Il Club della mezzanotte
La trama di Midnight Club II (d’ora in poi MCII) risulta essere tanto semplice quanto banale. I piloti più impavidi e avidi di emozioni del globo usano sfidarsi per le strade notturne delle città di Los Angeles, Tokio e Parigi. I piloti appartenenti a questo particolare gruppo, chiamato appunto Midnight Club, si aggirano di notte alla ricerca di un sempre nuovo sfidante: la posta in palio è il libretto della proprio auto.
Anche in questo caso quindi, così come in GTA3, il giocatore sarà richiamato ad infrangere le regole (questa volta solo quelle stradali però) in un mondo verosimilmente ricreato dove la libertà d’azione riesce sempre a rivestire un particolarissimo ruolo. Seppure con le debite proporzioni sembrerà davvero di aggirarsi per le strade di Los Angeles o per quelle di Parigi. Nel primo caso, ad esempio, saranno facilmente riconoscibili il Downtown con i sui alti grattacieli o la zone di Beverly Hills con i lussuosi locali alla moda. Girovagando per Parigi invece non sarà difficile sgommare proprio sotto l’Arco di Trionfo o scorgere in lontana l’imponente presenza della Tour Effeil.
Guida in libertà
Il motore grafico è lo stesso utilizzato per GTA3 (ok, è l’ultima volta che lo cito di nuovo. Forse) ovvero l’apprezzato Renderware che, per l’occasione, è stato rimesso un poco a nuovo soprattutto grazie all’introduzione di inutili ma sempre efficaci effetti di riflessione. Complessivamente possiamo affermare che l’effetto grafico generale risulta essere di buon livello, le texture sono molto curate e generalmente la qualità ed il dettaglio variano dal buono all’ottimo. I modelli tridimensionali delle auto, seppure di primo acchito appaiano molto belle, dopo poco tempo che ci si fa l’abitudine rischiano di risultare abbastanza monotone e, soprattutto, “semplici”. Inoltre, così come in altri titoli del genere, avremo a che fare con modelli inventati e solamente ispirati alla realtà.
La cosa però non è poi così tragica come, del resto con un po’ di fantasia riusciremo sempre a pensare al corrispondente modello reale. Inoltre, grazie alla particolarità del motore grafico utilizzato, durante i nostri giri per la città godremo di una libertà di gioco davvero notevole, almeno per questo tipo di giochi. Nessun percorso prestabilito, nessuna strada con tutti gli incroci inspiegabilmente morti, nessun inaspettato vicolo cieco. Ovviamente i limiti all’area esplorabile esistono ma spesso non ci si farà neppure caso.
Tutta la grafica, inoltre, riesce a muoversi in maniera fluida e scattante anche su modelli non di altissima fascia e, grazie alle numerose opzioni di personalizzazione, si riuscirà comunque a giocarlo anche su sistemi non recentissimi. Merito delle origini su console e del fatto che tutte le nostre corse saranno ambientate in paesaggi notturni o al massimo crepuscolari, in questo modo quello che di solito viene additato col nome di “effetto nebbia” (ossia limitata distanza visiva) in questo caso viene abilmente mascherato con le “reali” condizioni di visibilità in quelle ore. Quasi diabolici.
La gioia di correre
Il gioco è chiaramente un arcade con nessuna velleità simulativa: scordatevi quindi esperienze di guida anche minimamente paragonabili a quelle del vecchio ma sempre affascinate “Need For Speed: Porche Unleashed” o anche di un più recente “TOCA – Race Driver”. Qua sarà possibile prendere curve a gomito semplicemente sfiorando il freno e, come se non bastasse, progredendo nel gioco riuscirete a sbloccare particolari Bonus come la “Turbo Scia” o la “Sgommata”.
Ma questo non rappresenta necessariamente un difetto, anzi, del resto il gioco risulta adrenalico e divertente fin dall’inizio anche grazie a questa caratteristica. Modello di guida semplicistico tuttavia non equivale a dire gioco semplice. Anzi.
Nella modalità carriera dopo le prime semplici gare infatti i nostri avversari risulteranno essere sempre più agguerriti ed infallibili. Mano a mano che si avanza nel gioco il numero di tentativi per vincere una sfida aumenteranno in maniera quasi esponenziale, tuttavia l’effetto frustrazione sarà sempre abbastanza basso. Questo grazie al fatto che, alla fin fine, il segreto per la vittoria risiede nella conoscenza della propria macchina e, soprattutto, della zona della città dove si svolge il percorso descritto dai diversi check-point. Nulla d’impossibile insomma.
Sempre più in alto
In questo genere di giochi la varietà rappresenta la metà del successo. MCII non eccelle in questo aspetto ma riesce comunque a difendersi bene. La conquista di ogni nuova auto si suddivide, quasi sempre, in tre fasi distinte. La prima consiste nell’ingaggio della sfida: dovremo passeggiare per le strade della città e, una volta trovato il nostro prescelto, sfareggiare amorevolmente. Una volta riusciti a stargli dietro cominceranno le sfide vere e proprie. La prima di solito consiste in una “gara libera” dove dovremo scegliere noi il percorso più conveniente per raggiungere un certo numero di Check-Point. La seconda invece, quella decisiva per la conquista dell’auto dell’avversario, consisterà in una più banale corsa col percorso fisso e prestabilito.
Una volta conquistata un’auto (o una moto) più potente, agile o scattante andrete alla ricerca di un nuovo avversario e così via fino alla fine del gioco.
Commento
Definire MCII il GTA3 dei giochi di guida non è poi tanto sbagliato. Forse è solo fuorviante, in quanto davanti ai nostri occhi non abbiamo certo un capolavoro, piuttosto un titolo onesto e decisamente godibile.
La grafica è sufficientemente spettacolare e d’effetto da riuscire a farsi notare senza troppi sforzi. Il motore grafico risulta essere piuttosto leggero e fluido anche su sistemi non di ultima generazione.
Il modello di guida è divertente: per nulla realistico o verosimile, ma molto divertente. Lo stesso discorso vale anche per i diversi power- up che mano a mano guadagneremo nel corso del gioco o per le varie modalità di gioco alternative offerte dal gioco (bellissima la modalità “Cattura la bandiera”, specialmente in multiplayer). Sfrecciare a tutta velocità per le strade (o sui tetti) di Tokio prendendosi a sportellate, percorrendo curve a velocità incredibili e infischiandosene del traffico e dei pedoni (che anche se investiti si rialzano subito in piedi) è sicuramente un’esperienza forse “vuota” ma sicuramente appagante.
L’editor di missioni incluso nel gioco permette di aumentare seriamente la longevità del titolo, longevità che – mi ripeto – è assicurata anche dalla possibilità di giocare questo titolo in modalità multigiocatore. Se siete stufi del solito FPS o del solito RTS per la vostra LAN con gli amici Midnight Club potrebbe rivelarsi un’ottima alternativa, chi ha giocato a Re-Volt sa, più o meno, cosa intendo.
Insomma, se cercate un buon arcade di guida e non certo un simulatore allora siete sulla buona strada, in caso contrario rischiate di ritrovarvi seriamente contromano.
- Pro:
- Grafica gradevole e veloce
- Immediato
- Divertente in multiplayer
- Contro:
- Non adatto per chi cerca anche solo velleità simulative
- Auto non reali
- Modalità carriera che potrebbe stufare in fretta
Volante, cambio e mouse
Seppure non rappresenti uno di quei generi rappresentativi della piattaforma da gioco PC, il genere degli arcade automobilistici può annoverare un certa tradizione di pochi ma sicuramente indimenticabili acuti.
I più anziani fra di voi si ricorderanno sicuramente il primo, indimenticabile, Test Drive della ormai defunta Accolade. Da allora, passando per titoli come “Cars & Driver” o la saga “Need For Speed” di strada se ne è fatta tanta ma è indubbio che, almeno in questi ultimi anni, manchi un titolo all’altezza della situazione, specialmente dopo la delusione Hot Pursuit 2.
Ecco quindi, direttamente dal publisher di un certo pluridecorato “Grand Theft Auto 3”, arrivare anche su PC Midnight Club II. Serie che, a dispetto di quel “II”, fa il suo debutto nel dorato mondo dei sistemi operativi Microsoft.