Sopravvivono le avventure grafiche e lo fa anche la scena indie che vi si dedica, impegnata a non lasciar andare un modo di videogiocare diverso da tutti gli altri e affascinante. Titoli come Machinarium, Gemini Rue, Emerald City Confidential ma anche Amesia: The Dark Descent - volendo sfumare un po' i confini che definiscono le caratteristiche del genere - hanno in questi ultimi anni regalato grandi soddisfazioni a prezzi budget, godendo di un mercato piccolo ma fatto di appassionati alla disperata ricerca di qualcosa di nuovo.
Alpha Polaris si inserisce in questo solco, rappresentando il five-men-show di un piccolo team finlandese, Turmoil Games, che ha dedicato tempo e risorse alla realizzazione di un prodotto che non brilla per originalità, realizzazione e rapporto qualità-prezzo, ma nonostante tutto non manca di avere elementi positivi che potrebbero convincere qualcuno a sborsare i 19 euro richiesti per l'acquisto.
Paura in Groenlandia
Protagonista di Alpha Polaris è Rune Knudsen, giovane studioso norvegese ospite di una stazione per la ricerca di giacimenti petroliferi in Groenlandia, un luogo isolato tra i ghiacci eterni usato dalla multinazionale di turno per cercare di arricchirsi sul suolo che fu la casa degli Inuit. Il tema ecologista fa comunque solo da sfondo. Rappresenta una delle sfaccettature di una prima metà di gioco che non ha paura di prendersi il giusto tempo prima di introdurre la seconda, quella più marcatamente orrorifica tra spiriti di antiche tribù di cui si è persa la conoscenza, omicidi e strani fenomeni elettromagnetici.
Il cast di personaggi è ristretto e in parte stereotipato - ci sono il ricercatore a fine carriera, la giovane di origini inuit in conflitto con le sue radici, l'arrogante figlio del CEO dell'azienda petrolifera e via dicendo - così come non c'è una vastissima quantità di ambienti da esplorare. In compenso l'ambientazione polare e alcune fonti di ispirazione celebri, come La Cosa di Carpenter e la puntata di X-Files Morte tra i Ghiacci, riescono a sorreggere a dovere la presenza di un nemico invisibile, ignoto e padrone di un luogo isolato. Peccato quindi per la durata risicata, attorno alle 5 ore, e per un epilogo molto poco soddisfacente che non premia gli sforzi fatti per arrivarci. L'alternanza di elementi buoni e meno esaltanti, di personaggi e fasi di gioco a tratti riusciti e a tratti no, influenza di conseguenza anche i dialoghi che, doppiati in un buon inglese e accompagnati dai sottotitoli nella stessa lingua, sono a volte interessanti e ben scritti, altre scontati al punto da rendersi noiosi.
Puzzle d'altri tempi
Forse il più interessante tra gli aspetti peculiari di Alpha Polaris, il modo in cui Turmoil Games ha integrato elementi legati alla storia con la risoluzione di certi puzzle, riesce ad aumentare il grado di immedesimazione e al contempo riproporre meccaniche poco sfruttate oggigiorno. Capita di dover leggere documenti a proposito di antichi sistemi di scrittura simil geroglifici e usare le nozioni apprese, digitando in apposite caselle di testo la soluzione, per tradurre quelli rinvenuti su una parete o su misteriosi manufatti.
Oppure di usare un sistema di triangolazione satellitare per attivare il GPS collegato al collare di un orso polare. Non sempre tutte le richieste sono perfettamente sensate sulle prime e a grandi picchi di difficoltà seguono momenti ben più semplici, però le quattro o cinque volte in cui Alpha Polaris decide di impegnare i neuroni dell'utente, lo fa per davvero. Fatta eccezione per gli enigmi più fantasiosi e veicolati da interazioni meno convenzionali, il resto dell'avventura è il classico punta e clicca con una serie di oggetti da utilizzare, un inventario per raccogliere quelli utili e la necessità di sbloccare nuove location e dialoghi. Il tutto realizzato attraverso un middleware di terze parti, il Wintermute Engine, che unisce elementi 3D e 2D: l'impatto è complessivamente buono e gli ambienti suggestivi, però presto non tardano a mostrarsi problemi come le sequenze in CG pessime, animazioni approssimative e una risoluzione massima di 1280x800 che non è certo al passo con le configurazioni adottate dai giocatori più esigenti.
Conclusioni
Per poco meno di una ventina di euro, le cinque ore di gioco proposte da Alpha Polaris non sono moltissime, soprattutto perché piagate da una realizzazione imperfetta e da poca originalità. Detto questo come "horror tra i ghiacci" funziona piuttosto bene e alcuni passaggi sono interessanti anche da un punto di vista ludico. Difficile consigliarne l'acquisto a chi gioca una manciata di avventure grafiche all'anno, mentre i fan più accaniti del genere potrebbero dargli una possibilità. A dieci euro in meno sarebbe ben più allettante.
PRO
- Alcuni enigmi complessi e ben fatti
- Atmosfera e crescendo narrativo riusciti...
CONTRO
- ... ma rovinati sul finale
- Tecnicamente pieno di piccole e grandi imperfezioni
- Rapporto durata-qualità-prezzo migliorabile
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore AMD Phenom II X3 720@3.5 GHz
- 4 GB di RAM
- 2 x Scheda video NVIDIA GTX 460
Requisiti minimi
- Processore Intel Pentium IV o AMD Athlon 64
- 1 GB ram
- Scheda video con supporto a DirectX 9
- 700MB di spazio libero