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Amnesia: The Bunker, la recensione di un horror che guarda alle radici del genere

La recensione di Amnesia: The Bunker, il nuovo gioco horror di Frictional Games che guarda alle radici del genere per terrorizzare fino al midollo.

Amnesia: The Bunker, la recensione di un horror che guarda alle radici del genere
RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   05/06/2023

I videogiochi horror sono largamente fraintesi. Molti si limitano a offrire scenari horror, senza nemmeno provare a spaventare davvero, altri puntano tutto su dei trucchetti da dilettanti, come i salti sulla sedia o un po' di sangue, espedienti che lasciano il tempo che trovano, ma piacciono in virtù delle loro potenzialità social, altri ancora diventano prevedibili con una tale velocità che, arrivati alla fine, l'orrore è solo un lontano ricordo.

Giocare per scrivere la recensione di Amnesia: The Bunker ci ha fortunatamente ricordato cosa può essere l'orrore vero, ossia la paura di muovere un singolo passo o di compiere un'azione "sbagliata", coinvolgendoci nella sua grammatica impeccabile.

Apro o non apro?

In Amnesia: The Bunker si passa molto tempo al buio
In Amnesia: The Bunker si passa molto tempo al buio

"Sto respirando profondamente". Guardandoci giocare ad Amnesia: The Bunker dal di fuori ci saremmo ritrovati davanti a una persona con gli occhi fissi sullo schermo, con il respiro lento e pesante, come se vivesse le paure del personaggio che sta interpretando in prima persona, indeciso sul compiere o no l'azione elaborata per superare l'ostacolo di turno. È una porta di legno, possiamo aprirla lanciandole addosso un mattone, ma sappiamo che farlo attirerà inevitabilmente il mostro. Quindi stiamo lì con il mattone in mano a pensare non tanto a cosa fare, perché quello lo sappiamo bene, ma se la strategia di fuga che abbiamo elaborato potrà funzionare, perché il maledetto mostro arriverà. È buio, il generatore è lontano e non possiamo andare a ricaricarlo di carburante. Quindi arriverà. E noi stiamo lì davanti a quella porta, consapevoli che se non lanciamo il mattone si presenterà lo stesso e probabilmente faremo comunque una brutta fine. Mentalmente ripassiamo il piano di fuga. Abbiamo una pistola, ma contro la creatura non è di nessuna utilità. Abbiamo una torcia portatile a dinamo, ma ricaricandola si fa un po' di rumore e rischiamo di sfidare la sorte prima di lanciare il mattone. Purtroppo non abbiamo trovato nessun trucco per evitare attenzioni indesiderate o per essere certi di riuscire a cavarcela. Niente scappatoie. È intelligente e ha fame. Una fame insaziabile.

Fermando il momento e mantenendo uno sguardo esterno, capiamo che quel flusso di emozioni che stiamo provando di fronte all'ennesima porta da aprire è stato generato e studiato con una maestria difficile da ritrovare in altri giochi horror. Da questo punto di vista Amnesia: The Bunker può guardare dall'alto in basso anche titoli molto blasonati come Resident Evil Village, decisamente più pop e gentili verso il giocatore nel modo in cui gestiscono l'angoscia. Qui la tensione è palpabile, costruita da tanti piccoli accorgimenti di design di cui quasi non ci si rende conto quando si gioca la prima volta, ma che confluiscono tutti in un'esperienza tra le più terrorizzanti degli ultimi tempi, nella sua durezza, una specie di punto zero del genere in cui Frictional Games sembra aver abbandonato le velleità esistenzialiste di SOMA e Amnesia: Rebirth, per concentrarsi sull'essenza sistemica di ciò che definisce un videogioco horror, evitando accuratamente la via più breve e banale, quella di riempire l'esperienza di salti dalla sedia, per concentrarsi sulla costruzione della tensione, rinchiudendo il giocatore in un mondo piccolo e terribilmente claustrofobico in cui ogni interazione ci costringe inconsciamente a guardarci alle spalle, per capire se ci siamo appena scavati la fossa agendo in modo sconsiderato. Non crediamo che esista un altro gioco in cui anche ricaricare l'arma diventa un azione angosciante. Guardandoci da fuori mentre giochiamo ci chiediamo se lanceremo mai quel mattone, perché sappiamo che farlo scatenerebbe il cacciatore, rivelandogli chiaramente la posizione della preda. La nostra postura stessa è figlia di quell'indecisione che ci sta lacerando, in un gioco che è letteralmente pieno di momenti simili.

L'ABC di Amnesia: The Bunker

La creatura si vede davvero poco giocando, visto che nella maggior parte dei casi in Amnesia: The Bunker si tenta di correre via o ci si nasconde
La creatura si vede davvero poco giocando, visto che nella maggior parte dei casi in Amnesia: The Bunker si tenta di correre via o ci si nasconde

Amnesia: The Bunker non ha una storia troppo elaborata e nemmeno gli interessa averla. È ambientato durante la Prima Guerra Mondiale. Nell'introduzione / tutorial Henri Clément, un soldato semplice, viene investito dallo scoppio di una granata mentre tenta di salvare un suo commilitone. Si sveglia in un bunker, dove capisce immediatamente che è successo qualcosa di terribile. A svelargli l'accaduto è un altro soldato, l'unico altro umano vivo presente, che gli spiega come gli ufficiali se la siano data a gambe levate, ostruendo l'ingresso con la dinamite, dopo che un mostro non ben identificato ha iniziato a uccidere tutti. Il soldato farà subito una brutta fine e Clément si ritroverà completamente da solo a dover escogitare un modo per aprire l'ingresso ostruito, recuperando della dinamite e l'innesco. Ha una pistola, ma come già detto è completamente inutile contro il mostro. Ha una torcia a dinamo, ma dura pochi secondi e accenderla può fare tutta la differenza del mondo tra la vita e la morte.

Comunque sia, come ci ha fatto capire l'introduzione, ha diversi modi per affrontare gli ostacoli. Ad esempio una delle prime cose da fare è quella di raggiungere il magazzino del bunker, ma la porta di accesso di legno è chiusa a chiave. Nell'introduzione il gioco ci ha spiegato che possiamo aprirla lanciandogli contro degli oggetti molto pesanti o facendola esplodere.

L'orologio serve a sincronizzarsi con i generatori per sapere quando è il caso di andare a ricaricarli
L'orologio serve a sincronizzarsi con i generatori per sapere quando è il caso di andare a ricaricarli

Guardandoci intorno notiamo però una grata e decidiamo di aprirla per vedere dove conduce il condotto. Sarà un accesso? Amnesia: The Bunker premia moltissimo l'osservazione e la ricerca di modi alternativi per superare gli ostacoli. In linea di massima si è liberi di esplorare e sperimentare, con i vincoli di provare a fare meno rumore possibile e di stare attenti alle trappole piazzate per provare a fermare il mostro, ma che a quanto pare sono letali solo per gli esseri umani. A ogni partita gli oggetti vengono ridistribuiti in modo casuale (la mappa, invece, è fissa), compresi alcuni codici di accesso che servono per aprire alcune porte quindi, anche se non si può mai rimanere bloccati, bisogna ogni volta fare delle valutazioni sul da farsi in base a ciò che si possiede, fatto che aumenta non poco la rigiocabilità.

A lezione di horror

Amnesia: The Bunker invita molto a sperimentare con gli oggetti che si trovano in giro
Amnesia: The Bunker invita molto a sperimentare con gli oggetti che si trovano in giro

Come accennato, ogni sistema di gioco è pensato per creare tensione, anche al punto di presentarsi come ameno. Prendiamo ad esempio il sistema dei danni. Quando Clément si ferisce, inizia a perdere sangue. Si attivano quindi alcuni effetti di distorsione dell'immagine e i suoi movimenti diventano più lenti. Fin qui siamo negli standard. Sono le conseguenze delle ferite a essere in un certo senso inedite, perché curarlo velocemente non serve solo a non farlo morire dissanguato e a riportarlo in piena forma, ma anche a non creare delle scie di sangue fresco che, indovinate un po', attirano la creatura verso di lui, svelandogli la sua posizione. Il gioco lo chiarisce subito, in modo che non ci siano dubbi in merito così che, ogni volta che si subisce una ferita, la tensione aumenta esponenzialmente senza neanche che ci sia un pericolo immanente, soprattutto se non si hanno degli oggetti curativi a disposizione. Altro sistema davvero angosciante è quello dei generatori. L'unica cosa che la creatura teme davvero è la luce, quindi tenere il bunker illuminato è fondamentale per riuscire a sopravvivere più a lungo e per esplorare senza sentirsi immediatamente braccati. Peccato che il sistema elettrico sia collegato a dei generatori che vanno ricaricati manualmente con delle taniche di carburante che si trovano in giro per il bunker.

Per salvare bisogna trovare delle lampade, che rappresentano anche gli unici posti sicuri di Amnesia: The Bunker
Per salvare bisogna trovare delle lampade, che rappresentano anche gli unici posti sicuri di Amnesia: The Bunker

Quindi, di tanto in tanto, bisogna tornare indietro per evitare che si spengano. Le dimensioni ridotte della mappa non rendono l'operazione particolarmente onerosa in termini di tempo, ma ritrovarsi con le luci spente all'improvviso, magari perché non si è sincronizzato bene l'orologio da taschino che ci viene fornito proprio per avere un riferimento in merito, crea inevitabilmente uno stato di turbamento da "che faccio ora? Proseguo la ricerca sperando di trovare un altro generatore, o torno indietro all'ultimo visitato?" Immaginate poi se si è rimasti senza carburante, sapendo che la creatura diventa più aggressiva con il passare del tempo in cui il bunker rimane al buio.

A rendere il tutto ancora più terrificante ci pensa il fatto che i salvataggi non sono liberi e che morire può significare perdere diversi minuti di gioco. Certo, abbiamo la torcia a dinamo (con il proseguo del gioco si troveranno anche delle altre fonti di illuminazione d'emergenza), ma accenderla è come disegnarsi un bersaglio lampeggiante sulla schiena, soprattutto quando i generatori sono spenti da un po'. Quindi il gioco invita a non fare rumore, ma allo stesso tempo fa di tutto per non farci tirare il fiato, perché non è possibile fermarsi troppo. Dobbiamo risolvere dei puzzle, ma dobbiamo anche rifornirci di carburante e altri attrezzi, pur disponendo di un inventario davvero limitato (solo sei slot). Vi confessiamo che in certi momenti avevano i nervi davvero tesissimi e in alcuni casi abbiamo dovuto addirittura fermare il gioco per andare a bere dell'acqua, tanta era la tensione accumulata.

La risposta

La tensione in alcuni momenti sale davvero alle stelle
La tensione in alcuni momenti sale davvero alle stelle

Per chi se lo stesse chiedendo, dal punto di vista narrativo Amnesia: The Bunker si limita a creare uno scenario plausibile nelle condizioni date, senza indulgere in dilemmi esistenziali o di altro tipo. Dei militari hanno costruito un bunker nel posto sbagliato durante un sanguinoso conflitto che già li aveva messi alla prova e portati allo stremo delle forze, e ciò che viene raccontato nei documenti che si trovano in giro per gli ambienti di gioco è la presa di coscienza degli uomini dell'esistenza del mostro, i modi con cui hanno provato a fermarlo, la disperazione di fronte alla sua apparente invincibilità e, quindi, la fuga. Ci sono ovviamente dettagli e considerazioni, c'è qualche sorpresa, ma è tutto qui.

Siamo quindi di fronte a una rappresentazione pura e semplice dell'orrore, che risulta tanto più efficace proprio per il suo non dare alcuna spiegazione definitiva sulla natura del cacciatore. Del resto anche il protagonista è semplicemente un soldato abbandonato dai suoi superiori, che per salvare sé stessi e i sopravvissuti se la sono data a gambe levate. Nel finale c'è un momento di confronto, ma senza spiegazioni fiume. Il nodo dell'intero gioco è sopravvivere, con i fatti che vengono raccontati dai documenti e dalla costruzione del bunker, pieno com'è di tunnel scavati dal mostro, i cui accessi sono sempre ben visibili (tanto per aumentare un bel po' la tensione) e di cadaveri, alcuni dei quali abbastanza freschi da far intuire che il mostro non ha agito, ma sta ancora agendo, rendendo l'esperienza ancora più terrorizzante.

Una risposta efficace

Le trappole di cui è pieno Amnesia: The Bunker non causano danni al mostro, ma al povero protagonista sì
Le trappole di cui è pieno Amnesia: The Bunker non causano danni al mostro, ma al povero protagonista sì

Dopo diverse ore di gioco, Amnesia: The Bunker ci è sembrata la risposta di Frictional Games a quelli che si sono lamentati per come SOMA e Rebirth abbiano messo la narrazione di fronte all'orrore, ossia di come abbiano diluito i momenti più spaventosi in strutture più distese, ritmate dalla storia che raccontavano. Qui il focus è davvero sull'horror puro, da cui non si viene quasi mai distratti per tutta l'avventura. Se vogliamo la durata relativamente breve (quando si sa cosa fare ci vuole poco per portarlo a termine, considerando anche le dimensioni ristrette della mappa) si spiega anche in virtù del non poter mantenere la tensione per ore e ore per una questione meramente pratica. Andando troppo oltre potrebbe diventare controproducente e spingere all'abbandono, dato che alcuni potrebbero trovarla semplicemente insostenibile (già così non è proprio una passeggiata di salute... comunque c'è sempre la modalità storia, che permette di dedicarsi agli enigmi senza rischiare la vita a ogni passo).

Se siete facilmente suggestionabili, lasciatelo perdere
Se siete facilmente suggestionabili, lasciatelo perdere

In questo senso The Bunker è un'esperienza equilibratissima, in cui si entra con relativa tranquillità e che tiene sul chi vive fino al finale, momento in cui si riesce finalmente a scaricare la tensione accumulata morte dopo morte, porta aperta dopo porta aperta, ricarica della torcia dopo ricarica della torcia. Detto questo è anche giusto avvisare che chi si aspetta un'esperienza in linea con quella degli ultimi titoli di Frictional potrebbe rimanere deluso, perché qui siamo su un piano molto diverso. Diciamo che The Bunker applica ogni possibile tecnica, a parte i salti sulla sedia (che per certi versi sono la scorciatoia di chi non sa progettare i giochi horror) per presentarsi come una specie di Bibbia del design suo genere di riferimento. Ciò vuole essere e ciò riesce a fare alla perfezione, risultando una delle esperienze horror più coinvolgenti degli ultimi anni.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, Epic Games Store, PlayStation Store, Xbox Store
Multiplayer.it
9.0
Lettori (23)
8.3
Il tuo voto

Con Amnesia: The Bunker Frictional Games ritorna all'horror puro, ampliando e rielaborando la base teorica che aveva già illustrato con i Penumbra prima e con Amnesia: The Dark Descent poi. Il risultato è una delle esperienze più terrificanti degli ultimi anni, videoludicamente parlando, elaboratissima nel design e dura verso il giocatore, al punto da risultare spigolosa nella sua angosciante apparente semplicità concettuale. In realtà è un titolo elaboratissimo che non lascia niente al caso e che si fonda su di una base già molto solida, che è quella dell'esperienza del team di sviluppo con il genere.

PRO

  • Porta la tensione alle stelle
  • Il giocatore è libero di sperimentare soluzioni differenti per superare gli ostacoli
  • Atmosfera impeccabile
  • Meccaniche studiate alla perfezione

CONTRO

  • Se vi aspettate un lato narrativo alla SOMA o alla Rebirth, rimarrete delusi