Un giovane gaijin appassionato di motori, il fascino della regione fittizia di Guntama e il bisogno di velocità che fa ribollire il sangue fra le strade di montagna e le highway giapponesi sono gli ingredienti principali di JDM: Japanese Drift Master, un gioco di guida che si pone a metà strada fra Initial D e Fast & Furious: Tokyo Drift per raccontarci una storia magari non molto originale ma sempre appassionante.
Alla guida di vetture provenienti principalmente dagli anni '80 e '90, inclusa l'iconica Toyota AE86 (la Levin di Wataru Akiyama, però: non la Trueno di Takumi Fujiwara), ci troveremo ad affrontare una campagna a base narrativa, raccontata attraverso vere e proprie pagine di manga, per seguire le vicende di Touma e il suo desiderio di lasciarsi tutto alle spalle: anche il suo burrascoso passato.
Lo spirito del Giappone: trama e contenuti
Come accennato in apertura, la modalità principale di JDM: Japanese Drift Master ci metterà nei panni di Touma, un ragazzo polacco che si è appena trasferito in Giappone e non ha potuto evitare di portarsi dietro l'entusiasmo per i motori, la velocità e le corse. Per sua fortuna, incontra subito persone che apprezzano e incoraggiano questi suoi tratti, spronandolo a non abbandonarli.
Di giorno impiegato come corriere per un ristorante di sushi (e non di tofu, occhio), di notte pilota clandestino disposto ad accettare qualsiasi sfida, il protagonista del gioco di guida sviluppato da Gaming Factory non fa nulla per discostarsi dagli stereotipi di una narrazione di stampo adolescenziale, che viene portata avanti attraverso pagine in stile manga in bianco e nero (con tanto di testi in italiano), introducendo man mano nuovi personaggi e situazioni.
A fare da sfondo a queste vicende c'è la regione fittizia di Guntama, palesemente ispirata alle prefetture di Gunma, Saitama e Nagano: un open world liberamente esplorabile, che alterna stretti tornanti di montagna, tangenziali su cui sfrecciare a tutta birra e intricate zone industriali al fine di rappresentare in maniera autentica la realtà e le atmosfere di un Giappone che sembra uscito fuori da un anime.
Seguendo un sistema di progressione di stampo tradizionale, che consente di guadagnare punti e denaro in base alle vittorie ottenute, nel corso della campagna potremo cimentarci con diversi tipi di eventi: dalle gare di drifting alle corse classiche di velocità, dalle drag race alle missioni di consegna del sushi in stile Crazy Taxi: meglio non far attendere troppo i clienti, ma occhio a non sbatacchiare quei nigiri!
Un gameplay focalizzato sul drifting
Come suggerisce chiaramente il titolo, JDM: Japanese Drift Master mette le derapate al centro del suo gameplay e bisogna dire che è dura trovare altri giochi che curino in maniera così particolare questo specifico aspetto della guida. Al volante della prima auto che potremo permetterci, la già citata Toyota Corolla Levin GT-APEX, inizialmente avremo non poche difficoltà a innescare correttamente il drifting e ci verrà incontro un tutorial ampio e dettagliato, che potremo approfondire quando lo riteniamo più opportuno.
La svolta arriverà inevitabilmente non appena avremo sbloccato il tuning, un altro elemento a cui i ragazzi di Gaming Factory hanno prestato grande attenzione: le modifiche meccaniche disponibili sono numerose (così come quelle estetiche, addirittura anche per gli interni) e consentono di adeguare l'auto alle nostre esigenze, con anche la possibilità di montare pneumatici differenti a seconda del tipo di gara che bisogna affrontare e di regolare tantissimi aspetti, anch'essi strettamente legati al comportamento che desideriamo ottenere in strada.
Naturalmente non resteremo confinati a bordo della AE86, bensì potremo spendere il nostro denaro per l'acquisto di altre macchine, tutte appartenenti a brand reali (Honda, Mazda, Nissan, Subaru), con le uniche eccezioni proprio di Toyota (rinominata in Alpha) e Mitsubishi (Yotsuhoshi): peccato. La maggior parte dei veicoli proviene dagli anni '80 e '90, con la Nissan Fairlady Z presente sia con il modello più vecchio del 1969 che con quello più recente del 2024.
È stato fatto un ottimo lavoro di diversificazione per le varie vetture e ciò spinge a non disfarsi di determinate auto, quanto piuttosto a far crescere il proprio garage e a confezionare setup che sia possibile richiamare all'occorrenza; magari per cimentarci con la modalità sfida, che esula dalla campagna e a cui si può accedere dal menu principale del gioco.
Tuttavia, esattamente come la doppia vita del protagonista, JDM: Japanese Drift Master si muove su binari contrapposti quando si tratta di gameplay e godibilità dell'open world: nessuno si aspettava che il piccolo team polacco tirasse fuori un nuovo Forza Horizon, ma il design delle strade che caratterizzano la mappa è pieno di ostacoli contro cui si finisce per sbattere e un traffico fastidiosamente ottuso nei suoi comportamenti.
Tutto ciò traccia una chiara linea di demarcazione fra le gare vere e proprie, che soprattutto per la resa del drifting si confermano appassionanti e piacevoli, sebbene spesso frustranti a causa degli obiettivi minimi da raggiungere; e le fasi esplorative, che avrebbero dovuto costituire un sostanzioso contorno e valorizzare lo scenario, ma che diventano ben presto tediose: al punto da spingerci a ricorrere allo spostamento rapido quando disponibile, oppure uscire al menu principale per raggiungere rapidamente le opzioni relative a tuning, regolazioni e concessionario.
Un comparto tecnico fra alti e bassi
Mosso dall'Unreal Engine 5, JDM: Japanese Drift Master alterna sullo schermo cose davvero molto belle (con tante visuali da alternare, anche piuttosto insolite) e qualche soluzione meno sofisticata, spingendo forse troppo l'acceleratore sugli effetti e finendo per consegnarci un'esperienza che al momento del lancio appare decisamente male ottimizzata, con caricamenti troppo lunghi e frequenti nonché prestazioni traballanti.
Alcuni glitch relativi anche alle opzioni grafiche sono stati sistemati con la patch di lancio, ma rimane il peso di un gioco di guida che su di una RTX 4070 OC non riesce a tenere i 60 fps fissi laddove si selezioni il preset Ultra a 1440p e con DLSS attivo. Anche in questo caso, durante le gare si notano ben pochi problemi, ma quando si esplora l'open world le incertezze si moltiplicano e se il meteo dinamico porta pioggia e fulmini (molto ben resi, bisogna dire) il frame rate ne risente ulteriormente.
Essendo la pur supportata Frame Generation un'opzione non percorribile per sistemare questo genere di mancanze, visto che una latenza aumentata costituirebbe un grosso limite rispetto alla precisione delle manovre di guida e alle correzioni necessarie durante le derapate, è chiaro che gli sviluppatori dovranno impegnarsi per sistemare questi aspetti in fretta. In verità, come spesso accade, sarebbe stato meglio farlo prima del lancio.
Poco da dire, invece, sul comparto sonoro: il rombo dei motori e tutti gli effetti audio ci sono sembrati molto ben fatti, ed è presente il classico sistema delle stazioni radio per alternare diversi generi musicali mentre guidiamo: il risultato finale offre indubbiamente un certo grado di varietà e di "giapponesità", com'era senz'altro nelle intenzioni degli autori.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core i5 13500
- Scheda video: NVIDIA RTX 4070 OC
- Memoria: 32 GB di RAM
- Storage: SSD SATA 3
- Sistema operativo: Windows 11
Requisiti minimi
- Processore: Intel i5 9400F, AMD Ryzen 5 2600
- Scheda video: NVIDIA GTX 1660, AMD RX 590, Intel A580
- Memoria: 16 GB di RAM
- Storage: 18 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows 10, Windows 11
Requisiti consigliati
- Processore: Intel i7 11700K, AMD Ryzen 5 7600
- Scheda video: NVIDIA RTX 3060 Ti, AMD RX 6700, Intel B580
- Memoria: 32 GB di RAM
- Storage: 18 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows 10, Windows 11
Conclusioni
JDM: Japanese Drift Master è un gioco di guida dannatamente interessante, che punta a specializzarsi su specifici aspetti di un gameplay solido e appassionante quando ci si mette alla guida di una delle vetture disponibili e ci si lancia all'interno di gare frenetiche e impegnative, seguendo le vicende del protagonista attraverso il piacevole espediente delle pagine di manga da sfogliare. Purtroppo l'esperienza non risulta altrettanto valida e brillante nella navigabilità del suo pur suggestivo open world giapponese, un po' troppo pieno di ostacoli e automobilisti inetti per costituire il valore aggiunto che sarebbe stato lecito attendersi da una struttura simile.
PRO
- Drifting e tuning resi in maniera eccellente
- Bello da vedere e dotato di un parco vetture interessante
- Tante citazioni per gli appassionati di manga e anime
CONTRO
- Open world poco godibile
- Eventi e tracciati spesso si ripetono
- Alcuni evidenti problemi di ottimizzazione