Il CEO di Ubisoft ha parlato di Stop Killing Games durante l'ultimo incontro con gli azionisti, in risposta a una domanda in merito alla campagna nata allo scopo di preservare i videogiochi, spiegando che "nulla è eterno" e che la questione riguarda molte aziende, non solo quella che guida.
"Tutti i publisher si sono confrontati con questa situazione," ha detto Yves Guillemot. "Quello che facciamo è fornire un servizio, ma niente è scolpito nella pietra, e così a un certo punto il servizio potrebbe venire interrotto. Nulla è eterno."
Ubisoft si impegna a mantenere i giochi accessibili "ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette", ha continuato Guillemot, fornendo "molto supporto" fino a quando è possibile. L'impegno tuttavia non può durare per sempre.
È per questo motivo che l'azienda informa preventivamente i giocatori circa la possibilità che alcuni titoli vengano dismessi. "Facciamo il possibile per garantire un'esperienza positiva a chi acquista i nostri giochi", ha detto il CEO.
Intanto, la campagna continua a crescere
Le parole di Guillemot arrivano mentre la raccolta di Stop Killing Games si avvicina a quota 1,4 milioni di firme, promuovendo concetti concreti e non irraggiungibili, come ad esempio la realizzazione di patch che consentano di continuare a giocare anche dopo lo spegnimento dei server.
Il tema ha riguardato Ubisoft da vicino, in particolare quando The Crew è diventato inaccessibile, ma ci sono altri titoli della casa francese coinvolti in pratiche del tutto simili, specie quelli pensati per una fruizione prettamente online.
Guillemot ha definito la questione "di ampia portata" e ha concluso affermando che Ubisoft è attivamente al lavoro per trovare delle soluzioni: vedremo cosa emergerà da qui ai prossimi mesi.