenziosità della periferica, ma ciò potrebbe causare un iniziale disorientamento in chi è cresciuto con le chitarre di Guitar Hero e i pulsanti in aggetto sulla parte frontale del manico. Sulle prime, difatti, è effettivamente difficile individuare l'esatta posizione dei tasti affidandosi unicamente al tatto, ma è tutta questione di pratica e, dopo qualche partita non proprio esaltante, la memoria muscolare inizierà a carburare, consentendovi di azzeccare ogni nota senza grossi problemi.
Più vicino al corpo della chitarra è presente una seconda tastiera, utilizzata per lo più durante gli assoli, che si comporta in maniera totalmente simile all'altra, anche per quanto riguarda il feedback sonoro e tattile alla pressione dei singoli tasti. Qualcuno potrà lamentare l'assenza di un più chiaro click a fine corsa, ma la silenziosità del dispositivo renderà ogni sessione più sopportabile anche per eventuali vicini e coinquilini. Anche la strum bar risponde a questo concetto di bassa rumorosità, sebbene il meccanismo più fluido e morbido rispetto alle vecchie chitarre possa effettivamente causare qualche piccolo errore, visto che in alcuni casi si fatica a comprendere quando si è a fine corsa.
A completare il quadro dei pulsanti presenti sulla periferica vanno elencati il tremolo, una croce direzionale, il pulsante share, lo start e quello che richiama il menù di sistema, con il simbolo PlayStation o Xbox a seconda della versione acquistata. La chitarra, tuttavia, propone un'altra chicca, specificatamente pensata per Fortnite Festival. Se il D-Pad e i tasti sul manico sono più che sufficienti per muoversi nei menù, proprio alla base della paletta, nella parte posteriore, è letteralmente incastonato uno stick analogico. Questo vi tornerà utile per muovervi nell'hub del gioco di Epic Games, in attesa di iniziare l'esibizione vera e propria. Purtroppo, tuttavia, non tutti i comandi sono stati adattati per essere eseguiti affidandosi esclusivamente alla RIFFMASTER. Per richiamare le emoji, difatti, dovrete forzatamente utilizzare un pad, o mouse e tastiera su PC. Ad esclusione di questo dettaglio, fortunatamente, la periferica di PDP sarà più che sufficiente per gestire ogni azione sullo schermo sia nei giochi supportati, sia nel sistema operativo di PlayStation e Xbox.
Parlando di hardware, infine, bisogna assolutamente citare l'ingresso jack da 3.5 mm posto nella parte laterale e bassa del corpo della chitarra. Basta inserire il cavo e tutto l'audio di gioco passerà automaticamente alle cuffie, permettendovi di giocare anche a notte fonda senza disturbare nessuno. Con il D-Pad e un altro pulsante deputato al compito, tra l'altro, potrete gestire il volume molto facilmente.
All'atto pratico, la Riffmaster conferma tutte le buone sensazioni trasmesse a console spenta. L'abbiamo stressata a lungo sia con Rock Band 4 che con Fortnite Festival, scoprendoci piuttosto arrugginiti nell'esibizione dei vari brani, ma ottimamente supportati da una periferica reattiva, leggera, ergonomica. Sia in piedi che seduti, nonostante sessioni lunghe anche un paio d'ore, non abbiamo sofferto il peso della periferica né sulle braccia, né sul collo quando abbiamo utilizzato la tracolla.
Come anticipato poco sopra, grazie alla connessione wireless tutti gli input vengono impartiti senza alcuna incertezza, con una singola eccezione. In Rock Band 4 è possibile attivare l'Overdrive o con il pulsante dedicato, oppure inclinando letteralmente la chitarra. Purtroppo, il rilevamento di questo movimento è tutt'altro che perfetto. A meno che lo spostamento non sia repentino e drastico, spesso il moltiplicatore dei punti non viene innescato, a tutto svantaggio della propria performance. La leva del tremolo, dal canto suo, offre sufficiente resistenza da non intralciare inavvertitamente la mano che aziona la strum bar anche durante le fasi più concitate e sfruttandone l'orientamento a trecentosessanta gradi potrete posizionarla dove vi è più comodo.
Sul fronte prestazionale, insomma, è davvero difficile muovere qualche reale critica alla Riffmaster, che si è dimostrata la perfetta compagna per i nostri concerti virtuali anche in termini di autonomia. Siamo riusciti a giocare circa trentadue ore, prima di doverla ricaricare. E anche in quel caso, pur con l'impaccio del cavo USB, è possibile continuare a suonare mentre la batteria riacquista energie.
Conclusioni
Se stavate cercando un sostituto alle vostre vecchie chitarre ammaccate e danneggiate da innumerevoli ore di onorato servizio, se siete intenzionati ad avvicinarvi al genere giocando a Rock Band 4 o Fornite Festival, PDP ha per voi la periferica ideale per farlo. La RIFFMASTER sul piano prestazionale è quasi del tutto esente da critiche. L'accelerometro che dovrebbe attivare l'Overdrive in Rock Band 4 si perde qualche colpo, l'eccessiva fluidità della strum bar potrebbe farvi perdere qualche nota, ma per il resto siamo di fronte ad un prodotto estremamente efficiente, supportato da una batteria che garantisce più di trenta ore di utilizzo senza interruzioni. Il layout in stile Rock Band, con i pulsanti incastonati nel manico, potrebbe disorientare i fan sfegatati di Guitar Hero, ma è solo questione di abitudine. Anche il design estremamente monocromo della chitarra potrebbe non incontrare i gusti di tutti, non fosse altro che la superficie riflettente attira la polvere e si graffia piuttosto facilmente, ma come periferica è davvero irreprensibile. Silenziosa, leggera, ergonomica, sarà la vostra compagna ideale per un numero esorbitante di concerti virtuali.
PRO
- Solida e "silenziosa"
- Si collega immediatamente e non perde un colpo
- Batteria che fornisce più di trenta ore di autonomia
CONTRO
- La superficie liscia e riflettente si graffia facilmente
- L'assenza del click dei tasti e della strum bar potrebbe indispettire qualcuno
- L'accelerometro interno perde qualche colpo nell'attivazione dell'Overdrive