È un compito difficile quello di scrivere una recensione, col poco tempo a disposizione, dedicata ad un'eredità importante come quella di Final Fantasy VIII. Quello che con il tempo si è rivelato il secondo maggior successo commerciale della serie, è anche il titolo più controverso e dibattuto. Già al suo debutto nel 1999 si è trovato costretto a raccogliere lo scettro da quel Final Fantasy VII che ha ridefinito l'importanza del genere e che, proprio in questi anni, sta ricevendo il suo remake in forma episodica. Nonostante questo alla sua uscita ricevette grandi consensi, forse proprio per i passi avanti fatti dal punto di vista tecnico e perché, coscienziosamente, adottava uno stile visivo più vicino al reale, distaccandosi dal passato della serie. Chi scrive fa parte di quella generazione di italiani che, vuoi per l'età o per l'adattamento nel nostro idioma, ha iniziato la propria esperienza con la serie proprio tramite l'avventura si Squall e i suoi compagni. Difficilmente possiamo quindi non apprezzare un'operazione di questo tipo, consapevoli di una serie di problematiche originarie del gioco che lo rendono uno dei Final Fantasy più "rotti" mai immessi sul mercato.
La storia della Fantasia Finale
Se non siete abitanti della Luna sarete certamente già a conoscenza di come funziona la saga di Final Fantasy. Dimenticatevi storie collegate e sequel diretti (anche se è capitato ma facciamo finta di nulla) e benvenuta serialità antologica. Ogni capitolo principale della serie tocca tematiche, ambientazioni, stile, personaggi e sistema di combattimento diversi. Alcune volte è andata bene, altre meno, ma nell'insieme la serie nata sotto il marchio SquareSoft ha quasi sempre regalato delle avventure che hanno lasciato il segno. L'ottavo capitolo nello specifico ci mette nei panni di un gruppo di ragazzi, studenti del Garden di Balamb che, a seguito del conseguimento del diploma SeeD, si ritroveranno loro malgrado a vivere un'avventura che andrà ben oltre i classici compiti da mercenari che la loro istruzione li ha preparati ad affrontare. Una minaccia più grande di qualsiasi altra incombe sul mondo e Squall, Rinoa, Zell e gli altri membri che si uniranno al gruppo saranno chiamati a mettere fine a questo scontro. Ciò che sorprende ancora oggi dell'arco narrativo di Final Fantasy VIII, è la sua capacità di unire il fantastico alla politica, la formazione scolastica agli struggimenti d'amore. Nel corso dei quattro dischi che erano necessari al tempo per arrivare ai titoli di coda, ognuno di noi si è perso nei meandri di un mondo interessante ed affascinante, così come i suoi protagonisti.
Gameplay fantasioso
Come abbiamo detto in apertura, ogni Final Fantasy è a sé stante sia per quanto riguarda la trama che per ciò che concerne progressione e combattimenti. Dopo aver tentato già una via particolare con la materia del settimo capitolo, in questo caso le cose mutano ulteriormente. Viene semplificata la crescita dei personaggi che, acquisendo esperienza, salgono automaticamente fino al livello massimo, ma si complica in maniera importante la gestione delle abilità e delle magie. In quanto studenti di un Garden, i nostri eroi sono chiamati ad unire le forze con i cosiddetti Guardian Force (GF), che altro non sono che le classiche evocazioni di Final Fantasy. Nel menù di organizzazione del proprio party sarà quindi possibile attivare i junction, ovvero l'oggetto dell'odio di tanti. In questo Final Fantasy sparisce il concetto di punti magia, così come anche gli accessori utili ad aumentare determinate specifiche. A differenza del passato e anche del futuro della serie, con un concetto in qualche modo ripreso solo dall'ultimo capitolo numerato, le magie si recuperano durante l'esplorazione o assimilandole durante i combattimenti. Non costano un numero specifico di punti magia ma hanno un consumo basato sulla quantità di energia magica assimilata. Tramite i junction con i GF è possibile aumentare i parametri dei proprio membri del party, attivarne determinate abilità, così come scegliere quali far apprendere alla stessa creatura equipaggiata.
Queste infatti crescono di livello esattamente come i personaggi principali ed inoltre accumulano PA che sono utili a sbloccare nuove abilità attive e passive. Il problema sussiste quando si tenta di approfondire un sistema interessante e profondo sulla carta, ma che finisce per risultare macchinoso e per tentare irrimediabilmente il giocatore verso la via dell'automatizzazione. Si può infatti decidere di seguire alcuni parametri principali secondo i quali la cpu debba applicare junction e punti nel modo più indicato. Per tutti coloro che invece preferiscono la via dello stoicismo, diverrà chiaro nelle fasi più avanzate che lo sbilanciamento del sistema di crescita e potenziamento, porta ad abbandonare molto presto l'utilizzo delle magie e a rendere utili solo quei GF improntati al supporto e al potenziamento delle statistiche. Parlando di quanto concerne l'esplorazione, Final Fantasy VIII non si discosta invece dagli stilemi della serie, divisa tra zone dettagliate che vanno da villaggi a cittadine per finire con i dungeon, e la cosiddetta world map, ovvero una versione in scala del mondo di gioco tramite la quale è possibile muoversi velocemente sia a piedi che tramite diversi mezzi. Non si può tenere da parte neanche il Triple Triad, che rappresenta l'importante minigioco di questa iterazione. Rispetto ai precedenti capitoli questo non si limita a fare da contorno al gioco ma lo impreziosisce con tutta una serie di elementi che è possibile sbloccare recuperando nuove carte o compiendo azioni particolari durante i match. Addirittura i mostri che incontrerete nel corso della partita sarà possibile catturarli e, idealmente, trasformarli in ulteriori carte da aggiungere al vostro mazzo. Anche qui purtroppo persiste lo sbilanciamento che affligge tutta la produzione.
Velocizzare tutto
I JRPG vecchio stampo non sono esattamente il genere di maggior successo di oggi. Probabilmente per questo, ma anche per ovviare ad alcuni limiti nel grinding dell'originale, sono stati aggiunti tre diversi modificatori attivabili tramite la pressione delle levette analogiche. Questi sono utili sia nell'esplorazione che nel corso dei combattimenti. Uno velocizza totalmente l'azione fino a tre volte quella standard, dando un boost importante alla velocità. Un secondo serve a recuperare HP, aumentare la forza e rendere costantemente attive le mosse limit break (normalmente disponibili solo quando un personaggio arriva ad una soglia critica di punti vita). La terza ed ultima è dedicata all'azzeramento degli incontri casuali, scelta che potrebbe comportare la gioia di tutti quelli che, giustamente, non digeriscono più una meccanica effettivamente vetusta. Parlando concretamente di queste aggiunte, chi scrive fa parte di coloro che apprezzano sempre una scelta in più che una in meno: nello specifico queste risultano anche utili a risolvere alcune problematiche che affliggevano il gioco vent'anni fa e che si fanno sentire ancor di più oggi. La versione PC poi permette di usufruire di un numero ancor maggiore di trucchi da attivare, ma certamente meno impattanti di quelli disponibili anche su console.
La forza della remastered
Arriviamo all'elemento cardine di questa riedizione: l'aspetto tecnico. Sappiamo ormai da tempo che, almeno stando alle dichiarazioni di Square Enix, il motivo del ritardo nella pubblicazione di questa remastered è dovuto alla perdita del codice sorgente del gioco. Per questo motivo il lavoro effettuato ha richiesto un impegno maggiore rispetto alla media di questo genere. Il risultato è purtroppo altalenante: se da una parte i modelli hanno dopo vent'anni un aspetto ancora guardabile, lo stesso non si può dire dei fondali che sono ovviamente rimasti quelli prerenderizzati e in bassa definizione dell'originale. Questo purtroppo comporta quella spiacevole sensazione generata da modelli poligonali inseriti in un ambiente vecchio e poco dettagliato. Niente che ne renda impossibile la fruizione, sia chiaro, ma è inevitabile notarlo mentre si gira per il mondo di Final Fantasy VIII. Difficile invece prendersela per la mancanza del supporto ai 16:9 e per la presenza delle bande laterali, superiore ed inferiori. Risolvere questa problematica avrebbe richiesto di ridisegnare intere zone di fondali non previsti nell'originale, rendendo il lavoro lungo e dispendioso, fermo restando l'esistenza di tool che, attualmente, sarebbero in grado di ovviare a buona parte dei problemi in automatico. Fortunatamente la colonna sonora, capolavoro del tempo e del maestro Nobuo Uematsu è stata riportata nella sua versione originale e non quella, tutt'altro che apprezzata, del primo porting su PC. Per essere pienamente chiari, c'è da segnalare delle problematiche dovute probabilmente all'impossibilità di rivedere per intero il codice: a volte infatti alcuni brani si palesano nella loro versione MIDI, così come piccoli bug qua e là rendono difficile l'utilizzo dei boost. Ciò che fa davvero sorridere è che, nonostante questo, nulla ha impedito agli sviluppatori di andare a ritoccare alcuni modelli (come quello di Rinoa) per diminuire la scollatura del suo vestito, fin quasi ad eliminare quella che sembrava essere una sorta di sottoveste di pizzo. Non è questo l'unico elemento "censurato" del titolo. Niente che lenisca la fruizione del gioco, ma certamente una tendenza che torna con sempre più frequenza nell'industria e che dovrebbe evitare di passare troppo inosservata.
Conclusioni
Questa riedizione di Final Fantasy VIII è quanto di più vicino a ciò che alcuni fedelissimi del gioco speravano di trovare su console di attuale generazione. Non tutto è andato come doveva ed è evidente che il lavoro sia stato fatto con una certa fretta, ma chiunque non possa più fare a meno di rivivere le gesta di Squall e compagnia, troverà un gioco rifinito sotto alcuni aspetti grafici, con dei modelli finalmente degni di questo nome e con alcuni interessanti boost che ne semplificazione la fruizione e ne diminuiscono le lungaggini.
PRO
- È Final Fantasy VIII e questo dovrebbe bastare
- Interessanti aggiunte con i boost
- Modelli poligonali finalmente migliorati
CONTRO
- Chi lo odiava a suo tempo, non cambierà opinione
- Lo sbilanciamento del gameplay è ancora lì, insostituibile
- I fondali in bassa definizione fanno male al cuore, oltre che agli occhi