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The Falcon and the Winter Soldier 1x04, la recensione

Il quarto episodio della nuova serie Marvel su Disney+ segna una svolta importantissima nella storyline del nuovo Captain America

RECENSIONE di Christian Colli   —   11/04/2021

Nelle ultime settimane sono trapelate alcune indiscrezioni e leak sulla sceneggiatura originale di The Falcon and the Winter Soldier che spiegherebbero non solo il ritardo nell'uscita della miniserie - avrebbe dovuto preceder WandaVision sulla piattaforma digitale Disney - ma anche la narrativa accelerata e disorganica nello scorso episodio. A quanto pare, nei piani originali doveva esserci pure una pandemia che avrebbe indotto i Flag Smasher a rubare vaccini e risorse, calcando la mano sulla situazione geopolitica della Terra dopo il Blip. La reale diffusione del COVID-19 avrebbe quindi costretto la produzione a riscrivere la storia in corsa, rigirando o ridoppiando alcune scene che hanno finito per escluderla. Al di là di questi rimaneggiamenti, pure comprensibili, la recensione di The Falcon and the Winter Soldier 1x04 intende analizzare un episodio attraverso il quale la serie ha spiccato decisamente il volo in un quarto appuntamento che riporta la serie sui binari giusti e ci regala due delle battute più memorabili nella lunga storia del Marvel Cinematic Universe.

Il mondo intero ci guarda

"Le Dora Milaje hanno giurisdizione dappertutto, in tutti i paesi in cui si trovano a passare": se non avevate ancora capito che badass che sono le guardie del corpo di Pantera Nera, Ayo ve lo sbatte in faccia così, senza tante cerimonie. L'abbiamo rivista alla fine dello scorso episodio. Per chi avesse la memoria corta, Ayo (Florence Kasumba) era la stessa Dora Milaje che aveva sbarrato il passo alla Vedova Nera in Captain America: Civil War, una scena brevissima che ha dato ai produttori di The Falcon and the Winter Soldier un personaggio perfetto con cui riportare in scena il Wakanda senza scomodare Danai Gurira, che interpretava la loro leader Okoye. A quanto sembra, Ayo si è anche occupata della riabilitazione di Bucky: in uno struggente flashback, la vediamo ripetere le parole d'ordine che un tempo lo trasformavano nel Soldato d'Inverno. Come al solito, Sebastian Stan offre un'interpretazione sentita del suo complicato personaggio, rappresentando il suo sollievo nello scoprirsi libero tra lacrime e sorrisi.

The Falcon and the Winter Soldier: Sebastian Stan è Bucky Barnes.
The Falcon and the Winter Soldier: Sebastian Stan è Bucky Barnes.

Nel presente, però, Bucky deve scommettere contro le Dora Milaje, arrivate in Lettonia per arrestare Zemo: vi ricordiamo che il villain interprtetato da Daniel Brühl, oltre ad aver messo gli Avengers gli uni contro gli altri, aveva anche assassinato l'ex sovrano di Wakanda. Bucky ha otto ore di tempo per sfruttare Zemo prima che Ayo e le altre tornino a prenderselo: insieme a Sam, i tre si recano a indagare sui Flag Smasher e sulla loro unica pista, una donna da poco deceduta che sembrerebbe essere legata a Karli Morgenthau. È un escamotage che serve a definire meglio non tanto i Flag Smasher, ma i loro sostenitori, e la confusa situazione in cui è stato catapultato il mondo quando sono tornati tutti i terrestri che Thanos aveva "blippato". Diciamo che fino a questo momento le motivazioni di questi terroristi ci erano apparse abbastanza fragili, ma l'episodio riesce a essere più convincente, dato che il problema della discriminazione, dell'intolleranza e della corruzione nelle sfere alte che dovrebbero dare esempio e speranza sono quelli che affrontiamo anche oggi in piena pandemia.

The Falcon and the Winter Soldier: Sebastian Stan e Florence Kasumba in una scena.
The Falcon and the Winter Soldier: Sebastian Stan e Florence Kasumba in una scena.

Il Barone Zemo delineato in The Falcon and the Winter Soldier continua a essere il nostro personaggio preferito. Al di là dell'interpretazione melliflua e compassata di Brühl, è difficile considerarlo un vero e proprio antagonista, specialmente perché i suoi atteggiamenti e i suoi ragionamenti lo collocano idealmente nella sfera degli antieroi. È un comprimario ambiguo e difficile da smascherare, ma non illudetevi: Zemo è malvagio e i suoi discorsi sulla supremazia delle forze che vogliono i Super Soldati sono condivisibili fino a un certo punto. È tuttavia nel suo contrasto con Sam che quest'ultimo prende sempre più la forma del Captain America di cui ha bisogno il mondo. Sam rifiuta subito l'idea di inocularsi il Siero, mentre Zemo esita un momento prima di distruggere le fiale, mettendo a nudo un'ipocrisia di fondo. D'altra parte, il colloquio tra Sam e Karli è fantastico: Sam, che prima di fare l'Avenger si occupava di militari afflitti da stress post traumatico, riesce a intavolare una discussione che non solo dimostra le sue capacità diplomatiche, ma mette anche sotto una luce diversa il personaggio di Karli, che finora ci aveva detto poco.

The Falcon and the Winter Soldier: Anthony Mackie e Sebastian Stan in una scena.
The Falcon and the Winter Soldier: Anthony Mackie e Sebastian Stan in una scena.

"All'America non importa del mio mondo, quindi a me non importa della sua mascotte": un'altra battuta memorabile, recitata da Adepero Oduye, che interpreta sua sorella Sarah. Diciamo che esprime in modo azzeccato il problema della discriminazione razziale che affligge gli stati a stelle e strisce, e non solo. La miniserie creata da Malcolm Spellman ha gestito benissimo il nuovo Captain America, soprattutto in questo episodio, e Wyatt Russell, nei panni di John Walker, è davvero fantastico. Chi conosce la sua controparte a fumetti sicuramente si aspettava il colpo di scena finale, ma la storia è riuscita a scandire sempre meglio la sua discesa nell'oscurità, caricando un peso dopo l'altro sulle sue spalle. Lo scontro con le Dora Milaje, divertente e ben coreografato, è un tocco di classe. John le prende di santa ragione, sotto gli sguardi divertiti di Sam, Bucky e Zemo: quest'ultimo ne approfitta per scappare, dunque non solo il conflitto non è servito a niente, ma ha umiliato ulteriormente il nuovo Captain America, un normalissimo soldato catapultato in un mondo sovrumano.

Considerazioni

The Falcon and the Winter Soldier: Clé Bennett e Wyatt Russell in una scena.
The Falcon and the Winter Soldier: Clé Bennett e Wyatt Russell in una scena.

Alla fine dell'episodio, non abbiamo la solita scena della trasformazione, che sarebbe stata fin troppo scontata come la direzione che stava prendendo la storyline di John: la regia ci infila il colpo di scena di gran classe in pieno combattimento, rivelando che il nuovo Captain America ha assunto il Siero del Super Soldato offscreen quando sfonda un muro con lo scudo e piega in due un tubo di ferro. Imprevista, invece, la fine repentina di Battlestar, che onestamente non ci aspettavamo così presto. È stata un mezzo per raggiungere il fine: proiettare un'ombra definitiva sul nuovo Captain America. Ci si arriva dopo un inseguimento e uno scontro impari girato sulle note che ricordano Captain America: The Winter Soldier, ma soprattutto dopo un montaggio che rievoca lo scontro finale tra Cap e Iron Man in Captain America: Civil War. In quel film, Steve sollevava lo scudo un'ultima volta per colpire Tony, ma non per ucciderlo: distruggeva il suo Reattore ARC per mettere fuori uso l'armatura. Qui, invece, John trucida il Flag Smasher sotto lo sguardo attonito di Sam, Bucky, Karli e i civili di passaggio.

The Falcon and the Winter Soldier: Erin Kellyman in una scena.
The Falcon and the Winter Soldier: Erin Kellyman in una scena.

L'ultimissima scena dell'episodio ha una potenza incredibile: Captain America si erge sulla sua vittima con lo scudo imbrattato di sangue. John Walker non è un vero e proprio villain, e in questo senso la storia scritta da Derek Kolstad per la serie televisiva fa un ottimo lavoro a dipingere un personaggio comprensibile e che è facile prendere in antipatia, soprattutto perché dovrebbe sostituire l'indimenticabile Cap di Chris Evans. Che Walker fosse un soldato in gamba ma fin troppo irruento si capisce praticamente subito e il susseguirsi degli eventi non fa che mettere in conflitto l'aspetto meno diplomatico del suo carattere con il senso di impotenza che prova in mezzo a eroi e super guerrieri innaturalmente più forti di lui. La sua storia editoriale è abbastanza diversa, ma ci sono similitudini interessanti su cui vale la pena soffermarsi. John Walker è stato creato da Mark Gruenwald nel 1986 come una specie di provocazione e ha esordito su Captain America #323 col nome in codice Super-Patriot. Il piano era semplice: dare ai lettori un perfetto contraltare di Steve Rogers che incarnasse l'ideale patriottico sotto un aspetto più giovane, grintoso e pragmatico.

The Falcon and the Winter Soldier: Emily VanCamp in una scena.
The Falcon and the Winter Soldier: Emily VanCamp in una scena.

Il personaggio di Gruenwald ebbe anche più successo del previsto, tant'è che molti lettori scrissero a Marvel perché sostituisse in via definitiva il vecchio Captain America. Nella storia editoriale, Walker lascia l'esercito e ottiene i suoi poteri insieme all'amico Lemar Hoskins proprio da Power Broker. All'inizio, John avrebbe voluto fare il wrestler, ma poi decide di darsi al supereroismo e cerca di mettere in cattiva luce Steve Rogers. Una vera e propria azione eroica non lo renderà solo famoso, ma convincerà il governo statunitense ad affidargli il titolo di Captain America dopo il ritiro di Steve, preferendo John a Nick Fury (troppo vecchio) e Sam Wilson (troppo... nero, per un'America che non era ancora pronta, negli anni '80, a un Cap di colore). John avrebbe quindi militato negli Avengers per molti mesi, combattendo minacce come Teschio Rosso e Flag Smasher, prima di consegnare nuovamente il costume a Steve e adottare un nuovo soprannome: U.S. Agent.

The Falcon and the Winter Soldier: Wyatt Russell in una scena.
The Falcon and the Winter Soldier: Wyatt Russell in una scena.

The Falcon and the Winter Soldier sembra caratterizzare John Walker più come una specie di Punisher e non vediamo l'ora di scoprire come si muoveranno i poteri statunitensi di fronte a una svolta così imbarazzante. Una cosa è sicura: a differenza di WandaVision, che era una miniserie più circoscritta, The Falcon and the Winter Soldier sembra sempre più adatta ad avere una seconda stagione. Non solo ci sono ancora molte storyline da chiudere in appena due episodi, ma quelli che abbiamo già visto potrebbero aver gettato le basi per un prodotto televisivo su cui si potrebbero costruire più stagioni. Per come stanno le cose, alla fine di questo episodio abbiamo Zemo in fuga, il Wakanda ancora in gioco, i Flag Smasher in un vicolo cieco e Power Broker che si avvicina sempre di più a Karli e ai nostri eroi. Senza contare che c'è da fare luce sul ruolo sempre più sospetto di Sharon Carter: abbiamo rivisto l'Agente 13 interpretata da Emily VanCamp per una brevissima scena che, però, suggerisce sviluppi futuri interessanti.

Conclusioni

Multiplayer.it

8.0

Il mondo intero ci guarda è un episodio che dimostra le migliori qualità di The Falcon and the Winter Soldier: continuiamo a credere che la miniserie dia il meglio di sé nell'equilibrio tra scene d'azione e introspezione che ha caratterizzato anche questo episodio, impreziosito da scene e battute memorabili. L'ultimo fotogramma con lo scudo di Captain America imbrattato di sangue è un'immagine che segnerà per sempre il Marvel Cinematic Universe.

PRO

  • Il Barone Zemo di Daniel Brühl è sempre più intrigante
  • Le Dora Milaje scatenate
  • Alcuni momenti sono davvero memorabili

CONTRO

  • I Flag Smasher guadagnano spessore ma restano antagonisti poco convincenti
  • Qualche scelta narrativa un po' scontata