21

Fallout 3: Operation Anchorage - Recensione

Arriva la prima espansione di Fallout 3 promessa da Bethesda agli utenti Xbox 360 e PC. Trasferiamoci dunque in Alaska per liberare la città di Anchorage.

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   05/02/2009

C'è voluto un po' di tempo prima di far ingranare bene il meccanismo delle espansioni per micro transazione su Xbox 360, ma adesso la pratica è ben rodata e praticamente regolare per i titoli di maggior spessore. Anche Bethesda, nonostante la sua esperienza maturata con i giochi per PC, sembra aver proceduto per gradi, prima sperimentando mini-espansioni che hanno quasi scandalizzato il popolo videoludico - come la buona vecchia "armatura per cavallo" di Oblivion - poi arrivando ad esperienze convincenti e ricche come "Shivering Isles" sempre sul quarto episodio di The Elder Scrolls. Visto il know-how acquisito, era lecito attendersi un trattamento del genere anche per il nuovo, mastodontico RPG del 2008, ovvero Fallout 3, un gioco dal richiamo talmente ampio da spingere Microsoft ad agire di anticipo e assicurare ben tre espansioni in esclusiva per le proprie piattaforme. E così, da gennaio a marzo l'interesse per il gioco Bethesda continuerà a mantenersi alto anche a storia conclusa, grazie alle tre aggiunte programmate a cadenza mensile, di cui la prima è appunto Operation Anchorage. Il problema maggiore per l'introduzione di un'espansione in Fallout 3 era di ordine logico: come inserire un nuovo pezzo di storia in un mondo complesso e strutturato come quello dell'RPG in questione, senza creare falle e incongruenze nel mondo virtuale così accuratamente riprodotto? Lo stratagemma adottato dagli sviluppatori è stato dunque ingegnoso: trasportare il giocatore lontano nello spazio e soprattutto nel tempo, rispetto agli eventi della main quest del gioco, svincolando dunque la storia aggiuntiva dalla contingenza del "presente" di Fallout 3 e in tal modo avendo campo libero per raccontare un nuovo episodio, con una nuova ambientazione, ma senza intaccare la solidità dell'atmosfera generale. L'episodio scelto fa parte dunque del background del gioco, raccontando uno degli episodi chiave della guerra tra Stati Uniti e Cina che ha portato alla distruzione atomica globale: la liberazione della città di Anchorage.

La liberazione di Anchorage

Appena caricata l'espansione, veniamo raggiunti nel gioco da un misterioso segnale radio proveniente da un gruppo di rinnegati. Risalendo a questi, ci troviamo prima a liberare la zona da un gruppo di super mutanti, e poi ad esplorare la base militare oggetto delle ricerche. All'interno di tale struttura, veniamo a sapere che il gruppo ha scoperto un vecchio deposito di armi risalenti al periodo della guerra tra USA e Cina, ma per accedervi è necessario completare un complesso programma di realtà virtuale, ovvero un simulatore che riproduce la battaglia di Anchorage, avvenuta durante tale guerra. Ovviamente, il candidato ideale per la missione è il giocatore stesso, che inserito dentro all'apparecchio si ritrova di colpo sbalzato nell'anno 2066, nel freddo dell'Alaska alle porte di Anchorage. Lo scopo è portare a termine le 4 missioni assegnate che consentono alle truppe americane di riprendere il controllo della città in questione, eliminando alcuni obiettivi strategici dietro le linee nemiche. Il primo impatto è subito decisamente diverso rispetto a quanto ci ha abituato il mondo di Fallout 3: uno scenario di montagna contornato da boschi in lontananza e neve e ghiaccio ovunque ci circondano in un'ambientazione che ricorda un misto tra Goldeneye e il primo Metal Gear Solid, mentre la stessa struttura di gioco trova una variazione sostanziale verso l'azione serrata. Tra fasi stealth e combattimenti furiosi ci troviamo a volte spaesati all'interno di un gioco che ricorda Fallout praticamente solo nell'utilizzo del Pip Boy e del sistema SPAV, visto che la digressione storica ci cala in un clima pienamente militare e combattivo, tagliando fuori molte della caratteristiche puramente da RPG presenti normalmente nel gioco Bethesda.

Fallout 3: Operation Anchorage - Recensione
Fallout 3: Operation Anchorage - Recensione
Fallout 3: Operation Anchorage - Recensione

Un approccio diverso

Non è solo la storia, in questa espansione, ad essere avulsa dal contesto normale, ma anche la stessa azione di gioco è caratterizzata da un approccio fondamentalmente diverso. Trattandosi di un simulatore, ci troviamo all'interno di una realtà fittizia, un gioco dentro al gioco, che risponde a regole diverse. Si tratta, fondamentalmente, di eliminare i nemici fino al raggiungimento degli obiettivi delle varie missioni, con un minimo di gestione strategica della squadra di supporto che ci accompagna nelle operazioni, di cui possiamo scegliere composizione ed equipaggiamento. Ci sono dunque delle nuove procedure da seguire: l'arsenale a disposizione viene scelto all'inizio di ogni missione e non può essere cambiato in qualsiasi momento, i nemici eliminati scompaiono come si conviene a intelligenze artificiali all'interno di un simulatore, impedendo la classica razzia del cadavere in cerca di oggetti, la raccolta di munizioni ed energia è strutturata in punti di raccolta con veri e propri distributori, come si confà più ad un action game che ad un RPG complesso come Fallout 3. Nel complesso, ci troviamo di fronte ad una digressione action, che ritrova il filo conduttore con il gioco principale solo nell'avanzamento del livello di esperienza, che persiste anche in Operation Anchorage (nel caso non sia già stato raggiunto il level cap, ovviamente), e nel ricco bottino finale, da conquistare a simulazione conclusa e che ovviamente è sfruttabile in maniera più estesa se ancora abbiamo delle quest da completare all'interno della storia principale di Fallout 3. Inclusi nel pacchetto scaricabile ci sono anche quattro nuovi obiettivi per 100 gamerpoints in totale, e una nuova abilità che può essere acquisita se si riescono a raccogliere le 10 valigette contenenti documenti strategici all'interno del simulatore (assicuratevi nel caso di trovarle tutte prima di concludere l'espansione).

Fallout 3: Operation Anchorage - Recensione
Fallout 3: Operation Anchorage - Recensione
Fallout 3: Operation Anchorage - Recensione

Commento

Essendo più improntato sull'azione, Operation Anchorage sembra trascurare quelli che sono forse gli elementi più forti dell'esperienza originale: l'esplorazione è ridotta al minimo, manca totalmente la libertà di scelta e ci troviamo impossibilitati a raccogliere oggetti e armi nel simulatore. Aggiungendo una limitata longevità che si assesta tra le due e le tre ore di gioco, ne deriva un quadro completo non troppo esaltante. Sebbene l'idea alla base dell'espansione sia valida (l'approfondimento "storico") l'impressione è quella di un'aggiunta sottotono, pur sempre calata all'interno di un grandissimo gioco, con cui ovviamente condivide struttura ed elementi portanti. Paradossalmente, la fruizione sembra più indicata a coloro che non hanno ancora terminato il gioco principale, vista la possibilità di trarre molti punti esperienza e il ricco bottino di armi che attende alla fine della quest. Resta da valutare la necessità di una nuova "dose" di Fallout 3, in base alla quale 800 Microsoft Point possono essere una spesa valida, o meno.

Pro

  • Una nuova "dose" di un capolavoro
  • Interessante digressione "storica"
  • Nuove armi e tecnologie a disposizione
Contro
  • Decisamente corto
  • Azione eccessivamente limitata
  • Troppo poco impegnativo

Xbox 360 - Obiettivi

Operation Anchorage contiene 4 obiettivi per un totale di 100 Gamerpoints, facilmente raggiungibili progredendo nelle missioni e completando la storia, senza particolari intoppi o difficoltà.