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Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo - Recensione

Pronti a prendere i panni del cinico Jack Sparrow e ingaggiare combattimenti contro pirati, esercito inglese, e temibili creature marine?

RECENSIONE di Alessandro Pomili   —   22/06/2007
Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo - Recensione
Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo - Recensione

Spugna! Pendaglio da forca!

Per quanto riguarda il gioco vero e proprio, ci troviamo di fronte ad un titolo di avventura/azione in terza persona, dove combattimenti contro orde di caparbi nemici saranno alternati ai classici momenti di esplorazione e di risoluzione dei semplice puzzle. Gli Eurocom, ovvero gli sviluppatori, si sono guardati intorno per prendere spunto nel realizzare il combat system per il loro gioco, ed hanno visto che attualmente un modello vincente è quello che unisce il combattimento libero agli eventi precalcolati che richiedono la pressione in sequenza di alcuni bottoni. Questo sistema lanciato con buoni risultati da Resident Evil 4, è stato ripreso e sviluppato ogni oltre aspettativa dall’action rivelazione per PS2 God of War, alzandone il livello di integrazione e al contempo la profondità e il livello di sfida. E’ chiaro che in futuro, sarà questo mix di generi a dettare le direttive per il combat system (basti pensare ad Heavenly Sword), almeno finché non si troveranno soluzioni ancora più intriganti. Dicevamo che gli sviluppatori hanno fatto tesoro di quanto visto in questi anni di giochi action e hanno provato a riproporre questa visione anche nel loro gioco. Il risultato sono dei combattimenti in terza persona piuttosto classici, che richiederanno talvolta la pressione del tasto C per far avviare una micro-scena (l’attore tira una noce di cocco in testa al marrano) che faciliterà lo scontro, che quindi ripartirà normalmente. In alcuni momenti di gioco preciso sarete chiamati anche ad eseguire altre combinazione col pad sempre atte a superare la sfida.
I combattimenti veri e propri invece si effettuano per mezzo dei sensori del wiimote. I gesti riconosciuti sono tre, l’attacco orizzontale, quello verticale e l’affondo, che può essere effettuato a chiusura di combo (sostituti dai tasti nella versione ps2). Gli attacchi vengono riconosciuti piuttosto bene, ogni tanto si perde qualcosa, ma non è facile riuscire in mezzo alla furia combattiva riuscire ad eseguire un movimento preciso anche se semplice come una scossa verticale o orizzontale. Quando si è circondati dai nemici di solito va a finire che si comincia a smanacciare come dei pazzi. Mantenendo la calma invece si riesce a fare quasi sempre quello che si vuole. Il sistema di combattimento inoltre tiene conto del numero di combo che si riesce a concatenare (alla fine se ne sbloccheranno di 4 tipi) senza venire colpiti e senza tempi morti. Le combo serviranno tra l’altro per soddisfare i criteri di una delle missioni secondarie che accompagneranno sempre quella principale.
L’impostazione di gioco è quella classica dei giochi a inquadratura fissa. La camera è ferma in un punto e cambierà l’angolo di ripresa mano a mano che il giocatore si sposta per il livello, nascondendo talvolta nemici e parti o oggetti più o meno fondamentali durante gli scontri. L'interazione nel mondo è piuttosto limitata, e personaggi non hanno un gran set di mosse, possono spostarsi per il livello e usare la spada (o altre armi per colpire i nemici). Non si salta, e tutte le azioni extra si effettueranno tramite la pressione del tasto C in zone sensibili al contesto. Esempio: c’è un corda, premendo C il personaggio la afferra e la usa per arrivare dall’altro lato.

Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo - Recensione
Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo - Recensione

Sono o no il comandante di questa lurida nave?

Il gioco è diviso in livelli che descrivono momenti precisi dei due film. Ogni livello porta avanti una storia, ma nel frattempo potrete anche preoccuparvi di completare le sotto quest, che possono andare dall’aiutare qualche sgherro o donzella, alla raccolta di alcuni bonus celati nelle casse da spaccare e alla vincita dei sottogiochi inseriti a contorno del tutto: dadi e texas hold’em up (che oramai mettono dappertutto, sembra che anche il Mulino Bianco si stia muovendo in questa direzione per le raccolte nelle sue merendine). Di base ci sono sempre degli obiettivi comuni, ma quasi ogni livello ne propone di propri. Il raggiungimento di queste missioni favorirà la vostra fama, e vi garantirà l’accesso ad alcuni bonus sbloccabili che comunque possono essere vinti anche in una modalità secondaria del gioco, di cui parleremo dopo.
Anche l'avventura in generale, che alla fine richiese sempre e comunque di andare dal punto A al punto B cerca di rinnovarsi nel tempo presentando alcune variazioni, che in verità non riescono nel loro intento. Ogni tanto partiranno anche dei veri e proprio eventi quicktime che il gioco chiama “Jackanismi”, sia in esplorazione che in combattimento, alcuni dovranno essere portati necessariamente a termine e saranno ripetuti fino alla vittoria, mentre altri potranno essere tentati una sola volta nella partita, e se conclusi correttamente sbloccheranno alcuni bonus. I movimenti richiesti sono oltre alla pressione dei tasti A e B il movimento verticale e orizzontale dei wiimote. Uno dei problemi relativi alla versione Wii (che per il resto è identica a quella per PS2) è che i movimenti richiesti sono piuttosto intensi, non necessariamente ampi, ma decisi. Quindi durante i combattimenti è facile stancare sia il polso che tutto il braccio, anche perché sono piuttosto ricorrenti, intervallati solo da qualche minuto di pausa dedicato all’esplorazione. Francamente comunque, ci sembra che la regolazione del sensore poteva essere operata con più cura.
Più in generale, invece, gli altri problemi del gioco sono una banalità cronica e il suo breve tempo di sviluppo. Si nota in più di una occasione che al gioco mancano le rifiniture. Le sequenze di gioco sono troncate inaspettatamente, ad esempio i combattimenti o le fasi quicktime event fallite si interrompono per ripartire senza alcun messaggio o feedback. Nella prima occasione ci sembrava di essere incappati anche in un qualche tipo di bug.
Alcune cutscene stesse, soffrono a volte di una arretratezza francamente imbarazzante, alcune sembrano uscire da un gioco per N64 ad alta risoluzione. Per il resto in questo senso, siamo nelle produzioni medie dei tie-in e dei giochi in generale, per GC e PS2. Ogni tanto sorprendono alcune texture, ed è sicuramente buono l’uso della palette di colori. La cosa che delude di più invece, parlando sempre dell’aspetto tecnico, è la realizzazione dell’acqua veramente approssimativa, in un gioco dove l’acqua è in scena così tante volte poi, la delusione è doppia…ma si sa, il tempo è tiranno. A chiudere il quadro deludente c'è il formato dello schermo, un antiquato 4/3. Oltre alla campagna principale c’è la sezione chiamata “sfida” che può essere giocata anche in multiplayer, e dove dovrete portare a termine tre missioni in ogni livello di gioco. Rispettivamente sono l’uccisione di un certo numero di nemici, il raggiungimento di una combo elevata, o la raccolta di un certo gruzzolo da guadagnare uccidendo i nemici. Avete trovato il filo che li lega? Si tratta sempre di uccidere i nemici.

Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo - Recensione
Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo - Recensione
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Versione 360/PS3

La recensione che state leggendo si riferisce alla versione Wii/PS2, diversa da quella per 360/PS3, ma se il sistema di gioco è differente, quello che non cambia è la qualità generale del titolo, che si attesta sugli stessi livelli mediocri. Se graficamente le versioni per la nuova generazione non sono affatto male, non si può dire altrettanto del resto. Nei combattimenti spariscono le combo che lasciano il posto ad un sistema di attacco più articolato, ma comunque ripetitivo e veramente elementare. Le sezioni platform ampliate non permettono di ricavarne vantaggi pratici nelle soluzioni di level design, e neanche i puzzle sono migliori di quelli visti su Wii/Ps2. E’ come una torta preparata con ingredienti diversi, che all’occhio sembra più appagante della precedente, ma che in realtà ha lo stesso sapore amaro. Giù dal trampolino anche queste versioni, sarà per la prossima volta.

Commento

Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo, sicuramente farà la felicità dei più giovani ammiratori di Jack Sparrow o di quanti sono talmente affascinati dal persoanggio da riuscire a passare sopra ad una realizzazione frettoloso e alla mancanza di idee. Il combat system funziona per la maggiore, le missioni sembrano varie nel background e negli obiettivi, ma si risolvono tutte alla stessa maniera. Va detto a suo vantaggio che alcuni combattimenti o punti di gioco sono piuttosto cinematografici e riescono a catturare la spirito originale del film. L’avventura può essere portata a termine in circa 5 ore, ma si può tornare a giocare per sbloccare tutti i personaggi segreti o i bonus, sia rigiocando le missioni per completare gli obiettivi, sia portando avanti le sfide singole (da sbloccare anche queste, avanzando nel gioco). Tecnicamente si arriva con alti e bassi (tanti) alla sufficienza, poco, soprattutto su Wii, che per ora sembra destinato a ospitare conversioni di una console di 7 anni fa.

Pro

  • Due film in un gioco
  • Tanti personaggi sbloccabili e giocabili
Contro
  • Mancano le idee e gli stimoli
  • L'avventura dura circa 5 ore
  • Realizzazione frettolosa

Dopo il successo mondiale del terzo film, uscito di recente e che racconta ancora una volta le gesta dell’improponibile pirata Jack Sparrow, portato in vita dalla eccentrica recitazione di Johnny Depp, e dei suoi compagni di disavventura, arriva anche il nuovo gioco su licenza. Nonostante il titolo si rifaccia al terzo lungometraggio, nel gioco si narrano anche le vicende del secondo episodio (La maledizione del forziere fantasma).
Potrete vestire sia i panni dell’effeminato Jack, che del resto della ciurma, come Will Turner, Elizabeth Swan e Barbossa. Le riproduzioni digitali sono tutte piuttosto somiglianti, e una particolare attenzione è stata posta verso le buffe movenze di Jack Sparrow. La copia meno riuscita probabilmente è quella di Keira Knightley, forse un complimento celato, come se neanche un personaggio modellato a piacere possa essere in grado di rivaleggiare con la bellezza autentica dell’attrice.