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Eldest Souls, recensione: il souls-like boss-rush tutto italiano da non ignorare

Eldest Souls è un souls-like in stile boss-rush creato da un giovanissimo team italiano, Fallen Flag Studio. Ecco la nostra recensione!

RECENSIONE di Nicola Armondi   —   29/07/2021

In un'estate ricca di indie, il giovanissimo team italiano di Fallen Flag Studio sfida tutti gli avversari e ci propone la propria opera prima: Eldest Souls, un gioco d'azione d'ispirazione souls-like in stile boss-rush. Il trio italiano (supportato da altri tre freelancer) è riuscito a colpire nel segno?

La risposta è in questa nostra recensione di Eldest Souls.

Di Dei e Uomini

Eldest Souls: Dei, Uomini e morte
Eldest Souls: Dei, Uomini e morte

In principio, vi era solo polvere. Dopo lungo tempo la polvere si condensò e formò la Luna. Questo corpo celeste, però, si spezzò e alcuni frammenti caddero sul pianeta sottostante: uno di essi creò gli Uomini, l'altro gli Dei. Le due specie vissero in pace, coesistendo, fino a quando un Dio malvagio corruppe gli altri e schiavizzò gli Uomini. Dopo secoli di prigionia, gli umani si ribellarono e rinchiusero gli Dei in una città-prigione, la Cittadella. Il Dio corruttore, però, tornò e, tramite un potere oscuro, creò demoni che presero il controllo della Cittadella e portarono pestilenza nel mondo degli Uomini. In un ultimo tentativo di eliminare i propri nemici, gli umani guidarono una Crociata contro la città, fallendo però nel tentativo. La Luna pianse quindi un ultimo piccolo frammento, dal quale il nostro personaggio creò una lama in grado di uccidere gli Dei. Il nostro compito è eliminarli tutti.

Questo è l'incipit narrativo di Eldest Souls, un gioco che - pur nella propria linearità e semplicità - non disdegna la creazione di una piccola lore. Nel corso dell'avventura avremo infatti modo di trovare qualche documento sparso nell'ambiente che ci racconta frammenti della Crociata fallita contro la Cittadella e amplia il background del mondo di gioco, facendoci immaginare terre lontane.

La parola giusta è proprio "immaginare", perché la lore di Eldest Souls è gestita con il contagocce, piccoli accenni qui e là che non approfondiscono in maniera particolare l'incipit e l'identità del protagonista. Sia chiaro, non lo consideriamo un difetto, tutto il contrario: l'opera di Fallen Flag Studio è strutturalmente semplice e, pur non mancando di NPC con quest, è fondata prima di tutto sul gameplay nudo e crudo, ovvero sul combattimento. Tutto quello di cui si ha bisogno è quindi solo un po' di contesto, per non farci sentire spaesati, evitando al tempo stesso di farci perdere tempo in prolissi e inutili dialoghi o letture.

Ci sono però diversi finali, legati al completamento di certe quest, che sono in realtà molto semplici da portare a termine. I personaggi del gioco hanno bisogno di oggetti che potremo trovare nell'ambiente. Le varie aree sono piccole e con un minimo di attenzione è possibile trovare tutti gli oggetti e, anche nel caso nel quale non si sia sicuri di cosa fare, basterà fare il giro da un personaggio all'altro per vedere se abbiamo quello di cui aveva bisogno.

Completare alcune quest è utile anche per ottenere oggetti speciali di potenziamento, che aiuteranno la nostra avanzata. Ciò che più conta, però, è prendere in mano il controller e combattere bene; in altri termini: git gud.

Prima ammazza, poi fai domande

Eldest Souls propone anche NPC e quest, anche se molto semplici
Eldest Souls propone anche NPC e quest, anche se molto semplici

Eldest Souls, per diretta ammissione degli sviluppatori, vuole prima di tutto risvegliare quella "bruciante" sensazione che si prova quando si è a un passo dalla vittoria e si viene sconfitti. Eldest Souls ci chiede impegno e sa che il giusto pubblico saprà trarre grande soddisfazione da ogni successo, ottenuto solo dopo molteplici tentativi. A nostro parere il risultato è stato raggiunto, anche se la curva della difficoltà non è perfettamente calibrata, come vedremo più avanti.

Nel corso dell'avventura dovremo combattere contro dieci boss. Eldest Souls è abbastanza lineare e al massimo rende disponibili due boss nello stesso momento: sconfitto un gruppo di nemici, si accede a una nuova area, dove ci attendono altri boss, NPC e oggetti di quest da raccogliere. A differenza di Titan Souls - famoso gioco boss-rush - l'action-RPG di Fallen Flag Studio propone un sistema di potenziamento del personaggio, in quanto ogni boss ci dona un punto abilità e un Frammento.

Il punto abilità deve essere speso in uno dei tre alberi delle abilità a disposizione. Scegliere un albero delle abilità blocca gli altri, ma in qualsiasi momento è possibile riprendersi i punti e riposizionarli (anche negli altri alberi), così da cambiare completamente il personaggio. Precisamente, avremo accesso a un albero basato sui bonus alla velocità di movimento, uno basato sul potenziamento dei danni e uno basato sulla difesa e i contrattacchi (quest'ultimo si è rivelato il nostro preferito nelle fasi avanzate). Ogni stile di gioco è diverso e permette di affrontare uno scontro in modo differente.

I Frammenti, invece, possono essere assegnati alle varie mosse del personaggio (che vedremo nel dettaglio a breve) per donare loro effetti aggiuntivi, diversi per ogni tipo di mossa. Eldest Souls non lesina sulla personalizzazione, in sostanza, permettendoci di adattare il personaggio alle nostre preferenze o, in caso, di creare un guerriero più adatto allo scontro che dobbiamo affrontare. Facciamo un facile esempio: se dovete affrontare un nemico molto mobile, ha poco senso usare abilità che creano aree di danno attorno al personaggio, in quanto spesso saremo lontani dal nemico; meglio puntare sul danno diretto.

Eldest Souls propone sia testi in inglese che in italiano
Eldest Souls propone sia testi in inglese che in italiano

Come si combatte esattamente in Eldest Souls? Il sistema di combattimento si basa su una serie di pilastri molto interessanti. Prima di tutto, abbiamo il classico attacco base, né troppo lento né troppo potente. Fulcro degli scontri è però l'attacco caricato: oltre a infliggere più danni ed eseguire uno scatto nella direzione selezionata, questa mossa riempie (proporzionalmente al tempo di carica) una barra; quando quest'ultima è nella seconda metà, saremo in status Sete di Sangue che ci rende più potenti, più veloci e ci permette di recuperare vita infliggendo danni al nemico.

Eldest Souls rinuncia infatti alle classiche cure in stile Estus e ci chiede di gestire attacco e difesa in modo accorto. Attaccare durante Sete di Sangue significa recuperare vita, ma anche esporsi ai contrattacchi. Fondamentale quindi sapere esattamente quando attaccare e quando pensare solo a evitare i colpi, facendo massima attenzione alla Stamina.

Eldest Souls rende disponibili solo tre barre di Stamina che si ricaricano lentamente e che equivalgono a tre schivate (gli attacchi non consumano la Stamina). Si tratta di una quantità volutamente limitata, pensata per "punire" chi gioca in modo poco attento e cerca di schivare all'impazzata quando si trova nel mezzo di una combo nemica. Ogni boss deve essere studiato attentamente, bisogna imparare a riconoscere gli attacchi in anticipo e sapere quando agire: se ci si riesce, si viene premiati, in quanto una schivata perfetta velocizza la ricarica della Stamina e, con alcune abilità, permette di attivare un attacco speciale.

Eldest Souls, uno dei boss
Eldest Souls, uno dei boss

A questo si somma un attacco potente, ma lento che può essere attivato solo in status Sete di Sangue e che consuma la barra relativa. Questa mossa permette di eseguire un grosso danno unico, per quegli scontri durante i quali non c'è spazio per molti colpi deboli, e - sempre grazie a certe abilità - attiva dei bonus molto utili. Infine, abbiamo due diverse abilità attive: una legata all'albero abilità da noi scelto e una associata a un Frammento equipaggiato, entrambe utilizzabili previa ricarica.

Il punto di forza di Eldest Souls sta soprattutto nel fatto che ogni mossa serve per potenziarne altre: non si deve solo attaccare e scappare, ma si deve sfruttare ogni capacità del personaggio in modo attento, per massimizzare i danni e le possibilità di sopravvivenza, perché Eldest Souls farà di tutto per metterci alla prova, soprattutto all'inizio.

Ancora un tentativo

Parlare di difficoltà è sempre complesso, in quanto vanno di mezzo capacità manuali, soglia di attenzione, colpo d'occhio e, spesso, la pura e semplice pazienza. Eldest Souls non è un gioco facile, questo è certo, ma a nostro parere il vero "problema" è entrare nel giusto stato mentale, ovvero capire che siamo deboli e che pochi colpi del nemico possono farci a pezzi, mentre noi dobbiamo colpire ancora e ancora e ancora prima di ottenere la vittoria.

I primi due boss sono in pratica un tutorial, ma i successivi due potrebbero essere un grande scoglio per molti. L'intera avventura (10 boss + esplorazione del piccolo mondo di gioco) ci ha chiesto in totale 7 ore e mezza: più di metà di queste sono servite per sconfiggere il terzo e quarto boss. In questa fase il giocatore ha solo un paio di punti abilità e un singolo frammento, quindi non è possibile fare grande affidamento su mosse potenti. L'unico modo per andare oltre ed entrare nel vero Eldest Souls è capire che si deve giocare bene. Punto. Git Gud. Ci stiamo dilungando sul concetto per assicurarci che il lettore capisca il nocciolo della questione: Eldest Souls non è ingiusto, non è punitivo (morendo non si perde nulla e si può subito ricomparire nell'arena), ma è innegabilmente difficile, soprattutto all'inizio.

Eldest Souls, il primo boss è solo un tutorial
Eldest Souls, il primo boss è solo un tutorial

Superato lo scoglio iniziale, il gioco apre più quest, dona un paio di ricompense utili, ci permette di sbloccare più abilità che ci rendono più potenti e semplificano gli scontri successivi (massimo una decina di tentativi per boss, rispetto agli oltre 100 tentativi del terzo/quarto boss). Si deve sempre faticare, ma a quel punto avremo veramente la sensazione di potercela fare con un piccolo sforzo aggiuntivo. All'inizio invece dovremo sudare settecento camice. È divertente? È soddisfacente? A nostro parere sì, ma siamo convinti che per certi giocatori non sarà così: noi vi abbiamo avvisato...

Gli scontri, al di là della difficoltà, sono tutti molto interessanti. Ogni boss è unico, ha proprie mosse, trasformazioni, almeno due fasi e spesso - quando stiamo per vincere - c'è una sorpresa che ci farà dire "oh no, non è finita?" (niente spoiler, non diremo di più). Le arene stesse sono differenti in forma/dimensioni e diventano parte della battaglia tanto quanto il boss. Ogni battaglia è inoltre un passo in avanti importante grazie al punto abilità e al Frammento ottenuti, il che rende la vittoria ancora più soddisfacente.

Extra

Il mondo di gioco è visivamente piacevole
Il mondo di gioco è visivamente piacevole

Finire il gioco, inoltre, non è la conclusione del viaggio. Eldest Souls sopperisce alla longevità limitata con un interessante Nuova Partita + (che si attiva automaticamente sconfiggendo il boss finale, quindi attenti a non lasciare indietro le quest). Oltre a rendere gli attacchi nemici leggermente più forti e la nostra capacità di curarci inferiore, i boss ottengono oltre il doppio della vita (un po' troppo, a nostro parere) e, parte più interessante, guadagnano nuovi attacchi che rendono gli scontri più difficili. Siamo riusciti a vedere solo i primi due boss del NG+ (sono molto molto più forti), ma possiamo confermare che gli scontri sembrano veramente nuovi e diversi. Inoltre, è possibile continuare a potenziare il personaggio, anche se le abilità costano molto di più.

Infine, si sblocca la modalità Arena che permette di combattere liberamente con i dieci boss e, ad ogni vittoria, sbloccare un livello di difficoltà aggiuntivo per il relativo boss. In tale modalità, però, il personaggio non si potenzia. Il messaggio è quindi chiaro: Eldest Souls è pensato per chi vuole faticare, per chi non è soddisfatto della vittoria e vuole ributtarsi nella mischia. È credibile che chi ama questo tipo di sfida passi anche fino a 20 ore sul gioco.

Infine, come potete vedere da immagini e trailer, a livello visivo Eldest Souls si difende bene. Il personaggio è generico, ma i boss hanno uno stile unico e gli ambienti, pur sé classici, ci fanno respirare la sensazione di desolazione della Cittadella. Anche la colonna sonora accompagna gli scontri in modo adeguato: non ci sono tracce specifiche che ci sono rimaste impresse, ma tutte svolgono il proprio dovere. Nota finale, segnaliamo che il gioco è (ovviamente) tradotto anche in italiano.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.8
Lettori (7)
8.4
Il tuo voto

Eldest Souls ha un obbiettivo: farci faticare e, infine, lasciarci con una sensazione di soddisfazione per la vittoria. Ci riesce? Sì, ma per questo motivo non è un gioco per tutti. La curva della difficoltà non è perfetta, in quanto nelle fasi iniziali si deve fare i conti con pochi potenziamenti e un paio di boss molto tosti: chi ha poca pazienza potrebbe facilmente stufarsi di fronte alle continue morti. Chi resiste scopre però un gioco basato su un sistema di combattimento interessante e ragionato (deve solo fare click), un boss-design vario e interessante e un sistema di potenziamento libero e soddisfacente. A livello narrativo e stilistico non vi è nulla di particolarmente originale o sorprendente, ma Eldest Souls si propone al giocatore in modo molto onesto e si concentra prima di tutto sulla sostanza. Soprattutto considerando che si tratta dell'opera prima di tre giovani sviluppatori, è una "presentazione" di tutto rispetto: siamo curiosi di vedere che altro abbia in serbo per noi Fallen Flag Studio.

PRO

  • Sistema di combattimento e potenziamento solido
  • Design dei boss vario
  • Nuova Partita + intrigante, sebbene per pochi

CONTRO

  • C'è un picco di difficoltà iniziale non indifferente
  • Narrativamente non particolarmente unico o sorprendente