Il panorama indipendente degli ultimi anni ha saputo sostenere il mercato in maniera importante, a tratti fondamentale, permettendo, grazie anche alla sua incredibile vastità, di lanciare idee originali a profusione. Ogni tanto alcune di queste idee vengono prese e unite e spesso quello che si viene a creare è un connubio di creatività che stimola giocatori e spettatori in maniera soddisfacente. Esistono, però, dei casi in cui quel pot-pourri non riesce perfettamente amalgamato, andando a perdere o di consistenza o di sapore. È questo il caso di Cursed to Golf, un gioco che prova a mettere assieme il platform, il golf e il genere roguelike, finendo per diluirsi in maniera significativa, risultando a tratti poco deciso in alcune scelte e troppo in altre.
Vi raccontiamo dunque pregi e difetti di questo roguelike golfistico nella recensione di Cursed to Golf.
Benvenuti nell'Eterni-Tee
Cursed to Golf prende da subito il giocatore per mano, lo accompagna narrativamente e ludicamente attraverso le pieghe delle sue idee in maniera efficace. Il lungo tutorial, a nostro modo di vedere, è ben calibrato, porta il giocatore a comprendere sia l'incipit narrativo che tutte le sfaccettature inserite in un semplice (non così tanto) gioco di golf. Vestirete i panni di un Golfista Maledetto, colpito da un fulmine durante la finale del più importante torneo di golf del mondo e costretto, ora, a utilizzare le sue doti per liberare il Purgatorio del Golf dall'oppressione del Demone del Green. Così facendo lui e gli altri spiriti, tra cui lo Scozzese, potranno ottenere finalmente pace. L'incipit narrativo dunque, non è così banale come sembra. Chuhai Labs dimostra di saper giocare con parole, ambientazioni, fatti e personaggi prendendosi sul serio quando serve, ma facendo dell'ironia la sua prima punta di freccia.
Quello che invece balza subito all'occhio del giocatore è un tutorial che si prende i suoi tempi, ma nonostante ciò riempie d'informazioni chi si approccia al gioco. L'impressione è che cerchi di rendere più dolce la pillola del gameplay, una pillola che potrebbe risultare complessa in determinati frangenti visto la severità di un sistema roguelike che è raro da trovare oggigiorno.
Par o sei fuori
"Tu non puoi passare!". Più volte mentre giocavamo a Cursed to Golf, ci è venuto in mente Gandalf intento a fermare il Balrog a Moria. Bloccati come il Flagello di Durin dalla complessità di un gioco sorprendentemente meno permissivo di quanto ci si potesse aspettare. Cursed to Golf non permette errori su errori, ti dà un numero massimo di colpi e ti offre un numero limitato di agevolazioni extra. Oltre ai colpi base infatti, ciò che avrete a disposizione per affrontare le insidie dei terreni di gioco che affronterete sarà un numero limitato di Carte Asso e la possibilità di "vedere" in maniera più dettagliata ciò che vi circonda. Partendo dalla seconda possibilità offerta, è chiaro come la pianificazione della mossa e delle azioni da compiere abbia una valenza estremamente più importante qui che in qualunque altra scelta di percorso trovabile in un roguelike qualsiasi.
Come dicevamo però, non è solo il ferro o il legno da utilizzare a rendere più o meno efficace il colpo, ma è anche quanto sapientemente utilizzerete le Carte Asso a fare la differenza. Queste carte, sono fondamentalmente dei poteri extra ottenibili sia sul campo da gioco che nello shop dello Scozzese. Dalle palline bomba alle seconde chance, dal rallentamento del tempo a dei colpi di "prova", avrete di che divertirvi.
Quello che però è incredibilmente poco bilanciato è il rischio di fallire. In Cursed to Golf non si ha mai la sensazione di avere tutto sotto controllo, il rischio di sbagliare non è arginabile e la sottile differenza tra fallimento e successo spesso si annida in un solo colpo sbagliato.
Se da una parte, lo sdoganamento della difficoltà verso l'alto sembra ormai arrivato tra i videogiocatori, dall'altra forse bisognerebbe ora stare più attenti anche a non escludere chi questa difficoltà eccessiva la può vivere come frustrazione. Cursed to Golf non permette il fallimento e riporta il giocatore che perde alla prima buca, costringendolo a ritentare il loop come nei più ardui e puri roguelike di sempre. Esiste la possibilità di avere un checkpoint? Sì, nelle fasi avanzate si potrà, ma anche in questo caso la natura poco permissiva del titolo relegherà questa possibilità a una sola volta per partita.
L'abito non fa il monaco
Quello che stride con questa natura quasi sadica di Cursed to Golf, è un aspetto decisamente accogliente. La pixel art è poco invasiva, ricca di colori caldi e attenta ai dettagli, con fondali molto curati che ci hanno ricordato quelli magnifici di Astral Ascent. La coerenza e la struttura artistica delle ambientazioni è poi decisamente di buon livello. Ostacoli e difficoltà sono ben congeniate, spesso implementate con una difficoltà crescente di ostacoli mano a mano che vi avvicinerete alla buca. Ed è proprio questo che stride con la natura del gioco, la cura del dettaglio a livello artistico, di idee e anche di messa in pratica di minuziose decisioni che in altri casi sarebbero state considerate secondarie e magari poco meritevoli di attenzioni.
Quando Cursed to Golf non pensa al particolare erige un muro tra sé e i giocatori, un muro difficile da scalare per chi utilizza i giochi come semplice svago. Cursed to Golf è l'antitesi dei musou, giochi pensati per chi, dopo una estenuante giornata di lavoro, vuole staccare la spina, premere dei tasti per sentirsi onnipotente e annichilire la CPU.
Conclusioni
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate, recitava l'iscrizione sulla porta dell'Inferno Dantesco, eppure non crediamo sfigurerebbe sull'insegna dell'Eterni-Tee dello Scozzese. Cursed to Golf vi farà sudare, ammaliandovi con la sua pixel art, circuendovi con la sua ironia e poi annichilendovi con la sua poca permissività. Se volete provare a dominare i campi maledetti del Purgatorio del Golf, armatevi di pazienza e di tempo, se invece pensate che la vostra vita vi ha già dispensato eccessivo stress allora forse è il caso che guardiate da lontano l'originale interpretazione di Chuhai Labs del nobile sport.
PRO
- Bello da vedere
- Idea comunque originale
- Ironia azzeccata
CONTRO
- Poco permissivo è un eufemismo
- Avremmo preferito un accenno di fisica approfondita della pallina