La campagna in singolo, nonostante l’ottimo filo narrativo che unisce le varie missioni, è decisamente l’unica pecca della produzione di THQ. Il problema è riconducibile all’estrema brevità con cui la porterete a termine (per i giocatori più abili consiglio di iniziare il gioco direttamente dal livello difficile visto che il normale è decisamente facile) e dal fatto che, a differenza del trend ricorrente (iniziato con Warcraft 3), ci metterà a capo di una sola delle fazioni in lotta. Questo aspetto lascia decisamente l’amaro in bocca visto che, oltre a colpire la longevità, ci toglie la possibilità di impratichirci con ogni fazione per poi usarla nel multiplayer. C’è sempre la possibilità di fare la stessa cosa nella modalità schermaglia ma indubbiamente una campagna con tanto di trama è decisamente un’altra cosa.
La campagna in singolo, nonostante l’ottimo filo narrativo che unisce le varie missioni, è decisamente l’unica pecca della produzione di THQ
Ma, come già ho scritto, questa è la vera unica pecca di Dawn of War visto che per il resto è un titolo che rasenta la perfezione. L’aspetto più esaltante è indubbiamente il gameplay vero e proprio. L’essenza di Warhammer 40.000 si basa sulla frenesia dell’azione e di una componente tattica fondamentale per portare a casa i tre punti… Tralasciando quelli che sono gli elementi in comune con la stragrande maggioranza degli RTS, le novità apportate da Relic riguardano in primis il modo in cui potremo acquisire delle risorse. Molto semplice da spiegare: in ogni mappa troveremo dei luoghi chiamati “punti strategici” che dovremo conquistare e mantenere (anche tramite la costruzione di fortificazioni) per avere più crediti da utilizzare in nuove truppe e mezzi. Se di primo acchito, la cosa possa sembrare banale ed elementare, in realtà la strategia con cui decideremo il nostro piano sarà fondamentale. Una delle situazioni più ricorrenti in cui mi sono trovato è stato quello di decidere se mandare un corposo gruppo di space marines insieme ma con una velocità di conquista più lenta oppure optare per dividere le truppe ma rischiare di essere sopraffatti bellicamente dal nemico se in numero decisamente maggiore. Questo è solo un semplicissimo esempio di come la strategia si riveli essere fondamentale in Warhammer: la novità dei punti strategici rende l’esperienza di gioco assolutamente adrenalinica.
Altro elemento rilevante è che ogni squadra (esattamente come nei recenti Kohan 2 e Axis & Allies, anche qui le unità non vengono mai generate singolarmente) potrà essere rafforzata di nuovi elementi ma anche di armi da fuoco più potenti. L’updating delle truppe, se pur limitato quantitativamente, rende quindi l’azione molto più continua e rapida visto che solo se non ci ritireremo in tempo dovremo inviare unità nuove di zecca dal nostro quartier generale nei punti nevralgici invece di rimpinguare le truppe già insediate. Merita un sentitissimo plauso anche l’opera di differenziazione delle razze presenti nel gioco (leggere il box apposito per conoscerle meglio): non si tratta solo di una diversificazione grafica, ma le peculiarità di lotta e di logistica sono veramente molto differenti e quindi condurre ad esempio gli orchi invece dei Space Marines significherà anche reimpostare tattiche e strategie rispetto alle caratteristiche specifiche della nostra carne da cannore. Per quanto possa andare avanti per altri 10.000 caratteri nel tentativo di trasmettere le bellissime sensazioni trasmesse dall’alchimia creata da Relic, il consiglio è di provare in prima persona Warhammer anche perché nella nostra area file, potete trovare il demo scaricabile… sempre che non vi basti la parola del sottoscritto quando vi dice che l’elevatissima qualità del nucleo centrale di Dawn of War è difficilmente riscontrabile in altri RTS.
La qualità di Dawn of War è difficilmente riscontrabile in altri RTS
E tu con che specie stai?
Nonostante nella campagna principale in singolo si possano prendere le parti solo degli Space Marines, nella modalità schermaglia e soprattutto nel gioco in multiplayer (da due ad otto giocatori, a squadre o in tutti contro tutti senza pietà per nessuno) potremo assumere il comando di tutte le varie razze (e le loro sottofazioni) che popolano l’universo di Warhammer 40.000. Conosciamole quindi in dettaglio…
Space Marine
I difensori più potenti del genere umano, i nemici più temuti da tutti, gli space marines sono degli esseri sovraumani geneticamente modificati per essere macchine da guerra semplicemente perfette. Per generare nuove unità, servono veramente molti crediti, ma ogni soldato è capace di tenere testa e sconfiggere squadre intere di avversari
Space Marine del Caos
Nella notte dei tempi, alla nascita dell’Imperium, la quasi metà degli Space Marine si rivoltarono contro il Sovrano supremo ed iniziarono una guerra fra umani che portò alla quasi estinzione della nostra specie. Gli “eretici” fanno ancora parte dell’Universo e sono abilissimi guerrieri al pari degli Space Marines. Più capaci nell’infiltrazione e nelle imboscate, peccano invece in disciplina ed ordine (essendo gli Space Marine del Caos non poteva essere altrimenti…) ma hanno anche abilità di stregoneria e di rievocazioni demoniache.
Orchi
Gli abitanti più numerosi dell’Universo, fortissimi fisicamente e dotati di un istinto primordiale per il combattimento, il sangue e la guerra. Il loro punto debole risiede nella poca intelligenza tattica e nella poca precisione nel mirare i nemici su distanze ampie il che li spinge a cercare sempre il combattimento corpo a corpo.
Eldar
Gli Eldar sono una razza incredibilmente antica dotata di poteri psionici senza pari che un tempo governava un vasto impero. Sebbene l'epoca della loro incontrastata supremazia sia passata, essi rimangono una potente forza da non sottovalutare per le loro capacità psichiche ed evocatrici.
Ma che belli questi soldatini…
Prima di lasciarvi al commento finale e relativo voto (ma sono certo che lo avete già sbirciato), non posso esimermi dal riempire di lodi la componente audiovisiva del titolo di THQ. Dotato di un motore grafico completamente tridimensionale capace di gestire tantissime unità su schermo senza eccessivi problemi di frame rate anche su computer di non ultimissima generazione, Warhammer sbaraglia a mani basse la concorrenza (tranne Ground Controls 2 per quanto riguarda gli ambienti) grazie ad una cura quasi maniacale con cui sono state realizzate tutte le unità di gioco: nessun RTS può vantare un dettaglio così elevato per ogni singolo soldato e soprattutto un set di animazioni così accurato e “massiccio” (soprattutto nei combattimenti corpo a corpo) fra le varie unità. Se non bastasse, alcune scelte come le capsule delle nuove unità e strutture che arrivano ad una velocità impressionante sul terreno (oppure si schiantano in modo scoordinato se prenderete gli orchi) o la possibilità di customizzare tutti i colori delle vostre unità, sono quei piccoli tocchi di classe che solo i grandissimi titoli possono vantare. L’estetica “militar-bellico-fantasy” viene ulteriormente elevata grazie ad un comparto sonoro che, oltre ad un lavoro di interpretazione dei dialoghi (in inglese ma con sottotitoli in italiano) svolto con professionalità e convinzione, si può fregiare delle composizioni di quel Jeremy Soule che già abbiamo imparato ad apprezzare in titoli quali Kohan 2, Morrowind, Unreal 2 e Neverwinter Nights per fare i nomi più eclatanti delle sue produzioni recenti. La mia anima completamente pacifica-pacifista se ne rincrescerà ma fare la guerra in Warhammer 40.000 con queste suggestioni sensoriali così immersive, si rivela veramente eccitante e libera gli istinti più primordiali che volenti o nolenti ci portiamo tutti dentro… meglio sfogarli qui che nella vita reale, non vi sembra?
Commento
Ricetta per riuscire finalmente a sfidare ad armi pari la supremazia Blizzard nel campo dei giochi strategici: un team di programmazione con importanti esperienze alle spalle (i Relic, autori dei due Homeworld e di Impossible Creatures), un importantissimo brand ed un universo immaginifico di incredibile impatto quale quello di Warhammer 40.000 ed un grande musicista (Jeremy Soule, lo stesso di Kohan 2, Morrowind, Unreal 2 e Neverwinter Nights per fare i nomi più eclatanti delle sue produzioni recenti). Il risultato? Dawn of War, indubbiamente il miglior strategico in tempo reale degli ultimi anni, capace di mettere in seria discussione lo scettro di Star-War-Craft nel proprio genere di appartenenza. Un’alchimia perfetta di azione e tattica, di estetica “militar-fantasy” dall’impatto devastante caratterizzata dalla cura per ogni dettaglio oltre che ad una differenziazione delle varie razza assolutamente esaltante. La produzione di THQ si merita senza ombra di dubbio la definizione di capolavoro, nonostante abbia comunque una grossa (l’unica) pecca: una modalità campagna in singolo decisamente troppo breve e che, a differenza del trend ricorrente, ci metterà a capo di una sola delle fazioni in lotta. Ma, nonostante la delusione provata, Dawn of War mi ha così entusiasmato sia confrontandomi con l’intelligenza artificiale che con altri avversari umani, che si merita un voto decisamente altisonante ma indubbiamente corroborato anche da alcuni tocchi di classe come la possibilità di customizzare a proprio piacimento i colori delle vostre armate. Indubbiamente da non perdere per gli strateghi dell’arte della videoguerra digitale e per gli appassionati dei “soldatini” di Games Workshop.
- Pro:
- Azione frenetica e componente tattica ai massimi livelli
- Grafica sublime e sonoro splendido
- Multiplayer infinito
- Contro:
- Campagna in singolo troppo breve e…
- …solo una fazione da controllare in tale modalità
Gli strategici in tempo reale stanno vivendo una splendida seconda giovinezza. Dopo alcuni anni in cui poche produzioni di qualità erano mosche bianche in mezzo ad una valanga di cloni di cloni di cloni, il 2004 sta regalando ai Pcisti videostrateghi un buon numero di importanti uscite che hanno anche portato una bella ventata di novità che in tanti (compreso il sottoscritto) ritenevano assolutamente necessaria. Ed il picco di questo trend positivo, secondo la mia personalissima opinione, è stato toccato proprio da Warhammer 40.000: Dawn of War, un titolo capace di mettere in seria discussione la leadership Blizzard che con il binomio Star-War-Craft sembrava inarrivabile ed invece…
Per chi non si fosse mai imbattuto nei “soldatini” di Games Workshop, posso dirvi che Warhammer è un fenomeno incredibilmente vasto e seguito in ogni parte del mondo dove il collezionismo si mescola alle capacità artistiche (se volete pitturare le vostre truppe) e la strategia da mettere in campo nel gioco da tavolo in cui poter mostrare i vostri fanti. L’universo ”40.000” nasce dopo il primo Warhammer di chiara ispirazione fantasy e ne ricrea le alchimie in un futuro lontanissimo dove la magia ed i culti sacri (di vari ordini e gradi) si mescolano ad una incredibile tecnologia bellica. In questo contesto la razza umana, guidata da un Imperatore che ha assunto una esistenza esclusivamente spirituale (ma dal potere immenso al pari di un Dio) deve confrontrarsi con altre specie con intenzioni tutt’altro che pacifiche, intenzionati a trasformarci in “animali in via di estinzione”. Fortunatamente dalla nostra parte ci sono gli incredibili Space Marine: geneticamente perfetti, pronti ad eseguire senza nessun dubbio i voleri dell’imperatore, saranno proprio loro (in particolare la squadriglia dei Corvi Sanguinari) i protagonisti della campagna principale del gioco singolo. In 11 capitoli, saremo coinvolti in una intricata trama ricca di colpi di scena, intrighi ed inganni dove sarà sempre più difficile capire chi siano gli alleati ed i traditori.