"Perché sei così serio?", si saranno chiesti in casa Ubisoft dopo aver osservato per l'ennesima volta il franchise di Rainbow Six, basato sull'omonimo romanzo di Tom Clancy che racconta le gesta di una squadra antiterrorismo d'eccellenza, pronta a lanciarsi nell'azione in qualsiasi momento e in qualsiasi scenario per risolvere situazioni che altri non potrebbero affrontare.
E così, quando si è presentata l'occasione di portare avanti l'importante collaborazione con Netflix, la casa francese ha pensato bene di acquisire un progetto già avviato (lo sparatutto Tiny, sviluppato da Kapiscus) e trasformarlo in una sorta di spin-off fumettoso e divertente di Rainbow Six, dotato di un'ambientazione inedita e alternativa.
Una mossa azzeccata? Ve lo riveliamo nella recensione di Rainbow Six: SMOL.
Gameplay: piccolo ma accattivante
Come suggerisce il nome, Rainbow Six: SMOL adatta la formula della serie Ubisoft a un contesto più piccolo; e non solo per via delle buffe proporzioni dei suoi personaggi, che sono in pratica degli sticker bidimensionali che si muovono per lo scenario: il gameplay diventa quello di un twin stick shooter "assistito" e le missioni sono sempre piuttosto brevi, con timidi accenni a un approccio stealth.
Al comando di un singolo agente (che però perderemo qualora dovesse finire ammazzato, in una sorta di interpretazione roguelike pur molto permissiva), agendo in solitaria oppure accompagnati da altri Operatori che avremo modo di sbloccare durante la campagna, dovremo portare a termine incarichi procedurali che prevedono il salvataggio di ostaggi, la neutralizzazione di una bomba, la difesa di un dispositivo, l'eliminazione di un bersaglio oppure lo scontro con un boss.
A supportare questo impianto troviamo un sistema di controllo touch di eccellente fattura, che in particolare su iPhone sfrutta le vibrazioni del feedback aptico al fine di valorizzare ogni situazione e consentirci di leggere in maniera più immediata ciò che accade sullo schermo. Parlavamo di twin stick shooter assistito non a caso, visto che il sistema aggancia in automatico il bersaglio più vicino chiedendoci unicamente di aprire il fuoco.
La varietà delle situazioni non è magari il punto di forza di Rainbow Six: SMOL, ma il sistema di progressione e tutto ciò che gli ruota attorno forniscono rapidamente spunti interessanti per mantenere vivo l'interesse, aumentando peraltro la sfida di missione in missione per via del fatto di dover arrivare al termine di una sequenza di incarichi contando sulla stessa barra della salute, che si ripristina solo in maniera limitata di livello in livello.
Struttura: roguelike ma non troppo
Abbiamo accennato agli elementi roguelike del titolo Ubisoft, che si esprimono non solo nella morte permanente del personaggio (sebbene poi il suo sostituto cresca in fretta per recuperare quanto perduto fino a quel punto), ma anche nei percorsi opzionali che è possibile scegliere durante ogni spedizione, andando a selezionare la tipologia di missione che preferiamo affrontare.
Di ritorno da ogni uscita, potremo spendere i punti guadagnati per sbloccare potenziamenti, skin alternative, nuovi equipaggiamenti e contenuti extra legati a ciò che avremo ottenuto sul campo, in primis nuove classi per gli Operatori e nuove abilità sia passive che attive da sfruttare mentre affrontiamo i numerosi nemici che presidiano ogni avamposto.
Realizzazione tecnica: stiloso a dir poco
La "scintilla" per Rainbow Six: SMOL scocca in primo luogo per la sua stilosissima realizzazione tecnica, che unisce il peculiare design dei personaggi e delle ambientazioni procedurali, tendenzialmente voxel, a effetti visivi estremamente spettacolari e dinamici, che avvolgono letteralmente il giocatore durante le varie fasi della partita.
Il gioco si rivela insomma una vera e propria festa per gli occhi, e sebbene il comparto sonoro non riesca a spiccare in egual misura possiamo senz'altro parlare di suoni perfettamente funzionali all'azione, che si intrecciano molto bene con ciò che accade sullo schermo e con gli stimoli aptici a cui abbiamo accennato in precedenza.
Conclusioni
Rainbow Six: SMOL è una piccola, grande sorpresa: uno sparatutto immediato e divertente, bellissimo da vedere in movimento per via dei tanti effetti grafici applicati all'interfaccia, perfetto da tirare fuori per una sessione breve ed estemporanea. Le missioni non presentano una grande varietà e ciò rappresenta probabilmente il limite più grosso di questa produzione, ma i meccanismi della progressione, i comandi touch perfetti, l'hub che cresce man mano che progrediamo e i tanti contenuti rendono il titolo Ubisoft un download obbligato se siete abbonati a Netflix.
PRO
- Stilosissimo, uno spettacolo per gli occhi
- Immediato e divertente, controlli perfetti
- Campagna corposa e tanto da sbloccare
CONTRO
- Poche tipologie di missioni
- Elementi stealth poco approfonditi
- Sonoro soltanto funzionale