A dispetto della loro follia intrinseca, sembra che i Rabbids di Ubisoft si trovino particolarmente a proprio agio con i giochi strategici, come abbiamo visto con il successo della formula inaspettata in Mario + Rabbids e come possiamo vedere anche in questa recensione di Rabbids Multiverse. Un gioco che può sembrare una sorta di picchiaduro a scorrimento ma è, in realtà, uno strategico deck builder incentrato sui conigli selvaggi della casa francese. A quasi 20 anni dal loro debutto, i Rabbids sono ormai delle celebrità in ambito videoludico, definitivamente affrancati dall'ombra di Rayman e, paradossalmente, ancora sulla cresta dell'onda nonostante la lontananza persistente della loro serie di origine dalle scene, sebbene spesso usati per produzioni di scala ridotta.
Questo è il caso di Rabbids Multiverse, gioco mobile che assume un indubbio spessore per il suo essere introdotto al lancio nel catalogo di Apple Arcade, cosa che garantisce una certa visibilità ad un titolo che non risulta propriamente perfetto.
La premessa è ovviamente priva di senso: una sorta di scienziato pazzo ha inventato sia una macchina fotografica in grado di clonare personaggi che una sorta di "lavatrice del tempo", e ha pensato bene di usare entrambe per lanciare un povero rabbid innocente in giro per cinque dimensioni spazio-temporali a combattere delle misteriose invasioni di conigli alquanto aggressivi, sfruttando proprio i poteri della fotocamera per costruire un esercito di fedeli combattenti. In questo modo viene giustificata una struttura da strategico in stile dock builder nel quale possiamo trovare nuove carte/foto corrispondenti a vari personaggi da schierare in battaglia.
Carte e battaglie costanti
A prescindere dalle diverse ambientazioni che ci troviamo ad esplorare, attraversando i vari mondi da sbloccare, il gameplay rimane rigidamente legato sempre alla stessa meccanica a scorrimento.
Il protagonista prende parte a "quest" progressive nelle quali deve essenzialmente avanzare dal lato sinistro dello schermo fino allo scontro con i boss della sezione, affrontando diversi nemici che giungono dal lato destro. Il giovane Rabbid al centro della storia non è un combattente e non può difendersi direttamente dagli attacchi, dunque l'obiettivo è cercare di eliminare i nemici prima che giungano ad essere troppo vicini e possano attaccarlo, ed è qui che entrano in scena le carte. Ognuna di queste rappresenta unità con diverse caratteristiche, che vanno dal classico tank per l'attacco frontale a quelli specializzati sulla distanza come arcieri e maghi, nello stile tipico degli RPG tattici.
In base alle abilità e alle caratteristiche, dobbiamo disporre le unità sul campo di battaglia in modo da sfruttarne al massimo le capacità di attacco e coprirne le eventuali falle difensive. In sostanza, si tratta di mettere i combattenti più fisicamente forti davanti a quelli più deboli, e questa è praticamente l'unica azione strategica richiesta in partita, dopo una prima selezione delle carte da inserire nel mazzo. Ogni quest ci propone varie mani da 5 carte scelte dal mazzo di partenza e, nonostante vi sia una buona quantità di classi diverse da personalizzare ulteriormente, le variazioni principali tendono ad appiattarsi tra attaccanti a corto o lungo raggio, in un sistema automatico che non favorisce il coinvolgimento. Altro problema riguarda poi il ritmo del gioco, che appare sempre eccessivamente lento, tanto da far desiderare un'opzione per velocizzare le battaglie che, tuttavia, non è stata inserita. L'abbozzo di multiplayer, che ci pone contro un avversario umano, non è che una ripetizione basilare del gioco standard, che risulta ancora meno stimolante.
Un esercito di carte
L'elemento più strategico è probabilmente fornito dalla gestione delle carte più che dal loro effettivo utilizzo in battaglia, considerando che alla fine sono poche le regole da seguire.
Durante il combattimento, c'è da dosare l'uso di energia perché le carte ne richiedono diverse quantità per essere schierate sul campo, ma a parte questo e l'attenzione al posizionamento non ci sono molti altri elementi da tenere sotto controllo, visto che gli attacchi avvengono in automatico, lasciando al giocatore la possibilità di innescare alcune abilità speciali una volta caricata l'apposita barra. Qualcosa di più profondo è invece richiesto nella selezione e gestione delle carte del mazzo, con i combattimenti che possono essere potenziati investendo varie risorse da raccogliere durante le quest, aprendo anche la porta a un po' di grinding necessario per poter arrivare preparati ai livelli più avanzati. Anche in questo caso è una strategia di grana grossa, che si incentra sostanzialmente su un'evoluzione lineare dei punteggi, ma porta comunque a fare delle scelte sulle unità su cui investire in modo da costruire un mazzo quanto più forte e bilanciato possibile.
Strani mondi
Dal punto di vista estetico, Rabbids Multiverse riprende in pieno il classico stile della serie Ubisoft, sia per quanto riguarda la rappresentazione dei personaggi che degli scenari. Il gioco ci porta a esplorare cinque diversi mondi dotati di scenografie totalmente differenti, andando dal classico fantasy fiabesco al mondo dei pirati, dall'ambientazione western alla città del futuro, per esempio.
La realizzazione tecnica è buona e funzionale alla meccanica del gioco, con i livelli che sostanzialmente scorrono sullo sfondo senza poter essere esplorati attivamente e un'attenzione particolare riservata soprattutto ai personaggi, su cui si concentra l'attenzione per la maggior parte del tempo. Su questo fronte, è da notare la possibilità di personalizzare l'aspetto di ogni combattente attraverso armi, armature e accessori tutti rigorosamente folli, cosa che riesce a dare un tocco di originalità al tutto. Il fatto che il gioco sia distribuito all'interno di Apple Arcade evita peraltro le possibili derive sulle micro-transazioni che, data l'impostazione, avrebbero probabilmente preso il sopravvento con un'impostazione free-to-play.
Conclusioni
L'idea alla base di Rabbids Multiverse è interessante e il carisma dei conigli nevrotici di Ubisoft è rimasto invariato, riuscendo a dare una certa identità al gioco, ma il gameplay risulta un po' incerto ed estremamente monotono. L'azione è totalmente automatizzata e piuttosto lenta, cosa che influisce negativamente sul ritmo generale e acuisce la sensazione di monotonia che sopraggiunge dopo qualche ora, anche perché gli elementi strategici sono ridotti all'osso. Le classi si riducono sostanzialmente a combattenti a corto raggio o a distanza, portando a scelte ovvie sul posizionamento in campo, di fatto l'unica azione richiesta al giocatore durante le quest. Qualcosa di più profondo si ritrova nella gestione ed evoluzione del mazzo, così come nella personalizzazione dei conigli, ma è un po' poco per far emergere Rabbids Multiverse in un ambito che conta già diversi altri esponenti validi.
PRO
- Caratterizzazione simpatica e originale
- Gestione e personalizzazione del mazzo con alcuni elementi di interesse
CONTRO
- Decisamente ripetitivo
- Scarsa profondità dal punto di vista strategico
- Ritmo troppo lento