Negli anni lo studio Nippon Ichi Software è diventato famoso per Disgaea, e indubbiamente il folle GDR strategico a turni rappresenta una parte importante del suo storico, essendone diventato la serie di punta: spin-off e produzioni secondarie passano spesso inosservate - se e quando vengono localizzate - e finiscono dimenticate dai più, proprio com'è successo a Phantom Brave, che in qualche altra linea spaziotemporale ha preso il posto di Disgaea, è stato rimasterizzato a più riprese e tra poco uscirà con un ottavo capitolo.
Nella nostra, invece, Phantom Brave esce nel 2004 per PlayStation 2 - un anno dopo il primo Disgaea - e scompare quasi subito dai radar. Sarà riproposto timidamente negli anni su Nintendo Wii, PSP e PC, poi incluso addirittura in una compilation (Prinny Presents NIS Classics Volume 1) che neanche porta il suo nome. Insomma, nessuno si aspettava che vent'anni dopo ci sarebbe stato un sequel, soprattutto non ora che NIS se la passa maluccio, ma a sorpresa ci siamo ritrovati a giocare Phantom Brave: The Lost Hero tra nostalgia ed entusiasmo.
Un nuovo equilibrio
Uno dei motivi per cui Phantom Brave non ha avuto lo stesso successo di Disgaea è sicuramente la storia che, per assurdo, è scritta molto meglio, si prende sul serio e segue uno sviluppo caratteriale dei personaggi, andando a sfiorare temi esistenziali con una certa delicatezza. Se quella di ogni Disgaea è un susseguirsi di gag e stereotipi da anime nonsense, la trama di Phantom Brave somiglia ai GDR nipponici tradizionali: ha un senso logico compiuto, colpi di scena e momenti di discreta drammaticità. The Lost Hero, in questo senso, è rimasto fedele a queste caratteristiche distintive, pur scegliendo un approccio maggiormente spensierato rispetto al Phantom Brave originale.
Serve aver giocato il titolo del 2004 per capire questo sequel? Praticamente no. Pur essendo un seguito diretto - ambientato solo sei mesi dopo la conclusione di Phantom Brave, benché per noi siano passati molti più anni - The Lost Hero fa riferimento agli eventi del primo gioco in maniera marginale, aggiornando i giocatori quando necessario e in maniera abbastanza sintetica. La storia è ancora incentrata su Marona, una ragazzina capace di vedere gli spiriti dei morti e di "confinarli" negli oggetti, facendoli materializzare temporaneamente. Partita all'avventura per i mari del mondo di Ivoire insieme al fido Ash, Marona si imbatte in una flotta pirata che affonda la nave e rapisce la sua guardia del corpo spettrale.
Naufragata su un'isoletta sperduta e salvata da un fantasma di nome Apricot, Marona mette insieme una ciurma di strambi corsari con l'obiettivo di setacciare i mari alla ricerca di Ash e del padre della sua nuova amica, un famoso pirata scomparso da tempo. Il viaggio porta le due eroine a risolvere i problemi delle isole limitrofe, reclutando nuovi membri dell'equipaggio come il carismatico licantropo Rouan e la principessa fantasma Henna, mentre affrontano una sinistra minaccia che agita le acque di Ivoire.
Quella di Phantom Brave: The Lost Hero è una campagna che si completa in circa trenta o quaranta ore, composta da svariati capitoli divisi in stage. La struttura ricorda molto i Disgaea: ogni nuovo stage è introdotto da una scenetta, seguita da un combattimento e da un'altra scenetta, dopodiché si torna alla base a microgestire fantasmi, oggetti, abilità e quant'altro. È un ciclo semplice e immediato che si appoggia a dialoghi scritti più che discretamente in un inglese di livello scolastico; le atmosfere sono marcatamente più leggere rispetto all'originale Phantom Brave e le gag, divertenti, ma caute, non sconfinano mai nel parodistico di Disgaea.
Potrebbe semmai scontentare una fetta di giocatori lo stile scelto per raffigurare Marona e soci a schermo. Phantom Brave: The Lost Hero è il classico titolo Nippon Ichi in stile anime, con i personaggi rappresentati da illustrazioni curate e un buon doppiaggio sia in inglese che in giapponese, ma che in 3D assumono lineamenti super deformed, i modelli in cel shading caratterizzati da testoni sproporzionati rispetto agli sprite del Phantom Brave originale. Una scelta che potrebbe essere puramente stilistica, oppure dovuta a un budget più ristretto: di sicuro impatta in maniera relativa sulle performance grafiche, purtroppo non esattamente stellari su Nintendo Switch.
Nonostante sia possibile impostare il software in modo che sacrifichi impercettibilmente risoluzione e dettagli per garantire una migliore fluidità, sulla console portatile Nintendo il nuovo titolo NIS perde visibilmente fotogrammi, specie nelle mappe più affollate e particolareggiate. Non si tratta di rallentamenti gravosi in maniera significativa - parliamo pur sempre di uno strategico a turni, non di un action - ma saltano all'occhio quando si ruota la mappa 3D per studiarla meglio e non si può dire che Phantom Brave sia un titolo all'ultimo grido.
Abbiamo inoltre riscontrato crash più o meno frequenti che ci hanno rimandato alla home nel bel mezzo delle missioni, costringendoci a ripeterle: un problema che sicuramente NIS risolverà con qualche aggiornamento - insieme ai problemi di fluidità, si spera - e che non sembrerebbe verificarsi sulle altre piattaforme ma di cui ci è sembrato giusto avvertire i giocatori interessati alla versione Switch.
Confinare i fantasmi nel 2025
In un certo senso, i problemi di fluidità sono dovuti alle particolarissime dinamiche di Phantom Brave. Le mappe 3D in cui si svolgono i combattimenti sono infatti contraddistinte da una pletora di oggetti interattivi, che possiamo distruggere, sollevare e lanciare: vasi, casse, rocce, piante e così via. Ogni oggetto ha i propri parametri e in qualche caso può anche trasmettere dei bonus agli altri oggetti sul campo di battaglia, almeno finché ci sta dentro: in Phantom Brave è possibile finire O.B., cioè fuori campo, lanciare quindi oggetti o nemici nel vuoto con conseguenze che cambiano di caso in caso.
Il punto è che Marona, unico personaggio che possiamo inizialmente schierare, possiede un potere che permette di "confinare" i fantasmi negli oggetti: gli spiriti si materializzeranno al loro posto, assorbendone le proprietà e i bonus. Questa dinamica di gameplay si apre a una valanga di interpretazioni strategiche, poiché ogni spirito resta in campo solo per un certo numero di turni e Marona può evocarne un numero limitato contemporaneamente, che dipende pure dal loro eventuale equipaggiamento. Ogni spirito, infatti, può imbracciare un oggetto assegnato prima della missione, che influenza le sue statistiche e le abilità che conosce e che può portare in battaglia, come gli attacchi speciali, gli incantesimi o le varie passive.
Le abilità scalano con le armi equipaggiate, le perizie dei singoli personaggi, le statistiche, i bonus e così via: è un complesso meccanismo a incastro che il gioco insegna gradualmente, sbloccando di missione in missione sempre più funzioni, stratagemmi e variabili. Phantom Brave: The Lost Hero aggiunge alle battaglie i cosiddetti Gadget, strumenti in cui Marona può confinare i fantasmi e che garantiscono ulteriori possibilità strategiche, specie se permettono di modificare lo scenario o controllare i movimenti dei nostri fantasmi e dei nemici.
Phantom Brave: The Lost Hero, sotto diversi aspetti, è un titolo anche più complesso di Disgaea già negli spostamenti. Non ci sono griglie a quadrati; i personaggi si muovono liberamente all'interno di un'area delimitata, possiamo farli saltare e aggirare ostacoli e nemici, scegliendo abilità che colpiscono quasi sempre in fuoco amico e che devono essere quindi orientate con attenzione, onde evitare di incorrere in fastidiose penalità. Prendere la mano con le dinamiche di Phantom Brave e con l'interfaccia, non proprio intuitiva, non è facile e serve qualche ora per abituarsi alle varie scorciatoie, ma una volta imparato a giocare fila tutto più liscio e si tendono ad apprezzare meglio le sfumature che offre il gameplay.
Nel giro di qualche ora si sbloccano le strutture nell'isoletta che ci fa da base, in realtà icone in una semplice schermata che ci permettono di accedere al jukebox, alla creazione dei nuovi personaggi che si sbloccano nell'avventura, all'ormai immancabile Juice Bar che permette di modificare e distribuire i punti esperienza, all'assegnazione delle abilità e così via. Sono funzionalità che i fan dei giochi NIS e di Disgaea dovrebbero conoscere abbastanza bene, anche se Phantom Brave: The Lost Hero cerca di essere più contenuto e meno dissennato. Non ci sono assemblee oscure e mondi dentro gli oggetti, tuttavia è possibile costruire "dungeon" casuali, fondere le armi e personalizzare il vascello di Marona e Apricot, andando a incidere sul numero di fantasmi che possiamo portare in battaglia per guadagnare ulteriori bonus.
Phantom Brave: The Lost Hero è un titolo quasi soverchiante ma riesce a trovare un equilibrio che permette anche ai giocatori meno navigati - dopo un inevitabile momento di spaesamento e studio dei tutorial - di completare la campagna senza faticare troppo e senza approfondire la maggior parte delle dinamiche di gioco. Tendenzialmente si può arrivare ai titoli di coda senza aver mai fuso o comprato un'arma, ma semplicemente raccogliendo le armi che cadono ai nemici e assegnandole in un secondo momento ai fantasmi che ne farebbero miglior uso.
La stessa Marona è diventata un personaggio di supporto: può combattere come tutti gli altri ma può anche anticipare i turni dei suoi compagni, estendere la loro permanenza in battaglia o addirittura usare l'inedito potere Confriend per fondersi temporaneamente con i fantasmi e diventare un'unità molto più potente, in grado di scagliare spettacolari attacchi cinematici. Non è neppure imperativo "grindare" dato che tutti i personaggi sulla mappa guadagnano punti esperienza alla sconfitta di un nemico, quindi è relativamente facile crescere i fantasmi generici oltre ai personaggi che si uniranno alla nostra squadra durante la campagna.
Pur essendo accessibile e pensato per i giocatori che non hanno mai giocato il primo Phantom Brave o che lo hanno dimenticato, The Lost Hero possiede tutte le caratteristiche del tipico strategico Nippon Ichi Software e sotto questo punto di vista ha tutto quello che un fan cercherebbe in un Disgaea: un nutrito postgame fatto di missioni e personaggi extra, per cominciare, ma soprattutto svariate funzionalità che permettono di raggiungere le solite cifre folli cui ci ha abituato questo sottogenere, tra mappe casuali a difficoltà crescente e combinazioni di oggetti, statistiche e abilità personalizzabili.
Per alcuni giocatori la meccanica di "confinamento" potrebbe essere uno scoglio difficile da superare ma le implicazioni tattiche si cominciano a sentire davvero quando diventa cruciale studiare la mappa, scegliere come e quando confinare i fantasmi per non restare a corto di risorse nel momento decisivo. In finale, non possiamo fare altro che consigliarvi di provare la demo del gioco per capire se fa al caso vostro ma se apprezzate gli strategici a turni questa potrebbe essere un'ottima occasione per aiutare NIS a restare a galla.
Conclusioni
Phantom Brave: The Lost Hero è un gradito ritorno che spezza la striscia ventennale dei Disgaea per dare un po' di respiro alla sua controparte meno parodistica e ingiustamente dimenticata. Le dinamiche sono rimaste pressoché le stesse del 2004, con un rinnovato sistema di confinamento che obbliga a un approccio ancora più tattico e tutta una serie di funzionalità vecchie e nuove che garantiscono un'enorme libertà di personalizzazione in stile NIS. Nonostante la sua complessità, il nuovo Phantom Brave si distingue per un ricercato equilibrio, nel gameplay e nella narrativa, che lo rende adatto anche a chi non ha mai giocato l'originale. Lo consigliamo agli amanti del genere e dei titoli Nippon Ichi Software, anche se la versione Switch ha bisogno di qualche ritocco via patch.
PRO
- Non serve conoscere il Phantom Brave originale
- È uno strategico estremamente complesso ma molto ben bilanciato
- Una pletora di funzionalità per i maniaci della personalizzazione
CONTRO
- I comandi e l'interfaccia non sono molto intuitivi
- Le prime ore possono essere soverchianti
- Qualche crash frustrante in versione Nintendo Switch da sistemare