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The Berlin Apartment, la recensione di un secolo di Berlino dentro un appartamento

Una lettera d'amore a una città, che è anche un viaggio attraverso una serie di avvenimenti che hanno definito un secolo: The Berlin Apartment.

RECENSIONE di Fabio Di Felice   —   15/11/2025
Malik è uno dei protagonisti di The Berlin Apartment

Si fa fatica a indicare una città europea che abbia rappresentato la storia del Novecento più di Berlino. La capitale tedesca è stata l'epicentro di eventi politici, culturali e sociali che hanno segnato non solo il destino di quel Paese, ma del mondo intero. È stata il cuore delle due guerre mondiali, una fucina culturale negli anni '20 con la Repubblica di Weimar, e ha rappresentato la spaccatura tra Est e Ovest in quanto simbolo della Guerra Fredda. Dagli anni '60 fino alla caduta del Muro di Berlino ha separato non solo il mondo in due distinte entità, ma anche famiglie, vite e persone, al punto che, quando il muro è stato abbattuto nel 1989, quell'evento è diventato il segno della fine di un'epoca. Potremmo dire anche che è stato l'evento che ha sancito la fine di un secolo oscuro. In un certo senso, il Novecento può essere letto interamente attraverso la storia di Berlino e delle persone che l'hanno abitata.

Blue Backpack, sviluppatore berlinese, ha pensato di omaggiare la sua città natale e la storia che l'ha attraversata come un fulmine negli ultimi cent'anni con un videogioco narrativo. Un'idea semplice e formalmente interessante: ambientare tutto all'interno di un appartamento, raccontando le persone che lo hanno abitato nel corso del Novecento. Con grande attenzione a quattro anni fondamentali che hanno dettato l'identità della città: il 1933, che segna l'ascesa del partito nazista; il 1945, la fine della Seconda guerra mondiale; il 1967, l'inizio di quella che diverrà la Guerra Fredda; e il 1989, l'anno della caduta del Muro. A fare da collante, una storia ambientata ai giorni nostri, nel 2020, l'anno del COVID.

L'appartamento cambierà più volte aspetto durante gli anni
L'appartamento cambierà più volte aspetto durante gli anni

Così nasce The Berlin Apartment, un videogioco che, un po' sulla falsariga di What Remains of Edith Finch, ci racconta qualcosa di più grande attraverso una serie di episodi, ognuno costruito attorno a una meccanica peculiare. Solo che, se nel videogioco del 2017 scoprivamo la storia dei membri di una famiglia e della loro morte, in The Berlin Apartment scopriamo la storia degli inquilini di un appartamento e della loro vita.

Un secolo di storie

È il 2020 e Malik è un operaio che sta ristrutturando un bell'appartamento nella zona centrale di Berlino. Una casa grande e vecchia, dell'inizio del secolo scorso. Vissuta, si direbbe, guardando i segni sul parquet e le tracce di chi c'è stato prima. Le studia soprattutto Dilara, la figlia di Malik, una bambina curiosa che l'uomo si porta dietro al lavoro. Non è a scuola - forse perché è l'anno della pandemia e le scuole sono chiuse - e, per non annoiarsi mentre assiste il papà, Dilara cerca le testimonianze degli inquilini che hanno vissuto in quella grande casa.

Non è un caso, quindi, che Dilara trovi una lettera indirizzata a un certo Kolja. Il foglio presenta ancora le linee di piegatura e, seguendole, si riesce a ricomporre un aeroplanino di carta. Quell'oggetto nasconde una storia, e così Dilara, che non sa ancora leggere bene, va a chiederla a Malik, che guarda la lettera e comincia a raccontare.

The Berlin Apartment fa il primo salto indietro nel tempo di una quarantina d'anni: il Muro di Berlino è ancora lì, a dividere la città, e l'appartamento è pieno di piante. I mobili sono diversi, e così la disposizione delle stanze. Alle pareti sono appese le foto di un ragazzo dai capelli rossi e con i sandali ai piedi, l'aria un po' da hippie. È lui Kolja, ed è disperatamente solo, se si fa eccezione per il suo pesce rosso, Erich. Il suo destino sta per cambiare: un aeroplanino di carta si infila dalla finestra dello studio. Kolja lo apre e scopre che è una lettera di qualcuno. Di qualcuno dall'altra parte del Muro.

Dilara cerca tracce degli altri inquilini, ma intanto lascia le sue
Dilara cerca tracce degli altri inquilini, ma intanto lascia le sue

Quella di Kolja è solo la prima di quattro storie attraverso cui Dilara viaggerà per approfondire la storia della casa che suo padre sta ristrutturando. In ogni capitolo vedremo la casa trasformarsi: nel presente avanzare verso la ristrutturazione, nel passato tornare indietro a com'era un tempo. "Una volta costruivano in grande", fa notare Malik alla figlia, quando questa gli chiede come mai quell'appartamento ha così tanto spazio. A bocce ferme, diremmo che è grande anche perché deve contenere molta storia, molte vite, tantissimi oggetti e ricordi.

Tante piccole idee di gameplay

The Berlin Apartment è un videogioco narrativo: gli interessa di più raccontare una bella storia piuttosto che incantare il giocatore con le sue idee di gameplay. Detto questo, nel corso delle vicende che mette in scena cerca di non proporre mai la stessa idea attorno a cui far girare l'episodio e, anzi, offre diverse soluzioni sempre stimolanti. L'intuizione è far vivere al giocatore le epoche non solo per ciò che succede sullo schermo, ma anche per il modo in cui succede. Lo scopo di Malik, infatti, diventa presto anche quello di insegnare qualcosa a sua figlia sulla storia di Berlino.

Lo stile grafico adottato è molto colorato e piacevole
Lo stile grafico adottato è molto colorato e piacevole

Non vogliamo anticiparvi in tutto e per tutto il soggetto dei capitoli, né la trovata di gameplay all'interno di ciascuno. Ci limitiamo a parlare dei due episodi che sono già stati mostrati nella demo, così da darvi un'idea di come funziona la narrazione. Il primo è quello che abbiamo discusso poche righe fa: il 1989. Kolja riceve un aeroplanino lanciatogli direttamente dall'altra parte del Muro e forse riuscirà a stabilire un contatto con una nuova amicizia dopo essere stato lasciato solo dal suo coinquilino. L'aeroplanino rappresenta uno strumento che unisce questi due estranei e, affacciandoci alla finestra, riusciamo perfino a individuare da dov'è arrivato. Sarà fondamentale memorizzarlo, perché Kolja decide di scrivere a sua volta una lettera, di piegarla come un aeroplanino e di lanciarla - in mezzo a mille difficoltà - per fare in modo che arrivi a destinazione. Saremo noi a pilotarlo.

La storia ambientata nel 1933 è invece quella di Josef, ex proprietario di un cinema dato alle fiamme dai soldati nazisti. Josef, di religione ebraica, si trova sul punto di dover lasciare per sempre l'appartamento in fretta e furia, prima che i soldati del Reich vadano ad arrestarlo. Il 1933 è infatti l'anno dell'ascesa al potere di Adolf Hitler, e molti degli amici dell'uomo sono già fuggiti dalla Germania per trovare asilo in altri Paesi europei. Il capitolo ci vede allora impegnati nel cercare degli oggetti di una lista, come in una caccia al tesoro, per poi comporre - con un piccolo puzzle - la valigia dell'anziano. Ogni oggetto ci dà accesso a un ricordo specifico dell'uomo e ci permette di rivivere la storia della sua vita.

Kolja ha il pollice verde, e quindi all'inizio annaffiamo le tante piante con cui ha arredato la casa
Kolja ha il pollice verde, e quindi all'inizio annaffiamo le tante piante con cui ha arredato la casa

Sono piccoli espedienti che conciliano narrazione e gameplay in episodi dalla durata variabile (ma mai più lunghi di un'ora), solitamente ben dosati. In un paio di momenti, secondo il nostro parere, si allungano un po' gratuitamente, dilatando i tempi della narrazione. Sullo sfondo, la protagonista resta sempre Berlino, con le sue trasformazioni offerte dallo spicchio di mondo che osserviamo attraverso la finestra. Vediamo la sua piazza cambiare, riempirsi di bandiere e stendardi nazisti, poi dividersi per colpa di un alto Muro con i soldati a piantonare il confine, oppure cadere a pezzi sotto i bombardamenti. Fa impressione vederla trasformarsi forse ancora di più degli spazi interni dell'appartamento, che si riempiono della personalità degli inquilini ma che ci risultano in fretta familiari nel tempo.

Capsula del tempo

La piccola Dilara inserisce gli oggetti - e quindi le storie - all'interno di una capsula del tempo. Aiutando il papà a preparare l'appartamento per la forma che avrà nella prossima storia, Malik e Dilara si infilano proprio nel bel mezzo del successivo tassello di questa saga, raccogliendo, raccontando e infine consegnando una testimonianza vissuta grazie alle tracce dei tanti attori che sono transitati in quel posto. È un peccato che The Berlin Apartment prenda così bene i suoi tempi per poi concedersi una conclusione che, invece, ci è parsa affrettata. Avrebbe potuto concedere un respiro maggiore ai due protagonisti che stanno ristrutturando l'appartamento e presentare una chiusura più morbida.

In uno degli episodi siamo una scrittrice alle prese con un intreccio complesso
In uno degli episodi siamo una scrittrice alle prese con un intreccio complesso

Resta, in ogni caso, un esperimento affascinante: un modo intelligente di affrontare la Storia, quella con la S maiuscola, attraverso un metaracconto interattivo che dura circa quattro ore e nel quale non si sta semplicemente fermi ad ascoltare. Passiamo invece il nostro tempo nei panni delle persone che hanno abitato la casa, viviamo i loro sentimenti: la solitudine, la vergogna, la rabbia mentre si lotta per la libertà, ma anche il calore che ci dà il ricordo, la sensazione di tramandare una storia. Perché ciò che c'è di bello venga preservato, e ciò che è accaduto di brutto possa essere compreso e mai più ripetuto.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Microsoft Store
Multiplayer.it
8.0
Lettori
ND
Il tuo voto

Una storia a episodi che racconta, attraverso i suoi personaggi, una delle città simbolo del Novecento europeo: Berlino. Lo fa spostandosi avanti e indietro nel tempo, ma restando ben salda nel luogo: un appartamento nel pieno centro della città. Al suo interno, le persone hanno assistito a un secolo che la capitale tedesca ha percorso in una serie di date storiche che, dal 1933 in poi, l'hanno vista protagonista di guerre, rivoluzioni culturali ed eventi in grado di cambiare il mondo. Queste vicende, ognuna con la sua piccola idea di gameplay, ci accompagnano per circa quattro ore alla scoperta di come il nostro passaggio lasci dietro di sé una traccia nei luoghi che abitiamo.

PRO

  • Un secolo raccontato in cinque storie
  • Tante piccole idee di gameplay
  • Ci ricorda il valore della Storia in modo intelligente

CONTRO

  • Alcune meccaniche e vicende si dilungano più del necessario
  • La chiusura ci è parsa un po' affrettata