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Defector, la recensione

Siete pronti a indossare il visore per la realtà virtuale e a vestire i panni di un agente segreto senza macchia e senza paura? Questo è il soggetto di Defector, il nuovo action per Oculus che abbiamo recensito

RECENSIONE di Francesco Serino   —   19/07/2019

Fa uno strano effetto giocare e finire Defector, esclusiva Oculus, a così pochi mesi di distanza dall'aver vissuto Blood & Truth di Sony London Studios, un'altra esclusiva, ma in questo caso di PlayStation VR. Fa uno strano effetto perché essenzialmente sono giochi molto simili: immaginateli come legna dello stesso albero, ma ciascuno dotato di venature molto diverse. Mentre il gioco Sony si dipana come una crime story dal gusto sfrontatamente british, Defector ci mette alle prese con una spy story, di quelle ad altissimi ottani. Entrambi i giochi cercano in fondo di fare la stessa cosa: riportare in auge lo shooting senza fronzoli dei vari Time Crisis, House of The Dead, Virtua Cop. Quelli che un tempo avremmo chiamato "shooter on-rails", ovvero su binari, ma che nella realtà virtuale acquistano spessore e una rinnovata capacità di lasciarci a bocca aperta, specialmente quando fatti bene. Defector ci fa muovere liberamente in tutti i suoi livelli, ma lo spirito è inconfondibilmente quello. Questa nuova esclusiva Oculus, di cui state leggendo la recensione, tiene superbamente testa alla produzione Sony, divenendo in men che non si dica uno dei migliori esponenti del genere, oltre ad essere uno dei pochi che su Oculus spicca anche attraverso l'opulenza della produzione che ne ha sostenuto lo sviluppo. Si vede chiaramente che Defector è un gioco prodotto internamente, segno inconfutabile di una Facebook che ha finalmente capito l'importanza del dettare ritmo e linea, spingendo il proprio hardware con esperienze forti. Insomma, la società di Zuckerberg da qualche tempo sembra aver finalmente capito che di soli sviluppatori terze parti non si campa, e che se c'è qualche gigante che può premere l'acceleratore, questo è proprio lui.

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Pugni, pistole e...

Della sua esclusività, Defector ne beneficia in ogni modo possibile. L'unico aspetto in cui si è andati un po' al risparmio è nella longevità che si ferma alle cinque o sei ore di gioco, ovvero lo standard per esperienze simili. Il meglio del meglio il gioco lo dà chiaramente tra le esplosioni, mentre immerge l'utente tra i fischi dei proiettili o gli permette di affacciarsi da uno squarcio nella fusoliera di un aereo con una mitragliatrice in spalla, ed essere così esortato a tirar giù un'intera flotta di caccia come nemmeno il miglior Schwarzenegger. Davvero efficace il corpo a corpo, dove saremo chiamati a parare con una o entrambe le braccia, e a rispondere con dritti, ganci e rovesci. Fa sudare, fa ridere, #faffico. Il gioco riserva anche delle sorprese piuttosto interessanti al riguardo, tanto che a mente fredda abbiamo finito per preferire le scazzottate, più che le sparatorie. Con un'arma in mano, Defector infatti si dimostra meno preciso dei controller che supporta: grazie al contesto e alle esplosioni ci si abitua velocemente, ma si poteva fare molto di meglio a livello tecnico per rendere più soddisfacente la registrazione dei colpi.

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Del resto Oculus può contare su dei controller più avanzati dei PlayStation Move, eppure si nota subito che le sparatorie non sono state costruite con la stessa cura ed esperienza che nel prodotto rivale. Nonostante tutto, anche in questo caso Defector svolge alla grandissima il suo lavoro; questo gioco non punta tutto sullo shooting, cosa che invece fa il prodotto dei London Studios. Defector mette sul piatto fin da subito un respiro ben più ampio di Blood & Truth, non tanto nelle sequenze d'azione, ma in quel contorno che qui assume sfumature molto più intriganti, grazie soprattutto a un sistema di dialoghi che sicuramente vuole apparire più profondo e complesso di quello che in realtà è, ma che dona comunque all'esperienza una maggiore varietà di situazioni e di sfide. È proprio grazie ai dialoghi che potremo in diverse occasioni scegliere dei bivi che ci condurranno a nuove e inaspettate sequenze d'azione, o metterci alla prova con delle fasi investigative. Non sempre il sistema funziona a dovere, e ci si ritrova a volte a tentare alla rinfusa cercando la giusta combinazione tra domanda e personaggio, eppure anche nei suoi momenti peggiori questo aspetto continua a dare consistenza al gameplay. La rigiocabilità non manca grazie alla struttura a bivi, ma avremmo gradito qualche sfida secondaria in più.

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Grafica e comparto tecnico

Tecnicamente Defector se la cava estremamente bene, lasciando però scoperto il fianco a un aliasing inaspettato che fortunatamente non danneggia il divertimento. Lo abbiamo giocato su Oculus Rift Sle e le scritte ci sono apparse estremamente nitide e nonostante ci sia parecchio testo - molto divertente leggere le diverse biografie dei personaggi che incontreremo, ed è anche utile nei dialoghi - Defector rimane sempre estremamente leggibile e confortevole, sequenze d'azione o meno. Graficamente questo gioco può anche contare su un numero decisamente alto di effetti che, uniti a una fisica di buon livello, donano all'avventura uno strato ulteriore di spettacolarità di cui avevamo assolutamente bisogno. Peccato per le animazioni facciali alquanto rigide, che riportano spesso bruscamente "sulla terra".

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori
ND
Il tuo voto

Non sarà il gioco sul disagio giovanile che farà scrivere i quotidiani, o di cui ti puoi riempire la bocca cianciando di arte, ma Defector, per fortuna, punta tutto su un'immediatezza che nella realtà virtuale funziona a meraviglia. Ritrovarsi in primissima persona in un'avventura del genere è semplicemente divertente, fa ridere, fa esaltare, ti spinge a porgere il visore all'amico per sfidarlo a fare di meglio, nel modo più sfrontato possibile. Pura sala giochi, pura quinta dimensione, ed avercela in casa è fuori di testa.

PRO

  • Buona grafica
  • Ci sono i bivi
  • Numerose situazioni sorprendenti

CONTRO

  • Alcune fasi sono meno chiare
  • Lo shooting è migliorabile