È un periodo davvero florido per il genere dei 4X, con diversi titoli di ottima qualità che stanno tentando l'assalto al castello, ossia al dominio della serie Civilization di Firaxis Games, che da sempre rappresenta il modello con cui confrontarsi. La formula creata da Sid Meier appare ancora oggi così fresca e perfetta da rendere difficile per Firaxis stessa la ricerca di una via per svecchiarla.
Eppure la storia umana ha ancora molto da dire e le possibilità di lettura della società e della sua evoluzione sono innumerevoli, come ha dimostrato qualche mese fa Old World di Soren Johnson, che ha pensato bene di iniettare nel suo gameplay un po' di Crusaders Kings, e come dimostra Humankind di Amplitude Studios, l'oggetto di questa recensione, che prova a cambiare completamente le carte in tavola, interpretando diversi aspetti della storia delle civiltà umana in modo decisamente originale.
Del resto chi se non lo studio di Endless Legend, un altro 4X eccellente, avrebbe potuto riuscirci?
Il gameplay
Avviato il gioco bisogna creare la partita. Le opzioni disponibili sono quelle classiche: si può scegliere la dimensione del mondo, ossia della mappa, la difficoltà, la conformazione del territorio, la durata e così via. Volete un mondo con quattro continenti, molti fiumi e un clima temperato? Accomodatevi. Vi piace più l'idea di sviluppare il vostro impero su delle isolette invece che su delle enormi masse di terra? Siete serviti. Sostanzialmente si può fare un po' di tutto. Con il tempo si potranno anche scaricare mappe create dagli sviluppatori e dai giocatori. Ma non corriamo troppo.
Il gameplay di Humankind inizia come ci si aspetta: siamo all'alba della civiltà e guidiamo un gruppo di cacciatori raccoglitori alle prese con i pericoli del vasto mondo. La prima cosa da fare non è fondare una città, ma trovare abbastanza risorse per creare un accampamento in un certo territorio, così da reclamarne il possesso (un sistema simile a quello già visto in Endless Legend). In una fase successiva si potranno spendere dei punti influenza per far sviluppare il centro abitato in una città vera e propria ma, a differenza di quanto avviene con altri giochi, il risultato non è scontato, nel senso che non è detto che tutti gli accampamenti diventino subito città e, soprattutto, che lo facciano dove li si è fondati (volendo li si può spostare). Anche perché all'aumentare delle città, aumenta anche la quantità di punti influenza da investire per far sviluppare la successiva.
In questo senso le prime fasi sono molto più dinamiche e meno scontate rispetto a quanto visto altrove, dove ciò che conta è scegliere bene la casella di fondazione della capitale, in modo tale da avere subito abbastanza risorse per non perire alle minacce esterne. In Humankind il focus della fase primitiva è soprattutto sull'esplorazione, con i nostri cacciatori che devono cercare i rimasugli di antiche popolazioni ormai sparite per accumulare risorse e fare in modo di poter reclamare altri territori, così da delineare la forma del nostro futuro impero. I pericoli principali di questa prima fase sono gli animali selvatici, che pure possiamo cacciare per ottenere altre risorse, e le altre civiltà, alcune molto meno amichevoli di altre.
La mappa in sé ricorda molto da vicino quella vista in altri titoli del genere, divisa in esagoni e puntellata com'è di indicazioni sulle risorse disponibili, in particolare relative alla raccolta del cibo e alla produzione. Ci sono anche dei beni speciali, alcuni conosciuti da subito, altri che saranno svelati quando si saranno fatte le giuste scoperte scientifiche per sfruttarli. L'esplorazione è stranamente appagante, con le alture che garantiscono una visuale migliore sui territori circostanti (quindi vengono svelate più caselle) e i vari punti di interesse che sono visibili solo quando un'unità è effettivamente nel loro raggio. Con lo sviluppo tecnologico alcuni di questi limiti verranno meno, ma va detto che quando si avranno dei carri armati non si andrà in giro a cercare erbe.
Le culture
L'obiettivo di Humankind è ovviamente quello di percorrere il cammino che porta dall'età della pietra alle più moderne tecnologie in ambito tecnico, sociale e culturale. Amplitude Studios ha deciso di gestire la progressione con un sistema di obiettivi che premia con delle stelle al raggiungimento di certi traguardi. Le stelle consentono di passare all'era successiva, ma anche di adottare nuove culture. Ed è qui che Humankind si differenzia maggiormente dal modello Civilization: lì dove i canoni stabiliti da Meier vogliono che la cultura sia determinata all'inizio del gioco, spesso in fase di creazione della partita, Humankind sceglie di renderla un elemento dinamico e di dare al giocatore la scelta di come far sviluppare il suo popolo durante la crescita dello stesso.
Così nel corso di una partita diventa possibile scegliere di abbracciare diverse culture (dieci in totale), tutte con influenze diverse sulla popolazione e la sua visione del futuro, se così la vogliamo chiamare. Nonostante la distanza con quanto siamo stati abituati a giocare fino a oggi, va detto che il sistema funziona bene e regala una grossa varietà alle partite, differenziandone certi aspetti in modo netto. Il punto di arrivo è sempre quello di aver un tipo di società impostato in modo da raggiungere determinati traguardi, come ad esempio una vittoria pacifica basata sullo sviluppo scientifico (affidato al solito albero con ricerche selezionabili), o una militare in cui la forza schiaccia tutto il resto.
Diciamo che in questo caso la novità sta nel modo in cui viene fatta percorrere una certa strada, non nella strada stessa. Se vogliamo è anche una rappresentazione più sensata dello sviluppo umano, visto che una civiltà capace di mantenere una certa cultura dall'età della pietra fino a quella contemporanea, senza subire influenze o forti cambiamenti, è di suo un'assurdità dettata dalla necessità di semplificare il processo a fini ludici.
Humankind propone un'alternativa brillante, in termini di meccaniche di gioco, che crea dei miscugli culturali naturali e affascinanti. Volete potenziare la produzione? Selezionate la cultura egizia. Vi serve più cibo? Allora selezionate quella celta. Un sistema culturale così dinamico ha anche un'altra funzione determinante: quella di dare al giocatore più opzioni per affrontare con maggiore efficacia (e a volte rapidità) i problemi più contingenti. Ad esempio può capitare di trovarsi a combattere con una civiltà molto aggressiva, che richiede un potenziamento della produzione per avere truppe più efficienti, oppure di essere in affanno nella ricerca scientifica e di avere bisogno di migliorarsi in quella direzione. La flessibilità culturale diventa quindi importantissima per lo svolgimento delle partite e per abbracciare certi modelli e affrontare determinate circostanze.
Religioni e sistema politico
Humankind è un titolo molto complesso, come avrete capito, e non è possibile rendere conto di tutti i sistemi che lo compongono in una recensione (a meno di non riscrivere il manuale per intero). Comunque sia ce ne sono alcuni che meritano di essere trattati in modo più specifico. Il primo è quello delle religioni, che funziona più o meno come quello visto in Civilization 6, con i vari credi che si sviluppano da un nucleo originale dando poi vita a una teologia più complessa, con una sua gerarchia articolata fatta di unità che si occupano della conversione della popolazione e di influenzare le popolazioni di credi diversi.
Il tutto si traduce in una serie di bonus o malus per la produzione delle diverse risorse, che si intersecano con quelli forniti da altri sistemi. Sinceramente non è proprio il massimo a livello di profondità, ma per ora non esistono modelli alternativi validi, almeno per questo tipo di 4X (se volete qualcosa di più articolato in tal senso, guardate a Crusader Kings III, che però offre un'esperienza di gioco completamente differente).
Il sistema politico, o dei civics, consente invece di prendere delle scelte legate alla società, rispondendo a dei dilemmi che ci vengono posti nel corso del gioco, che influenzano non solo certi valori fondanti la stessa, ma anche la sua ideologia. Ad esempio si può scegliere tra la legge naturale e quella divina, andando a far crescere il valore del progressismo nel primo caso, e quello del tradizionalismo nel secondo.
Tutte le civics messe insieme formano una specie di albero molto complesso, che determina il tipo di società che vogliamo creare. A influenzare le ideologie ci pensano anche degli eventi che di tanto in tanto accadono e che ci richiedono di prendere delle decisioni importanti, che possono spostare l'asticella verso questa o quella ideologia. Magari è preferibile cacciare l'abitante di un villaggio che si è appropriato di una riserva di funghi, oppure sfruttarlo facendoglieli studiare finché non campa? Le singole scelte sembrano semplici, ma se mescoliamo tutti i sistemi coinvolti ci troviamo di fronte a un quadro molto articolato, in cui ogni volta viene messa in discussione la nostra visione della partita: decideremo per il bene collettivo, per rimanere in linea con ciò che abbiamo professato con le nostre azioni o per ottenere dei vantaggi produttivi?
Le città e i territori
Come abbiamo accennato, lo sviluppo delle città in Humankind è diverso da quello di altri 4X, perché è legato a doppia mandata a quello del territorio dove si trovano. Ogni città ha il suo centro, con le caselle immediatamente circostanti sfruttate a fini produttivi. Con lo sviluppo si potranno quindi costruire degli edifici interni o delle strutture che vanno a occupare un'intera casella, alterandone i valori. Non mancano edifici speciali, quelli che altrove si chiamano meraviglie, che forniscono diversi bonus a seconda della loro funzione. Fin qui, comunque, il modello non sembra troppo diverso da quello di un Civilization di ultima generazione.
La differenza però è proprio nel concetto stesso di territorio: catturare una città significa catturare l'intera regione in cui è stata fondata, il che si traduce in valutazioni molto differenti rispetto a quelle che si fanno nei titoli di Firaxis quando si tratta di attaccare o difendersi. Altra differenza rispetto alla concorrenza sono i combattimenti, che possono essere automatici o gestiti a mano, con le truppe schierate mosse a turno.
Quest'ultimo sistema è particolarmente utile quando si affrontano guerre molto vaste in cui le forze sono in sostanziale equilibrio. Naturalmente, gestire tutto direttamente allunga notevolmente i tempi delle partite, quindi dopo un po' si tende ad affidare alla CPU gli scontri dagli esiti più scontati.
Il sistema diplomatico, invece, non è molto diverso da quello visto altrove e consente di discutere con le altre civiltà di trattati e alleanze, nonché di dichiarare guerra o di fare concessioni per avere la pace. Da questo punto di vista un titolo come Old World, che ha introdotto un sistema di relazioni sullo stile dei Crusader Kings, risulta essere molto più complesso e appagante, anche se va detto che è deficitario da altri punti di vista. Comunque sia la diplomazia rimane sempre uno degli elementi più controversi dei 4X, visto che è davvero difficile da far gestire alla CPU.
Altri pregi e qualche problema
Per chi se lo stesse chiedendo, l'intelligenza artificiale di Humankind si comporta davvero bene, soprattutto ai livelli di difficoltà più alti. Diciamo che spesso è proprio l'IA a dettare il ritmo delle partite, obbligando a risposte rapide alle sue decisioni e mettendo in campo delle tattiche interessanti. Del resto Amplitude aveva già dimostrato di saperci fare da questo punto di vista con Endless Legend, quindi Humankind è solo una conferma delle capacità dello studio.
Un plauso va inoltre all'interfaccia, chiarissima e facilmente utilizzabile, pur essendo molto diversa dai modelli classici. Diciamo che anche in questo caso l'esperienza fatta dallo studio con altri titoli è stata determinante e il risultato è uno stile moderno e accattivante, complessivamente minimalista, che però non rinuncia alla chiarezza e alla funzionalità. Comunque sia, in caso di problemi, c'è un tutorial molto chiaro che spiega tutte le funzioni principali. Naturalmente stiamo parlando di un 4X, quindi c'è comunque bisogno di un po' di studio prima di iniziare a comprendere appieno ciò che si sta facendo. Ma queste sono banalità che gli appassionati del genere daranno sicuramente per scontate.
Uno dei problemi più rilevanti di Humankind è sicuramente il ritmo di gioco, a volte fin troppo elevato. Abbiamo provato a giocare delle partite veloci e delle partite molto lente e, se nelle seconde siamo riusciti a entrare nella nostra civiltà senza problemi, nelle prime tante cose ci sono sembrate fin troppo affrettate, tanto che ci siamo persi alcune unità per strada e siamo stati costretti a delle corse continue.
Ovviamente si può ovviare al tutto evitando di creare partite troppo veloci, oppure facendolo solo dopo aver provato delle partite complete, per così dire. Un altro piccolo neo del sistema di gioco lo si trova paradossalmente nel sistema delle culture, adottabili da una sola civiltà alla volta al grido di "chi prima arriva". La cosa un suo senso ce l'ha dal punto di vista dello sviluppo della storia umana, però messa così è un altro invito alla corsa per non perdere l'opportunità di scegliere la cultura desiderata, pena dover ripiegare su altro. In particolare questi due problemi pesano sul medio gioco, dove si rischia di perdere di più di quanto Humankind ha da offrire.
Dal punto di vista tecnico, invece, Amplitude Studios ha fatto un ottimo lavoro: le mappe risultano sempre dettagliate e variegate, così come lo sono le unità e le animazioni. Siamo su alti livelli per il genere dei 4X, che di solito non viene citato per le sue virtù tecniche. Importante sottolineare come nelle molte ore passate con il gioco, non abbiamo mai avuto problemi di stabilità e non abbiamo incontrato bug particolari, segno che i molti mesi passati in beta gli hanno fatto davvero bene. Sul versante audio, oltre alla bella colonna sonora d'accompagnamento, che fa il suo lavoro e nulla più, va citata la simpatica voce narrante che sottolinea alcuni momenti chiave, compresa la fondazione del nostro impero. Si tratta di un extra apparentemente ininfluente, ma che serve a stemperare la seriosità di certe meccaniche, mettendo ciò che stiamo facendo in una prospettiva leggermente differente e più divertita.
Conclusioni
Humankind è un Civilization per chi vuole provare qualcosa di diverso nel genere dei 4X, pur non rinunciando a una certa visione generale del genere. Ribadiamo quanto già scritto nell'articolo: solo uno studio come Amplitude poteva riuscire ad affiancarsi all'eccellenza della serie di Firaxis, portando al contempo delle innovazioni che non vanno sottovalutate. Ciò lo rende una piccola gemma che merita di essere giocata, magari anche da qualche neofita che sia curioso di capire cosa la grande strategia abbia da offrire.
PRO
- Le nuove meccaniche sono ottime
- Interfaccia pulitissima e molto accattivante
- Diversi spunti originali
CONTRO
- Il ritmo di gioco non è sempre ottimale
- Alcuni sistemi potevano essere approfonditi di più