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Gwent, la recensione

Da minigame di The Witcher III a gioco vero e proprio: proviamo la versione definitiva di Gwent nella nostra recensione

RECENSIONE di Luca Olivato   —   28/10/2018

Se avete giocato come si deve The Witcher III: Wild Hunt, e non vi siete limitati alla main quest, dovreste sapere che uno dei passatempi più divertenti era il Gwent, un gioco di carte a cui sfidare tutti i personaggi principali della trama. Ideato dall'autore Andrzej Sapkowski e tradotto in bit da CD Project, il Gwent ha conosciuto una popolarità tale da meritarsi un titolo vero e proprio che è da poco uscito dalla beta ed è quindi diventato disponibile, gratuitamente, per l'utenza PC, mentre i giocatori da divano dovranno attendere ancora un paio di mesi. Ricordiamo che il recentissimo Thronebreaker: The Witcher Tales (a questo indirizzo la recensione di Pierpaolo) è la campagna single-player a pagamento del qui presente Gwent: The Witcher Card Game, che invece è gratuito e prevede la sola modalità online.

Come si gioca a Gwent?

Come spesso capita, spiegare un gioco di carte è più facile a farsi che a dirsi. Dopo aver creato un proprio alter-ego bisogna scegliere una fazione tra le cinque a disposizione: Regni del Nord, Mostri, Scoia'Tael, Skellige e Nilfgaard. Ogni razza dispone di carte peculiari e di una serie di eroi con caratteristiche uniche che possono essere utilizzate molto limitatamente durante il match. Il mazzo deve essere composto da un minimo di 25 carte, con una particolare attenzione al fatto che ciascuna ha un costo di manutenzione e non si può sforare il "paniere" a disposizione. All'inizio della partita se ne pescano solamente dieci, con la possibilità di cambiarne alcune non gradite con le altre rimaste nel mazzo. Semplificando in modo estremo potremmo concettualmente dividere le carte in due macrocategorie: mostri e magia. Le prime (che nella maggior parte dei casi sono dotate di abilità o di effetti particolari) hanno un valore di attacco; le seconde servono a modificarlo. L'obbiettivo è quello di completare il round con tale valore, ottenuto sommando quello delle singole carte, superiore a quello dell'avversario.

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Durante ogni turno si può posizionare una sola carta: quelle che sono rimaste in mano vengono conservate poi per i round successivi, mentre quelle utilizzate vengono spedite nel cimitero. A Gwent infatti si gioca alla meglio dei tre set: al termine del primo e del secondo ogni giocatore si rifornisce di sole tre carte per volta. Si tratta di un meccanismo tutt'altro che banale perché si potrebbe essere portati a perdere volontariamente un round per disporre in quelli successivi di un maggior numero di carte rispetto all'avversario, e di conseguenza di più chance per la vittoria. Sulla propria parte del tavolo si possono disporre le truppe su due linee (originariamente erano tre): una scelta non scontata perché alcune abilità possono essere attivate solo in una determinata zona.

I premi

Prima di iniziare bisogna completare un breve tutorial che spiega per sommi capi le dinamiche dei match, dopodiché siamo pronti per scendere nel mondo del multiplayer competitivo, dove troviamo due modalità: quella standard, dove prendere parte a duelli di allenamento o classificati, e l'Arena, che si differenzia perché i giocatori devono creare un deck partendo da mazzi casuali che però possono contenere carte di tutte e cinque le fazioni. Dobbiamo ammettere che le nostre prime partite classificate sono state estremamente frustranti, perché il matchmaking di Gwent, che teoricamente avrebbe dovuto tenere in considerazione il livello di esperienza, ha preso delle cantonate clamorose, sicché le prime batoste (livello 2) sono state inflitte da avversari di livello 9 o addirittura 11, con la semplicissima conseguenza che al termine del terzo turno avevamo già issato bandiera bianca. Tuttavia si è trattato di un comportamento anomalo che non si è ripetuto se non in un altro paio di occasioni. Serve comunque, come è giusto che sia, una buona dose di pazienza per livellare, oppure si può ovviare con una carta di credito, perché il denaro contante può velocizzare il processo di acquisizione di carte rare e potenti.

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In alternativa si possono conquistare le gemme, da spendere poi per l'acquisto di barili che sono l'equivalente delle bustine di carte del Duel Links o di Magic, completando le missioni che il gioco propone, che prevedono di vincere un certo numero di duelli con una determinata fazione, o di utilizzare una specifica carta. Ogni barile contiene 5 carte, l'ultima delle quali, più rara, può essere scelta direttamente dal giocatore tra una selezione di tre. Oltre alle monete il vincitore della partita può essere ricompensato anche con "pezzi" di carte da assemblare o la cosiddetta polvere di meteorite che permette di trasformare le carte esistenti in versioni "premium", aggiungendone animazioni o effetti grafici particolari. Ovviamente uno degli stimoli più importanti che spinge a proseguire è l'acquisizione di carte sempre più potenti che ci permettano di prendere a pesci in faccia gli sfidanti di turno e di conseguenza di scalare le classifiche online. A differenza di altri titoli, nel Gwent il livello raggiunto a suon di vittorie non viene declassato, quantomeno fino ad un certo livello, oltre il quale non è più possibile scendere. Le classifiche sono mensili e a queste si possono aggiungere eventi particolari come già accade in altri giochi simili.

Ottima realizzazione tecnica

Tecnicamente Gwent è davvero ottimo: non solo le carte sono "vive", con delle spettacolari movenze che evocano i momenti della battaglia, ma anche il tavolo da gioco trasborda di raffinatezze, come le animazioni degli eroi che sembrano condurre all'assalto i propri uomini; tutti "dettagli" (è riduttivo chiamarli così) che lo collocano ad un livello decisamente fuori dalla portata dei competitor più titolati, su tutti Hearthstoneo The Elder Scrolls: Legends. Ovviamente, come accade quasi sempre in questo genere di giochi, alla lunga le mirabilie grafiche passano in secondo piano e l'attenzione del giocatore viene catalizzata esclusivamente dalla parte strategica; tuttavia questi espedienti cosmetici servono anche per stuzzicare la curiosità sugli effetti, non solo numerici, delle nuove carte. Gwent è attualmente disponibile solamente su piattaforma GOG (di proprietà dello sviluppatore), mentre le versioni PS4 e Xbox One verranno rilasciate in dicembre: ci sarà la possibilità di cross-play tra PC e le due console, mentre i giocatori da divano non potranno dare luogo alla console war.

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Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • OS: Windows 10 Pro (64bit)
  • Processore: AMD Ryzen 7 2700X
  • Memoria: 16 GB RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1080

Requisiti minimi

  • OS: Windows 7/8/8.1/10 (64 bit)
  • Processore: Intel Celeron G1820 | AMD A4-7300
  • Memoria: 4 GB RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GT 730 | AMD Radeon R7 240
  • Hard disk: 6 GB available space
  • Scheda audio: DirectX compatibile
  • Connessione ad internet richiesta

Conclusioni

Digital Delivery GoG
Multiplayer.it
7.8
Lettori (28)
8.1
Il tuo voto

Gwent entra in un'arena, quella dei giochi di carte digitali, che si sta popolando sempre più negli ultimi mesi, ma dove c'è ancora spazio per gli sfidanti di Hearthstone, leader indiscusso del genere. Le meccaniche alla base del gioco di CD Project sono particolari e gli permettono di ritagliarsi un propria nicchia, anche se, allo stato attuale, paga il naturale scotto di gioventù, con alcune combinazioni di carte poco bilanciate e un matchmaking da rifinire. Il comparto tecnico all'avanguardia e l'indiscutibile cura dello sviluppatore nel supportare i propri titoli lo mettono in cima all'elenco dei CCG a cui dare una possibilità.

PRO

  • Grafica eccellente
  • Meccaniche di gioco inedite
  • L'universo di Witcher

CONTRO

  • Da valutare la manutenzione del gioco nel corso del tempo
  • Numero di carte non troppo elevato, in raffronto con altri titoli
  • Matchmaking non sempre efficace