Cosa potreste mai fare per amore? Sareste in grado di smuovere mari e monti? Trascendere le dimensioni? Dite di sì? Ma sareste anche in grado di cambiare? Questo è ciò che ci chiede, in buona sostanza, Sorry We're Closed, un nuovo gioco horror di sopravvivenza da poco pubblicato su PC da Akapura Games e sviluppato da A la Mode Games.
Si tratta di un avventura ispirata a giochi horror che hanno caratterizzato PS1 e PS2, ancora più precisamente saghe storiche come Silent Hill e Resident Evil, con vari tocchi per modernizzare la formula. Scopriamone i dettagli nella nostra recensione di Sorry We're Closed.
La trama di Sorry We’re Closed
Noi siamo Michelle, una giovane donna che vive in quella che senza ombra di dubbio è la peggior strada di Londra. Perché? È popolata da angeli e demoni, che si mescolano agli umani e che hanno concetti di male e bene piuttosto vaghi. Soprattutto, però, uno dei nostri vicini ci ha maledetti e siamo finiti sotto gli occhi della Duchessa, un arcidemone alto, seducente ma anche mortale.
La Duchessa vuole solo una cosa: che qualcuno la ami e riempia quel vuoto che, dopo la caduta dal Paradiso, non è più stato colmato. Chiunque non riesca ad amarla, però, muore. Non è un compito facile per Michelle che tre anni dopo la rottura con la sua ex ancora non riesce ad andare avanti. Starà a noi decidere come affrontare la situazione, provando a comprendere veramente chi è la Duchessa, con chi allearci per fermarla e sopravvivere per più di qualche giorno.
La storia ci guida in un sali e scendi di emozioni che coinvolgeranno anche tanti altri personaggi, umani o meno, tutti alle prese in un modo o nell'altro con l'amore. Il piccolo, ma denso cast di Sorry We're Closed rimane rapidamente impresso, con figure esagerate, estremamente punk e assolutamente queer in modo piacevolmente sfacciato, cosa che farà sicuramente scappare alcuni giocatori, che però non sono il pubblico di riferimento dell'opera.
Sia chiaro, Sorry We're Closed non gioca a spuntare immaginarie caselle per dare un po' di spazio a ogni categoria di genere o sessualità, fa solo quello che ha voglia di fare, trattando i propri personaggi come esseri umani: nessuno deve spiegare la propria identità, semplicemente sono se stessi e accettati ed è forse tra tutte le cose la parte più fantasy del gioco.
Sorry We're Closed riesce a raccontare comunque una storia universale, al di là dell'essere queer o meno, parlando dell'amore, del dolore che esso comporta, così come della sua potenza che permette anche a chi sembra perduto di trovare una strada e avere una seconda possibilità oppure di rimanere intrappolato per sempre in una spirale senza fine. Riesce tra l'altro a non rendere nessuna scelta veramente giusta, perché ogni finale sottintende che qualcuno ha perso qualcosa, felice o triste che sia. Come nella vita, però, tutto ciò che conta è essere stati onesti nelle scelte e trovare soddisfazione in esse.
La storia funziona dall'inizio alla fine, appassiona e invoglia continuamente a sfruttare ogni momento dedicato agli eventi secondari per parlare con tutti coloro che sono a portata, per scoprire come va la loro vita e capire in che modo potremo aiutarli o mettergli i bastoni tra le ruote. Con i suoi vari finali, inoltre, invoglia sicuramente a rigiocare per scoprire come potrebbero andare le cose se facessimo altre scelte, il che ovviamente aiuta ad aumentare la longevità, che si assesta sulle 7 ore circa. Se vi piace poi la caccia al punteggio, ogni sezione vi dà un voto finale che potete provare a migliorare rigiocando.
Il gameplay di Sorry We’re Closed
Parliamo però di come funziona il gameplay, visto che Sorry We're Closed non è un gioco puramente narrativo. La struttura è in realtà abbastanza rigida. La storia è suddivisa in tre giornate che vengono divise in una fase in una zona sicura, come la strada dove vive Michelle, e l'esplorazione del dungeon del momento.
Nelle zone tranquille possiamo, come detto, far proseguire le missioni secondarie e prendere qualche decisione. Il vero gioco però avviene nei dungeon, lunghe sequenze horror nelle quali Michelle deve esplorare luoghi infestati da demoni minori low poly, ma macrabri il giusto. Per sopravvivere avremo dalla nostra tre oggetti: un'ascia, una pistola e un fucile a pompa.
L'esplorazione avviene con visuale fissa, come nei vecchi Silent Hill e Resident Evil, ma quando dobbiamo combattere premiamo il tasto per mirare e la visuale passa in prima persona. Potremo quindi prendere a colpi di ascia gli avversari, oppure sparargli. In realtà, però, Sorry We're Closed ci dona una capacità aggiuntiva: il Terzo Occhio.
Michelle è in grado, con la pressione di un tasto, di aprire il terzo occhio e vedere un'altra versione della realtà che la circonda. Questo è utile nelle fasi narrative (ad esempio per vedere i demoni amichevoli), ma anche in fase di combattimento in quando espone i cuori dei demoni se sono abbastanza vicini. Con il Terzo Occhio attivo è possibile danneggiare solo il cuore dei nemici, ma col vantaggio di fare molti danni e di stordire i nemici per un istante.
Sorry We're Closed invoglia a usare questa meccanica per non sprecare troppi proiettili, che come in ogni survival sono limitati, e per sopravvivere a sequenze specifiche in cui il Terzo occhio è d'obbligo. I combattimenti, anche contro i boss, sono più che piacevoli grazie soprattutto a questa meccanica, anche se ammettiamo che in una manciata di frangenti - tra muoversi con visuale fissa in terza persona e poi passare in prima per mirare e attivare il Terzo Occhio - ci si ingarbuglia un po' con i comandi.
Per fortuna i punti di salvataggio sono frequenti e nei momenti più difficili il team ha ben pensato di inserire i salvataggi automatici per evitare di farci perdere tempo. Non è certamente un gioco facile, ma non abbiamo mai veramente faticato, morendo poche volte per dungeon. In ogni caso, se pensate che il vostro livello di abilità non sia sufficiente, non temiate: c'è una opzione per avere munizioni infinite e cure infinite, così da non rischiare di rimanere bloccati.
Nei dungeon sono presenti anche degli enigmi, come è tipico per il genere, e sono forse il lato più debole dell'esperienza. L'avanzamento nelle aree è alquanto lineare, gli enigmi si riducono a pochi oggetti da raccogliere con usi ovvi e anche le "stanze puzzle" non ci mettono veramente alla prova. Inoltre, sono presenti nemici (quasi) immortali che ci seguono all'infinito in piccole aree, che dovrebbero metterci fretta e tensione, ma in realtà non sono una grande minaccia prima ancora di scoprire come eliminarli in modo definitivo. Crediamo che Sorry We're Closed avrebbe potuto spingere un po' di più sulla difficoltà in alcune fasi e soprattutto rendere i dungeon un po' più complessi da navigare. Così come sono, sono più focalizzati sull'azione che sul survival. L'esperienza è piacevole in ogni caso, ma è bene sia chiaro cosa state per acquistare.
Conclusioni
Sorry We're Closed è un survival horror che poteva forse spingere un po' di più sul survival, ma che nel complesso riesce ad appassionarci dall'inizio alla fine. In una sporca strada londinese un gruppo di personaggi punk e queer lotta contro l'intero creato per l'unica cosa che conta: l'amore. La storia appassiona, il gameplay d'azione diverte e l'estetica e la musica chiudono il cerchio ammaliandoci. Lo consigliamo assolutamente.
PRO
- Ottima estetica
- Bellissimi personaggi e storia
- Fasi action un po' troppo dominati, ma divertenti
CONTRO
- Enigmi un po' troppo semplici
- Qualche pericolo extra non avrebbe guastato
- Dungeon leggermente troppo lineari