Non è facile rappresentare le emozioni che si provano dipingendo. L'atto in sé non è inaccessibile, ma come lo racconti quel momento in cui l'idea inizia a prendere forma sulla tela e il flusso dei tuoi pensieri si fonde con il flusso dei colori? Come puoi trasformare in videogioco le motivazioni che spingono molti a continuare a esprimersi in una forma che sta diventando sempre più romanticamente desueta? Été prova a farlo dando al giocatore la possibilità di ricolorare l'intero mondo di gioco, ma senza mettergli fretta e senza imporgli una sfida di contorno. È incentrato sull'idea di rilassarlo, offrendogli un'esperienza incentrata sulla bellezza stessa del dipingere e su una diversa percezione di ciò che ci circonda, trasformato in una immensa tela.
Dipingere
Été racconta proprio la bellezza del colore, la bellezza dell'estate e la bellezza di diventare artisti. La storia non manca di una certa malinconia di fondo, che si amalgama perfettamente con il resto del gameplay. Da pittori o pittrici ci siamo trasferiti nella città di Montreal con l'intento di passare l'estate a dipingere. Abbiamo risposto all'annuncio di un appartamento ammobiliato, ma arrivati sul posto lo abbiamo trovato completamente vuoto. Il tutto è funzionale alla possibilità di arredarlo come vogliamo, ma inizialmente possiamo dimostrarci piccati verso la padrona di casa, che ammette candidamente di averci un po' raggirato nel primo dialogo a scelta multipla che ci troviamo a gestire. Poco importa. Finiti i convenevoli è ora di iniziare a dipingere, ossia di andare in cerca di ispirazione, magari raccogliendo un bel po' di colori sulla strada.
Été ci dà una missione principale da seguire, ma ci lascia procedere con i nostri ritmi, senza imporci davvero niente. Vogliamo andare subito al dunque e svolgere quanto ci viene richiesto (solitamente delle commissioni legate alla pittura)? Possiamo farlo. Vogliamo girare e ricolorare il più possibile Montreal? Possiamo fare anche questo. In un certo senso ci troviamo di fronte a un gioco meditativo. L'unico limite, se così lo vogliamo chiamare, è nella pittura stessa: quando abbiamo la tela davanti non possiamo disegnare liberamente, ma dobbiamo usare degli stampi con cui realizzare infinite combinazioni pittoriche.
Si tratta di una soluzione pratica e brillante al problema che non tutti sanno disegnare (compreso chi sta scrivendo questa recensione). In questo modo l'illusione di essere dei pittori rimane. Detto questo, quando ci troviamo di fronte a una tela possiamo comporre le nostre opere come vogliamo. Lì dove il gameplay è, tra molte virgolette, più coercitivo è nel sistema di colorazione. Il mondo intorno a noi è completamente in bianco e nero e sbiadito. Quindi, non solo gli oggetti non sono colorati, ma alcuni sono anche difficili da riconoscere.
Con dei semplici movimenti del mouse, possiamo colorarli, dandogli quindi anche una forma più definita. Ogni oggetto a cui ridiamo vita ci regala delle gocce di colore: una staccionata potrà avere del colore marrone, dei fiori potranno avere il colore viola o giallo, una panchina potrà avere il colore grigio o verde e così via. Quando abbiamo accumulato abbastanza colore, possiamo usare una specie di tecnica speciale che consente di ricolorare un'intera area intorno al personaggio in una vera e propria esplosione di colori.
Un quadro riuscito
Detta così, sembra che il gioco sia semplicemente andare in giro, colorare le cose e creare opere d'arte. In realtà, come accennato, offre anche una serie di missioni che ci vengono date dai personaggi non giocanti, che vanno a comporre una storia coinvolgente, che arricchisce non poco l'esperienza. Ci sono anche alcune storie secondarie da scoprire. Certo, non vi aspettate niente di troppo complicato o articolato, perché in realtà è tutto molto semplice e diluito. Del resto in un gameplay del genere ogni distrazione dal suo focus sarebbe stato controproducente.
Quindi, si va in giro, si svolgono le missioni per queste persone, si ottengono risorse per decorare la camera della protagonista, e ci si gode una splendida avventura, in cui ci siamo persi per circa otto ore (gli sviluppatori parlano di una durata tra le 5 e le 10 ore, a seconda di quanto si corre e quanto si colora. Siamo arrivati alla fine con un grande senso di rilassatezza, senza chiedere a Été più di quello che ci ha dato. Fosse durato di più ci avrebbe probabilmente disturbato, ma arrivati alla fine abbiamo sentito di aver giocato il giusto, con la sensazione che gli sviluppatori sapessero alla perfezione come comporre il gioco, gestendolo come un dipinto fatto di equilibri delicati che potevano rompersi di fronte a ogni eccesso.
Conclusioni
Été è un'esperienza deliziosa, concettualmente più profonda di quanto appaia, ma allo stesso tempo attentissima a non esagerare mai. Si tratta di un gioco che vuole rilassare e fa di tutto per non indisporre il giocatore. In questo funziona davvero bene. Talmente bene che le missioni di contorno appaiono a volte quasi come un'aggiunta non necessaria, per un gioco che avrebbe funzionato anche se ridotto completamente alla sua essenza.
PRO
- Tutto ciò che riguarda il rapporto tra il protagonista e i colori
- Ritmo perfetto per il tipo di gameplay offerto
CONTRO
- Alcune attività sembrano essere state aggiunte per fare numero