Il panorama degli sviluppatori indipendenti ci ha abituato ad assistere all'arrivo di vere e proprie chicche nel corso del tempo: su tutti basti pensare a due esempi come Limbo e Bastion, in grado di offrire spunti decisamente interessanti, sia dal punto di vista del gameplay che da quello stilistico, approfittando della libertà concessa da questa fetta di mercato a chi non è obbligato a fare i conti con publisher esigenti ed esaspera(n)ti numeri di vendita. Nei mesi scorsi, tra i tanti titoli in sviluppo nella scena indie, a suscitare molto interesse è stato (grazie anche a un indovinato trailer di lancio) To The Moon, creato dallo studio chiamato Freebird Games guidato da Kan Gao e presentatoci come un misto tra gioco di ruolo e avventura, mosso da una grafica in stile retrò. To The Moon è arrivato sulla piazza proprio in questi giorni, ed è venduto sul sito degli stessi sviluppatori al prezzo di 11,28€. Soldi spesi bene? Ricordandovi che sul suddetto sito c'è anche la possibilità di provare il gioco per un'ora, e lasciando quindi a voi la decisione finale, andiamo a scoprirlo insieme.
L’ultimo desiderio
Diciamoci la verità: le storie raccontate all'interno dei videogiochi, per quanto possano essere buone, restano sempre e comunque "da videogioco". Soprattutto negli ultimi anni, sempre più sviluppatori hanno preferito privilegiare altri aspetti di maggior impatto per la massa di pubblico, facendo sì che (salvo qualche eccezione) anche la miglior trama videoludica potesse essere messa in imbarazzo da quella raccontata da un film o da un libro anche di medio livello. To The Moon prova a rendere un po' meno vera quest'ultima affermazione, facendo proprio della storia il proprio punto di forza: Neil Watts ed Eva Rosalene sono due scienziati della Sigmund Corp, società specializzata nel dare alle persone sul punto di morte una "seconda possibilità", entrando all'interno delle loro menti per innestare una serie di ricordi a cascata di fatti in realtà non avvenuti, ma grazie ai quali concedere un ultimo minuto libero da rimpianti prima della dipartita. Attraverso gli occhi dei due personaggi da noi controllati conosciamo quindi quello che è il protagonista vero e proprio del gioco: Johnny, un anziano vedovo arrivato ormai ai suoi ultimi istanti di vita e desideroso di andare sulla Luna. Grazie al macchinario in loro dotazione, Neil ed Eva iniziano quindi un viaggio a ritroso all'interno dei ricordi di Johnny, partendo dall'ultimo cronologicamente disponibile fino ad arrivare alla sua gioventù, dove procedere con l'innesto dell'ultimo desiderio. In quello che possiamo definire un misto tra i vari Inception, Memento e Se Mi Lasci Ti Cancello, la storia dell'anziano si rivelerà ricca di colpi di scena, coinvolgendo inevitabilmente i due dottori (e soprattutto il giocatore) anche dal punto di vista emotivo.
Gioco di ruolo?
Sebbene la grafica di To The Moon possa evocare quella di un Final Fantasy dell'epoca d'oro di Super Nintendo, lasciando sperare in un gioco di ruolo vero e proprio, la realtà è tutt'altra: la fatica di Freebird infatti non condivide altro con quelli che possono essere i canoni classici di tale genere, il che vuol dire niente punti esperienza, nessun avanzamento di livello e nessuna scelta da effettuare, se non puramente marginale e non determinante ai fini della storia. Volendo collocare questo gioco in una categoria, potremmo allora inserirlo tra le avventure grafiche, ma anche in questo caso il paragone con un Monkey Island rischierebbe di non rendere giustizia a To The Moon: nonostante sia ogni tanto presente un puzzle, degli enigmi classici degli adventure qui non c'è traccia.
Abbiamo un inventario, ma è limitato. Abbiamo degli elementi da sbloccare per andare avanti, ma il tutto si riduce a girare per le memorie di Johnny alla ricerca di collegamenti (neanche poi tanto nascosti) tra i ricordi legati alle varie fasi della sua vita. Ci sono dei puzzle e dei minigame come quello dove possiamo addirittura "sparare" a degli zombie, ma sono completamente marginali nell'economia del gioco. A conti fatti, To The Moon può essere definito come un racconto interattivo, guidato principalmente dall'elemento che abbiamo descritto nel paragrafo superiore: la sua storia, in grado di tenere il giocatore letteralmente incollato alla sedia. La trama di questo gioco è infatti scritta e raccontata in un modo che rasenta la perfezione, lasciando indovinare ben poco di ciò che accadrà con colpi di scena inaspettati ma soprattutto toccando il cuore di chi si trova davanti allo schermo. Neil ed Eva sono la perfetta rappresentazione della strana coppia: cinico e sempre pronto alla battuta lui, determinata a svolgere il proprio lavoro lei, in un rapporto fatto di continui botta e risposta che contribuiscono anche ad alleggerire gli attimi più drammatici dai quali è composto il racconto. L'intero percorso del gioco contiene poi una serie di citazioni provenienti da film, altri giochi e serie TV (fenomenale su tutte quella da How I Met Your Mother) che difficilmente lasceranno indifferenti gli amanti delle chicche di questo tipo.
Evviva i 16 bit
Come a questo punto saprete, lo stile grafico di To The Moon è quello inconfondibile di tanti giochi di ruolo "alla giapponese" del glorioso periodo dei 16 bit. Anche se immaginiamo che questo possa non andare giù a tutti quanti, la scelta di Freebird si rivela indovinata anche nel dare al gioco quel tocco di nostalgia in più, garantito anche dalla scelta di non ricorrere al doppiaggio per realizzare i dialoghi, affidandosi alla vecchia maniera dei testi scritti. Semplicemente da applausi è inoltre la colonna sonora, in grado di accompagnare perfettamente il gioco per tutta la sua durata, contribuendo a definire a dovere i diversi attimi che ci ritroviamo a vivere: i vari componimenti originali sono stati realizzati principalmente con l'uso del pianoforte dallo stesso Kan Gao e da Laura Shigihara, già "ascoltata" all'opera in Plants vs Zombies. Pronti a scommettere che il motivo principale vi resterà indelebilmente nella testa a lungo.
Conclusioni
Dare un parere finale è un'impresa ardua, soprattutto alla luce del timore di non riuscire bene a descrivere l'ottimo lavoro svolto da Freebird Games. Di sicuro non si tratta di un prodotto per tutti, e probabilmente finirà per deludere chi è alla ricerca di un semplice modo per passare il tempo tra una partita a Skyrim e una a Modern Warfare 3. Eppure, stiamo parlando di un gioco in grado di mantenere incollati al monitor fino alla fine, raggiunta la quale ci si ritrova a rimpiangere di averlo letteralmente divorato (sono comunque già in programma altri episodi), lasciandoci quindi dire senza ombra di dubbio che Kan Gao e i suoi hanno centrato il segno. To The Moon è infatti in grado di regalare attimi difficilmente ripetibili con gran parte dei titoli in circolazione e per questo imperdibili, attimi in cui grosse risate finiscono per fare spazio a lacrime strozzate e viceversa, toccando anche la più dura delle anime. Che valutazione dare quindi a un gioco che come abbiamo avuto modo di vedere non è nemmeno un gioco nel senso stretto del termine? Quella dettata dalle emozioni, perché in questo campo To The Moon non è assolutamente secondo a nessuno. Provare per credere.
PRO
- Storia e narrazione di altissimo livello
- Ottima colonna sonora originale
- Stile a 16 bit non fine a sé stesso
CONTRO
- Oltre la storia c'è ben poco
- Lo stile grafico potrebbe non piacere a tutti
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema Operativo: Windows 7
- RAM: 6 GB
- CPU: Intel i7 920
- Scheda video: GeForce GTX 470
Requisiti minimi
- Sistema Operativo: Windows 98/2000
- RAM: 256MB
- CPU: Pentium II 300MHz
- Spazio su disco: 74,3 MB
- Risoluzione: 640x480