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Promise Mascot Agency, la recensione di un videogioco dove anche la yakuza ha la sua mascotte

Guidando su e giù per le vie di Kaso-Machi, uno yakuza cerca di mettere insieme 12 miliardi di yen per ripagare il suo debito criminale gestendo un'agenzia di mascotte kawaii. Serve sapere altro?

RECENSIONE di Fabio Di Felice   —   07/04/2025
Michi, Pinky e tutti gli altri folli personaggi di Promise Mascot Agency

In Giappone le mascotte sono un affare serissimo e ce n'è una per ogni cosa. Esiste perfino un termine che le identifica: yuru-kyara, ovvero dei personaggi buffi, solitamente caratterizzati da un'estetica kawaii (carina), che diventano il volto di aziende, attività commerciali, forze dell'ordine (come Pipo-Kun, la mascotte delle forze dell'ordine di Tokyo), o persino di intere regioni geografiche. Tutti conoscono Kumamon, l'orso nero che rappresenta la prefettura di Kumamoto. Si tratta di un business molto lucrativo, che nel caso del caro Kumamon ha generato nel 2020 più di 1 miliardo e mezzo di dollari di guadagni, senza contare i benefici incalcolabili che ha fruttato al turismo nella prefettura di Kumamoto. Con queste premesse non ci sembra più così strano che un membro della yakuza caduto in disgrazia - e con un notevole debito sul groppone - decida di gestire il business delle mascotte.

È ciò che succede all'inizio di Promise Mascot Agency: il nostro protagonista, Michi - che tutti chiamano the janitor, l'addetto alle pulizie - è un tostissimo yakuza ormai esiliato dalla sua famiglia. Il guaio è che deve risarcire circa 12 miliardi di yen (più o meno 80 milioni di euro), che ha perduto dopo essere caduto vittima di un'imboscata. Ora l'intera famiglia Shimazu è spacciata. Ma Michi è un tipo che sa assumersi le sue responsabilità, e così si reca a Kaso-Machi, misteriosa cittadina costruita attorno a un lago, dove si trova la Promise Mascot Agency: una scalcagnata agenzia pubblicitaria gestita da Pinky. La cosa assurda è che Pinky è una mascotte animata: un enorme mignolo antropomorfo con un caratterino niente male.

Kaso-Machi è una piccola cittadina giapponese con un grande lago, un luogo suggestivo da visitare a bordo del nostro pick up
Kaso-Machi è una piccola cittadina giapponese con un grande lago, un luogo suggestivo da visitare a bordo del nostro pick up

Queste sono le premesse del nuovo titolo di Kaizen Game Works, sviluppatore inglese - già autore del fantastico Paradise Killer - con una forte partecipazione di artisti giapponesi. In particolare, questo nuovo videogioco, è realizzato con la collaborazione di Ikumi Nakamura, ex Capcom, PlatinumGames e Tango Gameworks, che in molti conoscono per essere stata il volto e la creative director di Ghostwire: Tokyo prima di lasciare lo studio a metà dello sviluppo.

Il duro lavoro della mascotte

Nonostante l'idea sia folle in partenza, è difficile essere preparati a cosa si trova in Promise Mascot Agency. Si finisce per non credere ai propri occhi. Kaizen Game Works ha messo su un cast di personaggi uno più strambo dell'altro, con l'apice che si tocca - ovviamente - con il design di alcune delle mascotte: gattoni iperattivi fissati con gli adult video, enormi pezzi di tofu che non riescono a trattenere le lacrime, mini divinità shintoiste e kakigōri (la granita giapponese) vampiriche che grondano sangue alla fragola. A bordo del nostro pick up sgangherato dovremo cercare di trovarne il più possibile, discutere con loro l'ingaggio, decidere bonus e ferie. Non si può scendere dal veicolo, ed esplorando Kaso-Machi troveremo nuovi incredibili personaggi da inviare poi a presenziare agli eventi promozionali: inaugurazioni di locali, o lanci di nuovi prodotti. Ogni lavoro ha una certa tipologia di mascotte più adatta delle altre.

Per la prima parte dell'avventura, Promise Mascot Agency sembra solo questo: un videogioco in cui si guida - divertendosi a testare i limiti di questo modello super arcade e sbarellato - alla ricerca di strani personaggi da inviare a destra e a manca per poi incassare il tanto sospirato denaro. Poco, pochissimo; le paghe sono così misere che il debito da ripagare sembra non avere mai fine.

Kemuri è il nuovo progetto dello studio di Ikumi Nakamura presentato ai The Game Awards 2023 Kemuri è il nuovo progetto dello studio di Ikumi Nakamura presentato ai The Game Awards 2023

Ben presto, però, viene a galla una verità: ovvero che Promise Mascot Agency nasconde una miriade di sistemi con sempre maggiori possibilità di fare soldi. Per esempio, quando invierete la mascotte a un evento, potrà succedere che incorra in un imprevisto (e anche qui, la fantasia si spreca): potrà essere attaccata da uno stormo di api infuriate, oppure la sua stazza potrà risultare così ingombrante da non riuscire a passare dalla porta del camerino. Verrà importunata da content creator troppo invadenti, o cadrà per sbaglio spaccando gli oggetti di scena e rovinando l'evento.

In questo caso, il nostro To-Fu deve vedersela con un problema di 'stazza': non riesce a passare da quella porta!
In questo caso, il nostro To-Fu deve vedersela con un problema di "stazza": non riesce a passare da quella porta!

In questi momenti è possibile correre in aiuto della mascotte, sfruttando un'altra deriva del videogioco: un rudimentale gioco di carte con regole molto semplici. Più si va avanti, più i lavori diventano remunerativi, più saranno complessi gli imprevisti, diventa quindi fondamentale potenziare il mazzo di carte per la riuscita dei lavori. Superare brillantemente un imprevisto vi consente di avere un bonus in denaro sonante e in fan.

A spasso per Kaso-Machi

Quello di inviare mascotte a presenziare agli eventi diventa in fretta solo uno degli incarichi a nostra disposizione. I soldi non sono mai abbastanza, e il videogioco propone altre possibilità di business per sfruttare l'aspetto kawaii dei nostri dipendenti. Per esempio è possibile comprare delle attività commerciali in città e inviare delle mascotte a gestirle. Questi negozi assicurano una rendita quotidiana, e spesso con margini di guadagno superiori ai lavori occasionali. Oppure si può puntare sul merchandising legato alle nostre mascotte: pupazzi, magliette, tazze e altra oggettistica che è possibile distribuire nelle diverse zone di Kaso-Machi. Serve sempre un certo occhio imprenditoriale per capire quali personaggi vanno più forti in determinate zone della città.

Le carte eroe sono fondamentali per togliere dai guai le nostre mascotte
Le carte eroe sono fondamentali per togliere dai guai le nostre mascotte

La parte gestionale (che resta sempre molto semplice) è solo metà dell'anima di Promise Mascot Agency: esplorare l'isola con il proprio pick up è altrettanto fondamentale. Un po' perché permette di reclutare nuove mascotte e nuovi dipendenti, e un po' perché ti mette in contatto con gli altri abitanti di Kaso-Machi per svolgere quest secondarie e migliorare le carte da sfruttare poi durante gli eventi. Per esempio potrete aiutare il capostazione a ritrovare i suoi gattini, oppure supportare il kappa (uno yokai in parte tartaruga in parte rana) che gestisce la sala giochi per arricchire i cabinati di cui dispone. Ce ne sono molti, e vi coinvolgeranno in numerose attività che riempiranno la mappa di piccoli eventi, di oggetti da recuperare e di questioni da risolvere.

Tutti i soldi guadagnati possono essere investiti per migliorare la città oppure l'agenzia. A patto che, ogni tanto, ne mandiate un po' alla famiglia Shimazu. La Promise Mascot Agency è in effetti un luogo fatiscente. Quando la vedete la prima volta sembra cadere a pezzi: la connessione internet è affidata a un vecchio e rumoroso modem 56k, l'acqua non è potabile, la corrente elettrica va e viene. Per non parlare del reparto marketing: non c'è uno straccio di manifesto in città che promuova i servizi dell'agenzia. Tra l'altro, anche Kaso-Machi se la passa maluccio: la stazione è chiusa, la scuola non ha fondi, le strade sono buie e la discarica è un cumulo di immondizia che non viene smaltita.

Se vedete un torii, fermatevi: potreste ottenere dei bonus per i prossimi lavori
Se vedete un torii, fermatevi: potreste ottenere dei bonus per i prossimi lavori

Riuscire a bilanciare bene gli investimenti e la restituzione del debito ci permette di fare interventi di manutenzione, di migliorare la nostra visibilità, di diventare in breve dei filantropi che hanno a cuore non solo il denaro, ma anche il posto in cui vivono. Ben inteso che la cura maggiore per l'immagine dell'agenzia e della città ci permetterà di guadagnare più fan tra i cittadini, e di accedere a lavori sempre più importanti e remunerativi. Alla fine, comunque, gira tutto attorno ai soldi.

Un umorismo irresistibile

Promise Mascot Agency è una stramba creatura. Scorrazzando avanti e indietro per Kaso-Machi, lanciandosi da scogliere a strapiombo senza conseguenze per risparmiare qualche chilometro di strada, ci si rende conto che tutta l'avventura è alla totale mercé del videogiocatore, che può decidere in libertà a quale delle tante attività dedicarsi, senza una penalità vera e propria legata al tempo o ai costi. Una volta che si entra nell'ottica del business, è facile guadagnare abbastanza per andare sempre in attivo, trovare fondi da investire in attività che si alimentano da sole, e poi decidere a cuor leggero come spendere i soldi che si accumulano. Il tutto in una cornice molto divertente, dove in maniera rilassata si passa il tempo a conversare con Pinky a proposito della storia della città, o ad aiutare la maestra della scuola, oppure a lavorare sodo per permettersi di finanziare la riapertura della piazza cittadina.

È possibile cambiare il colore dello smalto di Pinky trovando nuove decorazioni in giro per la città
È possibile cambiare il colore dello smalto di Pinky trovando nuove decorazioni in giro per la città

Non tutto funziona a dovere: come potreste intuire dal paragrafo precedente, il livello di sfida tende ad appiattirsi in fretta, tanto che dopo qualche ora (ne servono circa 15 per portare a termine la storia principale) non si sente più alcuna urgenza nel restituire il debito o nel gestire il lavoro delle nostre mascotte. L'attività principale, ovvero quella degli eventi a cui far presenziare i nostri adorabili dipendenti, diventa una perdita di tempo in virtù di tutta una serie di alternative passive che non richiedono l'intervento da parte del giocatore. Queste attività assicurano una rendita perenne, in molti casi infinitamente maggiore. E poi, alla lunga, i contrattempi tendono a ripetersi, con il gioco di carte che è davvero troppo facile e privo di ogni incentivo ludico.

Le novità di Yakuza 0: Director's Cut per Nintendo Switch 2 rivelate dal producer Le novità di Yakuza 0: Director's Cut per Nintendo Switch 2 rivelate dal producer

C'è da dire che l'umorismo pungente che costella tutta l'avventura di Michi e Pinky è talmente sopra le righe, con le sue esagerazioni, che gli si perdona molto. Quella grana grossa che ci ha ricordato No More Heroes e Deadly Premonition, nelle sue ambientazioni scalcagnate e volutamente kitsch, rende Promise Mascot Agency un videogioco spensierato. Un'avventura imperfetta, a volte troppo verbosa e non troppo a fuoco, che però mette sempre al centro il divertimento di chi gioca.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, Epic Games Store, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Multiplayer.it
7.5
Lettori
ND
Il tuo voto

Promise Mascot Agency ha una doppia anima: in parte è un videogioco in cui si guida in lungo e in largo, scoprendo un'isola piena di personaggi folli da aiutare; in parte invece è un videogioco manageriale, nel quale si gestisce un'agenzia di mascotte. Dentro ha tante idee, non sempre ben riuscite, e un gusto per l'eccesso tipicamente orientale e sorprendente per un'azienda che invece ha base in UK. Pur con tutti i suoi macro difetti, quel suo umorismo demenziale e di cattivo gusto ci ha ricordato la ruvidezza di videogiochi che abbiamo amato come No More Heroes e Deadly Premonition, e ci ha divertiti in maniera totalmente spensierata.

PRO

  • Umorismo totalmente fuori di testa
  • Veder progredire la città è davvero soddisfacente
  • Guidare raccogliendo risorse e distruggendo tutto è troppo divertente

CONTRO

  • Alla lunga gli eventi delle mascotte perdono importanza
  • Si fa presto a diventare così ricchi da non avere più sfida
  • Alcune parentesi narrative diventano eccessivamente verbose