È difficile scrivere la recensione di NBA Live 19 senza tirare in ballo la storia della gloriosa serie alla quale appartiene questo gioco. Nonostante i problemi degli ultimi anni, il curriculum di NBA Live ci parla infatti di una carriera lunga quasi un quarto di secolo, partita nel lontanissimo 1994 su Super Nintendo, Mega Drive e PC. Soprattutto per chi non possedeva una console, all'epoca NBA Live è stato per anni un punto di riferimento per giocare a basket sul proprio monitor, prima di cedere sotto i colpi del meticoloso assedio portato avanti da NBA 2K (qui trovate la recensione di NBA 2K19). Una concorrenza che ha visto la serie targata EA Sports cadere diverse volte in tempi recenti, tentando tuttavia sempre di rialzarsi: l'ultima rinascita c'è stata un anno fa, quando NBA Live 18 è arrivato sul mercato dopo un anno di pausa. Il buon riscontro ottenuto ha lasciato ben sperare per la realizzazione di NBA Live 19, arrivato puntuale in questo mese di settembre che ci accompagna all'inizio della stagione 2018-2019 dello spettacolare basket americano. Quale momento migliore, allora, per scoprire che cosa ci ha riservato EA Sports?
Le modalità: io sono The One
Gli ultimi anni hanno visto un'ascesa sempre più insistente per le modalità carriera singole nei giochi sportivi. Più che una semplice carriera, si è trattato in molti casi di una vera e propria storia, come anche FIFA 19 e la sua modalità Il Viaggio ci insegnano. Senza ambire alle punte realizzative viste nella storia della simulazione calcistica, NBA Live 19 ci porta nei panni del prescelto che tutti chiamano The One, promessa del basket in procinto di arrivare nel mondo del professionismo. L'esistenza della modalità non è di certo cosa nuova, ma è in essa che si concentra gran parte delle novità messe a punto dagli sviluppatori in NBA Live 19. La prima riguarda la pallacanestro femminile, anch'essa introdotta nell'edizione dell'anno scorso con le squadre del campionato WNBA. Adesso diventa possibile creare un personaggio ad hoc per prendere parte a The One, dando poi luogo all'occorrenza anche a squadre miste con giocatori di sesso maschile e femminile. L'unica pecca da questo punto di vista è rappresentata dalla mancanza della sottomodalità The League, attraverso la quale con un giocatore maschio è possibile disputare il campionato NBA. Nei panni di una donna The One è quindi una modalità completa solo in parte, anche se al suo interno non mancano comunque possibilità di divertimento.
La parte di personalizzazione del proprio personaggio gioca infatti un ruolo fondamentale, insieme alle partite su strada e nei campetti esterni a quelli della lega professionistica. Per questa edizione EA Sports ha deciso d'includere alcuni dei campi da strada più famosi in giro per il mondo, compreso il famoso Quai 54 che ospita il torneo promosso dalla Air Jordan. Man mano che avanza nella modalità, il giocatore può scegliere di comporre la sua squadra con alcuni giocatori famosi: il primo di essi è Joel Embiid, volto di NBA Live 19 che nella storia sfida il nostro "The One" sul proprio campetto domestico. Il passaggio offre anche lo spunto per introdurre le Court Battles, una sorta di tower defense a tema cestistico dove il giocatore deve creare una rosa coi giocatori che ha a disposizione. La squadra qui creata verrà poi controllata dalla CPU nei match contro altri utenti, seguendo per la partita di turno regole che possono anche allontanarsi da quelle standard della pallacanestro. Dal punto di vista ruolistico The One offre alcuni dialoghi tra il nostro personaggio e i membri del suo staff, senza però stupire particolarmente: l'unica scelta che conta è quella effettuata alla fine dello scambio, dove portare a casa qualche punto di hype in più o la moneta necessaria a comprare personalizzazioni nella divisa da strada. Le altre modalità di NBA Live 19 presentano poche novità: tra esse ricordiamo ovviamente Ultimate Team, alleggerito rispetto al mastodonte che è ormai diventato in FIFA 19, e la solita Franchise.
Trofei PlayStation 4
NBA Live 19 porta con sé un totale di trenta Trofei. Insieme all'immancabile premio di colore Platino, troviamo cinque Trofei di tipo Oro, oltre a dieci Argento e quattordici Bronzo. Per centrare tutti quanti gli obiettivi proposti da EA Sports bisogna spaziare un po' tra tutte quante le modalità presenti in NBA Live 19, compresa Ultimate Team.
Il gameplay: fluidità al comando
Una volta scesi nel campo di NBA Live 19, ci si accorge che da questo punto di vista il gioco rappresenta un'evoluzione di quanto visto l'anno scorso. Un fattore comune nei titoli sportivi a cadenza annuale, ma viste le vicissitudini attraversate dalla serie NBA Live un segno di continuità non può essere interpretato che in modo positivo. Nelle dinamiche di gioco, la principale novità è rappresentata dalla tecnologia Real Player Motion, introdotta quest'anno da EA Sports anche in Madden NFL 19 dopo averla fatta debuttare già con FIFA 18. A giovare di questa introduzione è soprattutto la fluidità di movimento dei giocatori, contraddistinti da animazioni più convincenti che in passato. Ci sono in realtà momenti in cui la fluidità perde un po' di colpi, dove il giocatore che abbiamo in campo non sembra interpretare subito i nostri comandi. Si tratta comunque di attimi che avvengono abbastanza raramente. L'esperienza di gioco resta sempre a metà tra la simulazione e l'arcade, senza quindi particolari pretese di realismo da parte di NBA Live 19. In questi termini è significativa la presenza in difesa di un bottone che permette al giocatore che controlliamo di muoversi automaticamente per contrastare l'attaccante. A parte ciò, è evidente la tendenza a spettacolarizzare alcune azioni per dare maggiore soddisfazione all'utente, soprattutto quando ci sono schiacciate e stoppate di mezzo. L'intelligenza artificiale è in generale buona, anche se da rivedere in alcuni passaggi: una volta individuati i punti deboli della CPU diventa infatti semplice batterla nelle fasi di attacco. I controlli in generale non presentano particolari novità: per tirare si fa riferimento a una barra verticale, alla cima della quale lasciare il bottone per effettuare il tiro migliore tenendo comunque in considerazione la posizione del giocatore e l'eventuale contrasto.
Grafica e sonoro
L'impatto visivo di NBA Live 19 è senza ombra di dubbio elevato, soprattutto nelle inquadrature dall'alto dei campi. Le arene in cui ci troviamo a giocare - siano esse da strada oppure palazzetti del campionato NBA - presentano una notevole cura da parte degli sviluppatori, mantenendo la qualità presentata nelle introduzioni filmate anche durante le fasi di gioco vero e proprio. I modelli dei campioni più famosi di basket americano sono facilmente riconoscibili da chi siede davanti allo schermo, anche se scendendo col livello di fama cala anche la qualità del modello realizzato da EA Sports. NBA Live 19 fa sfoggio anche della sua licenza ESPN, sfruttata a dovere per dare un taglio televisivo a quanto avviene in campo. Meno convincente l'intrattenimento offerto durante l'intervallo, anche a causa di un commento tecnico abbastanza abbottonato. Per quanto riguarda la cronaca le cose vanno un po' meglio quando si torna in partita, trovando ad accompagnarci i nuovi Ed Cohen e Jay Williams: trattandosi di una telecronaca in lingua inglese l'interesse nei suoi confronti è ovviamente minore rispetto alla traduzione realizzata in FIFA 19.
Conclusioni
Concludiamo la recensione di NBA Live 19 sottolineando il lavoro svolto dagli sviluppatori per dare a questo titolo un'identità ben precisa. La presenza di dinamiche immediate rende NBA Live 19 una valida soluzione per tutti coloro che vogliono affrontare un gioco di basket che non richieda particolare esercizio per essere padroneggiato, mettendo a loro disposizione una modalità ben fatta come The One. Qualche aspetto in campo resta ancora da migliorare, compresi certi difetti storici che speriamo possano essere affrontati nei prossimi mesi.
PRO
- Modalità The One molto interessante
- Ottimo dettaglio dei campi
- Ora è possibile impersonare anche una donna
CONTRO
- Animazioni non sempre perfette
- Poche novità al di fuori di The One
- Per raggiungere la concorrenza c'è ancora da lavorare molto