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MSI Big Bang-Marshal

Abbiamo testato a fondo la scheda di fascia altissima del produttore con sede a Taipei!

RECENSIONE di Luca Olivato   —   02/05/2011

Con la serie Big Bang il produttore MSI indica le motherboard destinate alla fascia enthusiast, ossia agli appassionati per i quali il prezzo è una variabile (quasi) indifferente e ciò che conta sono capacità di overclock e ricchezza di dotazione. Di questa famiglia fanno parte la scheda XPower, dotata di chipset X58, e le due soluzioni per socket 1156, Trinergy e Fuzion. Quest'ultima in particolare è stata la prima ad ospitare il chip HydraLogix di Lucid, che permette l'utilizzo in contemporanea di VGA di diversi modelli e produttori. Con Marshal, MSI ha voluto dare una vera e propria dimostrazione di forza, introducendo in un unico prodotto tutte le tecnologie proprietarie e una serie impressionante di altre feature, che se da un lato possono essere capite ed apprezzate solo dai cosiddetti hardcore gamer, dall'altro portano il concetto di prodotto estremo ad un nuovo livello.

Primo contatto

La confezione della Big Bang-Marshal si differenzia completamente da quella delle altre mainboard MSI: l'imponente scatola offre sin da subito l'idea della destinazione d'utenza del prodotto e si presenta con uno sfondo stellato su cui compaiono anche le certificazioni relative al supporto dello step B3 del chipset P67, ai processori Sandy Bridge e alle modalità CrossFireX e SLI. Sul retro ne sono fotografate le caratteristiche salienti. All'interno si trovano due imballaggi distinti: uno dedicato esclusivamente alla scheda madre e l'altro destinato agli accessori, che sono moltissimi.

MSI Big Bang-Marshal

Oltre agli indispensabili IO Shield e alla miriade di cavi SATA, troviamo due utili staffe per le porte USB 3 (ciascuna con due prese), un ponticello per la configurazione SLI e l'OC Dashboard, una sorta di "telecomando" con display che permette di visualizzare e modificare "a cuore aperto" i parametri della mobo. Una volta messa alla luce, la MSI Big Bang-Marshal impressiona non solo per le dimensioni, che la eleggono nel novero delle più grandi schede madri per P67, ma soprattutto per il fantastico lavoro di design dei tecnici MSI. Nonostante non ci sia un centimetro quadrato di superficie non occupata (tanto che è stato necessario utilizzarne anche il fondo per saldare l'intera circuiteria), il layout è stato progettato magnificamente, in modo da garantire la perfetta accessibilità a tutte le connessioni presenti. Intelligentemente la zona del socket è l'unica ad avere un respiro più ampio, visto che i condensatori ne sono stati spinti ai margini al fine di permettere un migliore smaltimento del calore. Gli heatsink a basso profilo, che la circondano a mo' di anfiteatro, oltre ad essere estremamente scenografici, permettono l'installazione di dissipatori di grandi dimensioni . Anche l'occhio trova giusta gratificazione nell'azzeccata combinazione cromatica grigio pistola/blu elettrico.

Le linee PCI-Express e il chip Lucid HydraLogix

Partiamo sin da subito da una delle caratteristiche che più ha sbalordito gli addetti ai lavori, ossia la presenza di otto slot PCI-Express x16 meccanici: una tale quantità ha richiesto l'adozione del non ancora certificato standard XL-ATX, introdotto nel 2009 da EVGA successivamente adottato da Gigabyte; tuttavia la MSI Big Bang-Marshal è la prima (e al momento unica) ad offrire tutti e otto i connettori che questo form factor porta in dote. Questo significa che chi fosse intenzionato all'acquisto di un prodotto del genere dovrà dotarsi di un case compatibile, come il Cooler Master HAF X recensito su queste stesse pagine qualche settimana fa. Prima di approfondire tale argomento si rendono doverose un paio di premesse. La prima è che gli slot "pari" (2, 4, 6 e 8) sono a una singola linea elettrica (1x), vale a dire che dispongono della stessa velocità dei mini PCI-E che vengono utilizzati ad esempio per l'installazione di schede audio dedicate e risultano pertanto inadeguati ad ospitare schede video; la seconda è che il P67, come il precedente P55, è limitato nativamente a 16 linee elettriche, pertanto in un set-up a doppia VGA ciascuna potrà disporre di solo 8 linee. Nel caso della Marhsal queste vengono raddoppiate, cosicché, installando (negli slot 1 e 5) due adattatori grafici, entrambi possano continuare a godere della banda più ampia possibile; l'aggiunta di ulteriori GPU naturalmente riduce il bandwidth disponibile per ciascuna e corre il rischio di creare colli di bottiglia specie con titoli particolarmente esigenti come Crysis. Come ulteriore consolazione per chi stava già fantasticando sulle fantomatiche otto VGA, va ricordato che né Nvidia né AMD supportano sistemi a più di 4 GPU. Ciò detto la motherboard di MSI supporta il Quad-CrossFireX per le Radeon (due se si considerano 5970 e 6990) e il 2-Way SLI per le GeForce.

MSI Big Bang-Marshal

Il supporto allo standard multi-VGA di Nvidia è per la prima volta ottenuto ufficialmente (è risaputo che è attivabile, tramite una modifica dei driver, persino sulle mainboard per CPU AMD), non con il vetusto chip bridge nF200 ma tramite il processore HydraLogix LT22102. I tecnici taiwanesi hanno deciso di proseguire la collaborazione con la società israeliana per due ragioni: il miglioramento delle performance e l'aumento della versatilità. Il controller di Lucid infatti ricopre un duplice ruolo: da una parte funge, proprio come l'nF200, da moltiplicatore di linee PCI-Express, svolgendo tale lavoro, a detta degli ingegneri, con una minore produzione di calore; dall'altro permette la più completa libertà di configurazione. Esso infatti aggiunge tre ulteriori modalità di combinazioni di schede video: le configurazioni A-Mode e N-Mode permettono di unire la potenza elaborativa di GPU AMD o Nvidia anche di diverse generazioni (ad esempio Radeon 5870 con 6950), mentre la modalità X-Mode è probabilmente la più interessante in quanto coniuga le VGA di entrambi i produttori ed è proprio questo lo scenario in cui il processore HydraLogix svolge al meglio il proprio lavoro. I benchmark infatti dimostrano che SLI e CrossFireX ottengono nei contesti "reali" (fondamentalmente i videogame) risultati migliori delle modalità N o A (i cui valori invece sono ottimi nel 3D Mark); qualora si decidesse di utilizzare una delle opzioni messe a disposizione del chipset non bisogna collegare fisicamente, tramite ponticello, le diverse schede, cosa che invece è necessaria fare in caso contrario. Chi pensa tuttavia che sposare due mostri come GeForce GTX 580 e Radeon HD 6970 possa far schizzare alle stelle il frame rate di Crysis resterà purtroppo con l'amaro in bocca, poiché questo tipo di approccio non è ovviamente supportato dai due principali produttori di GPU, pertanto Lucid si trova a rincorrere, di volta in volta, gli aggiornamenti di Catalyst e ForceWare per garantire un corretto funzionamento del sistema. Per i summenzionati motivi la tecnologia HydraLogix da il meglio di sé con schede magari non più verdissime, ma che proprio per questo hanno raggiunto la maturità delle librerie. Allo stesso modo non è consentito dedicare una GeForce alle librerie PhysX utilizzando come grafica primaria una Radeon: i driver Nvidia, riconoscendo installati sul sistema contemporaneamente anche quelli di AMD, disabilitano il pannello di controllo della fisica. Per poter aggirare questa limitazione è ancora necessario un escamotage software ben conosciuto dal popolo degli "smanettoni".

La connettività

Big Bang-Marshal dispone di una quantità industriale di connessioni: anche sotto questo punto di vista MSI non ha voluto scendere a compromessi affiancando alla vetusta porta PS/2 condivisa, al doppio attacco FireWire (frontale e posteriore, tramite controller VIA VT6315N) e alla consueta dual Gigabit LAN (una in dote con l'architettura Intel, l'altra fornita dal collaudato Realtek RTL8111E) nientemeno che 12 porte USB 3, gestite dai 2 controller NEC D720200.

MSI Big Bang-Marshal

Sono state mantenute anche le 8 porte USB 2.0 supportate ufficialmente da Intel: una delle due frontali è overvoltata per permettere la ricarica di dispositivi molto esigenti dal punto di vista elettrico, come iPhone e iPad: quando entra in funzione la tecnologia Super-Charger la porta perde la possibilità di trasferire dati ma aumenta la velocità di ricarica degli smartphone, anche a computer spento. L'elenco prosegue con le connessioni SATA: alle 6 del chipset P67 (due delle quali SATA 3), MSI ne ha aggiunte altre due, sempre con velocità di trasferimento dati a 6 Gbyte per secondo, guidate dal Marvell SE9128; non possono mancare all'appello le due classiche eSata che sono fornite dal JMicron JMB362. Vengono supportati sino a 32 Gbyte di DDR3 grazie ai classici 4 slot DIMM; i valori di clock garantiti spaziano dagli "ufficiali" 1066/1333 sino ai 2133 MHz. Il sottosistema audio permette l'installazione di impianti fino ad otto canali: oltre ai 6 jack standard, nel pannello posteriore si trovano anche le interfacce ottica e coassiale. Il compito di gestire il tutto è affidato al processore ALC892 di Realtek, che è stato coperto, nella revisione finale della mobo, da una piastrina che riporta il logo X-Fi MB2: il software di Creative, che va installato in aggiunta ai driver, permette di emulare via software diverse funzionalità (come il supporto alle librerie EAX 5) che sono normalmente appannaggio dalle Sound Blaster. Questo è probabilmente l'unico neo della Marshal: in una scheda che si colloca ai vertici della categoria avremmo preferito il top anche tra i controller audio.

Il BIOS

MSI adotta anche per Marshal il BIOS UEFI qui denominato ClickBios. Già visto nella P67A-GD55, si tratta di un piccolo sistema operativo dotato di una semplice interfaccia grafica controllabile completamente via mouse. La pagina iniziale offre cinque menù: Green Power, Utility, OC, Game e Settings. Il primo permette di selezionare la metodologia di risparmio energetico, il secondo da accesso a una serie di utility per verificare il funzionamento dei moduli RAM, effettuare il backup dell'intero hard disk, cambiare immagine di boot e aggiornare il bios; il terzo è riservato ovviamente all'overclock, e comprende alcune impostazioni come la scelta del voltaggio della RAM o del moltiplicatore della CPU. Sotto la voce Game si trovano alcuni giochi che però devono essere lanciati da CD, mentre Settings permette di accedere alle voci dei device integrati.

Tecnologia militare

Come scritto in apertura di recensione, l'azienda di Taipei ha infuso in questa mainboard tutto il proprio know-how, a partire dall'adozione della seconda famiglia di componentistica Military Class: non si tratta di una semplice operazione di marketing - elemento comunque presente, ovvio - in quanto i materiali utilizzati per la Big Bang-Marshal, rispondendo a determinati requisiti di utilizzo richiesti dalla difesa statunitense, risultano effettivamente idonei all'uso militare, come certificato dai laboratori indipendenti IST. Ben lungi dal voler mietere proseliti tra novelli guerrafondai, la scelta di condensatori al tantalo (Hi-c Cap), di resistenze in ferrite (SFC) e di condensatori solidi in alluminio, permette alla scheda di tollerare ampi margini di overclock, come si potrà vedere in seguito.

MSI Big Bang-Marshal

La sezione di alimentazione, a 24 fasi, è qualcosa che sfugge al concetto di prodotto consumer: basti pensare che per far funzionare correttamente la mainboard, oltre al canonico connettore ATX a 24 pin, è necessario collegare altri due connettori a 8 pin destinati alla CPU e un connettore a 6 pin che serve a garantire l'adeguato approvvigionamento agli 8 slot PCI-E. Una caratteristica molto pubblicizzata da MSI è la presenza di tre BIOS. In verità ci sono "solo" due moduli ROM fisicamente presenti: il primo infatti dispone di una memoria doppia (128 MByte) che serve per creare uno "specchio" da utilizzarsi nel caso in cui quello principale sia danneggiato; il secondo, attivabile con l'apposito pulsante dedicato, può essere richiamato in caso di fallimento dei primi due. Le impostazioni della mobo possono essere ripristinate ai valori di fabbrica grazie al pulsante Clear CMOS, posto sempre nel pannello posteriore, senza bisogno dunque di aprire il case. Tra le altre feature che manderanno in sollucchero gli irriducibili dell'overclock ci sono i cosiddetti switch CeaseFire(grazie ai quali si possono disabilitare, alternativamente, i quattro slot PCI-E dispari), e quelli destinati allo sblocco del voltaggio per CPU e DDR3. Presenti anche i V-Check Points, rilevatori di tensione che, collegati a tester, permettono di misurare la tensione delle linee. Il pulsante OC Genie è un'ulteriore feature che effettua un overclock automatico. Ciliegina sulla torta quattordici(!) gruppi di LED che permettono, enciclopedia alla mano, di capire cosa stia o non stia funzionando sulla scheda.

Overclock

Tutto quanto fin qui elencato viene corroborato ed esaltato dalle enormi capacità in overclock che questa scheda madre è in grado di offrire. Non ci soffermeremo in questa sede sui benchmark di dubbia utilità che la quasi totalità di schede dotate di medesimo chipset, a parità di CPU e RAM, restituisce con valori pressoché identici. Ci riferiamo in particolare a tool come Sysmark, PCMark o 3DMark, dove comunque l'ammiraglia di casa MSI raggiunge con facilità valori di assoluta eccellenza: a nostro modo di vedere non sono queste prove significative per valutare la bontà di un prodotto. Il vero banco di prova è rappresentato dalla CPU Core i7-2600K utilizzata per la prova: raffreddata dal dissipatore Cooler Master V6GT, l'unità Intel è riuscita a toccare i 4,8 Ghz senza batter ciglio e mantenendo ad un super conservativo valore di 1,3 il voltaggio del vCore. Aumentandolo di 0,16, ma rimanendo ampiamente al disotto della soglia critica di 1,6, il nostro processore si è stabilizzato sui 5 Ghz. Questo risultato può sicuramente essere imputato all'alimentazione a 24 fasi. Per chi non volesse avventurarsi in combinazioni per la verità non eccessivamente complesse (ricordiamo che l'architettura Sandy Bridge impedisce di modificare la frequenza del FSB) c'è a disposizione OC Genie, che ha portato, molto conservativamente, a 4,2 GHz la frequenza di funzionamento massima della CPU mediante la semplice pressione di un tasto.

Conclusioni

In conclusione i tecnici di Taipei strappano applausi per quello che diventa un termine di paragone per tutti i competitor: sarà impossibile d'ora in poi non confrontare una mainboard enthusiast con la MSI Big Bang-Marshal. Ai vertici della categoria sotto ogni punto di vista rimane comunque consigliata a chi ne possa sfruttare davvero a fondo le potenzialità: come si è scritto all'inizio dell'articolo, si tratta di un prodotto destinato agli utenti hardcore duri e puri che non accettano di scendere ad alcun compromesso. Chi inorridisce di fronte al fatto che questa belva costi da sola ben più di una PlayStation 3 - il prezzo è di circa 350 euro - può starne alla larga. Un prodotto eccezionale per design, dotazione, connettività e possibilità di overclock, quindi, che vede in un sottosistema audio buono ma perfettibile e in un'offerta destinata a "pochi intimi", gli aspetti negativi.

Conclusioni

PRO

  • Desing
  • Connettività senza precedenti
  • Fantastica in overclock

CONTRO

  • Sottosistema audio buono, ma comunque perfettibile
  • Acquisto consigliato solo alla fetta più estrema dell'utenza