Un Civilization nello spazio siderale
L'idea alla base parte dall'impostazione tipica degli strategici a turni alla Civilization (il solo accostare questo monumento al videogioco al titolo che sto trattando mi nausea). Il gioco parte subito con un piede nella fossa e mostra fin dai primissimi frame della presentazione enormi lacune, legate soprattutto ad una forma che potremmo galantemente definire "retrò" per non dire decisamente out e superata. Il rendering degli oggetti lascia proprio a desiderare, e se non avessi il calendario proprio sotto gli occhi a ricordarmi che l'anno corrente è il 2003 crederei di trovarmi nel 1995. Il rischio di rasentare la più assoluta oscenità videoludica torna a galla appena ci è permesso un primissimo approccio con il gioco vero e proprio. La prima schermata è quella relativa alla scelta della razza di appartenenza e all'aspetto delle astronavi della flotta. In un potpourri di tragedie in materia di scarsa originalità e di totale assenza di raffinatezza nella creazione dell'interfaccia, notiamo subito, e con estrema facilità, che questo prodotto posa già i piedi sulla strada in discesa che lo porterà a perdersi nel fondo di qualche polveroso cassetto. La semplicità dell'insieme proposto è di una ingenuità disarmante e sembra provenire direttamente dagli spazi bui dei vecchi giochi per PC nati per girare sotto MS-DOS (e a dirvi questo non posso nascondere il brivido freddo che corre lungo la mia schiena). Fatta la conoscenza con le razze che popolano la galassia ci avviciniamo finalmente alle prime fasi di gioco vero. Il nostro pianeta natale presenta un paio di grosse città evidenziate su di esso da semplici iconcine colorate. Questo significa che dopotutto possiamo ritenerci fortunati, potendo partire da un pianeta mediamente evoluto. La barra "degli strumenti" posta sul lato alto della videata presenta una serie di buttons attraverso i quali è possibile accedere alle varie funzioni del gioco.
Esplora, ricerca e conquista
Il gioco in sé non presenta grosse novità (per non dire nessuna). Abbiamo una struttura fondata sull'ibridazione del gioco a turni con quello in tempo reale, per la quale il tempo scorre più o meno lentamente scandito dal passare dei mesi e degli anni. Ogni nostra azione sarà però preventivamente calcolata in termini di tempo di realizzazione dalle statistiche fornite dal gioco. Lo scopo del gioco è quello di piegare sotto il proprio dominio l'intera galassia. Partendo da un singolo pianeta con appena un'astronave scout da poter utilizzare per le prime esplorazioni ci verrà richiesto di procedere ad una vera e propria colonizzazione dei corpi celesti circostanti. Questo comporterà, come per tutti i giochi di questo genere, di dover ricercare luoghi ricchi di materie prime da poter sfruttare a proprio beneficio e l'incontro con altre civiltà più o meno amichevoli, con le quali condividere non solo qualche scambio commerciale, ma anche più complesse operazioni diplomatiche. Nella più classica delle tradizioni vi verrà chiesto di procedere alla ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie utili per continuare la vostra ascesa al potere. Il sistema di controllo di tutti questi parametri risulta però un po' troppo dispersivo e poco chiaro. Il nostro raggio d'azione è tuttavia molto ampio e comprende un'intera galassia generata casualmente dal computer. In questa troveremo numerosi sistemi solari con i relativi pianeti. La colonizzazione dei suddetti comporterà la nascita di una vera e propria rete di possedimenti che dovranno essere gestiti con cura e parsimonia. Un declino improvviso dell'economia potrebbe mettere in ginocchio anche il giocatore più attento da un momento all'altro. Una volta ingrossata la prima rete di pianeti tornerà molto utile pianificare i lavori assegnati alle varie unità, in modo da non perdere il controllo della situazione. Difatti la vastità della mappa risulterà tale da non poter controllare a colpo d'occhio tutti i pianeti acquisiti. Ogni unità prima di essere lanciata dovrà essere assemblata pezzo per pezzo. Per far ciò verrà richiesta una ricerca separata per ogni singolo componente. Il che per il sottoscritto rappresenta una delle poche peculiarità del titolo. Nonostante il gioco presenti una certa varietà nella composizione dei pianeti e delle razze da controllare raramente si presentano situazioni particolarmente eccitanti. Il tutto finisce per ridursi in una semplice ricerca di pianeti compatibili con le proprie esigenze e nel tentativo di difendersi dalle insidie nemiche. I combattimenti presentano problemi di controllo delle unità e scarso coinvolgimento. Si ha la sensazione che tutto avvenga troppo in fretta e che non si possano controllare gli esiti della battaglia. Inoltre la struttura dispersiva del gioco, dovuta all'eccessiva ampiezza della mappa e alle difficoltà di navigazione rapida della suddetta fanno si che durante un combattimento si perda con facilità il controllo di tutte le altre operazioni in atto. In questo senso un'impostazione totalmente a turni avrebbe facilitato il controllo pieno delle comuni operazioni.
Tirando le somme
Dal punto di vista della realizzazione tecnica, come già evidenziato in precedenza, non possiamo certamente citare alcun virtuosismo. Siamo invece costretti a constatare uno scarsissimo impegno nella ricerca di qualcosa che possa definirsi nuovo, o se non altro già superato da parecchi anni. Nemmeno l'intelligenza artificiale è in grado di donare spessore a questo prodotto. All'inizio dell'articolo ho osato paragonare questo titolo ad un cult come Civilization (e Sid Meiers non me ne voglia), in effetti, da un certo punto di vista sono diversi i punti in comune fra questi due giochi. Ambientazione a parte entrambi si concentrano sull'esplorazione del territorio, la ricerca e lo sviluppo di tecnologie, l'attraversamento di diverse ere; nel caso di Civilization però, nonostante la grafica e la colonna sonora non siano certamente esuberanti, il concetto di gioco e la forma nella quale viene proposto rendono il titolo degno di poter accedere all'Olimpo dei migliori giochi degli ultimi anni. Non si può di re lo stesso di Straship Unlimited che a mala pena può pretendere di gareggiare con il primo Civilization (quello di dieci anni fa per intenderci). Chiudiamo quindi questa impietosa analisi del gioco chiedendoci quale spazio del mercato videoludico possa occupare un prodotto del genere e augurandoci di non dover criticare così pesantemente i futuri lavori di questa sofware house.
- Pro:
- Le galassie autogenerate garantiscono un minimo di longevità
- Discreto per gli appassionati di strategici old school
- Un accettabile compromesso fra strategia a turni ed in tempo reale
- Contro:
- E' arretrato
- Poco originale
- Giocando a Starship Unlimited si ha la netta sensazione di trovarsi negli anni '90
Nel campo degli estimatori di videogiochi c'è chi ritiene che a volte la semplicità apparente di un gioco possa nascondere la capacità di divertire e di stupire, magari con un'idea fuori dal comune e piuttosto originale. Quando ho incrociato Starship Unlimited – Divided Galaxies pensavo proprio a questo. Mi sono subito ricreduto. E questo è male.