Sono di Cipro, ma sembrano inglesi: Vea Games, lo sviluppatore dietro Nikoderiko: The Magical World, pare uscito da una di quelle cittadine anglosassoni in cui, negli anni '90, si mangiavano pane e prodotti Rare. Nikoderiko, nome del protagonista a parte, è un concentrato di platforming che attinge, attinge e ancora attinge da una tradizione sicuramente più grande di lui, ma che non lo guarda dall'alto in basso, bensì con tenerezza.
La creatura di Vea Games si inserisce in un contesto, quello dei platformer/collectathon, purtroppo fin troppo avaro di uscite, denigrato dai più, compresso sotto il peso di una produzione videoludica che sta attraversando tempi bui, presa a pugni da processi di standardizzazione di generi e banalità di sottofondo. Nikoderiko va controtendenza e lo fa con stile: a fianco di una simpatica coppia di eroi animali umanizzati, palette e arte si fondono per consegnare un stile di fondo che catapulta indietro di 30 anni, tra templi, giungle, grotte e montagne, biomi così cari alla Rare di un tempo... e alla Naughty Dog degli albori, quando ancora amavano non prendersi sul serio.
Seguiteci in che modo potrà stuzzicarvi la curiosità Nikoderiko: The Magical World.
Tra foglie e piattaforme
Due manguste, un cattivone in carne, navi che volano, isole in cielo, templi e anfratti: ingredienti che ci piacciono, spezie rare per chi è cresciuto con quella visione dell'avventura figlia di un'era in cui realizzare un platform 2D o 3D ad alto budget ambientato in posti esotici era il sogno di ogni sviluppatore in erba.
Con la sua fusione di dimensioni, Nikoderiko rappresenta una discreta comfort zone dove ritrovare quel sapore di platforming tanto caro alle vecchie scuole di pensiero anni '90 e inizi '2000, colori sgargianti ma delicati, palette variegate e tanto astrattismo di ambientazione. Via tonnellate di riferimenti storici e geografici, via spiegoni infiniti, via anche contestualizzazioni o riferimenti precisi: Nikoderiko prende la distanze da tutto questo e propone livelli immersi in biomi basilari, per questo apprezzabilissimi, senza dare né pretendere nulla di più: corse a perdifiato, salti e piroette, bonus e collezionabili si stendono lungo un tappeto che sicuramente si ispira in maniera pazzesca ai grandi padri costituenti del genere, ma lo fa con competenza. Difficile che urlerete per paesaggi o zone unicamente disegnate, né per sezioni platforming geniali, in quanto tutti si ispira a giochi già ampiamente sviscerati in passato, ma va dato atto che il polpettone di gameplay, per quanto derivativo, funziona più che degnamente.
Siamo sicuri che qualche designer dentro Retro Studios si sveglierà ogni giorno col singhiozzo per quante sezioni sono state riprese da Donkey Kong Country: Tropical Freeze, siamo anche sicuri qualche neo-nonno che a metà anni '90 confezionava Crash Bandicoot o Jak & Dexter possa guardare le parti a tre dimensioni ed esclamare: "Ma questo gioco lo conosco!", eppure non ci sentiamo di incrementare più di tanto il livello della polemica perché è assolutamente palese che questa sia una lunga e corposa lettera d'amore verso i giochi cui si ispira.
Nikoderiko è un gioco con un gameplay ben costruito e che sembra quasi voler dimostrare che nonostante i modelli stiano lì, eterni, il team può riprodurla con bravura e con qualche tocchetto aggiuntivo. Il risultato finale sorprende soprattutto per la saggezza con cui è stato dosato il ritmo generale, che scorre via con piacevolezza regalando zone segrete, livelli bonus, parti a tempo e una discreta dose di divertimento. Chiaro, Vea Games non è Retro Studios ed è evidente anche l'enorme differenza di valori produttivi, però Niko e Luna, i due protagonisti, hanno un design piacevole e non mancheranno di trovare nuovi fan.
Scuole a confronto
C'è chi dice che costruire un buon platform a due dimensioni sia più facile che costruirlo a tre; francamente non lo sappiamo, ma è evidente come le sezioni più interessanti siano quelle bidimensionali, forse perché più immediate da disegnare e condire, forse perché immaginarsi un collectathon a tre dimensioni oggi è un'impresa complessa.
Nikoderiko fonde bene le situazioni, la sottile linea che le collega propone buone soluzioni di continuità, quel pochino di esplorazione che non guasta mai, un buon mix tra ricerca e orde di nemici, addirittura delle cavalcature. Si poteva fare di più? Beh, sicuramente, sempre si può, ma ci rendiamo conto che di un gioco indipendente si tratta e bisogna anche imparare ad accontentarsi, anche alla luce dei boss inseriti e della modalità cooperativa simultanea inserita.
Potete giocare a Nikoderiko in due, a patto di accettare che in questo modo l'esperienza, già semplice di suo, sarà ancora più semplice: forse è questa la pecca maggiore del titolo, ma capiamo che la difficoltà va a braccetto con il level design e non è semplice produrre gameplay equilibrato senza correre il rischio di ragionare col freno a mano tirato. La conseguenza è un gioco che scorre a tratti fin troppo bene, anche nelle fasi più avanzate; a volte aiuta a impegnarsi una certa imprecisione nelle collisioni con i nemici il ché, però, non è proprio una cosa positiva. Potenziamenti acquistabili a parte, l'avventura ha una durata abbastanza breve, proprio per la facilità generale che permea il titolo.
Menzione a parte meritano le componenti grafiche e sonore, che sicuramente aiutano a comporre un quadro migliore del previsto. La scelta stilistica proposta dal team cipriota è vincente: ecosistemi sufficientemente dettagliati, buona distanza visiva, discreta caratterizzazione degli ambienti, ma pochi nemici a disposizione.
L'ispirazione di sottofondo riesce comunque a regalare momenti interessanti, grazie a idee cromatiche e vegetali che popolano i livelli con abilità, sussurrando continuamente che quelle atmosfere eteree e disinvolte possono ambire a rappresentare il fondamento del videogioco, almeno per una bella fetta di giocatori di una volta. Concludiamo citando una bella colonna sonora di David Wise, il compositore inglese che ha saputo proporre alcune delle migliori tracce mai scritte per un videogioco occidentale: l'accompagnamento sonoro trasuda il suo stile e la sua competenza, seppur non con l'impatto qualitativo di Tropical Freeze, ma questo è un vizio di forma (e di budget) che comprendiamo. Alla fine, ciò che importa è che se amate questo tipo di prodotti e di atmosfere, Nikoderiko sarà per voi una casa accogliente in cui entrare.
Conclusioni
Nikoderiko: The Magical World ha sicuramente un elemento che poche produzioni possono vantare di avere: un'anima di fondo che è pulsante e che i fan di questo tipo di giochi troveranno piacevolissima. Tutto il resto è competenza nel riprodurre occasioni e situazioni già viste, saperle unire, condire con una buona mano di facilità e presentarla a dovere, grazie a uno stile e un comparto audio più che lodabili. Sia chiaro, ci siamo divertiti con Nikoderiko, sia in singolo che in cooperativo: il gioco propone un flusso discretamente appagante, confezionato con cura, a tratti anche ispirato, ma la sua dote migliore è il proporsi come un tipo di gioco che, purtroppo, è rarissimo da trovare.
PRO
- Atmosfere e gameplay da collectathon anni '90
- Modalità cooperativa ben realizzata
- Arte e musica funzionano bene
CONTRO
- Tanto facile, soprattutto in due
- Alcune sezioni sono identiche ai giochi cui si ispira
- Pochi collezionabili da collezionare