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Dungeon Defenders: Awakened, recensione: torna in campo lo storico tower defense

Un nome storico del panorama dei tower defense torna con un nuovo capitolo: vediamo come è andata nella recensione di Dungeon Defenders: Awakened.

RECENSIONE di Tommaso Valentini   —   25/03/2021

Il genere dei tower defense non è propriamente florido in termini di uscite. Certamente, negli anni ci sono stati esempi di valore come Kingdom Rush, la serie Anomaly, Revenge of the Titans o Orcs Must Die ma a fare davvero breccia nel cuore dei giocatori ultimamente ci è riuscito con buona probabilità solo Bloons TD 6, trainato, come spesso accade in questi casi, da un'esplosione di notorietà dovuta a influencer e streamer che ci si sono dedicati per qualche settimana in maniera costante.

Dungeon Defenders: Awakened, questa volta i nostri eroi saranno cinque
Dungeon Defenders: Awakened, questa volta i nostri eroi saranno cinque

In questo panorama abbastanza desolato, se paragonato a generi molto più prolifici, si è inserito agevolmente Dungeon Defenders che, forte di una grafica cartoon e di meccaniche semplici, ha avuto per primo l'idea di mettere la cooperazione tra i giocatori come base per lo sviluppo dell'intera esperienza di gioco. Era il 2011 però e dopo oltre dieci anni dalla sua prima apparizione oggi torniamo di nuovo a parlarne per celebrare l'arrivo su console del suo terzo capitolo, con dodici mesi di ritardo dallo sbarco su Steam, ma pronto a farsi perdonare con nuovi e aggiornati contenuti. Sarà valsa la pena attendere? Scopriamolo nella nostra recensione di Dungeon Defenders: Awakened.

Un gameplay immobile

Se hai una formula vincente non devi per forza cambiarla o stravolgerla per continuare ad avere successo. Qualche piccolo tocco di scalpello da una parte, una nuova verniciatura, qualche effetto speciale inedito ed ecco che, come per magia, la terza iterazione della tua serie di punta è pronta per tornare a fare faville. Questo almeno nel mondo dei sogni, visto che il mercato, ormai bulimico, ha fame e desiderio di novità, di esperienze curate e fresche che tolgano quel retrogusto di già assaporato da un videogioco nuovo di pacca, anche se pagato a prezzo budget.

Capiamoci, non ci aspettavamo sicuramente uno stravolgimento totale, con il rischio di finire a gambe all'aria come è successo con Torchlight III, ma quantomeno un pizzico di impegno ulteriore avremmo voluto vederlo per giustificare questo terzo capitolo, soprattutto dopo che con Dungeon Defenders II e il modello free to play, la serie aveva praticamente già sparato tutte le sue ultime cartucce. Invece, quando si inizia a giocare a Dungeon Defenders: Awakened ci si accorge da subito che la produzione sembra andare con il freno a mano tirato: la storia non è brillante né divertente come in passato e anche i quattro personaggi, nelle vesti di Monaco, Mago, Cacciatrice e Guerriero, non portano in dote sostanzialmente nulla di nuovo, niente insomma che riesca a riaccendere la scintilla e a instillare nel giocatore la volontà di impegnarsi per difendere nuovamente i cristalli magici dall'assalto continuo di orde di orchi e mostri inferociti.

Dungeon Defenders: Awakened, l'Hero deck viene ereditato direttamente da Dungeon Defenders II
Dungeon Defenders: Awakened, l'Hero deck viene ereditato direttamente da Dungeon Defenders II

A differenza della versione PC, inoltre, le meccaniche di gioco su console risultano rallentate e decisamente meno fluide, con un controllo gestito dal pad piuttosto macchinoso, anche per chi è abituato a giocare regolarmente su console. Possiamo tranquillamente affermare come questo terzo capitolo sia un centrifugato dei primi due da cui vengono prese le idee migliori, interessante insomma per chi arriva fresco su questo episodio ma non per chi ha già passato ore e ore sui precedenti. Della ventina di mappe disponibili, infatti, più della metà sono contenuti presi di peso con qualche piccola rivisitazione dal Dungeon Defenders originale e anche i modelli dei nemici e le loro abilità si ripresentano pressoché immutati. La differenza rispetto al primo capitolo la si trova dunque nel mazzo degli eroi, preso in prestito da Dungeon Defenders II, grazie al quale potrete cambiare personaggio velocemente durante le fasi di set up e che vi permetterà di far crescere tutti e quattro i campioni scelti all'unisono, andando a sostituire gli equipaggiamenti e potenziando le abilità attraverso un sistema semplice di punti talento.

L'aggiunta del quinto eroe, una futuristica androide armata di laser spacca però questo idillio, con l'interfaccia e la struttura di gioco tarata per l'appunto solo su quattro eroi, andando così a complicarne lo switch. Se il gameplay risulta lineare e senza guizzi degni di nota, facendo leva sulla classica campagna e la modalità Rift per dare spessore all'end game, con ondate di nemici più forti e con nuove abilità, a mostrare ulteriormente il fianco ci pensa un comparto tecnico incapace di rendere bene su console. Partiamo dalla palette cromatica scelta, estremamente differente rispetto ai primi capitoli con colori ancora più accesi che finiscono per creare solo confusione quando molteplici unità si mischiano a schermo. Proprio il comportamento dei nemici poi è insoddisfacente e capita spesso di trovarli incastrati dietro gli angoli, con una scelta di ridurre enormemente il frame delle animazioni sulla distanza durante i momenti più concitati per un risultato finale davvero poco piacevole da vedere. Purtroppo sono situazioni frequenti ed è un compromesso che proprio non siamo riusciti a digerire, avere meno nemici ma più curati, in termini di animazioni e comportamento, sarebbe stata molto probabilmente la scelta ideale.

Dungeon Defenders: Awakened, le fasi di combattimento possono risultare molto confusionarie
Dungeon Defenders: Awakened, le fasi di combattimento possono risultare molto confusionarie

Conclusioni

Versione testata Xbox Series X
Digital Delivery Steam, Xbox Store, Nintendo eShop
Multiplayer.it
6.5
Lettori
ND
Il tuo voto

Difficile consigliare ad occhi chiusi Dungeon Defenders: Awakened, soprattutto in versione console. I controlli sono scomodi e risulta complesso destreggiarsi tra la raccolta di equipaggiamento e la gestione dell'inventario, i contenuti riciclano in gran parte quelli del primo capitolo, le nuove aggiunte sono tutt'altro che memorabili e anche tecnicamente il gioco non riesce ad essere al passo con i tempi. Al netto di tutti questi gravi problemi la struttura portante rimane comunque quella di un tower defense con tante cose da fare e godibile se si vuole staccare il cervello e godersi qualche ora di puro massacro incondizionato, a patto però di portarsi dietro almeno un paio di amici per superare il tedio delle missioni in solitaria.

PRO

  • Struttura di gioco solida
  • Tantissime ore di gioco potenziali
  • In co-op riesce comunque a divertire

CONTRO

  • Controlli con il pad terribilmente scomodi
  • Pochissime aggiunte inedite
  • Tecnicamente debole